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Il mio Piemonte: Pasturana

Martedì 11 Settembre 2018 11:13
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PasturanaDalla piazza del municipio, dove ho parcheggiato l'auto, passo subito ad ammirare la facciata del palazzo comunale con lo stemma della comunità affrescato insieme a quello del suo gonfalone.
A pochi passi la seicentesca parrocchiale di San Martino e sulla sua sinistra l'oratorio della Santissima Trinità. Il piccolo borgo, posto sulle alture, subito a ridosso di Novi Ligure ha origini molto antiche.
Infatti già nel 969 Pastoranium è menzionata nella sua donazione della regina Adelaide, moglie dell'imperatore Ottone I, al monastero di San Salvatore di Pavia, donazione confermata nel 981 da parte dell'imperatore Ottone II.
Il 15 agosto 1172, Alberto marchese di Gavi e gli alessandrini si obbligarono a difendere Pasturana ed altri borghi e castelli, come Tassarolo, Montaldeo, Montalto (Montadeo), Gavi, Aimero (borgo scomparso nell'alta val Lemme). Successivamente dal 1192, Pasturana passa sotto il dominio della Repubblica di Genova, ma sono alterne le sue vicende storiche, che la vedono coinvolta nei conflitti tra i marchesi di Gavi, gli Spinola e i marchesi del Monferrato fino al 1313, quando Enrico VII di Germania concede il borgo e altri luoghi della valle Lemme a Opizzino Spinola di Luccoli.
Nel 1336 gli uomini di Pasturana promettono sudditanza al marchese del Monferrato, ma già nel 1400 subisce le scorrerie del capitano di ventura Facino Cane. Nel XV secolo diviene dapprima feudo degli Spinola di Tassarolo i quali fanno edificare il castello, successivamente il feudo passa ai marchesi Trotti di Milano che faranno edificare l'attuale chiesa parrocchiale dedicata a San Martino e l'oratorio della santissima Trinità.
La celebre peste del 1630, tanto narrata dal Manzoni, colpisce anche Pasturana e la sua popolazione fece erigere un altare votivo nella chiesa parrocchiale con una sovrastante pala, dedicata a San Rocco e San Carlo, rappresentati ai piedi di nostro Signore, nell'atto di implorare la protezione del borgo. Tela che ho modo di ammirare e di apprezzarne la fattura. Ai piedi del santo anche il piccolo borgo di Pasturana, mentre due volti sconosciuti, forse i donatori sono ritratti in fondo alla tela. La chiesa è a navata unica, luminosa e ben curata, molte le pale d'altare di notevole interesse. Il suo sagrato è semplice, realizzato con ciottoli di fiume che con i loro diversi colori disegnano un grazioso accesso al piccolo tempio. La facciata della chiesa è semplice come il suo bianco colore. Tre semplici gradini, anticipano l'unica porta d'accesso, due sottili pilasti, alti quanto la porta, sorreggono un piccolo timpano sovraporta, certo aggiunto posteriormente all'edificazione della chiesa. Sopra di esso uno scolorito affresco. Un'alta e unica finestra rettangolare sembra essere l'unico spiraglio di luce. Due nicchie vuote sono poste ai lati della porta. La facciata è semplice e se non fosse per le due lesene ad angolo parrebbe una grande capanna. Lo stesso dicasi per l'oratorio della santissima Trinità, diviso dalla parrocchiale da uno stretto fabbricato annesso alla parrocchiale e da via Giuseppe Mazzini. E' semplice e a capanna anche questa piccola chiesa. Il portale d'accesso è più ampio, più povera la cornice della porta, priva di nicchie, ha anch'essa un affresco illeggibile sulla facciata. A dar entrare luce un'ampia finestra sagomata posta sopra l'affresco. Mi inoltro per le strette stradine del borgo, piccole e colorate abitazioni con graziosi giardini fioriti, si alternano a più grandi case dagli ampi cortili. Le abitazioni sono tutte addossate l'una all'altra e addobbate con vasi di colorati fiori.
