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Aquileia: 28 ottobre 1921 - 4 novembre 2021 (VI ed ultima parte)

Lunedì 28 Marzo 2022 08:10
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AquileiaRaggiungo così il sepolcreto che si trova in via XXIV Maggio, posso così farmi un'idea delle usanze funerarie dei romani. Il sepolcreto si trova fuori dalle mura come prescrivevano le leggi romane che vietavano la sepoltura all'interno dei centri abitati. Quindi, ovviamente vi sono sicuramente altre necropoli lungo le altre arterie che uscivano dalla città, anche se sono state rinvenute solo lapidi ecc.. che ho avuto modo in parte di vedere al Museo Archeologico. Gli scavi qui eseguiti hanno portato alla luce cinque recinti funerari, appartenenti a diverse famiglie che si disponevano su una strada secondaria in uscita dalla città. Questi appartenevano a famiglie aquileiesi quali: Stazia, Giulia, Trebia, Cestia ed un altra non identificata. Ogni sepolcreto è delimitato da muretti in laterizio sormontati da una copertura a protezione dalle intemperie. Presentano eleganti pilastrini scolpiti a bassorilievo, anche le sulle are sono raffigurati calici per bere, con brocca, utensili usati durante i riti di commemorazione dei defunti in cui si banchettava con libagioni poste sulla tomba per augurare vita felice nell'aldilà al defunto. Le are conservano non solo le ceneri dei defunti capofamiglia. Ma anche di appartenenti ad altri membri della famiglia o comunque legati da vincoli affettivi o di amicizia. In un sepolcro trovo scolpiti dei delfini intrecciati al tridente di Nettuno, simbologia evidente del viaggio del defunto verso l'aldilà oltre le colonne d'Ercole.
Torno lentamente verso l'auto, perché voglio raggiungere Monastero. Mentre mi reco in questa frazione, poco distante dal porto fluviale, ricordo che Aquileia ha altre interessanti monumenti da vedere, tra i quali la chiesa di Sant'Antonio Abate nella frazione di Belvedere. L'attuale chiesa, in questa frazione risale al XVIII secolo e fu consacrata dall'ultimo patriarca di Aquileia, Daniele Dolfin. In precedenza vi sorgeva una piccola chiesa a forma di capanna. Questo edificio religioso si trova sulla sommità di una delle dune, caratterizzanti il litorale. Interessante il mosaico raffigurante un pavone posto sul sagrato; simbolo per i primi cristiani della risurrezione. Un altra interessante chiesa è quella cimiteriale di San Marco anch'essa settecentesca. La sua facciata è caratterizzata da un portale rettangolare incorniciato ai lati da due lesene doriche e da due finestre quadrate. L'edificio si presenta con soffitto a vele e abside quadrata con volta a botte. L'interno con aula ottagonale ha un'importante altare barocco in marmo policromo, contenente la settecentesca statua di San Marco.
Raggiungo cosi la località Monastero che prende il nome da un antica abbazia di monache benedettine, dedicata a Santa Maria, già citata in un documento dell'811. Il monastero ebbe un costante decadimento, tanto che nel 1742 fu ridotta ad azienda agricola. Scavi effettuati a metà del XX hanno messo in luce una grande basilica paleocristiana extraurbana, databile tra il IV e V secolo. Venne recuperato e messo in mostra un grande pavimento musivo con schemi geometrici. Questo edificio aveva una facciata preceduta da un nartece, usato anche come luogo di sepoltura. Questa grande basilica paleocristiana subì diverse modifiche, soprattutto quando vi si insediò il convento. Oggi questa struttura è sede del Museo paleocristiano che conserva altresì molte lastre funerarie, frammenti di sarcofaghi e una bella mensa d'altare in marmo che richiama con la sua caratteristica incisioni la tavola dell'ultima cena. Su piazza Pirano, oltre ad affacciarsi il Museo Paleocristiano vi è anche una piccola ma bella chiesetta in pietra con tetto a capanna e cella campanaria a vela sul culmine del tetto. Sopra il portale della chiesa vi è una lunetta con ritratto San Francesco. Termina così la mia visita ad Aquileia e alla sua lunghissima storia, di cui sono felice di averne appreso quanto basta per poterla annoverare tra i luoghi più interessanti visitati.



Fine VI ed ultima parte.