Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il mio disordine

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disordineQuante volte arrivo a casa, entro in camera da letto e getto disordinatamente i capi di abbigliamento indossati sulla sedia, senza parlare di scarpe e pantofole e calzini che ritrovo sempre spaiati e nei posti più disparati.
Eppure ho compiuto da un pezzo il mezzo secolo di vita e non ho ancora imparato a tenere in ordine le mie cose. Ancora mi sento nelle orecchie i rimbrotti di mia madre che urla "sei disordinato" o anche "metti a posto la cameretta". Sono convinto che la maggioranza di noi si porta appresso, nella nostra memoria, questi severi e giusti richiami. Il problema è che io ho passato da un pezzo l'adolescenza e anche la gioventù e non ho ancora imparato cosa sia l'ordine. Ma il richiamo di mia madre, tra l'altro sempre inappellabile e ripetuto con costante disperazione mi risuona come un anatema nelle orecchie.
Il disordine di magliette,calzini, scarpe sparpagliate sul letto,sotto il letto, sulle sedie insieme a fogli, libri e quaderni è rimasto una costante della mia vita. La mattina quando è il momento di ricompormi con un abbigliamento decoroso, la ricerca dei capi di vestiario ha la caratteristica propria di una tempesta o peggio un uragano, dove insieme alla fretta ci si mette la forsennata frenesia della ricerca di un capo d'abbigliamento che non trovi proprio come una caccia a tesoro. Ti affidi ai "santi" affinché come un miracolo ti facciano ritrovare il calzino che si è perduto o che qualche buontempone di folletto notturno ti ha nascosto.
I miei genitori, come credo tutti i genitori, vedevano il disordine che mi circondava come un presagio di sicura rovina, in quanto non sarei mai stato capace a mettere ordine neanche nella mia vita, quasi che il disordine da me creato mi portasse inevitabilmente alla perdizione.
Ieri come oggi, non vi sono giustificazioni possibili, benché tenti di contenerlo, il caos si riproduce in forme superiori ad ogni più fervida immaginazione.
Se da teenager ero semplicemente e fisiologicamente immaturo e forse tale comportamento era una naturale ribellione all'autorità costituita (la mamma), oggi pur affidandomi alla buona fatina che mi aiuti a ritrovare il calzino e le chiavi dell'auto o di casa, il vizio del disordine non mi ha abbandonato.
Alla fine si ritrova sempre tutto, quasi mai quando ti serve, ma non si perde nulla. È eccezionale le frasi si stupore e gli sguardi di meraviglia, di chi disordinato come me, ritrova quel qualcosa che con tanta frenesia un tempo si era cercato e ormai davi per perduto: "Eccoti qua!" ci rivolgiamo all'oggetto come se avesse avuto vita propria e si fosse volutamente nascosto.
Per consolarmi mi dico spesso che essere disordinato è sinonimo di intelligenza e creatività. Forse sarà vero che più sei disordinato, più sei brillante. Può sembrare assurdo, eppure sono convito che la creatività è caotica, perché le idee hanno bisogno di entrare in contatto con altre idee, di vagare e spaziare in luoghi sconosciuti e nascosti affinché si crei la scintilla creativa.
Allo stesso modo, leggere contemporaneamente più libri mi rende più facile la nascita di nuove idee, proprio perché è la mente che divaga ma anche si svaga.
Eppure se il caos di casa mia come quello della mia scrivania può apparire esternamente anche il segno di un disordine interno, sono fermamente convinto che ognuno di noi ha un ordine mentale, etico e morale e non sono due calzini spaiati e fogli in disordine a determinare l'intelligenza, ma la capacità di trovare sempre una soluzione, di rimanere con il sorriso sulle labbra anche nei momenti più difficili, di saper colorare la vita con piccole gioie che posso trovare sommerse tra le molteplici cose che quotidianamente faccio con naturalezza. Per chi non ci crede lo invito a fare una passeggiata in campagna, guardare come le piante, arbusti, fiori ed erbe sono tutte diverse in forma e colori, come gettate a casaccio, eppure in questo disordine la vita continua e si rinnova ad ogni stagione. Se ancora non siete troppo convinti, provate a coltivare delle intuizioni, provate a scrivere i vostri pensieri più belli o più tristi su un pezzo di carta, buttateli in un cassetto e lasciateli in disordine, dopo un po' di tempo li riscoprirete per caso e meravigliatevi del vostro vissuto. Fatevi rubare le vostre idee e lasciate che siano gli altri ad elaborarle, avrete la soddisfazione che le vostre idee diventino patrimonio di tutti, ciò vi arricchirà dentro! Costruite un ammasso di intrecci, di amicizie fugaci e intime, riciclate, inventate e reinventate, solo questo è il disordine che ci fa crescere e ci differenzia, perché siamo tutti uguali ma anche diversi, e diverso è bello!