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Bussano alla porta, è il domani

Venerdì 21 Settembre 2018 07:54
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ricordiChiuso nei miei pensieri, in una calda giornata d'estate, comodamente seduto sul divano, con il ventilatore acceso che fa girare aria calda, ma sufficiente per far dimenticare un attimo la canicola che stanzia oltre la porta di casa. Luci soffuse dai raggi che penetrano attraverso le tapparelle, un sottofondo musicale, un libro, una bevanda fresca, sono assorto nelle meditazioni e ripercorro nella mia mente, tratti della mia esistenza romanzandola. Favoleggio e ripenso a quante persone, in un momento della vita hanno bussato alla mia porta, sono state persone semplicemente curiose, nuove conoscenze e qualche amico ma anche qualcuno che ambiziosamente cercava di apprendere le mie competenze ed esperienze per seguire le mie orme professionali. Su questo pensiero mi soffermo e cerco di capire cosa intendo per "seguire le mie orme" e forse ricoprire un ruolo professionale come il mio. Non è un ruolo fisico, non è forse un ruolo sociale, ma ognuno comunque il ruolo se lo crea per quello che ognuno offre alla società e che la collettività chiede. Quindi il posto di ognuno è quello che ciascuno si costruisce. Un posto professionale e sociale che non è mai perenne e che è soggetto sempre alla evoluzione naturale delle cose, scelte personali comprese.
Ed è per questo che chiunque abbia bussato alla mia porta l'ho fatto entrare, e sono stato a vedere cosa sarebbe successo; anche perché ritengo che il "sapere" non debba mai andare perso.
Forse per questo non sono mai stato terrorizzato, come qualche mio collega, per il rischio di essere sostituito da qualche giovane rampante ventenne che con metodi furbeschi, avesse cercato di scopiazzare ciò che ho fatto.
Ecco che la memoria ripercorre ed esplorare i gli eventi tragicomici dei passaggi della vita. Mi sovviene un passaggio di un libro recentemente letto, era un testo di William Shakespeare, "Come vi piace" (As You Like It), una commedia pastorale in cinque atti, scritta, in versi e in prosa, tra il 1599 e i primi mesi del 1600 e che in un passo recitava: "Tutto il mondo è un palcoscenico,/e gli uomini e le donne son soltanto attori:/ hanno le loro uscite e le loro entrate;/ una stessa persona, nella sua vita, rappresenta parecchie parti...". Affermazione quanto mai vera, pienamente contestualizzata sia negli spazi che nei tempi.
Pertanto ciò che mi è accaduto e ciò che mi accadrà è per legge di natura, pertanto tutti coloro che hanno bussato alla porta, alla ricerca di un "mentore" non erano una proiezione di chi loro avrebbero voluto essere ma chi avrei voluto essere io.
E così passo dopo passo ho costruito la mia storia individuale fatta di incontri a volte apparentemente casuali che solo poi nel tempo ho letto come frammenti del grande puzzle della mia esistenza.
Incontri, luoghi, momenti che ho intensamente vissuto, nel bene o nel male; persone che mi hanno regalato emozioni o provocato sensazioni, che mi hanno amato o che hanno tradito la mia fiducia, ma anche insegnato qualcosa, donandomi parte del loro prezioso tempo. Sconosciuti con i quali ho cercato con l'esempio e con le parole di dare ciò che cercavano, offrendo la mia esperienza ed ingenuamente rendendomi complice e spalla in un palcoscenico non mio, dove forse dovevo essere solo comparsa o addirittura dietro la scena. Persone che comunque porteremo dentro come parte di noi che forse non incontreremo mai più o forse troveremo dall'altra parte della barricata nei giochi della vita.
Quanto è difficile dover crescere quando si è adulti da un pezzo!
Sfoglio svogliatamente il libro, sorseggio la bevanda fresca, volevo esplorare il punto in cui si comincia a doversi guardare indietro per andare avanti. Non è facile!
Il tempo è tiranno, alcune volte sembra eterno, ora scivola via rapidamente, ora marca con le rughe lo trascorrere dei giorni, ora lo cancella.
Vivere non è né scontato, ho vissuto, ho pianto, sofferto, ho condiviso, ho riso, ho gioito.
Vivere è faticoso, difficile, complicato, ma è una esperienza unica, purtroppo irripetibile ed è per questo che ho fatto tesoro di tutto quanto ho visto e vissuto.
Sono fermamente convinto che chi ha un maestro nella vita è davvero fortunato. Io ricordo con piacere tanti inconsapevoli miei maestri; da un vicino di casa che faceva l'operaio ma amava l'arte del battere il rame e della lettura e mi insegnò l'importanza di leggere. Le sue parole ad incitarmi a leggere tutto anche le piccole cose apparentemente insignificanti le porto con me.
Oppure chi mi insegnò i primi rudimenti dei lavori che ho svolto, dall'operatore cinematografico, al garzone di bottega, al guardiacaccia e guardiapesca come Vito, Nando e Marco. Il cammino del maestro e del suo discepolo che lo porta alla crescita e allo sviluppo personale, talvolta inconsapevolmente, non è determinato da programmi o processi decisionali. Forse chi non ha avuto un mentore può pensare di essere più libero, ma gli manca un modello di un solido esempio positivo o negativo su cui basarsi e trascorrerà la sua vita vagando alla ricerca d'una traccia.
Ieri come oggi, se qualcuno busserà alla mia porta, aprirò ancora, non è quello che mi prenderà a spaventarmi, non sarà mai tanto quanto io riuscirò a cogliere per arricchire la mia vita, condividendo nuove esperienze. Tanti vorrebbero insegnarmi, ancora oggi, a camminare, ma tanti, devono ancora percorrere la strada in salita che ho percorso, scalzo, in ciabatte o con gli scarponi, tutto è storia, tutto è vita, tutto è domani.
Chiudo il libro, mi faccio coccolare dal sonno e cerco un bel sogno.