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A Lisbona con Pessoa (XVIII ed ultima parte)

Mercoledì 18 Settembre 2013 15:32
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LisbonaMentre ci dirigiamo lentamente verso praça dos Restauradores, una pubblicità della Coca Cola mi scorre davanti, posta sulla fiancata di un autobus di linea. Subito mi sovviene la storia che lega Pessoa alla nota azienda che produce questa bevanda; è una storia poco nota, raccontata in un lungo articolo della rivista peruviana Etiqueta Negra.
La nota bevanda iniziò a essere diffusa fuori dai confini statunitensi alla fine degli anni Venti. In Italia vi giunse nel 1927. Quando volle aprire il proprio mercato in Portogallo, la Coca-Cola si rivolse a una ditta di Lisbona che deteneva l'esclusiva per i prodotti provenienti dagli Stati Uniti, la Moitinho de Almeida. In questa azienda lavorava Fernando Pessoa, che si occupava della traduzione delle lettere commerciali e della contabilità. L'azienda chiese a Pessoa di trovare uno slogan commerciale per la nuova bevanda per il lancio pubblicitario della Coca-Cola. La reclame diceva "Primeiro estranha-se, depois entranha-se". All'incirca tradotto significa: "Prima ti stupisce, poi ti entra nelle viscere". Il messaggio promozionale non piacque al ministero della Sanità portoghese, che anzi mostrava diffidenza verso quella bevanda che poteva indurre dipendenza in coloro che decidevano di berla. Il lancio promozionale secondo i funzionari ministeriali portoghesi sembrava puntare proprio sulle caratteristiche di "assuefazione e dipendenza" che la Coca Cola era in grado di stimolare nei consumatori. Comunque sia, il Portogallo – governato dalla dittatura di Salazar – dopo poco avrebbe interrotto l'importazione di Coca-Cola. Questa storia non compare nelle molte biografie di Pessoa, fino a quando nel 1992 un erede della famiglia Moitinho de Almeida non raccontò la vicenda durante un'intervista.
Matteo riprende il racconto di Luís Carlos e iniziamo a discuterne mentre camminiamo, ripercorrendo così la storia dell'Angola portoghese. L'Angola di oggi è un repubblica presidenziale, dove la pace è sempre sul filo del rasoio e dove gruppi di guerriglieri in armi hanno per anni devastato il territorio con una guerra civile, con movimenti separatisti armati attivi ancora oggi nella zona di Cabinda. Il nome Angola deriva dal termine Ngola, attributo di rispetto dei sovrani Ndongo corrispondente all'italiano "Maestà". I portoghesi diedero questo nome ufficiale al paese nel XVI secolo proprio in onore di quei sovrani, loro fedeli alleati.
L'arrivo dei portoghesi in questo territorio risale a tempi antichi, con i primi insediamenti lusitani sulla costa dove fiorenti furono i traffici commerciali, si pensa addirittura in epoca medioevale. Nel 1483 i portoghesi iniziano a penetrare anche nell'entroterra. Inizialmente vi furono ostilità con i numerosi regni tribali presenti sul territorio, in particolare col regno del Congo, con quello di Ndongo e con quello di Benguela.
Questi Regni ebbero anche lunghi periodi di pace con il Portogallo e sopratutto il Regno di Ndongo costituì un'alleanza abbastanza stabile con i portoghesi, intrattenendo con essi un fiorente commercio di schiavi, molti dei quali furono trasportati in Brasile.
La tribù degli Imbangala si impose in parte del territorio angolano nel XVII secolo ed in breve tempo sottomise molte altre tribù dell'area, vendendo gli abitanti delle zone sottomesse come schiavi ai portoghesi.
Il Governatore portoghese Luis Mendes de Vasconcelos, addirittura arruolò dei guerrieri Imbangala nelle sue truppe coloniali portoghesi. Si consolidò così il fenomeno del meticciamento delle razze, ma iniziò anche la fusione di costumi e tradizioni, sempre caratteristica dell'impostazione coloniale portoghese, al contrario ad esempio di quella britannica. L'attività economica portoghese continuò con il commercio degli schiavi fino al 1830, quando fu abolito almeno ufficialmente, ma in realtà durò fino a tutto l'Ottocento, quando l'ormai consolidata rivoluzione industriale permise alle potenze più avanzate di fare a meno di questa forza lavoro.
