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A zonzo con il calessino (XV parte)

Sabato 01 Dicembre 2018 07:31
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CalessinoSale l'aria pungente, siamo costretti a mettere il k-way per proteggerci dall'aria che si sta raffreddando e un leggero venticello inizia a circolare, rendendo la parte posteriore del calessino più in corrente d'aria perchè non è protetto dal parabrezza anteriore.
Raggiungiamo così Pont-Saint-Martin, primo Comune della regione Valle d'Aosta. Posto alla Valle del Lys è attraversato dalla Dora Baltea, nel Medioevo fu amministrato dalla signoria locale, i Signori di Bard, che fecero erigere nel 1200 il castello che sovrasta il Paese. Secondo la leggenda, San Martino, di passaggio sulla Via delle Gallie e successivamente Via Francigena, dovendo superare un corso d'acqua del Lys, per tornare alla sua diocesi, si trovò bloccato perché la piena del fiume ne aveva travolto la passerella. Fece allora un patto con il diavolo, questi si impegnò a costruire un ponte sul Lys in una notte, in cambio dell'anima del primo essere vivente che ci sarebbe passato.
Il giorno dopo, San Martino liberò sul ponte un cagnolino e il diavolo furente gli prese l'anima, lasciando così in pace gli abitanti. Infatti l'abitato prende il nome dal poderoso ponte romano poi dedicato a San Martino di Tours che appunto attraversa il torrente Lys. E' un imponente testimonianza della romanizzazione della Valle d'Aosta, costruito forse nel I° secolo a.C. Ancorato alla viva roccia, è alto 25 metri e la sua unica arcata è larga 35 metri. Il ponte è stato l'unica via di collegamento fino al XIX secolo, vedendo transitare re, regine, imperatori, santi e principi, soldati e banditi e tanta gente comune, in ogni epoca. Ha persino resistito al bombardamento del 1944 durante la Seconda Guerra Mondiale. Sono molti i monumenti e i luoghi d'interesse oltre il Ponte Romano e il Museo del Ponte Romano.
L'antica Chiesa di Fontaney fu costruita tra il 1590 e il 1595 per volontà del Barone Pierre de Vallaise, e fu intitolata al Preziosissimo sangue e corpo del Nostro Signore Gesù Cristo e alla Beata Vergine Maria. Divenne parrocchiale solo nel 1614, dopo anni di richieste e suppliche degli abitanti e del Barone al Vescovo. Infatti Pont-Saint-Martin apparteneva ancora alle parrocchie di Donnas e Perloz. La chiesa è a tre navate, divise da pilastri affrescati con scene di vite dei Santi. Le volte a vela, sono divise da cordoni di pietra grigia. Le navate sono illuminate da grandi finestre dotate di vetri a piombo con immagini sacre. L'abside è poligonale e la facciata è affrescata con dipinti sacri, di foggia rinascimentale. Sul fianco destro è addossata la cappella del Santo Rosario, coeva alla chiesa.
I signori di Pont-Saint-Martin prima di abitare nella attuale Casa - forte risiedevano in un castello arroccato sul roccione all'imbocco della Valle del Lys. Il casato del Borgo discendeva dai signori di Bard. Due fratelli eredi del feudo si fecero guerra. Alla fine si divisero i beni e il Castello di Pont-Saint-Martin rimase a Guglielmo, mentre al fratello Ugo il resto del feudo. La Casa - forte è tre piani fuori terra e uno interrato ed è a forma quadrangolare con un ampio cortile. La parte più antica risale al Quattrocento, nei primi del XVII secolo fu ingrandita con un nuovo corpo di fabbrica e nell'Ottocento fu aggiunto un ulteriore corpo di fabbrica.
Invece il Castellaccio o Castello di Pont-Saint-Martin è dove prima vi risiedevano i signori del luogo. Anche chiamato il "Castello Vecchio", oggi in rovina, fin dalle origini era caratterizzato da un mastio a pianta esagonale. Delle numerose costruzioni non rimangono che macerie e mura sbrecciate. Il castello raccoglie diverse leggende, tutte legate alla casata dei Bard, considerata tra le più feroci e violente della Valle d'Aosta. Una leggenda narra di una bella ragazza di Perloz che venne fatta rapire e rinchiudere nella torre del Castellaccio. Il 19 luglio 1214 i due fratelli Ugo e Guglielmo dopo pesanti scontri si spartirono i beni di famiglia, ma ben presto il feudo di Arnad di proprietà di Guglielmo fu conquistato dai Vallaise. I Savoia cercarono di impossessarsi di entrambi i feudi ma conquistarono solo le terre di Ugo di Bard. La storia del castello va avanti tra guerre ed espropri, fino a quando fu abbandonato a favore della Casa - forte.
