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Zurigo

Giovedì 25 Giugno 2020 11:53
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ZurigoLa ghiotta occasione di visitare Zurigo me la offre mio nipote Amedeo; in treno raggiungiamo Zurigo, luogo dove abita e lavora. Il primo impatto con la Svizzera non è stato certamente confortante. Infatti appena superato il confine italiano e sul treno vi è stato il cambio macchinisti da italiani a svizzeri, questi ultimi si sono sbrigati ad annunciare dagli altoparlanti posizionati su tutte le carrozze che il ritardo di 5 minuti era colpa delle ferrovie italiane.
Proseguiamo così il viaggio, tra i bellissimi paesaggi ammirabili dai finestrini del treno, intercalati da un pedante turista colombiano che si reca in visita al fratello che abita in un paesino del cantone di Zurigo.
All'arrivo alla stazione di Zurigo o come la chiamano gli svizzeri Zu Raic ossia "troppo ricca", mi accoglie una bellissima installazione "L'ange protecteur", sospesa sopra i passanti. L'opera è stata un regalo dell'azienda Securitas in occasione dei 150 anni delle Ferrovie Svizzere ed è stata trasportata a Zurigo dagli Stati Uniti, opera dell'artista francese Niki de Saint Phalle. L'angelo dalle notevoli dimensioni, alto 11 metri e pesa 1,2 tonnellate, ha un vestito colorato e le ali dorate. Niki de Saint Phalle divenne famosa in tutto il mondo per le sue voluminose "Nana" quali espressione di donne libere, sicure di sé, piene di gioia di vivere.
La stazione ferroviaria è l'esempio della efficienza e della modernità. Il sistema ferroviario funziona grazie all'idea del "Ritmo orario" un intuizione di giovani dirigenti svizzeri nel 1972. Ossia partenze ed arrivi cadenzati alla stessa frazione di ora per ogni ora integrata con gli arrivi e partenza degli autobus.
La città mi sorprende da subito per il suo equilibrio tra l‘antico e il moderno, tra la tradizione e l'innovazione, riuscendo a mantenere un aspetto piacevole. La trovo subito frenetica ma contemporaneamente tranquilla e ordinata nonostante sia una città cosmopolita.
Avrò modo di conoscerla meglio mentre mio nipote sarà in università a lavorare e io vagherò per le strade della città.
Idealmente farò partire il mio giro turistico per Zurigo proprio dalla stazione centrale che in realtà ho realizzato in due giorni, prendendomela comoda e soffermandomi su tutto ciò che mi incuriosiva, ma che descriverò come una passeggiata di una lunga giornata.
All'uscita della stazione ferroviaria trovo la statua eretta a ricordo del capitano d'industria, Alfred Escher, un'importante esponente famiglia zurighese che contribuì allo sviluppo della città e della Svizzera nel XIX secolo. Costui, ormai sommerso dalle rotaie dei tanti tram che girano per Zurigo, realizzò nel 1847 la prima tratta ferroviaria Svizzera, è altresì ricordato come uno dei cofondatori del Politecnico Federale di Zurigo. Ricordo semplicemente che furono studenti o insegnati in questo importante istituto i fisici Albert Einstein e Wolfgang Ernst Pauli.
Da qui ci troviamo sulla via principale Bahnhofstrasse, questa strada è famosa per le vetrine degli edifici ottocenteschi caratterizzati da negozi di lusso e delle sue famosissime banche. Sono gli Champs Elyses di Zurigo; un chilometro di boutique, negozi di antiquariato, gallerie d'arte, gioiellerie. Nel suo sottosuolo si snodano chilometri di caveau, conservanti un enorme quantità d'oro, gioielli e ogni tipo di oggetti preziosi. Ne è un esempio il Uhrenmuseum Beyer Zurich, ossia il museo degli orologi di Beyer, un affascinante museo collocato nel seminterrato del celebre negozio Beyer Chronometrie, dove sono esposti tra i più celebri orologi e strumenti sdùùdi navigazione, dagli orologi a cucù, ad acqua, meridiane ai più moderni e tecnologici. Le marche sono tra le più prestigiose da Rolex a Cartier, Jaeger Lecoultre, Breitling a Patek Philippe.
Lungo questa strada, che è percorsa solo da tram e da mezzi di servizio e soccorso, non vi sono strisce pedonali, ma l'attenzione è molta sia da parte dei pedoni che dalla moltitudine di ciclisti e skateboard e monopattini anche elettrici.
In Pestalozzianlage si trova un giardino con la statua di Johann Heinrich Pestalozzi, opera di Siegwart, che ricorda la figura del pedagogista zurighese che pubblicò numerosi saggi per diffondere il suo messaggio educativo, ricordata come "educazione del cuore" ovvero dell'affetto e del sentimento.
In un angolo della piazza, mi attira e incuriosisce una particolare fontana in ferro smaltato. La fontana del 1870, proveniente da Parigi fu installata a Zurigo in occasione del Congresso degli Specialisti delle Acque tenutosi a Zurigo nel 1982.
