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A zonzo con il calessino (XVII parte)

Venerdì 01 Febbraio 2019 07:31
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CalessinoI calessini sono ormai alle porte dell'animato centro industriale e commerciale di Chatillon. Il borgo è collocato nella conca del torrente Marmore che attraversa il centro abitato. La vocazione di Chatillon a polo industriale risale al XIV secolo con lo sfruttamento delle miniere di ferro di Usel, raggiungendo il suo periodo più florido nel XVIII secolo. Ma la zona è anche famosa per il settore tessile con numerose aziende. La particolare ricchezza del patrimonio architettonico dimostra la sua grande storia. Infatti fu feudo degli Challant dal 1252 che vi costruirono due dei tre castelli presenti. Il primo oggi è di proprietà dei conti Passerin d'Entrèves. Questo castello si erge nello stesso luogo dove un tempo, in epoca romana si ergeva una fortezza, da cui il nome del borgo Chatillon che deriverebbe da Castellio, più volte ampliato e modificato, nel XVIII secolo viene trasformato in un palazzotto signorile. Il secondo castello è quello di Ussel, si trova su un costone roccioso che domina il paese di Chatillon, garantendo altresì il controllo dell'imbocco della Valtournanche. Questo castello fu costruito da Ebalo II di Challant nel 1343. Il terzo castello è conosciuto come il Castello Gamba o anche Castello Barone Gamba. Il castello è stato costruito nel 1911, ha uno stile sobrio nonostante imiti le fattezze di un castello d'epoca.
Sul territorio, nelle frazioni sono sparse varie torri d'epoca medioevale e importanti e storiche case signorili, come Casa Vittaz, Casa Brunod, ma anche i ruderi di un altro castello, quello Des Rives, di cui rimane solo un muro, edificio abbandonato già nel 1242, posto in località Saint-Clair.
Tra le architetture religiose vi è l'imponente chiesa dei Santissimi Pietro e Paolo. Sono rilevanti anche la Cappella di Saint-Clair e quella di Notre-Dame-de-Graces del 1643 circa. Ma la cosa che di Chatillon mi ha sempre attirato è l'orologio solare analemmatico orizzontale, posto nel piazzale antistante al biblioteca.
Ovviamente anche sul torrente Marmore vi sono i resti di un ponte romano. Ma Chatillon è soprattutto famosa per essere il paese originario della famiglia del Barone Marcel Bich, inventore e diffusore della penna a sfera, oggi conosciuta come biro bic.
Siamo ormai a una ventina di chilometri da Aosta, una leggera pioggerellina continua a cadere, il tergicristallo monotonamente continua il suo lavoro. I nostri giubboni antiacqua e antivento svolgono egregiamente il loro compito. Il panorama circostante è una bella campagna coltivata a frutteti e vigneti, questi ultimi ci annunciano il nostro prossimo arrivo a Chambave. Infatti in questa zona si producono vini di alta qualità, tra i più rinomati il Muscat di Chambove, il passito di Chambove e il Gamay. Questo borgo che possiamo solo attraversare, senza fermarsi, durante il periodo fascista dal 1939 al 1945 fu rinominato Ciambove. Una caratteristica scultura nella rotonda all'ingresso del Paese celebra la tradizionale Batailles de Reines. La battaglia delle regine è un combattimento tra vacche di razza valdostana, la pezzata nera e la castana. Il combattimento consiste tra due vacche gravide, nello spingersi con le corna. Vince chi prima allontana l'avversaria. Posta sempre sull'antica strada delle Gallie, il borgo fu infeudato ai signori di Cly, il cui castello tuttora domina il borgo.
Le architetture religiose di rilievo sono la chiesa parrocchiale dedicata a San Lorenzo, costruita su base romanica del XII secolo, mentre l'attuale edificio è settecentesco. Interessante la Cappella della Madonna della Pietà, San Luigi IX di Francia e San Giorgio del 1676. Vicino alla parrocchiale vi è la casa della cappellania dei santissimi Nicola e Maddalena del XVI secolo. Ma a Chambove sono anche presenti rilevanti edifici civili come la cinquecentesca Casa dei Guidonis, Palazzo Roncas e la Casa della Contessa al Villaggio di Thuy.
