Blog di Dante Paolo Ferraris

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Chiaroscuri nella città eterna (XVII ed ultima parte)

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RomaRaggiungo viale Luigi Einaudi nei pressi delle terme di Diocleziano; qui quasi nascosto da alti alberi di leccio, e da una lunga serie di orribili edicole dove antiquari e rigattieri vendono la loro mercanzia c'è l'ultimo obelisco del mio tour. I giardinetti, sono poco curati, quasi tetri e bui per colpa delle frondose piante dei lecci, tra i quali rami si nascondono centinaia di storni. Il loro guano non solo ricopre l'arido terreno, ma anche panchine e l'obelisco di Dogali. Dove una volta cresceva l'erba, ora pare vi sia una brutta asfaltatura color marrone.
Questo obelisco fu ritrovato nel 1883 nella zona tra piazza della Minerva e piazza Sant'Ignazio, e nel 1887 venne innalzato dall'architetto Francesco Azzurri, come monumento commemorativo ai 584 soldati caduti nella battaglia di Dogali in Eritrea. Fu posto dapprima davanti la stazione ferroviaria di Termini poi spostato nel 1925 in piazza dei Cinquecento, e definitivamente nei giardini presso le terme di Diocleziano.
Era del Faraone Ramsete II, e si trovava da Heliopolis; fu portato a Roma in epoca imprecisata, forse insieme agli obelischi del Pantheon, della Minerva e quello di Boboli a Firenze da Domiziano per essere collocato come decorazione al tempio di Iside. Sulla cuspide dell'obelisco c'era uno scarabeo alato con il disco solare e due cartigli di Ramsete II.
L'obelisco è di granito rosso la sua altezza con il basamento e la stella è di 16,92 metri mentre la sua altezza del solo monolite è di 6,34 metri.
L'Obelisco di Dogali nel 1936 fu abbellito, dopo la conquista dell'Etiopia con il leone di Giuda in bronzo portato da Addis Abeba, ma alla caduta del fascismo il leone fu restituito al Negus Hailè Selassié. Il leone di Giuda mi permette di ricordare alcuni importanti passi storici e biblici. Infatti è il simbolo della tribù ebraica di Giuda; quarto figlio di Giacobbe che è considerato il fondatore del giudaismo.
Giuda e il leone sono messi in relazione proprio dalla benedizione di Giacobbe a Giuda di cui si legge nel libro della Genesi. “Sia il re Davide che Gesù discendono dalla tribù di Giuda, di cui il leone è simbolo”.
Per i Rastafariani il leone di Giuda è il simbolo della genia della terra d'Etiopia, da essi considerata la nazione più antica del mondo. Il rastafarianesimo è una fede religiosa che si presenta come erede del cristianesimo, così come questo lo fu dell'ebraismo. Nasce negli anni trenta del Novecento e il suo nome deriva da Ras Tafari, l'imperatore che salì al trono d'Etiopia nel 1930 con il nome di Hailé Selassié I e con il titolo Negus Neghesti ossia di Re dei Re, Eletto di Dio, Luce del mondo, Leone conquistatore della tribù di Giuda.
Il leone di Giuda, assurge a simbolo centrale nella cultura rastafariana ed etiope. A partire dagli anni ottanta del Novecento la cultura rasta ha aumentato la propria diffusione nel mondo, soprattutto grazie a Bob Marley e a Peter Toshe che attraverso la musica reggae, ne ha veicolato i contenuti.
Nell'araldica militare italiana, invece il leone di Giuda, con nella zampa destra una croce d'oro, è il simbolo concesso alle unità che hanno combattuto nella campagna d'Africa Orientale, spesso confuso come il leone di san Marco.
L'architetto Francesco Azzurri aggiunse al basamento dell'obelisco due edicole in stile cimiteriale in cui sono ricordati i nomi dei 548 soldati italiani uccisi a Dogali nel gennaio del 1885, incisi in bronzo. Mentre su ogni lato del fusto dell'obelisco vi sono enuciati i nomi del re e gli appellativi che lo definivano come prediletto delle divinità, menzionando le offerte elargite a Heliopolis.
Ho così concluso il mio tour tra i chiaroscuri della città eterna per antonomasia. Rientro lentamente verso l'albergo, pensando quanti altri tour tematici questa meravigliosa città mi può offrire. Non basterebbe una vita per conoscerla tutta, ogni sampietrino, sasso e marmo raccontano una storia. Se le statue dei monumenti potessero parlare chissà quante verità a noi nascoste scopriremmo. Mi accontento di quello che ho visto e sono certo che sicuramente un'altra appassionante storia mi aspetta da qualche parte e sicuramente quando meno me lo aspetto. Anche questo è un chiaroscuro della vita!



Fine XVII ed ultima parte.