La fontana rappresenta con le sue quattro Ninfee la Semplicità, la Bontà, la Sobrietà e la Carità, simboleggiando la cooperazione internazionale per la fornitura all'umanità di acque sane e pulite. All'angolo tra Bahnhofstrasse e Pelikanstrasse, vi è Pavillon-Skulptur, un opera considerata tra i capolavori di Max Bill, del 1983, realizzata con 63 parallelepipedi di granito di identica dimensione.
L'importante strada, ombreggiata da file di alberi, conduce anche ad una delle più importanti piazze di Zurigo, sede di una prestigiosa cioccolateria e di alcuni famosi istituti finanziari svizzeri
Paradeplatz non è soltanto un importante punto di ritrovo e snodo viario dei tram che si trova su Bahnhofstrasse, ma ospita la sede di importanti istituti finanziari e assicurativi, boutique di moda e soprattutto botique o gioiellerie del cioccolato.
Queste aziende dolciarie di fama mondiale, oltre ad essere in eleganti palazzi d'epoca, sfoggiano vetrine con veri gioielli di cioccolato, lavorazioni artistiche che rendono questa piazza un centro di golosità internazionale. Pensare che un tempo la piazza era utilizzata come mercato di bestiame e piazza d'armi fino al XVIII secolo.
Lasciata Paradeplatz si prosegue su Bahnhofstrasse fino a raggiungere la Bürkliplatz,, il più importante punto di approdo delle principali linee di navigazione sul lago. Il panorama sul lago e sulla città è splendido, ma anche per vedere sfrecciare auto di gran lusso che rombanti partono dall'incrocio semaforico, tutto sotto l'attento sguardo della statua di Ganimede, realizzata nel 1952 da Hermann Hubacher.
Dopo una breve sosta e prima di recarmi nella parte più antica della città, voglio ripercorrere un tratto della Bahnhofstrasse per poi avventurarmi verso le rive del fiume Sihl e del canale Schanzengraben. Questo canale che corre per il centro cittadino e collega il lago con il fiume Sihl, un tempo costeggiava le mura della Barocker Schanzenstern, una fortificazione costruita durante la guerra dei trent'anni, nel XVII secolo, tra il 1642 e il 1678. Oggi al posto di queste mura c'è un percorso pedonale dal 1984, lo Schanzengraben, un'idilliaca passeggiata, posta due metri al di sotto del normale livello stradale, che va dalla Stazione Centrale al Lago camminando su passerelle in legno e lastre arenarie. Passeggiarvi sembra che la frenetica Zurigo sia lontanissima.
Proprio lungo questo percorso si trova il famoso stabilimento balneare per uomini "Flussbad Schanzengraben", che di sera si trasforma nel bar "Rimini". Questa piscina sul fiume è uno stabilimento balneare realizzato in legno e costruito nel 1864. Si trova in un fossato difensivo del XVII secolo ed è circondato dall'antica cinta muraria e dall'Antico Orto Botanico. Ancora oggi, di giorno è riservato esclusivamente agli ospiti di sesso maschile anche se alla sera nelle belle giornate si trasforma nel Rimini Bar, aperto a un pubblico sia maschile che femminile.
Posso raggiungere così le sponde del fiume Sihl e pormi alla ricerca dell'Haus Konstruktiv un museo della Fondazione per l'arte costruttiva e concreta, fondata ​​nel 1986. Ricordo che il movimento concretista nacque a Zurigo durante la Seconda Guerra Mondiale per opera di Max Bill, insieme a Camille Graeser ecc... che avevano a Zurigo i loro atelier. La fondazione, che ha sede in un ex centrale elettrica sul fiume Sihl, ospita mostre temporanee per promuovere l'arte costruttivista. Posso così ora dedicarmi al centro storico ossia l'Altstad, ma per farlo ripercorriamo la storia di Zurigo.
La città è sorta alla confluenza del Sihl con il Limmat, tra le alture boscose dell'Uetliberg e dello Zürichberg, bagnato dalle acque dell'omonimo lago, Zurigo ha antiche origine gallo romane. In antichità era conosciuta con il nome di Turicum. La piccola fortificazione romana sul Lindenhof, nel pieno centro dell'odierna Zurigo, venne trasformata dall'imperatore romano Valentiniano I (364-375) in un vero e proprio castello. Dopo che fu già oppidium celtico, venne distrutta dai barbari nel V secolo e ricostruita nel IX secolo, quando Ludovico il germanico edificò una fortezza e fondò un abbazia. Quest'ultima era un convento che affidò alla gestione e cure della figlia Hildegard. Nell'874, Carlo III, detto "il Grosso", figlio di Ludovico, fece costruire per l'abbazia una chiesa, il Fraumünster.
Nel secolo successivo, la città già si estendeva sulla riva destra del Limmat. Annessa al ducato di Svevia fu dapprima residenza imperiale fino a diventare nel 1218 città libera del Sacro Romano Impero, grazie all'intraprendenza della locale borghesia. Per festeggiare l'avvenimento gli zurighesi distrussero il castello carolingio edificato sull'antico castellum romano.
A partire dal 1291 il Consiglio di Zurigo era presieduto in larga maggioranza dai ricchi commercianti zurighesi. Costoro manipolando a loro piacere i prezzi e i rapporti commerciali con l'Italia e la Germania, facevano così aumentare il malcontento della popolazione, soprattutto degli artigiani che erano i maggiori acquirenti.
