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All'ombra di Napoleone (II parte)

Venerdì 18 Novembre 2011 18:32
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ParigiRapidamente ci immergiamo nella metro parigina diretti alla volta degli Champs Elysées.
Parigi è tanto grande che se non esistesse la metropolitana, occorrerebbero delle ore per spostarsi da un punto all'altro della città. Persino io riesco ad orientarmi; la stazione è proprio davanti al nostro albergo, l'annuncia una bellissima ringhiera di protezione e un cartello, il tutto in ferro battuto in puro stile liberty, in un cartiglio al centro della ringhiera ti indica senza troppa confusione l'ingresso della metropolitana; una consumata cartina indica, stazione, linea e percorso.
La metro comincia ad entrare in funzione all'inizio del xx secolo in piena belle epoche francese.
La metro sarà per tutta la nostra permanenza a Parigi il mezzo di locomozione più usato, oltre ovviamente a quelle delle nostre gambe.
Usciamo dal metro proprio davanti a l'Arc de Triomphe, nonostante il freddo rimango per un attimo inebetito dall'ambiente,; direi un caos ordinato, gente che va e che viene, con i turisti con il naso all'insù e gli occhi a 360° per non perdersi nulla: l'Etoile, place Charle de Gaulle, manifestano la potenza, la storia, la grandezza della Francia ma anche di Parigi: qui comprendo il vero significato della frase "Quand Paris éternue, la France s'enrhume" letta su una guida turistica.
L'arco di Trionfo è situato al centro di piazza de l'Etoile dove convergono ben dodici viali dedicati a dei grandi generali francesi o a battaglie che fecero grande l'impero Napoleonico. La costruzione fu voluta dallo stesso Napoleone Bonaparte nel 1806, dopo la battaglia di Austerlitz, per esaltare una delle sue numerose vittorie militari. Dopo un lungo periodo di pausa durante la Restaurazione Francese, i lavori ricominciarono nel 1833, durante il regno di Luigi Filippo e si conclusero nel 1836. Ai nostri giorni l'architettura dell'Arco di Trionfo rappresenta la Pace del 1815, nonostante non sia la motivazione originaria per la quale l'arco fu pensato.
Alla base dell'arco di Trionfo, venne posizionata nel 1920 la tomba del Milite Ignoto e una fiamma perenne, in memoria dei morti della prima e seconda guerra mondiale mai stati identificati.
Vorrei andare a vedere e cercare nella lista delle 660 personalità, il cui nome compare sotto l'Arco di Trionfo, i nomi a me noti delle campagne Napoleoniche sopratutto quelle di Marengo, ma fa troppo freddo ed è ormai tardi e la nostra pancia borbotta dalla fame. Qui, su quattro lapidi, sono incisi i nomi dei militari che servirono nell'esercito durante la rivoluzione e il primo impero napoleonico e che, diventeranno motivo per un mio prossimo viaggio parigino.
Per ora limitiamoci a far scattare i flash delle nostre macchine fotografiche, immortalandoci davanti ad uno dei momenti più importanti di Francia.
Gli Champs Elyées rappresentano sicuramente una delle zone di Parigi più frequentate la sera: sono fiancheggiati quasi esclusivamente dai palazzi più maestosi di Parigi, gli alberghi più lussuosi, i caffè più eleganti e costosissimi. Nota come la via più signorile ed anche tra le più ampie della città; questa strada è larga 70 metri e lunga oltre 2 km, trova appunto sbocco nella bella piazza dell'etoile, al cui al centro sta l'imponente arco di trionfo.
Tolte le grandi vetrine delle marche di moda più famose, non solo di abbigliamento e pelletteria tappa obbligata di S, ma anche di case automobilistiche che mettono in mostra auto futuristiche o comunque talmente costose da non riuscire a leggerne il pannello descrittivo, i locali di ritrovo possono essere classificati in due categorie: misere trappole per turisti o lounge bar molto pretenziosi.
