Messaggio

Pozzolengo

Sabato 12 Marzo 2022 08:39
Stampa
PozzolengoLa giornata è splendida per fare un così lungo viaggio. Devo raggiungere il bresciano ed in particolare il basso Garda. È la seconda volta che mi reco a Pozzolengo dal mio amico Massimiliano. La prima volta fu in occasione di un campo scuola di Protezione Civile per giovani studenti e volontari. Fu una splendida occasione, sia per conoscere il Borgo, ma anche per veder nascere i cadetti del locale gruppo comunale dei volontari di protezione civile. Giovani ragazzi che, ancorché minorenni, si affacciavano al mondo del volontariato. Invece, oggi assisterò ad un esercitazione di Protezione Civile per testare il piano comunale di emergenza, avrò così modo di rivedere questi ragazzi che da cadetti ormai sono veterani maggiorenni. Ma per me è anche l'occasione di incorporare Massimiliano e visitare con maggiore cura il Borgo.
Massimiliano, che ha un cognome nobile ma non lo è solo nel titolo del casato ma lo è soprattutto nel carattere bonario ma determinato. Lo conobbi durante l'alluvione di Alessandria nel 1994, quando insieme ad altri volontari gardesani venne ad aiutare la popolazione della mia città. Lo ritrovai poi durante l'alluvione della Versilia del 1996 e ancora nel terremoto in Umbria del 1997 ed ancora in altre occasioni.
Come raggiungo Pozzolengo, lo trovo ad attendermi davanti al suo ufficio del Comando della Polizia Locale. Nonostante sia passato qualche anno, è sempre uguale, alto, distinto, sempre perfetto nella sua uniforme di Comandante della Polizia Locale come in quella di Vigile del Fuoco Volontario.
Dopo i calorosi saluti, rivedo molti dei volontari che ebbi modo già in passato di conoscere e che saranno parte della esercitazione.
Ormai l'esercitazione si è conclusa, ho avuto modo di vedere la professionalità di tutti i funzionari e volontari intervenuti, come la ampia partecipazione della cittadinanza, conscia dell'importanza di questo momento addestrativo. Posso così iniziare la mia visita a questa bella cittadina.
Pozzolengo è situato tra il lago di Garda e le sue colline moreniche, infatti il suo territorio è collinare, attraversato dal torrente Redone. Il toponimo Pozzolengo sembra derivare da "Pocelengum" ossia Pocelengo suo antico nome che dovrebbe fare riferimento ai numerosi pozzi presenti sul territorio. Anche lo stemma municipale riporta un pozzo quale simbolo del Comune.
Comincio la visita del Borgo dalla Chiesa Parrocchiale dedicata a San Lorenzo. L'edificio risalente al 1510 è bello ed imponente e subì imponenti ampliamenti nel 1740. La facciata in Stile Neoclassico è divisa in due ordini, suddivisi tra loro da un vistoso marcapiano. Ogni ordine è suddiviso a sua volta da leggere lesene decorativa. Presenta un imponente e importante portale in pietra con colonne e capitelli corinzi posti ai lati del portone. Un elaborato frontone spezzato tipo brisé ha al centro una nicchia che conserva la statua della Madonna con il Bambino.
Il portone è molto alto e ampio è in bronzo lavorato e decorato con altorilievi con immagini sacre ma anche sulle attività lavorative locali, opera dello scultore Don Luciano Carnessali.
Nel secondo ordine vi è una grande finestra rettangolare. Con i settecenteschi ampliamenti trasformano il suo interno a croce latina con l'aggiunta di una bella cupola centrale. La navata centrale è assai ampia e lunga, mentre il presbiterio è arricchito da un maestoso altare con intarsi di marmi e pietre preziose.
Posso così soffermarmi ad ammirare alcune opere di pregio tra le quali le secentesche tele, come quella del Brusasorci raffigurante il Redentore e la tela di Andrea Celesti posta nell'altare della Madonna del Carmine, ma anche la pala di San Luigi Gonzaga di Padre Andrea Pozzo. Un'altra bella tela è quella ottocentesca di Gabriele Rottini. Mi fanno anche osservare come la Chiesa conservi un seicentesco organo costruito dall'Antegnati.
Un'altra Chiesa è collocata all'interno del cortile del Centro risorse sociali e scuola materna Biolchi. Si tratta di un piccolo edificio con tetto a capanna molto ben conservato. Nel continuare ad aggirarmi per le strade del borgo vi trovo molti bei palazzi. Tra questi, quello sede del Municipio, già Palazzo Gelmetti. Su una parete di questo edificio è affissa una targa marmorea che ricorda che il territorio di Pozzolengo fu teatro di battaglie risorgimentali che condussero all'indipendenza e all'unificazione d'Italia. La targa recita “A sera del 24 giugno 1859 dopo San Martino e Solferino le truppe sardo-piemontesi del Generale Fanti occupavano Pozzolengo esultante sulle orme del tiranno in fuga. I vittoriosi di San Martino vendicavano i caduti pozzolenghesi del 28 marzo 1848 dando ai vivi una patria libera auspicata e invocata con fede indomita nei giorni tristi e sanguinosi del servaggio”. Su questo palazzo è altresì posto un grande orologio collocato sul tetto, fronte Piazza della Repubblica. Ma anche le residenze storiche come la Residenza Piavoli, Villa Albertini, Palazzo Brighenti. Palazzo Piavoli era anticamente residenza di una delle famiglie più importante di Pozzolengo, i Gelmetti. Costoro abitarono in questo magnifico Palazzo fino verso il 1700 dopo esservi trasferiti dalla loro abitazione interna al castello. Di particolare fascino è Villa Albertini con il portico in facciata a cinque archi e l'antistante Piazza Don Gnocchi che offre una bella balconata sul sottostante Parco Don Giussani e l'antistante Monte Fluno su cui è edificato il castello. Questa Villa è un palazzo ottocentesco, oggi proprietà della Fondazione Don Gnocchi, un tempo veniva denominata Villa Pietro Keller dal nome del suo primo proprietario, la cui figlia, Anna Keller, andò in sposa al Conte Giovanbattista Albertini.