Il 7 giugno 1336 gli artigiani, alleatisi con la vecchia nobiltà terriera e militare, rovesciarono il Consiglio cittadino e bandirono gran parte dei consiglieri, quasi tutti appartenenti alle ricche famiglie del patriziato mercantile. In seguito, il capo della rivolta, il nobile Rudolf Brun, egli stesso consigliere, venne eletto dall'assemblea cittadina primo borgomastro di Zurigo e capitano a vita, con il diritto di scegliere quattro nomi tra i quali sarebbe stato prescelto alla sua morte il suo successore. Nella riforma varata il 16 luglio 1336 nel dare pieni poteri al borgomastro con durata vitalizia, si riconoscevano tredici gilde, ossia le corporazioni di artigiani. Brun governò senza opposizione interna fino alla morte (1360).
Zurigo Dovette ancora ribellarsi agli Asburgo, fino a quando nel 1351 si fece premura di aderire alla Confederazione Helvetica. A questa notizia, il duca Alberto d'Austria tentò invano di assediare la città e nonostante l'appoggio di Carlo V di Lussemburgo dovette firmare la pace di Ratisbona. Solo allora Zurigo trovò pace e prosperità, nonostante i rapporti con la Lega Svizzera.
Nel XVI secolo Zurigo, con Huldrych Zwingli, predicatore della cattedrale, divenne un centro della riforma protestante. Questa provocò diverse lotte all'interno della Confederazione con i cantoni cattolici, ma Zurigo restò fedele alla sua nuova fede nonostante che lo stesso Zwingli fu ferito mortalmente.
Zurigo vide accrescere la propria fama anche grazie a importanti personaggi che vi nacquero, come Conrad Gessner, talora citato come Konrad Gessner, nato nel 1516 fu un naturalista, teologo e bibliografo. Uomo di cultura poliedrica in numerose scienze, dalla teologia alla filologia, dalla botanica e zoologia alla medicina si distinse soprattutto nel realizzare Bibliotheca Universalis, una bibliografia "universale" delle opere in greco, latino e ebraico. Ma anche Johann Caspar Lavater, pastore protestante di confessione zwingliana nato nel 1741 che fu scrittore, filosofo e teologo; oppure Johann Jakob Bodmer nato nella vicina Greifensee il 19 luglio 1698, famoso scrittore e letterato. Costui figlio di un pastore protestante scrisse una decina di poemi epici a sfondo religioso, e moltissimi drammi patriottici, tradusse i poemi omerici, il Paradiso Perduto di John Milton e varie ballate nordiche, fece inoltre pubblicare nel ruolo di editore il Nibelungen e il Minnesinger.
Anche nelle arti Zurigo si distinse con il pittore Johann Heinrich Füssli natovi nel 1741, costui molto famoso in Gran Bretagna fu un abilissimo disegnatore, trasse ispirazione dai suoi studi sull'antico e le sue opere neoclassiche, hanno soggetti di ispirazione romantica.
Zurigo fu invasa dalle truppe napoleoniche e perse la sua indipendenza il 26 marzo 1798. Fu luogo di due battaglie combattute tra francesi e austriaci e russi nel 1799. Con l'arrivo di Napoleone fu decretato lo scioglimento della Confederazione e sostituita con una Repubblica unitaria, periodo che durò circa un quinquennio. Nel 1803, dopo una lunga mediazione i Cantoni riebbero l'autonomia perduta benché all'interno di un sistema politico francese.
La Svizzera, come oggi la conosciamo fu fondata come federazione nel 1848. In questa occasione Zurigo si propose come capitale, ma al confronto vinse Berna. La svizzera rimase neutrale durante i due conflitti mondiali del XX secolo e offrì rifugio a numerosi politici e artisti.
Sulle sponda del Limmat si trova l'Altstad, cioè la città vecchia, la zona più antica, in cui è delizioso perdersi tra le stradine acciottolate, ammirando i lussuosi negozi con sfarzose vetrine. Le sue case sono multicolore, dalle delicate tonalità a tempera, in particolare quelle che costeggiano il corso del fiume e che sono poste tra i ponti di Bahnhofbrucke e Quaibrücke.
Oltre alla luminosa Bahnhofstrasse, l'eleganza e il prestigio di una città che ha fatto dell'alta finanza e della ricchezza il suo status simbol, anche gli edifici storici e non solo quelli di maggior rilievo, presentano opulenza, decori, fregi insieme a balconate e bovindo sono abbelliti con una moltitudine di fiori. Le case del centro, non più alte di tre piani, con i tetti a spiovente e prevalentemente in stile gotico, sembrano le case di marzapane, cioccolata e torrone disegnate nei racconti di Hänsel e Gretel, come quella di Augustinergasse. Ovviamente anche la pulizia delle strade dimostra efficienza ed educazione dei suoi abitanti. Anche la via Rennweg che nel Medioevo era la strada più ampia e ricca di attività commerciali non ha perso il suo fascino nonostante l'età. Sicuramente il luogo che ha destato il mio maggior interesse è stato il Lindenhof, un oasi di pace al centro della città. Un grande spiazzo posto su un altura che domina sull'intera città, in particolare sul fiume Limmat e sul quartiere Niederdorf. Su questa altura alberata, sotto le frondose chiome degli alberi gli anziani zurighesi giocano a bocce, a dama o a scacchi, mentre turisti come il sottoscritto perdono il loro sguardo tra i tetti e i campanili della città. Qui si ergeva, nel IV secolo un castello e fu in questo luogo che nel 1798 avvenne il giuramento alla costituzione Elvetica. Lungo il Limmat corre lo Schipfe, una delle più antiche e caratteristiche vie della città. Un tempo su questa via attraccavano le imbarcazioni, cariche dei loro tesori fatti di spezie, seta e oro che permisero a questo quartiere di artigiani di contribuire all'arricchimento della città.
