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Natale al tempo del CoViD

Venerdì 25 Dicembre 2020 10:36
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CoViDIl Natale di quest'anno è diverso da tutti quelli che ho finora vissuto. Il mio Natale è sempre stato fatto in famiglia, dapprima con i miei genitori e poi a casa di mia sorella. Una famiglia che si è ristretta numericamente, ma che non ha perso le tradizioni. L'albero si è sempre fatto l'8 dicembre, giorno della Immacolata Concezione che unitamente con il presepe accompagna le mie festività fino al 6 gennaio. Il presepe dapprima era realizzato con le statuine, la capanna, il muschio ecc… che creavano a casa dei nostri genitori. Oggi, il mio presepe è il solo gruppo della Sacra Famiglia realizzato in ceramica, ma mi perdo volentieri ad osservare quelli che sono realizzati nelle vetrine dei negozi o nelle chiese. D'altra parte le abitudini non si perdono facilmente ed in questo caso meno male.
Mi è capitato così di fermarmi davanti ad un bel presepio, con tante statuine di personaggi della cultura contadina, impegnati nei loro modesti lavori, con le tradizionali pecorelle ed agnellini oltre al bue ed all'asino nella stalla. Molte le casette, mulini e locande, tutto ben illuminato e con ruscelli d'acqua e il verde del muschio naturale.
Da bimbo credevo che fosse veramente così, poi mi sono reso conto che erano tutti stereotipi occidentali, muschio al posto della sabbia dei deserti, casette al posto di tuguri e capanne in legno e fango, abbigliamenti occidentali anziché orientali, personaggi dalla conformazioni del viso occidentali anziché dai colori scuri od olivastri.
Quest'anno, davanti al presepe, la mia fantasia mi ha portato ad immaginare come sarebbe stato un presepe al tempo di un emergenza sanitaria come il Covid-19.
Ecco che allora Giuseppe e Maria sono nella grotta con la mascherina, come tutti gli angeli e i personaggi del presepe che ovviamente mantengono le distanze di sicurezza, il bue e l'asino in quarantena, i personaggi con la zampogna che non suonano per non disperdere il virus, il pastore senza pecore ma con il cane al guinzaglio per portarlo a fare i suoi bisogni.
Le case sono illuminate con molte persone a letto in quarantena, i soldati romani che leggono gli editti ed invitano la gente a non uscire di casa. Le locande che servono solo pasti e bevande da asporto e le attività artigianali chiuse: il fabbro, la signora che fila la lana, il falegname, tutti dietro gli scuri delle finestre dei loro laboratori. Altre statuine in coda per fare il tampone, altre che mostrano l'autocertificazione ai centurioni romani.
Dappertutto, compreso nella grotta, c'è l'acqua e candeggina ed il disinfettante per le mani. I Re magi sostituiti da fattorino di Amazon che consegnano la mirra, l'oro e l'incenso alla Sacra Famiglia. Il bambinello Gesù che tra le mani tiene i manifesti dei codici colore e cerca di capire quando potrà uscire dalla grotta.
Tutto frutto di immaginazione, ma per Noi è la realtà di questo Natale, in cui la Santa Messa è meglio seguirla in TV, ritrovarsi in pochi ed in famiglia intorno al panettone a scambiarsi piccoli doni ed ad augurarsi tanta salute.
Chissà se sotto l'albero di Natale, scartocciando i pacchetti, al posto della cravatta o della sciarpa qualcuno troverà un set con mascherine e gel disinfettante, chissà se le bambole, tanto amate dalle bambine, indosseranno la mascherina e magari, ai bimbi invece del gioco del piccolo chirurgo ci sarà quello del piccolo infettivologo.
Comunque sia, cerchiamo tutti insieme di superare questo brutto periodo, facendone insegnamento e memoria e viviamolo in serenità e sicurezza con i nostri cari, anche magari solo in video-chiamata.