Il mio girovagare per il Borgo mi ha portato a conoscere alcune specialità locali, vere leccornie come il Biscotto tradizionale di Pozzolengo, prodotto con la farina di farro e il Salame Morenico di Pozzolengo, a cui è stata attribuita la DeCO.
Lentamente mi reco sul Monte Fluno per visitare il Castello, attualmente abitato, e che fu costruito a difesa dalle scorrerie dei Magiari e degli Ungari. Lungo la strada trovo il Monumento ai Caduti che raccoglie un lungo elenco di pozzolenghesi. Mi sovviene durante il mio camminare quante battaglie assistette e subì nel corso della sua storia.
Il Borgo fu infatti fu teatro delle scorribande di Goti, Ungari, Unni e Avari, poi assistette agli scontri fra Guelfi e Ghibellini, fino ai Lanzichenecchi nel 1520, senza dimenticare il passaggio delle truppe francesi di Napoleone Bonaparte nel 1796. E se all'inizio del XVII secolo il Paese di Pozzolengo risultava essere tra i più prosperi della zona, subì tre decenni più tardi un lungo e terribile assedio da parte dei Lanzichenecchi, violenti soldati mercenari giunti in Italia per sostenere le truppe spagnole contro la Francia. Furono sterminate le milizie veneziane dalle truppe guidate dal sanguinario conte Rambaldo di Collalto. Ma grazie anche alla popolazione rifugiatesi all'interno del castello gli assediati riuscirono a respingere i Lanzichenecchi infliggendo loro gravi perdite. Il Doge di Venezia elogiò la popolazione di Pozzolengo per la sua stoica resistenza.
Raggiungo il possente Castello, costruito intorno all'anno Mille, al cui interno è presente un Borgo medievale fortificato ancora oggi abitato. Presenta belle e spesse mura in pietra e lungo la sua cortina di mura con merlatura guelfa sono presenti numerose torri di forma cilindrica. Invece l'accesso è protetto da una massiccia torre quadrata.
Nella seconda metà del XIII secolo la fortificazione venne ampliata e, intorno al 1300, venne costruita al suo interno la Chiesa di San Lorenzo. Nuovi ampliamenti avvennero tra il XV secolo e il XVI secolo. Il Castello presenta una pianta trapezoidale, con al suo interno belle e restaurate case in pietra, affacciate su strade interne recentemente riqualificate. Mi aggiro tra le strette case accompagnato da un bel gattone tricolore che mi segue lungo tutto il mio percorso. Mi soffermo davanti a ciò che rimane della primitiva Chiesa castrense gia ex parrocchiale di San Lorenzo in Castro. Sono nella sua abside presenti lacerti di affreschi trecenteschi raffiguranti Gesù e gli evangelisti.
Da questo colle, naturale balconata dell'anfiteatro morenico si gode un panorama meraviglioso, ricco di vigneti e prati.
Rientro verso il Borgo e per andare a visitare la quattrocentesca Badia di San Vigilio devo prendere l'automobile. Percorro una bella strada, incorniciata da file di vigneti con i suoi bei grappoli penduli. L'Abbazia di San Vigilio, eretta nel 1104 si trova all'interno dello Chervò Golf Hotel e Resort San Vigilio, un importante struttura turistica e sportiva del Paese. L'Abbazia di San Vigilio fu eretta dai monaci benedettini, ed è uno dei monumenti di quell'epoca meglio conservati sul territorio. Della antica struttura esistono ancora la Chiesa con il campanile ed all'interno il porticato ed il cortile dell'antico convento. Ciò che posso ammirare è un complesso rinnovato dopo il 1443 a seguito dei diversi danni molto gravi.
Rientrato a Pozzolengo con Massimiliano prima dei saluti mi accompagna a visitare una cantina di produzione del principe dei vini locali, il Lugana DOC. Le vigne che attraverso sono un alternarsi di pianori a piccole alture dove i filari disegnano le bellissimi colline. Siamo accolti in cantina come grandi amici e vengo invitato a degustare questo vino dal colore giallo paglierino con riflessi verdognoli. I profumi che si sprigiona dal mio bicchiere sono floreali, mentre al gusto è fresco, piacevole con note d'agrume. Un interessante visita che mi fa comprendere perché Pozzolengo vide il suo primo insediamento abitativo intorno ad una mansio romana.
D'altra parte la vicinanza del lago di Garda addolcisce il clima e consente lo sviluppo di specie vegetative e non solo. Infatti al prezioso Lugana DOC, si affianca una produzione di nicchia e di altissima qualità che è lo Zafferano di Pozzolengo.
Lascio così questo meraviglioso Borgo, dopo aver salutato calorosamente Massimiliano, sperando di incontrarlo nuovamente presto.