All'altezza, circa del Rathaus Brücke, il ponte che permette di raggiungere l'altra sponda del fiume e di arrivare al Municipio si trova la Weinplatz, l'antica piazza del mercato e la Thermengasse, una stretta strada costruita sopra le antiche rovine delle terme romane. Luogo, quest'ultimo, che nonostante il cartello turistico ho fatto fatica a trovare, proprio per quanto è stretta la stradina che, tra l'altro, inizia sotto un porticato. A poca distanze posso ammirare le chiese di Augustinerkirche e St. Peterkirche.
L'Augustinerkirche fu costruita dagli eremiti agostiniani nel 1270, lungo quelle che erano un tempo le mura occidentali che cingevano la città. Nonostante l'austerità della sua facciata con il suo aspetto gotico essenzialista, conserva un suo fascino particolare e soprattutto sono degne di attenzione sia la fonte battesimale di Franz Fischer che le vetrate di August Wanner. Mentre la St. Peterkirche, posta più o meno tra la Fraumünster e la Augustinerkirche è la parrocchia più antica della città e conserva le fondamenta, visitabili dell'originaria chiesa del IX secolo. Di questo edificio colpisce soprattutto il campanile con il suo immenso orologio di 8,7 metri che fu realizzato nel 1583 e che ne fa ancora oggi il l'orologio da facciata più grande d'Europa. E' facile raggiungere il Fraumünsterche Kirche cioè la chiesa di Nostra Signora, che insieme alla chiesa di Grossmünster, è tra i simboli di Zurigo.
La chiesa con il convento femminile benedettino fu fondata nell'anno 853 da Ludovico il Germanico e gestita dalle sue figlie Hildegard e Bertha che ne furono le prime badesse. Il convento accoglieva donne dell'alta nobiltà della Germania meridionale. Fin dall'inizio della sua fondazione godette del favore dei sovrani e del diritto di battere moneta a Zurigo. I suoi possedimenti terrieri si estendevano fino in Alsazia, e il rango di principessa concesso alla badessa testimoniano dello stretto legame che l'univa alla corte imperiale, ciò faceva del convento femminile un punto di riferimento e potere per la città e fino al momento della Riforma faceva della badessa la governante formale di Zurigo. Dopo la Riforma di Zwingli nel 1524, la chiesa e il convento entrarono in possesso della città. Anche se a pagamento non posso a fare a meno di farvi una visita e un gentile addetta, in lingua italiana, mi fornisce anche una guida interattiva per meglio conoscere i suoi interni.
Come tutte le chiese protestanti il suo interno è molto spoglio ma sicuramente un tempo doveva essere ricco di decorazioni e tesori. A partire dal 1250, alla costruzione preesistente senza torre e cripta, fu sovrapposta una nuova ambiziosa costruzione che fu però portata a termine solo parzialmente.
Elementi architettonici di rilievo sono il coro romanico ed il transetto con alte volte, in stile gotico. La navata centrale è sei campate e fu ristrutturata nel 1911, dopo la costruzione, nel XVIII secolo, del campanile settentrionale e l'abbattimento di quello meridionale, mentre la sua cappella mariana, la Marienkappelle ha la volte a botte e racchiude antichi affreschi. Resti di antichi affreschi sono visibili anche nel coro. Oggi gli ornamenti più preziosi della Fraumünster sono le sue colorate vetrate: la vetrata nord del transetto di Augusto Giacometti rappresenta "Il Paradiso celeste", del 1947. II ciclo di cinque vetrate bibliche del coro del 1979 e le vetrate della parte sud della navata trasversale del 1980, sono opere dell'artista biellorusso Marc Chagall. Interessante la caratterizzazione dei colori di ogni vetrata con il verde di Cristo, il blu di Giacobbe e della Legge, il giallo di Sion e il rosso dei Profeti. Tornato all'esterno dell'edificio religioso, ammiro da comodamente seduto e con tranquillità la neogotica facciata occidentale, cosi trasformata al restauro del 1911, mentre la torre campanaria settentrionale venne rialzata nel XVIII secolo in stile barocco, che con la sua punta aguzza e verde è uno degli emblemi di Zurigo. Mentre la torre campanaria sud, ormai capitozzata, è ormai inglobata nella chiesa. Interessanti anche nel chiostro gli affreschi di Paul Bodmer su leggende locali e sulla fondazione del convento femminile. L'audioguida dava molto risalto anche al grande organo a 5793 canne, 78 registri, 4 manuali del 1953.