I portoghesi nel XX secolo realizzarono in Angola grandi iniziative economiche e infrastrutturali, tra cui la costruzione di una imponente rete ferroviaria e svilupparono l'agricoltura aumentando la produzione delle estese piantagioni.
Il governo portoghese, guidato da Antonio de Oliveira Salazar, si oppose strenuamente sin dagli anni trenta del XX secolo al concetto di decolonizzazione. Nacquero negli anni cinquanta vari movimenti indipendentisti più o meno collegati ad analoghi movimenti esteri, finanziati dalle due superpotenze USA e URSS. In particolare due movimenti si fecero strada: il Movimento Popolare per la Liberazione dell'Angola (MPLA), fondato nel 1956 e appoggiato dall'URSS, che addirittura organizzò scuole e università a Mosca per formare i capi; l'Unione Nazionale per l'Indipendenza Totale dell'Angola (UNITA), sostenuto invece dagli Stati Uniti. Il Fronte di Liberazione Nazionale dell'Angola (FNLA), inizialmente consistente, perse via via di importanza. La lotta armata tra le varie fazioni e il governo portoghese divenne infuocata negli anni settanta. Nel 1974, in seguito alla Rivoluzione dei Garofani in Portogallo, cessarono le ostilità e venne instaurato un governo di coalizione fra i movimenti indipendentisti, che ebbe però breve durata. L'11 novembre 1975 il MPLA dichiarò l'indipendenza del paese, riconosciuta dal Portogallo.
Raggiungiamo Praça dos Restauradores e lascio a Pessoa descrivercela: "entriamo nella grande Avenida da Liberdade o, per essere più precisi, nella Praça dos Restauradores, che ne è l'inizio. Al centro di questa "piazza" troveremo il monumento che commemora la guerra di Restaurazione combattuta dal 1640 in poi. Con base, piedistallo e obelisco misura 30 metri di altezza; fu progettata da António Tomás da Fonseca. Nella parte inferiore ci sono due figure che simboleggiano gli spiriti di Vittoria e Libertà, la prima di Simões de Almeida e la seconda di Alberto Nunes; sul monumento sono incise le date delle battaglie principali delle campagne che seguirono la rivoluzione del 1640. Questo obelisco è stato innalzato nel 1886. In questa "piazza" si trovano le stazioni di vetture, automobili e motociclette con sidecar". Ovviamente oggi non troviamo ne le stazioni di vetture ne tanto meno i sidecar, ma un ampio spazio moderno, coronato da preziosi palazzi e una delle stazioni della metropolitana cittadina. Su questa piazza si affaccia anche il nostro locale preferito e ripetutamente frequentato la sera, l'Hard Rock Café. Proseguiamo la nostra passeggiata e se il tempo ce lo permette, visto l'arrivo di nuvoloni scuri, vorremmo raggiungere Praça do Marquês de Pombal. Iniziamo a percorrere L'Avenida da Liberdade, una delle principali strade di Lisbona, voluta dopo il terremoto del 1755 dal marchese di Pombal che la fece realizzare come una passeggiata pubblica. Occorre però sapere che nonostante il nome la passeggiata era circondata da mura e cancelli in modo che potessero passeggiarvi solo i membri dell'alta società.
Il viale attuale venne successivamente ampliato e ricostruito tra il 1879 e il 1882 sul modello degli Champs Elysées parigini, diventando ben presto luogo di cortei e manifestazioni. Una passeggiata alberata elegante con le sue fontane, i suoi monumenti e i suoi pavimenti decorati con disegni astratti. Come gli Champs Elysées parigini, è la via più cara di Lisbona, infatti non solo trovi le boutique di grandi marche di auto di lusso ma anche alberghi di lusso. Così ce la descrive Fernando Pessoa: "L'avenida da Libertade (viale della Libertà), aperta nel 1822, è la più bella arteria di Lisbona. È larga 90 metri e lunga 1500. Alberata dall'inizio alla fine, racchiude piccoli giardini, laghetti, fontane, cascatelle e statue. Sale lungo un leggero declivio e offre una magnifica prospettiva". Pessoa continua a raccontarci la storia di ogni monumento che incontriamo per strada.