Ma sul territorio di Pont-Saint-Martin vi sono altri due castelli. Il primo è il Castello di Suzey, ora ridotto a un cumulo di ruderi. Questo sorge sopra il villaggio di Ivèry; il castello era di proprietà della potente famiglia dei Vallaise, a guardia dei confini dei loro possedimenti. Si narra che nel 1351, Domenico e Goffredo di Valloise rapinarono, rapirono e vi condussero in prigione un agiato mercante eporediese, Pietro di Stria chiedendone un forte riscatto alla famiglia, ma sono molte altre le leggende sinistre sul castello.
L'altro castello è invece in puro stile gotico, venne fatto edificare nel 1894 dal filantropo locale Annibale Baraing, che dà anche il nome al castello. Dopo la morte del Dottor Baraing, il castello rimase in possesso della moglie che poi nel 1931 lo donò al Comune.
Ormai si avvicina l'ora di pranzo e i nostri stomaci "brontolano", anche i calessini sembrano aver voglia di correre e quindi velocemente arriviamo a Donnais, un borgo posto su un lungo rettilineo della strada statale 26 della Valle d'Aosta.
Questo abitato tra il XI e XII secolo era possedimento della famiglia Bard, passò nel XII-XIII secolo, come buona parte della bassa valle, sotto il dominio sabaudo. Nel 1694 Vittorio Amedeo II investì del feudo il Conte Marco Antonio Enrielli di Ivrea. Nel Borgo a destra della strada principale scorgiamo il campanile della chiesa San Pietro in Vincoli interamente ricostruito nel XIX secolo ad eccezione del settecentesco presbiterio. La chiesa fu riedificata su un precedente edificio del XIII secolo. Esiste ancora sul basamento del campanile un antico bassorilievo dedicato al santo titolare. Il toponimo potrebbe derivare da una varietà di castagna locale ossia la donnasc. Altri affermano che derivi dal nome prediale Donatus, forse da fundus Donnus o Donatus. Comunque sia, nei secoli il nome del Borgo Donnas è stato scritto in modi diversi: Donacium, Burgum Donatii o Donacii, Donasio, Donas, Donnaz. Il Borgo ha diversi monumenti e luoghi di interesse, tra cui il Palazzo Enrielli o Henrielli del XVII secolo, l'antico arco d'ingresso del Borgo, resti delle antiche mura medioevali, e la Casa – forte. In località Rovarey una casa cinquecentesca e la torre esagonale del XII secolo di Pramotton, detta anche tour de Bellagarde. Sull'altra sponda del Dora Baltea, in località Grand Vert vi è la parrocchiale della natività di Maria, nell'abitato di Montey. Dove inizia la gola di Bard si può ammirare un tratto della Via Consolare romana, tagliata nella viva roccia nel I° secolo a.C., il cui fondo stradale è ricavato dalla stessa roccia ed evidenzia profonde tracce carraie. È presente una colonna miliare recante l'indicazione XXXVI miglia da Aosta. È fantastico pensare al lavoro manuale e con strumenti rudimentali siano stati usati per realizzare questa strada.
Gian mi racconta la storia della Strada Consolare o Via delle Gallie. La strada fu fatta costruire da Augusto a partire da Mediolanum, l'attuale Milano e passando da Eporedia, ossia Ivrea, raggiunge Augusta Praetoria, cioè Aosta. Nel capoluogo di regione la strada si biforcava, un ramo usciva dalla Porta Decumana e attraverso il Piccolo San Bernardo arrivava fino a Lungdunum, città fondata nel 47 a.c., cioè l'attuale Lione. L'altro ramo usciva dalla Porta Principalis Sinistra e attraversando il Gran San Bernardo raggiunge ancor'oggi il territorio Vallese svizzero. Per la costruzione della strada si dovettero superare notevoli difficoltà. Oltre a realizzare un solido fondamento per le strade di fondovalle, dovettero superare gole, torrenti, pendii scoscesi e realizzare acquedotti. Infatti furono ben 17, solo in Valle d'Aosta i ponti che i romani costruirono. In epoca medioevale, divenne in parte la via Francigena e poi il tracciato fu seguito per la realizzazione delle Strade Statali n° 26 e n° 27.



Fine XV parte.