L'adiacente, grande e spaziosa e bella piazza Münsterhof è la più grande piazza della città dell' Altstadt ed è circondata prevalentemente da edifici medievali tra cui diverse case delle corporazioni. Menzionata per la prima volta nel 1221, Münsterhof fu per secoli l'unica vera piazza all'interno delle mura medievali. Da sempre utilizzata come luogo per organizzare importanti eventi culturali ma anche politici. È qui che i re e il loro seguito venivano accolti formalmente dalla Badessa dell'Abbazia di Fraumünster, che era anche la principessa del Sacro Impero tedesco. Probabilmente in precedenza era adibita a cimitero monastico. Le fattezze attuale si hanno dopo il 1300 quando furono demolite l'annessa Cappella di San Giacomo alla chiesa, così come un certo numero di case forse per volere della stessa Badessa.
Probabilmente in questa piazza si celebrò il dramma della passione dei martiri della città Felix e Regula. Fu sempre questo il luogo in cui l'8 dicembre 1524, il giorno dell'Immacolata Concezione, Katharina von Zimmern, l'ultima Badessa imperiale di Zurigo, passò l'Abbazia e tutti i diritti e poteri al consiglio di Zurigo.
Dopo la Riforma di Zurigo, l'area fu utilizzata come mercato dei maiali fino al 1667 e poi a mercato cittadino. Solo nel 1676, la piazza fu lastricata di ciottoli. Oggi si presenta con una elegante pavimentazione in porfido e come un arena, coronata da belle case tinteggiate a colori pastello, ove eleganti negozi, ristoranti e ufficio sono ospitati, fanno da cornice ad un'insolita piazza dedicata al chiacchiericcio, ove turisti, giovani ed anziani si possono sedere su sedie che facilmente spostabili permettono di formare crocchi di persone, che amano godersi il sole e le chiacchiere sulla vita cittadina.
Poco distante sul lungo fiume, esiste un'altra particolarità di Zurigo, la Frauenbad Stadthausquai, ossia lo stabilimento balneare per sole donne, dove in un contesto meraviglioso, le donne nuotano indisturbate tra di loro. Lo stabilimento in stile Liberty, posto lungo lo Stadthausquai permette alle sue visitatrici una vista straordinaria sulla Chiesa di Grossmünster, la Wasserkirche e il centro storico. Lo stabilimento posto poco distante dal lago di Zurigo è incredibilmente pulito, è dotato di due piscine lunghe più di 30 metri; realizzato nel 1837, in corrispondenza di una antica fortificazione cittadina la Bauschänzli, che era già allora destinato più all'igiene personale che al divertimento delle donne, considerato che molte abitazioni non disponevano ancora di acqua corrente. Nel 1888, la struttura venne rinnovata in stile Liberty. Si tratta di una costruzione galleggiante in legno sulle acque Limmat ed ancorata alla riva. Appare come un piccolo castello con la sua quattro torrette sugli angoli dotate di eleganti cupole. Alcune sere della settimana, lo stabilimento si trasforma nel Barfussbar, aperto anche agli uomini purché, come le donne, entrino a piedi nudi.
La prima giornata è passata velocemente, ora attendo Amedeo per andare insieme a cena in qualche locale tipico zurighese.
La nottata è passata serena e riprendo la mia passeggiata proprio dal ponte Münsterbrücke che attraversa il Limmat da piazza Münsterhof. Il ponte ad arco in pietra fu costruito al posto di un ponte di legno tra gli anni 1836-1838. Sul ponte è presente il monumento equestre dedicato a Hans Waldmann(1435-6 aprile 1489), Borgomastro di Zurigo e capo militare svizzero che guidò i confederati nelle guerre di Borgogna conducendoli a importanti vittorie. Waldmann fu decapitato il 6 aprile 1489 con le accuse di corruzione finanziaria e sodomia, dopo la rivolta dei contadini, avvenuta nel 1489 per aver imposto tasse più alte ai villaggi rurali limitrofi. La statua fu innalzata il 6 aprile 1937 dalla corporazione di Kämbel, con lo scopo di riabilitare Waldmann, che avevano proposto essere stato vittima di un omicidio giudiziario, la statua fu anche soggetta a critiche per l'eccessiva modernità, lontana dai canoni estetici della città.
Zunft zum Kämbel ossia la "Gilda di Kämbel" fu fondata nel 1336 e inizialmente comprendevano i piccoli commercianti e mercanti, soprattutto di alimentari, della città medievale di Zurigo; Hans Waldmann ne fu il più importante decano o maestro di gilda.
