
Sono ore in cui da un lato c'è l'allegria per il rientro a casa con il desiderio di riabbracciare la mamma e la sorella, dall'altro la malinconia per l'allontanamento da un amico e il rientro alla dura vita quotidiana.
Riusciamo con non poche difficoltà a chiudere tutte le valigie, a pesarle sulla bilancia e constatare che tutto rientra nella norma.
Passiamo le ultime ore a casa scambiandoci vicendevolmente tante promesse e telefonando a tutti gli amici che Wilmer ha conosciuto in Italia per una parola di saluto. Passiamo altresì dai miei genitori e da mia sorella per un abbraccio di commiato ed è bello vedere da parte di tutti come scorrano lacrimoni sinceri per una conoscenza ed amicizia nata fugacemente ma sicuramente intensa. Mio padre e mia madre li senti fare mille raccomandazioni come se fosse stato un loro figlio. Un'ultima sigaretta complice tra Wilmer e mio padre, di nascosto sul terrazzo e poi la partenza.
Il viaggio verso l'aeroporto di Malpensa pare volato rapido, riusciamo a parcheggiare comodamente e stracaricare il carrello con i bagagli. All'interno del terminal veniamo informati che il volo è stato spostato su un'altra compagnia e quindi ci dirigiamo ai banchi del check-in, dove verificano i pesi consentiti e anche la bicicletta, imbarcata come bagaglio speciale, riesce a passare senza grandi problemi.
Ora il problema è tutto di Wilmer che dovrà pagare la tassa d'importazione all'arrivo per la bicicletta e il personal computer e dovrà pure farsi molti km dall'aeroporto di Holguin fino alla sua residenza.
Attendiamo l'orario d'imbarco chiacchierando amabilmente, sorseggiandoci un caffè.
Lo accompagno al gate d'imbarco e ci abbracciamo lungamente come si salutano gli amici di vecchia data fino a che Wilmer scompare oltre la porta del metaldetector.
Mi soffermo a guardare il decollo degli aerei dall'enorme vetrata dell'area partenze ed attendo che l'aeromobile diretto a Cuba lasci il suolo italiano.
Un giorno chissà ci rincontreremo e tutto sarà diverso.
Fine VIII ed ultima parte.