Con i calessini attraversiamo sempre sotto una pioggia battente e incessantemente la frazione Champagne, facente parte del comune di Verrayes per arrivare a Nus dal latino ad nomun ab Augusta lapidem, ossia a nove miglia romane da Augusta Praetoria, sede in età medioevale della signoria di Nus e poi degli Challant che vi possedeva ben due castelli. Il primo castello detto delle Plane è posto vicino alla frazione Plane ed è ancora oggi abitato. Questo maniero, precedente al XIII secolo, viene descritto come dimora confortevole con sale affrescate e ampi giardini. Il secondo castello è denominato castello di Pilato, si tratta di una casa forte a pianta rettangolare fatta costruire dai signori di Nus in epoca feudale intorno al XII - XIII secolo. Il nome del castello è legato alle leggende, secondo la quale il procuratore Ponzio Pilato vi soggiornò mentre si recava nelle Gallie in esilio. Ovviamente in epoca romana il castello non esisteva e a Nus forse era presente soltanto una mansio romane. Furono comunque ritrovate a Nus delle monete romane che alimentarono la leggenda. Altri importanti monumenti degni di essere visitati sono la Casa forte di Maralley tra le architetture militari, invece tra quelle civili la Villa romana di Les Granges ed una casa cinquecentesca posta in via del Risorgimento. Tra le architetture religiose, sicuramente il Santuario di Cuney posto nel Vallone di Saint-Barthelemy, dedicato alla Madonna delle nevi; una antica leggenda vuole che il Santuario sia stato costruito sul luogo in cui fu rinvenuta la statua lignea della Madonna. Secondo tale leggenda i pastori che trovarono la statuetta tra i cespugli la portarono nell'oratorio del villaggio; ma miracolosamente il giorno dopo si ritrovò nel medesimo cespuglio, dove poi fu edificato il santuario. Il territorio di Nus ha inoltre i seguenti edifici religiosi: chiesa di Saint-Hilaire del 1153, la chiesa di Saint-Barthelemy e la cappella di San Giovanni al borgo, già attestata nel 1236.
La pioggia sembra voler cessare, un timido raggio di sole sta facendosi spazio tra le nuvole. I calessini sembrano aver aumentato l'andatura, quasi a voler raggiungere Aosta il prima possibile. Gian, sempre costipato, pare anch'egli non vedere l'ora di raggiungere la nostra meta quotidiana. Superato l'aeroporto di Aosta, il traffico si fa più intenso le alte costruzioni moderne occupano ormai la nostra visuale. Il cielo si è rischiarato e un timido raggio di sole ha bucato le nuvole. Aosta ci da così il suo benvenuto e noi rispondiamo con il nostra acuto ma stridulo clacson.
Aosta è situata sul fondo della valle omonima, alla confluenza del torrente Buthier con la Dora Baltea. Fondata da Augusto come colonia di pretoriani nel 25 a.c. con il nome di Augusta Praetoria Salassorum. Fu importante centro fortificato per tutto il periodo imperiale romano. Tolta ai Burgundi da Teodorico, passò infine sotto la dominazione longobarda e franca. Fu ceduta da Rodolfo III a Umberto di Biancamano e fece parte dei domini Savoia, fatto salvo il periodo di occupazione Napoleonica.
La parte centrale conserva un severo aspetto medioevale e in molti monumenti l'impronta romana. Entriamo trionfanti e strombazzanti in piazza Emile Chanoux, grazie ad un permesso speciale. La piazza è il cuore di Aosta ed è veramente grande, ha forma rettangolare e sulla parte lunga è occupata dallo splendido Hotel de Ville, ossia il municipio. Un tempo la piazza era dedicata a re Carlo Alberto, oggi intitolata al martire della Resistenza valdostana Emile Chanoux, trucidato dai nazifascismi nel 1944.



Fine XVII parte.