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Commiato dal Comitato Regionale CRI Piemonte

Venerdì 31 Dicembre 2010 09:25
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CRIQuesta è la mia lettera di commiato. Sono stati questi ultimi cinque anni, per me, veramente entusiasmanti, ho conosciuto molte persone, tanti volontari e dipendenti di questa Associazione operosi e onesti, ho altresì conosciuto persone con cui mi sono confrontato anche intensamente, ma dal cui confronto è nata stima e considerazione. Ho conosciuto persone che non avrei voluto conoscere, ma anche tante persone che avrei voluto conoscere meglio.
Insieme a questi, abbiamo dato una nuova veste alla nostra Associazione a livello regionale, abbiamo costruito insieme momenti aggregativi di discussione e di svago, con voi abbiamo rilanciato un'immagine di una associazione attenta e vicino al bisogno, insomma tanto è stato fatto ma altresì tanto si deve ancora fare.
Tutto ciò, in un momento in cui le menti eccelse scappano dal nostro paese, ove la mediocrità dell’opportunista si veste da rinnovatore o da innovatore, dove la saggezza dell’anziano deve fare posto a chi intende costruire un futuro senza riconoscere la morale della storia.
Ove l’invadenza dei partiti e della politica, con la p. minuscola entra a piè pari anche nel volontariato, ove l’immagine di se stessi vale di più del fare, ove l’aziendalizzazione del nostro volontariato è diventato lo strumento di pareggio di bilancio, ove parole come sacrificio sono sostituite da regolamenti, codici etici, ove il merito professionale dei nostri dipendenti soprattutto precari è oggetto di sfruttamento, ove la verità è quella della televisione e non dei fatti concreti, potrei continuare per ore, ma preferisco fermarmi.

Come sapete, in quanto già ampiamente ripetuto, mi sono sentito in prestito nel ricoprire un ruolo più grande del me. Ma proprio perché l’incarico finora ricoperto è stato voluto attraverso una democratica elezione, mi sono sentito onorato di tanta benevolenza e considerazione e su queste basi ho lottato per il rispetto del valore assoluto delle nostre unità territoriali e del nostro volontariato. Stranamente non mi sento affranto nel lasciare l’incarico, proprio perché chi ha deciso ciò non sono i soci che mi hanno eletto, che ancora in queste settimane mi hanno attestato stima e riconoscenza, ma è un singolo non appartenente alla nostra Associazione, investito di un incarico politico.

Mi sento fiero di aver potuto rappresentare questa magnifica regione, mi sento orgoglioso di aver percorso insieme a Voi un tratto della mia vita. Vi ringrazio per ciò che mi avete donato, amicizia, esperienza, condivisione, gioie. Vi ringrazio altresì della comprensione che avete avuto nei miei confronti sopportando i miei modi burberi e provinciali, Mi sento in debito per la spalla offerta quando ho dovuto confrontarmi con il tradimento, l’ipocrisia e l’infamia.
Non rimpiango nulla di ciò che ho fatto, ripercorrerei la stessa strada, nonostante sapessi quali dolori e dispiacere mi procurerebbe, in quanto sono convinto di essere nel giusto.

Fatto questo excursus mi viene da dire, al momento del commiato da voi, di fronte a tutte quante le trasformazioni che sta subendo la nostra associazione, di cui tanto abbiamo discusso, che sono venute meno le ragioni per cui un uomo di libero pensiero, possa continuare ad essere l’esecutore di un disegno non condiviso e talvolta contraddittorio, in cui creatività e pensiero divergente si scontrano contro interessi ad personam.

Così ritorno ad essere l’uomo libero di un tempo, per affidare da oggi il mio pensiero, il mio tempo, la mia scrittura a ciò che amo di più. Tornerò ad essere quello che sono sempre stato un volontario.
Nutro in me l’orgoglio – invece – di ricordare tutti quelli che, nel bene e nel male, hanno collaborato, insieme a me per il rafforzamento della solidarietà, in cui la persona umana è stata sempre messa al centro di ogni attenzione e passione.

Non posso che dirvi GRAZIE

Dante Paolo FERRARIS