Accedo così al quartiere di Niederdorf, chiamato dai suoi abitanti "Dőrfli". Questo quartiere prevalentemente pedonale conserva molti monumenti e attività commerciali. Sulle sue strade, acciottolate si affacciano dimore storiche, case medioevali, belle piazzette. Subito mi accoglie la Wasserkirke Helmhaus
La Wasserkirche è una chiesa che originariamente sorgeva su una piccola isola nel Limmat, da cui il nome deriva. Prima della Riforma, la Wasserkirche ha svolto un ruolo importante nella venerazione dei Santi patroni di Zurigo, Felix e Regula, in quanto designavano il loro luogo di esecuzione. Reperti archeologici ritrovati nella cripta della Wasserkirche indicano che già nell'antichità vi sorgeva una piccola chiesa. Secondo la leggenda, intorno al 300 d.C, Felix e Regula, membri della Legione Tebea insieme al loro servitore Exuperantius che si erano convertiti al cristianesimo, non volendo rinnegare la loro fede furono giustiziati per decapitazione sull'isola dopo essere stati torturati facendogli bere del piombo fuso. Sempre secondo la leggenda, Felix e Regula si rialzarono, portarono le loro teste su per la collina e lì vi giacquero. In quel punto furono si scavarono la loro tomba e vi si tumularono.In seguito sulle loro tombe vi fu costruito il Grossmünster.
Il principale luogo di culto nella Wasserkirche era la pietra del boia, che è ancora oggi conservata nella cripta. Nel XIII secolo, la chiesa edificata in stile Romanico fu ricostruita in stile Gotico. Nel 1477, il Consiglio comunale di Zurigo decise nuovamente di demolire la Wasserkirche e di riedificarla ampliandola e aumentandone l'importanza in stile tardo Gotico, che fu consacrata nel 1486. Durante la sua ricostruzione fu scoperta una sorgente solforosa, a cui furono attribuiti a poteri curativi. La chiesa fu anche il luogo in cui si conservarono gli stendardi catturati nella Guerra Sveva e nelle Guerre Milanesi di Zurigo.
Durante la Riforma nel 1524 i dipinti, gli altari e l'organo furono rimossi dalla Wasserkirche, la fonte curativa fu riempita e gli stendardi furono spostati, trasformando l'edificio in magazzino. La chiesa fu suddivisa in due piani e al piano terra fu utilizzato come mercato. Nel 1634 la chiesa fu trasformata nella prima biblioteca della città di Zurigo e lo rimase fino al 1917, anche quando nel 1839, fu riempito il fossato che ancora rendeva l'area un isola. Tra il 1928 e il 1940, la chiesa fu completamente rinnovata e ripristinare alla condizione originale, ed ancora oggi svolge la funzione di edificio religioso come chiesa protestante-riformata.
Adiacente e posto sul lato anteriore della Wasserkirche vi è l' Helmhaus. Questo edificio, realizzato in legno era già presente nel 1253 come tribunale ed era parte integrante del ponte sul Limmat.
Nel XVII secolo fu riedificato per ospitare anche il mercato. Invece l'edificio in pietra ancora esistente fu costruito a fine XVIII secolo. Oggi l'Helmhaus è un importante Museo di Arte Contemporanea, che espone principalmente opere di artisti svizzeri. Nel 1885 un monumento consacrato di Huldrych Zwingli fu posizionato dietro l'abside della chiesa. La scultura interpreta Zwingli come un guerriero e un riformatore con in mano una spada e una bibbia. Sempre in questo luogo furono condannate, torturate e infine bruciate tra il 1487–1701 molte delle 75 donne accusate di stregoneria a Zurigo.
Prima di salire al Grossmünster, voglio fare una bella camminata sul lungo lago fino all' Opernhaus Zürich, il teatro dell'opera di Zurigo. L'edificio in stile Neoclassico inaugurato il 30 settembre 1891 è situato nel centro della città, vicino alla Piazza Bellevue; fino al 1964 fu chiamato Stadttheater. Questa zona è molto bella con il suo lungo lago e i suoi palazzi che vi si specchiano, le ampie piazze e i molti giardini nobilitano un angolo di città che già di suo è da cartolina. Molta la gente a passeggio tra le strade commerciali e la moltitudine di negozi con le loro vetrine appariscenti. Rientro verso Niederdorf e salgo sull'altura ove sorge la Grossmünster. Da qui si scorse un bellissimo panorama su tutta l'Altstad e il Limmat.
Il Grossmünster è l'antico Duomo di Zurigo che divenne punto di partenza della Riforma svizzera tedesca sotto Ulrico Zwingli e Heinrich Bullinger. Secondo la leggenda, la chiesa, sarebbe stata costruita da Carlo Magno nel luogo in cui il suo cavallo inciampò sulle tombe dei martiri cristiani della città Felix e Regula.
Nell'Alto Medioevo la chiesa e il monastero svolsero un importante ruolo culturale di rilievo all'interno della città. Al monastero era collegata una scuola che Zwingli trasformò in un seminario evangelico riformato. La chiesa romanica tuttora esistente è stata costruita nel 1100 e da allora è stata sottoposta a numerosi restauri, ampliamenti e trasformazioni. Infatti nel 1781 e 1787 vi sono aggiunte le caratteristiche torri neogotiche.
Gli ingressi sono lungo le navate laterali, accedo da quella che s'affaccia su una bella piazzetta in porfido e dove una ricostruzione in miniatura in bronzo raffigura la Grossmünster. Mi colpisce sia le sue porte d'ingresso in bronzo di Otto Münch, che le bellissime colonne con capitelli impreziositi da svariati motivi floreali e zoomorfi. Di particolare interesse sono anche le finestre in vetro, la cripta romanica, i capitelli romanici nella chiesa e nel chiostro. Dalla navata, superando187 gradini, raggiungo il belvedere di una delle due torri, quella denominata Karlsturm, godendo di una meravigliosa vista sulla città e sul lago.
