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All'ombra di Napoleone (IV parte)

Venerdì 30 Dicembre 2011 19:11
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ParigiParigi vanta il più celebre museo del mondo: il Louvre, ha sede in un grandioso palazzo che fu residenza ufficiale di Carlo V nel XIV secolo e dimora dei re di Francia nei secoli successivi. Per percorrere tutte le sale di questo immenso museo e osservare le migliaia e migliaia di opere d'arte di ogni epoca e di ogni parte del mondo, non sarebbe sufficiente un intera settimana. Già la mattina presto, sotto una tenue pioggerellina, ci siamo messi in coda tutti e tre.
Una fila eterogenea, composta, i visi tondeggianti degli asiatici dall'imperscrutabile sguardo, sempre rivolti con il naso all'insù alla scoperta di ogni piccolo particolare della corte della reggia, erano in contrapposizione con il chiassoso gruppo italiano, che invece riusciva in ogni momento a rompere parzialmente la coda che si snodava intorno all'ingresso, posto sotto una piramide di acciaio e cristallo, situata al centro del piazzale.
Dalle finestre del palazzo ogni tanto qualche turista si affacciava a guardare un cortile famoso, tanto da diventare scenografia degli innumerevoli film storici sulla Francia.
Scesi nell'immensa hall, ricavata sotto il piazzale, ci riponiamo in coda per prendere i biglietti d'ingresso: la nostra sarà una visita lunga, ma non esaustiva, una specie di giro del mondo tra i più grandi artisti esistiti.
Già poco dopo l'ingresso ci eravamo persi, ognuno attratto da ciò che maggiormente gli ispirava. Le mie soste obbligate sono rivolte soprattutto ai grandi artisti a me noti. Non essendo io un grande cultore della materia, è la scultura della Santa Maria Maddalena di G. Erhart a darmi il benvenuto. Transito con sguardo inebetito nei corridoio delle sculture italiane e spagnole del XI-XV secolo del mezzanino del Palazzo. Vago perso tra le antichità etrusco-romane, greche, della Mesopotamia e dell'antico Iran e attirato da una di esse, non posso non soffermarmi ad ammirare la scultura di Afrodite, detta venere di Milo. Trovo anche Psiche rianimata dal bacio dell'Amore di A. Canova, ma anche la splendida statua di Michelangelo raffigurante lo schiavo morente. Ogni tanto incrocio S. e R. ed insieme ci soffermiamo a guardare questi capolavori d'altri tempi ma con un fascino ancora moderno. R. persona erudita spesse volte si sofferma a raccontarmi le vicende dei personaggi immortalati nel marmo, rendendo così ancor più piacevole il viaggio all'interno del Louvre. Al primo piano veniamo accolti, in cima allo scalone, dalla Vittoria alata di Samotracia o anche chiamata Nike di Samotracia. Vorrei scrivere molto su questa fantastica statua, ma mi soffermo a poche informazioni lasciandovi un po' di curiosità.
La Nike di Samotracia fu ritrovata nel 1863 appunto a Samotracia senza testa né braccia, venne datata intorno al 190 a.C, epoca in cui i Rodiensi in guerra contro Antioco III, riportarono una serie di vittorie. La Nike – polena – ante litteram doveva essere posta sulla prua di una nave. E' una delle maggiori attrazioni di produzione ellenistica esposte al Louvre. R. si sofferma molto davanti a questa scultura in marmo di Paros, intorno ad essa ascolto le migliaia di scatti di macchine fotografiche e anche i miei compagni non esitano ad immortalare tale opera d'arte. Nike è la personificazione della Vittoria e viene raffigurata con le ali aperte mentre con impeto vola sovrastando tutto e tutti. In Esiodo viene definita come "figlia del Titano Pallante e di Stige", da considerare quindi parte della prima stirpe divina, pre olimpica. Nike è anche uno degli epiteti della dea Atena.
Il viaggio prosegue tra i dipinti italiani del XIII- XVII secolo, e quelli spagnoli; la folla, in una stanza, si accalca attorno ad una immensa parete bianca, ove al centro un piccolo quadro è assalito da centinaia di occhi. Con fatica riusciamo a raggiungere le prime file e anche noi possiamo cosi ammirare La Gioconda di Leonardo da Vinci, difronte a lei, l'immensa e bellissima tela delle nozze di Cana del Veronese. Fantastici sono anche i corridoi dei grandi dipinti francesi, la mia attenzione si pone all'incoronazione dell'Imperatore Napoleone I., qui mi seggo un attimo a guardare le persone ritratte ed ad individuarne i personaggi a me noti.
Un insegnante francese spiega ai suoi alunni le vicende che porteranno Napoleone a diventare Imperatore. L'ascolto con interesse, anche i bambini, seduti intorno a Lei, sono attratti dalla storia di quest'uomo che farà grande il loro paese.
Un'altra tela, che provo anch'io a immortalare con il mio Iphone ritrae Napoleone sul suo cavallo bianco "Marengo", ritratto nell'atto di alzarsi su le zampe posteriori. Intorno a loro le Alpi a ricordo delle sue campagne d'Italia.
Il viaggio continua tra dipinti fiamminghi, germanici, francesi e il circuito cronologico dell'Egitto faraonico e la galleria di Apollo, all'interno della quale sono custoditi diversi oggetti preziosi, tra cui diverse Corone. Ma ciò che ci colpisce maggiormente sono gli appartamenti di Napoleone III, ove il lusso, lo sfarzo, la luminosità e l'ampiezza dei salotti e delle stanze in genere ci fanno sentire Imperatori tutti per un momento. La camera da pranzo imbandita per 40 persone ci lascia veramente stupefatti per profusione di arredi e di cura dei particolari.
Il nostro viaggio a ritroso nel tempo trova qui la massima sublimazione. Ma io devo obbligatoriamente fermarmi ad ammirare la ricostruzione del piccolo ma importante trono utilizzato da Napoleone Bonaparte. Un attimo di esitazione davanti a questo minuscolo e poco sfolgorante trono, ma appartenuto ad un grande condottiero; ai suoi piedi un immenso tappeto con una N enorme ricamata; chissà quanti illustri personaggi della storia hanno calpestato questo tappeto.
Usciamo stanchi ma estasiati da tanta magnificenza vista all'interno del Louvre, uno sguardo da lontano verso il giardino delle Tuileries per riprendere la nostra passeggiata per Parigi.
Ma anche le vie intorno al palazzo del Louvre sono importanti, come rue de rivoli e rue saint honore; su quest'ultima si aprono elegantissimi negozi sopratutto profumerie che mettono in un simpatico stato di agitazione il mio compagno di viaggio S.



Fine IV parte.