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Inquinamento: Casale Monferrato 1986

Mercoledì 21 Novembre 2018 10:18
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Casale Monferrato 1986Lo scopo delle foto è il ricordo ed è stato quando ho avuto modo di vedere delle foto, rigorosamente in bianco e nero, del 1986 che i miei ricordi si sono trasformati in immagini a colori. Le foto ricordavano un periodo giovanile in cui prestavo opera di volontariato. Non ero uno dei soggetti ripresi dallo scatto del fotografo ma ricordavo l'evento e il contesto.
L'evento riguardava la città di Casale Monferrato che a causa dell'inquinamento di alcuni pozzi dell'acquedotto municipale, la città di oltre 40 mila abitanti entrò in emergenza. L'inquinamento era avvenuto nella zona di Santa Maria del Tempio dove esistevano i pozzi di attingimento dell'acqua potabile per la città, vicino ai quali fu ritrovata una discarica abusiva che aveva inquinato la falda acquifera. Tale tragico evento, non accadde per cause naturali ma per mano dell'uomo. Il 24 maggio 1986 il Sindaco di Casale Monferrato, Riccardo Coppa fu costretto a firmare un ordinanza in cui vietava a tutta la popolazione l'uso dell'acqua potabile. I cittadini potevano vedere l'acqua scendere dai rubinetti, ma non potevano né berla, né usarla per lavarsi, cucinare e nemmeno fare il bucato.
Mentre la tipografia stampava i manifesti di divieto dell'utilizzo dell'acqua, le auto dei vigili urbani passavano per le strade con i megafoni ad invitare la popolazione ad astenersi da qualunque uso dell'acqua del rubinetto. D'altra parte l'odore che aveva l'acqua non era certamente invitante. Da giovane volontario raggiungevo la città monferrina per aiutare gli altri volontari a consegnare taniche d'acqua potabile alle famiglie di anziani o con disabili che avevano problemi ad arrivare ai posti di distribuzione. Infatti in tutta la città erano circa una ventina i punti di consegna dell'acqua, dove cisterne in vetroresina distribuivano acqua pulita attraverso una serie di rubinetti. Cisterne permanentemente rifornite da autobotti anche dei vigili del fuoco che facevano spola da punto di attingimento sicuro, alle piazze della città e dei sobborghi. Ricordo, perché ne rimasi impressionato, un manifesto del Comune di Casale Monferrato che vietava il lavaggio per igiene personale con l'acqua dei rubinetti, soprattutto il contatto con gli con occhi, bocca e organi genitali, ma era utilizzabile per la doccia a scorrimento. Lunghe file di persone che con taniche di plastica, bottiglie, damigiane si recavano nei punti di distribuzione; un contegno incredibile per persone che avevano subito un così grave scempio, ma anche imprecazioni contro i delinquenti che avevano arrecato un tale danno. Arrivò anche nella città, un grande macchinario che era un potabilizzatore mobile che addirittura riusciva a potabilizzare acqua proveniente da altre falde presenti in città e a distribuire acqua in sacchetti da un litro.
Una non più giovane signora, organizzava la distribuzione dell'acqua alle persone anziane o con difficoltà motorie. Divisi in squadre, fornite di elenchi passavamo casa per casa, scala per scala, suonando decine di campanelli ogni giorno a consegnare l'acqua. Arrivata sera ero molto stanco ma ero soddisfatto, pronto a ricominciare il giorno dopo perché ero ripagato dai sorrisi e dai teneri sguardi degli anziani che ti ringraziavano. Tale attività durò molto tempo, fintanto che la rete dell'acquedotto fu nuovamente collegata ad altri pozzi, attraverso il "tubone", così amichevolmente i casalesi chiamavano questo nuovo collegamento idrico, che risollevò la comunità da questa enorme calamità.
Furono anche trovati e processati i colpevoli; una società di raccolta rifiuti chimici e farmaceutici che invece di smaltirli in centri appositi, avevano preferito fare una buca all'interno di un capannone industriale, dove indisturbati rovesciarono i liquami, arrivando così ad inquinare le falde dell'acquedotto.
Ripongo le foto che ricordano quell'evento, dove uomini, donne, fanciulli, militari, pompieri, tutti si impegnarono per affrontare quell'enorme disagio che la popolazione dovette affrontare per un lungo periodo.