Poco distante dalla chiesa c'è il Kunstaus, in Heimplatz, uno dei Musei d'Arte più importanti della Svizzera. Il museo fu progettato da Karl Moser e Robert Curjel, e costruito nel 1910. Possiede un importante collezione di Arte dal Medioevo al Ventesimo Secolo, con un particolare riguardo ad artisti svizzeri. Annovera nella sua raccolta opere di: Pablo Picasso, Amedeo Modigliani, Giorgio De Chirico, Paul Klee, Georges Braque, Eugène Delacroix, Gustave Courbet, Édouard Manet, Camille Pissarro, Alfred Sisley, Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas, Georges-Pierre Seurat, Paul Signac, Paul Gauguin, Claude Monet, Vincent Van Gogh, Marc Chagall, Edvard Munch e Alberto Giacometti, oltre agli artisti svizzeri come Johann Heinrich Füssli, Ferdinand Hodler, o ancora Pipilotti Rist e Peter Fischli.
Il quartiere di Altstadt, con tutti i suoi vicoli in pietra e le sue antiche case è una splendida sorpresa. Mi diverte assai perdermi e girare tra queste antiche strade, fermarmi ad osservare le vetrine di vecchi negozi, ascoltare le voci che escono dalle finestre delle abitazioni. Proprio girando tra le vecchie stradine, con una leggera pioggerellina che ormai bagna il selciato, ma non mi impedisce di appagare la mia curiosità, antiche lapidi mi ricordano alcuni personaggi famosi che abitarono Zurigo.
Tra tutte in Spiegelgasse, dove al civico 14 vi visse durante la Prima Guerra Mondiale, Vladimir Ilic Ulianov, detto Lenin visse per circa un anno con la moglie Nadeshda Krupskaja; o la casa dello scrittore zurighese Gottfried Keller, ma anche la Zunfthaus zum Grünen Glas dove il fisico tedesco Conrad Röntgen conobbe la futura moglie Anna Bertha, la figlia del padrone del locale. Conrad laureatosi in ingegneria meccanica e in fisica a Zurigo fu poi Premio Nobel per la fisica per la scoperta dei raggi X. Anche Georg Büchner abitò nello Spiegelgasse come Lenin, costui nacque il 17 ottobre 1813 a Goddelau, paese a pochi chilometri da Darmstadt, nel Granducato d'Assia, fu poeta, naturalista, medico e rivoluzionario, fu anche libero docente di anatomia comparata presso l'Università di Zurigo, morì il 19 febbraio a soli 24 anni di tifo a Zurigo. In questo quartiere abitò anche Ulrico Zwingli,il primo riformatore svizzero. Mi piace ricordare, anche se non conosco dove abitò Johanna Spyri, la creatrice di Heidi che scritta nel 1880; la sua storia ha fatto il giro del mondo, resa ancor più famosa dalla serie di cartoni animati. I suoi personaggi, il nonno solitario, il pastorello Peter, l'amichetta Clara costretta su una sedia a rotelle e, soprattutto, l'incantevole mondo delle Alpi.
Sempre vicino alla abitazione di Lenin, nel cuore del centro storico vi è il Cabaret Voltaire, dove vi nacque il Dadaismo, un movimento tra arte e follia. Questo movimento venne fondato nel 1916, nel cabaret che era luogo di ritrovo di intellettuali. Tra i principali esponenti di questo movimento pacifista e anticonformista furono Hugo Ball, Tristan Tzara, Hans Arpa ed Emmy Hennings. Tornato sul lungo Limmat, prima di incontrare mio nipote per la cena, faccio una breve visita al Rathaus, lo storico edificio del municipio di Zurigo. Questo edificio fu edificato nel XVII secolo, costruito sui ruderi di quello precedente che era realizzato in legno. In stile misto tra Barocco e rinascimentale è edificato a pelo d'acqua.
Non molto distante e vicino all'Università c'è la La Predigerkirche, letteralmente: "Chiesa dei predicatori". Questa era una chiesa fondata, congiuntamente ad un convento, dai domenicani nel XIII secolo. Con la riforma protestante fu trasformata in luogo di culto protestante. Subito dopo la fondazione dell'ordine domenicano, i monaci predicatori vennero chiamati dal Consiglio cittadino e vi costruirono a Niederdorf il loro monastero e una chiesa. La chiesa fu terminata nel 1269 e edificata in stile romanico. Nella prima metà del XIV secolo il coro venne ricostruito in stile alto gotico, ma nel 1524 il Consiglio cittadino, sotto l'influsso della Riforma, chiuse il monastero. Verso il 1540 la navata e il coro vennero divisi da un muro. Vi furono ancora successive modifiche e nel 1873 nel coro della chiesa venne collocata la biblioteca cantonale. L'edificio del monastero venne distrutto da un incendio nel 1887 e al suo posto sorse la Zentralbibliothek. La torre campanaria della chiesa è del 1900, realizzata ispirandosi a quelle del Grossmünster ed è più alta della città.