Dopo aver scattato decine di foto, esserci rifocillati in un ameno locale di una catena di fast food francese, rientriamo al nostro albergo, infreddoliti, stanchi ma soddisfatti della prima giornata francese. La vera visita a di Lutetia o in francese Lutèce, l'antico nome che le legioni di Giulio Cesare diedero all'allora insediamento celtico conquistato, inizierà solo il giorno successivo, ed io per brevità e per mia memoria cercherò di narrarvi senza percorrere in senso cronologico la visita, ma andando con voi a cercare le curiosità e le sensazioni provate, rimandandovi ad una lettura di una buona guida turistica una lettura descrittiva di ciò che la città di Parigi propone.
Già alla partenza concordammo come muoverci, visti tre interessi ben distinti, fino a trovarne un punto di coniugazione tra tutti. S., più interessato alla vita mondana, alla ricerca del nuovo, del fascino di vetrine ricche di modelli firmati e di nuove essenze di profumi; R. (uomo di cultura), che aveva già ripetutamente visitato Parigi, nostro scherpa nella visita a musei, monumenti e città, con particolare attrazione alle vetrine dei maggiori gioiellieri ed io affascinato della storia napoleonica, ma attratto da dai luoghi in cui sono avvenuti i maggiori disastri e calamità di Parigi.
Infatti nella mia valigia, aveva trovato posto una pubblicazione de la Mairie de Paris: "les risques majeur a Paris", "il dossier Departemental des Risques majeurs" ed un elenco dei luoghi da visitare in cui vi erano stati i più grandi incendi, sarà deformazione professionale, ma ognuno di noi ha i suoi difetti. Sembrava difficile conciliare il tutto, ma invece ci siamo riusciti con la soddisfazioni di tutti.
Dobbiamo cominciare la nostra visita sapendo comunque che verso la metà del XIX secolo, il barone Georges Eugéne Haussman, Prefetto del dipartimento della Senna all'epoca di Napoleone III, propose un piano regolatore che doveva cambiare il volto della capitale dell'impero.
Il progetto prevedeva strade molto ampie ed alberate che avrebbero attraversato Parigi; grandi piazze avrebbero interrotto il tracciato rettilineo di queste vie. La città sarebbe stata rallegrata da immensi parchi, rompendo la monotonia dei grandi boulevard.
Il piano del barone Haussman suscitò molte critiche, ma costui, coadiuvato da una fedele squadra di architetti ed ingegneri, ricostruì ostinatamente intere zone di Parigi. Si considerava il progetto esagerato perché non sfruttava convenientemente lo spazio, cancellò buona parte della città medievale, sostituendo alle tortuose e caotiche stradine (facili da barricare in caso di sommossa) grandi boulevard. Rinnovò il sistema fognario ed idrico, mitigando il problema della diffusioni di malattie infettive e trasformando positivamente la città offrendo, oggi, al turista l'immagine di una città spaziosa e contemporaneamente ospitale.
L'intera città è suddivisa in venti distretti chiamati arrondissement, ciascuno dei quali è a sua volta suddivisa in 4 quartieri. Tra gli 80 quartieri, il più famoso in tutto il mondo è quello di Montmartre. Situato sulla riva destra della Senna, deve la sua fama al fatto di essere il 'quartiere degli artisti'. Nei suoi numerosi ritrovi, frequentati in tutte le ore del giorno e della notte, si concentra la vita artistica di Parigi ed è in questo quartiere che R. da provetto artista ha trovato l'albergo in cui siamo alloggiati.
Qui infatti si possono incontrare, oltre a migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo, in una babele di lingue ed abbigliamenti, pittori, scultori e letterati sia famosi che in cerca di fama Fino a due secoli fa, Montmartre era un piccolo villaggio: oggi con le sue case basse e le sue vie strette sembra un paese al centro di una metropoli. Altri quartieri che sono abituali punti di ritrovo per artisti sono Montparnasse e Saint Germain de Pre oggetto di una nostra visita.



Fine II parte.