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Santa Lucia e i Lecabòn

Mercoledì 09 Dicembre 2020 12:10
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lecabonDa bimbo attendevo con ansia il giorno della festa di Santa Lucia, non capivo il perché di quella ricorrenza, forse non me lo sono nemmeno mai chiesto, ma aspettavo che mia madre mi portasse a casa il Lecabòn. Questo è un dolce tipico alessandrino che si distribuisce solo il 13 dicembre e per qualche giorno a seguire.
Santa Lucia è un ricordo prezioso, mi riporta tutti gli anni alla mia infanzia e se sono in città non mi faccio mancare una capatina in piazzetta Santa Lucia a comprare il piccolo e goloso dolce. La piccola piazzetta, oggi come ieri, si riempie di luci e di colori, le bancarelle che vendono dolci sono sempre presenti a commerciare torroni e Lecabòn.
Sicuramente a Siracusa, dove la Santa è nata, la partecipazione popolare sarà molta, ma anche ad Alessandria vi è una discreta adesione. Da poco tempo ho apprese che anche a Verona si festeggia questa ricorrenza con un bellissimo mercatino che occupa le vie del centro cittadino. La festa veronese è dovuta a un fatto che accade nel XII secolo, quando una grave e incurabile malattia colpì gli occhi di molti bambini rendendoli ciechi. Gli abitanti organizzarono una processione e a piedi nudi si recarono nella chiesa dedicata alla Santa per chiedere l'intercessione e la guarigione. Così, vuole la tradizione, l'epidemia cessò. Infatti Santa Lucia è la Santa della luce, anche se è rappresentata sempre cieca, simbolo del suo martirio.
La sua agiografia narra che visse nel III secolo d.C; Lucia era una giovane ragazza appartenente ad una famiglia benestante, quando sua madre si ammalò gravemente, pregò Sant'Agata affinché intercedesse per la sua guarigione. Per ottenere ciò s'impegno di consacrarsi al Signore, destinando tutti i suoi beni ai poveri.
Il suo promesso sposo, in disaccordo, la denunciò come Cristiana. Allora, in virtù degli editti di Diocleziano, fu perseguitata. Venne minacciata di essere esposta tra le prostitute, ma il suo corpo divenne così pesante che nessuno riuscì a spostarla. Passò una notte tra i soldati, subendo diversi tormenti e alla fine fu decapitata. Anche se nell'iconografia si presenta cieca, con in un piatto due occhi, non vi è fonte autorevole che dica che gli fossero estirpati.
Il fatto è che Lucia è la patrona della vista e al suo nome è legata la luce, dal latino lux. La volontà popolare afferma che Ella avesse voluto farsi strappare gli occhi prima di essere uccisa, altre affermano che gli fossero strappati durante la tortura.
Il 13 dicembre si celebra la festa della luce con diversi riti ed eventi in diverse parti del mondo, spesso con doni che anticipano quella di Babbo Natale. Il mito come sempre si mischia con il profano e il pagano. Infatti se Lucia è la patrona degli occhi, degli oculisti, dei ciechi, degli elettricisti e della città di Siracusa, è anche vero che alla dea Artemide era anticamente consacrata l'isola siracusana di Ortigia, ed Artemide, come Lucia, sono venerate come Signore della Luce. Santa Lucia richiama anche la mitologia che la vede come Demetra, la dea dell'agricoltura, volare sui campi a spargere fertilità, la notte del 13 dicembre. Infatti è proprio a questa simbologia dell'abbondanza che in molti paesi e d'uso che i bambini scrivano alla Santa per farsi portare dei doni.
Torniamo ad Alessandria, nella piccola piazzetta dedicata alla Santa, ove si erge una bella Chiesa a Lei dedicata. La piazzetta per tutto l'anno è solo posto di transito di viandanti frettolosi, è solo intorno alla festa della Santa che la piazzetta cambia aspetto, diventando per molti alessandrini un importante luogo di appuntamento.
La Chiesa dedicata ai SS Lucia e Paolo è stata costruita alla fine del XVII secolo sul sedime di una più antica chiesa dedicata a San Giovanni “delle rane”, forse legata alla famiglia Rana citata nel XIII secolo tra le famiglie guelfe di Alessandria. Questa piccola Chiesa fu eretta in parrocchia fino al 1567, quando il Vescovo Girolamo Gallarati soppresse la parrocchia per diventare prebenda del Duomo.
Ad inizio Settecento, la confraternita di Santa Lucia e Santa Caterina, già ospitata nella chiesetta, decise di edificare un nuovo edificio religioso. Le confraternite dei S.S. Paolo e Urbano si unirono a quella delle S.S. Lucia e Caterina ed iniziarono la demolizione della piccola Chiesa per erigere la magnifica chiesa che oggi posso ammirare. Dopo diverse controversie con il marchese Del Pozzo che vantava diritti sui terreni necessari all'ampliamento, la Chiesa fu consacrata il 1 novembre 1759. L'edificio appartiene al tardo Barocco piemontese con il suo aggraziato e mosso prospetto in cotto.
La facciata presenta ampie paraste appoggiate su alti plinti. I capitelli delle paraste sono compositi su cui poggia una cornice ricurva nella parte centrale. La Chiesa si conclude con un alto coronamento sempre in cotto con due fiaccole litiche.
L'interno è ad aula unica con stucchi dal disegno elegante. Interessanti le due acquasantiere provenienti dalla scomparsa Chiesa di San Martino che si trovava nell'attuale Piazza Carducci.
La festa di Santa Lucia è una di quelle feste a cui gli alessandrini sono affezionati e a cui non rinuncerebbe come ai suoi Lecabòn. Questi dolcetti deliziosi, da sempre mia perduta tentazione, hanno la forma di una piccola fune lunga 10 cm circa e sono semplicemente realizzati con miele e zucchero.
Una golosità da non perdere che unisce storia, tradizione, gusto tipicamente alessandrino.