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A zonzo con il calessino (II parte)

Mercoledì 01 Novembre 2017 10:45
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CalessinoCarichiamo i bagagli e l'incateniamo con un grande lucchetto sul piccolo portabagagli, consegnatoci i documenti, ricevute alcune istruzioni e un cappellino rosso di paglia, tipo trilby, con una fascia bianca che lo circonda su cui è scritto #viviamopositivo, siamo pronti a partire. Il nostro mezzo di locomozione è uno splendido restyling di un automezzo concepito nel 1948 come veicolo commerciale. A partire dagli anni 50 del secolo scorso, l'Ape calessino lo ritroviamo in versione trasporto persone, protagonista in molti scatti fotografici, mentre ospita noti attori e cantanti americani in vacanza nel nostro bel paese, come Capri, Ischia, Portofino o la Versilia ed altre località di vacanza famose. Schiere di "paparazzi" fotografano personaggi come Charlie Chaplin, immortalato da uno scatto a bordo di un Ape Giardinetta ad Anacapri nel 1956. Ma fu anche protagonista in diversi film commedia come "Sissi a Ischia" un film del 1958 del regista tedesco Alfred Weidenmann, o "Freddy und der Millionär", in Italiano: "La Signorina Miliardo", un film del 1961 del regista Paul May, o anche "La cambiale" del 1959 con Vittorio Gasman, Ugo Tognazzi e Giorgia Moll e in diverse "comparsate" di film di Leonardo Pieraccioni.
Il Calessino è un veicolo a tre ruote, costruito dalla casa di Pontedera, la Piaggio, che nasce nel 1948 come uno dei molteplici allestimenti del motocarro Ape. Il papà dell'Ape calessino fu una derivazione della Vespa. Con la prima evoluzione della mitica Vespa, questo innovativo mezzo di trasporto divenne un veicolo a tre ruote, sulle cui due posteriori venne posto un comodo divanetto e un tettuccio in tela apribile. La sua scocca, ieri come oggi, ricorda il guscio di un uovo. Il conducente è protetto dalle intemperie da un parabrezza anteriore con annesso tergicristallo, mentre la guida rimane a manubrio. Invece i lati non sono protetti da nulla, se non da quattro basse porticine, fatte con un telaio tubolare e tela.
Dopo aver preso possesso del veicolo, Gian si pone alla guida e salutata Angela, iniziamo il nostro tour. Una breve colonna di due calessini, da noi capitanata, mentre sul secondo rombante mezzo le nostre compagne di viaggio. L'hinterland milanese, in cui transitiamo è quasi totalmente urbanizzato; si alternano capannoni industriali e civili abitazioni. Le strade, lunghi nastri d'asfalto, non sempre sono provviste di adeguate segnalazioni, tanto da dover talvolta percorrere per intero alcune rotonde. Un simpatico incontro, quasi subito dopo la partenza è con un altro gruppo di viaggiatori in Calessino mentre rientrano verso Cusano Milanino. Un veloce saluto, una foto di gruppo e si riparte. Subito dopo la loro partenza, sentiamo uno strano rumore provenire dal nostro automezzo, mentre corriamo velocemente verso la nostra meta, con la "coda dell'occhio" notiamo un incredibile e imprevedibile incidente al telefono cellulare di Gian. Questo, caduto accidentalmente dal Calessino, viene trascinato, collegato dal cavo di alimentazione, sull'asfalto. Siamo costretti a fermarci a raccogliere e verificare le rovinose condizioni in cui si trova il telefono e ciò ci costringe quasi subito ad una sosta a Garbagnate Milanese, borgo anch'esso integrato nella conurbazione dell'hinterland milanese.
Dell'antica vocazione alle coltivazione del Gelso per l'alimentazione del "Bombyx mori", una specie di farfalla della famiglia Bombycidae, la cui larva è conosciuta come baco da seta non rimane che la memoria. Infatti le maggiori attività che sfamavano le famiglie garbagnatesi erano proprio la coltivazione del baco da seta, le filande e i calzifici, poi sostituiti da grandi fabbriche, oggi per lo più abbandonate. Grandi aziende come la Bayer, aveva grandi impianti per la produzione dell'Aspirina, oggi rimangono pochi reparti. Anche lo stabilimento dell'Alfa Romeo, che aveva la sua portineria in territorio del Comune di Arese, lo sviluppo produttivo dell'azienda era proprio su Garbagnate ormai è chiusa.
Sistemato il telefonino e visitato rapidamente il centro storico, che ha poco da raccontare ci dirigiamo verso il Piemonte. Per raggiungerlo transitiamo per Caronno, Saronno, Rescaldina, Ubaldo, Legnano, Castellanza, Busto Arsizio e Orioggio. In questo ultimo borgo scopriamo che la Neologistica, un azienda del varesotto che si occupa di logistica e di immagazzinaggio industriale ha acquistato il padiglione dell'Uruguay, costruito per l'Expo Milano 2015 e lo ha ricollocato davanti al suo stabilimento e ad una azienda farmaceutica, la Novartis Farma. Il padiglione è diventato un prestigioso bar ristorante in cui è servita la tradizionale cucina uruguaiana. Raggiungiamo così Lonate Pozzolo dove finalmente iniziamo a costeggiare la campagna e i boschi del parco del Ticino. Il nostro schioppetante Calessino ha già dato al primo giorno il meglio di se, gareggiando con i più terribili bisonti della strada che superandoci con i loro semirimorchi e i loro potenti motori tentavano inutilmente di spaventarlo con i ruggiti dei loro motori e gli spostamenti d'aria che la loro massa produceva. Lonate Pozzolo, ha un antica storia di forte emigrazione, soprattutto a fine XIX secolo nelle Americhe. Ciò mi fa anche ricordare come Lonate Pozzolo sia stata protagonista di alcuni importanti eventi storici che hanno contribuito a costruire la storia d'Italia, come quanto accadde nel 1636 nella frazione Tornavento, che rapidamente attraversiamo con il nostro Calessino. Qui il 22 giugno di quell'anno, fu combattuta tra gli Spagnoli che occupavano il milanese e l'esercito "invasore", quello francese alleato ai Piemontesi una sanguinosa battaglia che lasciò circa 2000 morti sul terreno. Fatto d'armi combattuto nell'ambito della guerra dei trent'anni e diffusamente narrato nell'Historia d'Italia di Girolamo Brusoni.
Per via della presenza del ponte di ferro sul fiume Ticino, che anche noi attraversiamo con i Calessini, il territorio durante la seconda guerra mondiale subì pesanti bombardamenti. Comunque il ponte miracolosamente resistette. Lasciamo così la Lombardia ed entriamo in Piemonte.



Fine II parte.