Blog di Dante Paolo Ferraris

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Alessandrini dimenticati

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Faa Di BrunoPassando stamattina per i giardini pubblici mentre andavo in stazione, sentivo sussurrare alle mie spalle, mi volto e assai stupefatto, alcuni personaggi che hanno fatto la storia di Alessandria mi rivolgono la parola. Tra i tanti, fa da portavoce Andrea Vochieri, con un italiano d'altri tempi, sommessamente, quasi a chiedere pietà, rispetto se non riconoscenza, con un po' ritemenza mi prega di farmi portavoce con le "onorevoli autorità cittadine" che i loro busti e monumenti, ove non già strappati per farne ferro per i cannoni in era fascista, siano un po' ripuliti.
Non chiedono, mi dicono, di poter avere un parrucchiere, un estetista o uno stilista di moda, ma semplicemente ripuliti dallo smog che al loro tempo non c'era, esentati dalle muffe e dalle cacche di piccione. Da dietro alla fila di illustri personaggi, una voce a me sconosciuta ma dal tono cavernoso ed irato mi dice anche: "i nostri nomi e le nostre gesta che furono con cura incisi nella pietra da cittadini più grati, siano ricostruiti" e soggiunge "se non fosse che da decenni siamo qui alla mercé di teppaglia e bruti, non sapremmo nemmeno più chi siamo per chiamarci".
Andrea Vochieri ricorda inoltre "bei tempi, quando sotto i lampioni a gas i fidanzatini si dichiaravano amore eterno e noi tutti ne eravamo testimoni". Un etereo Capitano Franzini eroe di Adua nel 1896 con voce lontana pare dirmi "scalzato dal mio bel monumento inaugurato nel 1913 tra suoni di bande e marce militari, non solo sono dimenticato ma circondato da lezzo d'avello". Non posso che dargli ragione e mi faccio promotore di questa loro richiesta, sperando che non rimanga inascoltata come la salvaguardia dell'ultimo attracco dei dirigibili, anch'esso vanto e storia di un Alessandria senza memoria.