Dalle finestre escono i profumi del lavoro delle massaie impegnate in cucina, ma i veri protagonisti del borgo sono i gatti che con sguardo dolce ma curioso osservano questo viandante straniero che munito di macchina fotografica s'aggira per il loro regno. Una bella abitazione ha addossato un antico pozzo di mattoni, coperto da una tettoia a capanna. Il pozzo che si affaccia direttamente sulla stretta strada è abbellito da vasi di fiori multicolore. Raggiungo così la scalinata "U sé". Un cartello turistico indica questa scalinata come luogo della battaglia del 1799. Infatti Pasturana si vide coinvolta nella guerra Austro-Francese e il 15 e 16 agosto di quell'anno, scenario della "battaglia di Novi" dove trovò la morte il generale francese Joubèrt, e i combattimenti avvennero anche sulla scala di questo borgo. La battaglia costò al borgo la distruzione dell'archivio parrocchiale, il saccheggio e la fuga di molti abitanti. Scendo la scala, osservando il poderoso palazzo posto alla mia destra e non posso non pensare quante tragedie le sue pietre e i suoi mattoni potrebbero raccontare. Infatti la costruzione ha fattezze medioevali e la sua posizione è invidiabile, osserva l'intera valle e anche il colle dove di fronte è costruito il castello.
Sulla sinistra, nascosta tra gli alberi del giardino l'antica villa Baretto.
Di fronte a me invece, in una posizione strategica, di colore rosso, dalle fattezze massicce il castello di Pasturana o palazzo Spinola. L'antico maniero pare dominare la valle e il borgo, è tenuto con molta cura dagli attuali proprietari. La sua imponenza con i suoi splendidi giardini è una splendida cartolina di benvenuto a Pasturana. Anche il suo ingresso è trionfale e dal bel cancello s'intravedono la vecchia torre–piccionaia e le annesse costruzioni agricole. Infatti a Pasturana possiamo trovare coltivazioni di frumento, mais, ortaggi, fieno e distese di vitigni. Rientro nella piccola piazzetta accompagnato da un bellissimo gatto nero, con due occhi gialli, che dapprima con diffidenza mi si avvicina poi dopo aver ricevute alcune coccole mi ringrazia con le fusa e si allontana, dopo avermi accompagnato per un tratto di strada.
Raggiungo così la sede della Società di Mutuo Soccorso "La Concordia", fondata nel 1875. Una bella costruzione che si prospetta nella facciata come un tempio. Entro nel suo bar, che si presenta piccolo ma arredato con gusto. Pochissimi tavoli con sedie, un tavolo è occupato da quattro anziani pasturanesi, intenti a giocare a carte, altri sono seduti ai fianchi dei giocatori che come gufi sono intenti a osservare il gioco. Dietro il bancone, un non più giovane barman che su mia richiesta mi spilla un boccale di birra rossa. Sul bancone, sotto uno spesso cristallo, alcune antiche foto di Pasturana, vi sono vedute del borgo ma anche immagini di militari e di antichi mestieri. Mi gusto la birra, accompagnato da un panino con il salame. La birra è una produzione locale; infatti a Pasturana vi è un noto birrificio che produce delle gustose e apprezzabili birre. Riprendendo l'autovettura, cerco il mio amico gatto nero, trovandolo seduto su un alto muretto, che con uno sguardo sornione pare salutarmi. Raggiungo così, poco fuori Pasturana, in direzione Novi Ligure, l'antica chiesa plebana dedicata a San Martino, vescovo di Tours, costruita in età longobarda. In età carolingia, la chiesa diviene probabile sede di un insediamento monastico benedettino. La chiesa plebana aveva giurisdizione su diversi centri abitati della vallata e sottoposta alla diocesi di Tortona fino a quando Innocenzo IV, il 3 giugno 1248 ne autorizzo il passaggio alla diocesi di Genova. Iniziò un periodo di decadimento dell'istituzione, fino a diventare semplice parrocchia sotto la giurisdizione della Pieve di Gavi. I nuovi feudatari, i Trotti, edificarono la nuova chiesa parrocchiale, quella che ho appena visitato in paese, realizzandola con materiale recuperato dall'abbattimento del monastero benedettino annesso alla Pieve, ormai fatiscente. Faccio un giro intorno all'antica chiesa e non posso che meravigliarmi e rimanere impressionato dall'ottimo lavoro di restauro. Oggi i giardinetti dell'antico luogo sacro, dove campeggia la statua di San Pio da Pietralcina è diventata sede di una nutrita colonia felina, che alloggiano in piccole casette di legno costruite da sapienti mani e alimentati da qualche amante degli animali. L'interno è a navata unica, vi troneggia la statua della "Salus Infiermorum" e una moltitudine di ex voto, segno di fede della piccola comunità di Pasturana e forse non solo.
Rientro verso casa, lieto di aver potuto conoscere un altro borgo di questa meravigliosa terra alessandrina.