Raggiungiamo pigramente Praça Marquês de Pombal dove il nostro Pessoa, che ci ha fatto finora da guida, non riesce scrivere pressoché nulla di questa piazza e del monumento dedicato al Marchese di Pombal, in quanto la piazza all'epoca che Pessoa scrisse la sua guida era in fase di costruzione. Cosi ce la racconta: "Il viale termina nella cosiddetta Potuna o Praça Marquês de Pombal, come realmente si chiama. Questa è la piazza scelta per accogliere il monumento alla memoria del grande statista portoghese. La prima pietra fu posta da re Luís l'8 maggio 1882, primo centenario della morte del marchese. Il monumento, che è in fase di costruzione, è stato progettato dall'architetto Adães Bermudes e da António Couto e scolpito da Francisco dos Santos. Sarà alto 36 metri e dominerà le cinque grandi strade che lì convergono. Le fondamenta poggiano su una base rocciosa alla profondità di 18 metri ...". Ovviamente oggi il monumento al centro di questa piazza è terminato Il monumento raffigura il marchese con una mano appoggiata ad un leone (simbolo di potenza) e con lo sguardo rivolto alla Baixa. Alla base del monumento vengono raffigurate, con immagini allegoriche, le principali imprese compiute a livello politico, educativo e agricolo dalla ricostruzione di Lisbona dopo il terremoto del 1755 all'abolizione della schiavitù (1764). In questa piazza venne proclamata la Repubblica portoghese il 5 ottobre 1910 come Pessoa ci ricorda: "Qui, dalla mattina del 3 fino al 5 ottobre 1910, rimasero accampate le truppe comandate dall'ammiraglio Machado Santos che rovesciarono la Monarchia e proclamarono la Repubblica".
Cominciamo a ridiscendere verso Praça dos Restauradores e passando vicino ad alcuni monumenti mi sovvengono alcune reminiscenze scolastiche su un famoso italiano che abitò a Lisbona e nell'isola di Madeira, si sposò in prime nozze ed ebbe un figlio proprio in Portogallo. Cristoforo Colombo visse in Portogallo, dove arrivò verso il 1479, per curare i commerci della sua famiglia genovese e lavorare come navigatore. Colombo sposò Filipa Moniz Perestrello, dalla quale nel 1481 ebbe un figlio (l'unico nato dalla relazione), Diego. La coppia si trasferì prima a Porto Santo, isola dell'arcipelago di Madeira, dove rimase per qualche anno prima di tornare a Lisbona dove il fratello Bartolomeo lavorava come cartografo (professione diffusa tra i molti genovesi che all'epoca dimoravano nella città lusitana). In totale sembra abbia vissuto in Portogallo circa 9 anni, di cui una buona fetta sull'isola di Porto Santo.
A Madeira e a Lisbona iniziò a teorizzare sulla possibilità di raggiungere le Indie navigando verso ovest, incoraggiato dal clima elettrizzante dell'epoca delle scoperte. Propose la realizzazione del progetto al re João II, che si rifiutò di sovvenzionarlo, motivo per cui rivolse la sua ricerca di sponsor verso la Spagna.
In Portogallo ripassò nuovamente nel marzo del 1493, al termine del suo viaggio che aveva portato alla scoperta del Nuovo Mondo.
Raccogliamo le valigie dalla nostra Pensione e raggiungiamo la stazione della metro che ci condurrà fino in aeroporto. Seduto sul metrò scorrono velocemente nella mia mente le immagini raccolte durante questo soggiorno, breve ma intenso, a Lisbona. Quante cose avrei voluto ancora fare e altrettante vederne. Con Matteo commentiamo le cose viste, le esperienze fatte ed i ricordi che ancora freschi vorremmo mettere nero su bianco.
Il viaggio ideale fatto con Pessoa, innamorato del proprio paese e attento conoscitore anche dei luoghi meno ufficiali, ci ha permesso di percorrere la città in lungo e in largo anche a piedi e di aver frequentato caffè, bar e ristoranti dove lui spesso si intratteneva. Pessoa ci ha accompagnato per tutto il tempo in questo fantastico viaggio: "o salso mare, quanto del tuo sale sono le lacrime del Portogallo" cosi scriveva nella poesia Mare portoghese (pubblicata nel libro una sola moltitudine ) e cosi mi pare oggi questa nazione dagli antichi e nobili fasti, ormai perduti.
Decolliamo verso casa guardando dall'oblò le ultime immagini di Lisbona, le cui case si fanno più piccole mentre anche i miei ricordi si stringono e li voglio trattenere per me. Mi volto verso Matteo cercando di comprendere se anche lui sente la stessa sensazione di tristezza che mi avvolge. Che la "Saudade" mi abbia conquistato?



Fine XVIII ed ultima parte.