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Sex shop allegro

Giovedì 21 Luglio 2016 15:25
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Sex ShopI sex shop sono luoghi di cui ci vergogniamo di parlare, ma tutti ci siamo siamo entrati almeno una volta. Raccontiamo che era per fare un regalo scherzoso per qualche festa di compleanno, addio di celibato o nubilato ecc... Anche quando passiamo davanti a quelle vetrine, spesse e dipinte di rosso che impediscono di poter vedere dentro, ci voltiamo dall'altra parte ma con la coda dell'occhio tentiamo di sbirciare cosa può nascondere la vetrata. La pubblicità di quei particolari negozi, la sfuggiamo velocemente se la troviamo sui giornali o i rotocalchi. Idem se troviamo i cartelloni stradali, facciamo finta di niente ma cerchiamo di memorizzare due tre cose, di un negozio in cui magari mai ci recheremo.
Eppure quelle parole, neanche italiane, ma che sono diventate ormai d'uso comune, ci attirano, tanto ci attraggono quanto ce ne vergogniamo.
Questi negozietti sono solitamente in vicoli nascosti, con insegne quasi sempre di un color carminio, spesso realizzato con inconfondibili insegne luminose a neon.
Nella mia città, come in tantissime città, di questi negozietti c'è ne sono diversi, sono più conosciuti dagli abitanti di altre città che dagli stessi miei concittadini. Tendenzialmente ci si reca per i propri acquisti, sempre in quelli della città vicina, proprio perché si ha sempre paura di essere visti entrarci.
Addirittura nella mia piccola cittadina, in una strada abbastanza trafficata, c'è un piccolo antro cupo e sordido, con una vetrina, scura, ed il fatto che non esponga nulla l'ha fa piuttosto esplicita.
Io non sono diverso dagli altri, e preso dalla curiosità di un negozio self-service di oggettistica di sessualità torbida, curioso come sono, non posso non ficcare il naso.
È un piccolo spazio con macchinette distributrici di presidi usa e getta e piccola oggettistica. Sono come i distributori delle merendine e delle bevande che trovi nei corridoi dell'ospedale e dell'ufficio. Anche qui come, nei più ben tossici e nocivi distributori di sigarette, serve la tessera sanitaria o il codice fiscale per poter acquistare ciò che necessità.
Dentro al piccolo negozio self-service, trovo già due ragazzi, che sembrano poco più che maggiorenni, che commentano tra loro il sapore del lubrificante da comprare, fragola, lampone o banana. Lei è alta, magra e slanciata con lunghi capelli biondi, lisci e gli occhi azzurri. Lui è moro, con una bella chioma riccia e due occhi castani, alto quanto la ragazza ma un corpo più tornito, risultato di ore di palestra o di nuoto.
Non sono, come noi vecchie generazioni che abbiamo paura di parlare con naturalezza del nostro corpo, dei nostri istinti ecc..., sono molto più aperti e liberi, disinibiti, ciò non vuol dire essere svergognati. Nuove generazioni, nuove libertà e livelli di pudicizia.
Certo il sesso quello vero è tenerezza, coccole, piacere, divertimento, non assomiglia certamente a quell'androide formoso e biondo in tuta di lattice delle pubblicità, corpi di plastica, oggetti che evocano una prevaricazione più che gioco.
Siamo tutti curiosi davanti ai sex shop, il bigottismo e il provincialismo della mia generazione li ha sempre trovati respingenti, minacciosi, sinistri, pensati da uomini spregiudicati e cupi, per uomini confusi.
Eppure, sono prodotti esposti in un negozio per nulla diverso da quelli ad esempio di alimentari, con la frutta colorata messa ben in mostra pronta ed invitante, dolce e stimolante l'acquolina in bocca. Tuttavia, quando ti aggiri in un sex shop, ti guardi sempre guardingo da chi ti è intorno, timorato di essere riconosciuto, ti frullano per la testa mille timori, come quello di passare per un maniaco sessuale ecc... Ti chiedi cosa pensa la commessa/o dietro il bancone di te che ti aggiri tra i mille prodotti esposti, tra lubrificanti, oli, bizzarri giochi, manuali, fumetti, romanzi, frustini, bambole di silicone, biancheria intima, manette rosa, per donna e uomo, per etero, per omosessuali e per onanismi solitari. Ci sono vibratori di ogni forma e materiale, rossi, gialli, blu, rosa, sembra di essere dal salumiere con salami e prosciutti esposti sul bancone o in un negozio di abbigliamento, con tutti i suoi colori e vestiti divertenti.
Per un uomo della mia età, se preso con il giusto spirito, una visita ad un negozio pruriginoso può diventare divertente, probabilmente anche erotico e magari risvegliare antichi desideri.
Sono interessanti per conoscere l'evoluzione del mondo, delle nuove declinazioni sessuali, quello più recondito, oggetto di chiacchiericcio sotto le lenzuola o tra amiche disinibite. Sono divertito nel pensare come molti di questi oggetti, spesso dalla forma fallica, possono essere lavati in lavatrice o lavastoviglie, come racconta l'etichetta. Immagino la casalinga, madre di piccoli creature che apre la lavastoviglie e accanto i tazzoni della colazione colorati e con i personaggi dei fumetti, mette a lavare questi oggetti nati per creare e favorire le fantasie a nuovi stimoli, piaceri e sensazioni.
Sono forse sconcertato, forse più divertito e sorrido. Eppure dobbiamo renderci conto che oggi esiste anche per il sesso un nuovo alfabeto, rispettoso, non volgare, limpido, per parlare di ogni cosa, un approccio professionale, non offensivo, ne discriminatorio nelle mille sfaccettature della sessualità di cui non dobbiamo più vergognarci, anche perché è naturalezza. Un insegnamento da apprendere dalle nuove generazioni.