Raggiunto da Amedeo ci rechiamo a cena in uno dei caratteristici locali del Niederdorfstrasse, che si sta riempiendo di artisti, musicisti, studenti, regno del divertimento e di piaceri proibiti, con il suo pullulare di cabaret, bar, locali notturni e ristoranti.
La cucina zurighese può comunque fare qualche sorpresa anche ai nostri palati italiani, anche se non vi è la stessa varietà di portate. Ad esempio il rösti che può essere consumato come contorno o come piatto unico è una frittata di patate grattugiate e saltate in padella accompagnata da carne di vitello con panna a cui possono essere aggiunti, nelle numerose versioni, cipolla tritata e speck.
Molto simile al nostro gratin di patate, l'Älplermagrone è invece accompagnato da pasta, formaggio, cipolle e panna, generalmente è servito con contorno di mousse o salsa di mele. Uno dei piatti della tradizione è comunque la raclette, gustoso formaggio fuso servito con patate lesse con la buccia, chiamate Gschwellti, ma anche cetrioli, cipolline sotto aceto. Lo Zurcher Geschnetzeltes invece è carne di vitello tagliata in piccoli pezzi e accompagnata da funghi e panna. Si mangia da solo o accompagnato da tagliatelle, riso o purè di patate condisce con pepe. E' possibile condirlo con pepe, limone e paprika.
E se parlare di cucina in Svizzera è spesso sinonimo di formaggio, è anche vero che questo è uno degli ingredienti che la contraddistinguono l'arte culinaria elvetica, dove il formaggio fuso trova nella fonduta il suo apice. Viene servito con piccoli pezzi di pane infilati nella forchetta e immersi poi nel formaggio insieme a cetriolino e cipolline sottaceto. La fonduta è cotta nella tipica pentola di ceramica chiamata Caquelon e così portara a tavola.
Per strada puoi trovare delle bancarelle che vendono gli Straumann Hüppen, tipiche cialde a sigaretta spesso ripiene di crema al cioccolato o crema alla vaniglia. Facile trovare anche dei dolcetti di mandorla a forma di pesce che sono chiamati Mandelfish. Invece i Tirggel, biscotti con spezie e zenzero, decorati con immagini degli antichi mestieri, sono dal XV secolo i dolci della tradizione natalizia, anche se oggi le trovi sempre in tutte le pasticcerie. Molto altro si potrebbe scrivere ma soprattutto gustare a Zurigo.
Purtroppo l'ultimo giorno di permanenza è arrivato e dopo essermi accomiatato da Amedeo che proseguirà, spero per molto tempo il suo lavoro in Università, voglio fare ancora un rapido giro per Zurigo prima di prendere il pullman che mi porterà a Milano e poi a casa.
Inizio con il visitare la Liebfrauenkirche che si trova nella zona della stazione ferroviaria, oltre il Limmat, in una fascia rialzata alle pendici della collina della zona Universitaria. La Liebfrauenkirche fu eretta nel 1893 riproducendo lo stile di una basilica paleocristiana e la torre campanaria che rievoca un campanile romanico. La chiesa è di rito cattolica e conserva pregevoli opere d'arte.
Faccio un breve giro per Platzspitz, un parco posto alla confluenza dei due fiumi zurighesi Sihl e Limmat. Negli anni '80 e '90 il parco passò alla fama internazionale come il "parco degli aghi", per via di una quantità enorme di tossicodipendenti che ne popolavano gli spazi aperti, perlopiù eroinomani. Dal 1993 l'area è stata riqualificata e si presenta come un parco tranquillo e pulito, e oggi vi si trovano fra gli altri appassionati di jogging, famiglie con bambini piccoli e anziani intenti a leggere il giornale, seduti sulle panchine. Le origini del parco risalgono al Medioevo quando era utilizzato come riserva di caccia e in seguito come piazza d'armi per le manovre militari.
Poco distante c'è il Landesmuseum Zürich ossia il museo Nazionale di Zurigo e tratta della storia e della culturale della Svizzera. L'edificio del museo è stato costruito dal 1892 al 1898 con forme di castello a forma di G, forse perché il suo progettista si chiamava Gustav Gull. Anche la tipologia di costruzione che viene definita storicista, perché contrappone diversi stili tipicamente svizzeri, crea un'atmosfera particolarmente fiabesca, con torrette, archi, corti e decorazioni. Le esposizioni permanenti del museo presentano reperti archeologici che partono dalla Preistoria, all'Età Romana, al Medioevo fino all'Età Moderna oltre che oggetti che riguardano la politica e l'economia della Svizzera. Tra installazioni interattive sono presenti: armi, strumenti musicali, orologi, costumi tradizionali, suppellettili, giocattoli, mappamondi rinascimentali e un diorama della battaglia di Murten del 1476.
La battaglia di Murten costituisce uno dei momenti più significativi della storia della Svizzera, nel corso del quale i Confederati ottennero una storica vittoria contro il duca di Borgogna, Carlo il Temerario.
Ormai sono sull'autobus che mi condurrà a Milano, lascio Zurigo, ma soprattutto lascio Amedeo in una città particolarmente affascinante e ricca di attrattive. Molte cose devo ancora scoprirle ma sono sicuro che avrò modo di tornarci.