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Dietro le quinte di Cuba (IX parte)

Giovedì 23 Giugno 2011 10:02
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Cuba (04/2010)Passo gli ultimi giorni a visitare Matanzas e le piccole cittadine vicine, tra le quali Càrdenas, località a est di Matanzas e a soli 20 Km dal centro di villeggiatura più rinomato di Varadero. Non a caso è chiamata la città delle biciclette, sono ovunque, tante e di tutte le forme, dalle tradizionali biciclette a due ruote ai tricicli a quelle a quattro ruote per gli scarsi turisti che abbandonano le bianche spiagge alla ricerca di una Cuba più autentica e meno stereotipata.
Càrdenas però merita sopratutto il titolo ufficiale di "Città della bandiera" in quanto fu la prima città dell'isola a vedere issata la bandiera cubana, già nel lontano 1850, quando l'avventuriero venezuelano Narciso LOPEZ insieme ad un gruppo di mercenari americani issò la bandiera dopo lo sbarco nell'inutile tentativo di liberare l'isola dall'occupazione spagnola.
Urriola Narciso López (Caracas, 1798 - L'Avana, 1 settembre 1851) fu un militare venezuelano, che sostenne l'indipendenza cubana dalla Spagna promuovendo la realizzazione della bandiera di Cuba e del suo relativo stemma, progettati nel 1849 da Miguel Tolone Teurbe proprio da un idea di Narciso Lopez. Insieme ad altri artisti elaborò l'attuale bandiera si Cuba: due strisce bianche, tre blu, un triangolo rosso e una singola stella. Su di essa LOPEZ giurò di combattere e per questa ha dato la vita per rendere indipendente Cuba diventandone martire.
Infatti il 9 maggio 1850 il progetto di liberazione di Cuba dall'occupazione spagnola vede la luce con lo sbarco di un corpo di spedizione a Cardenas formato da circa 600 uomini che non trovò sostegno nella popolazione dell'isola, visto che l'obiettivo, oltre la cacciata degli Spagnoli, era quello di mantenere comunque la schiavitù. L'inferiorità delle forze e la scarsità di collaborazione costrinsero i rivoluzionari al ritiro.
Il 12 agosto 1851 partì con un'altra spedizione composta da 400 mercenari a bordo della nave Creolo, trascurando il parere negativo del governo federale statunitense. Ancora una volta sbarcarono sull'isola con l'obiettivo di stabilire una Repubblica indipendente che prevedesse successivamente l'annessione agli USA.
Nel corso di questo nuovo tentativo fu fatto prigioniero a Pinos Rangel e fu giustiziato per tradimento con la garrota all'Avana il 1° settembre di quello stesso anno.
La cittadina, che conta quasi 100 mila abitanti, ha le vie principali disposte da nord-est verso sud ovest e sono chiamate avenidas mentre quelle che le tagliano perpendicolarmente a formare una scacchiera, secondo il classico modello urbanistico americano, sono chiamate calles. Le vie non portano nomi propri ma vengono solo identificate da numeri però gli abitanti utilizzano ancora la vecchia catalogazione creandomi un po' di confusione nel mio girovagare.
Non vi è molto da vedere se non il luogo ove fu issata la prima bandiera cubana, ricordato con un semplice pennone dal quale garrisce la bandiera e da li almeno si gode un suggestivo panorama della baia e su Varadero. Le guide mi parlano di un museo Oscar Maria Rojas che non cerco nemmeno perché dovrebbe raccogliere strani cimeli, come la coda del cavallo di Antonio MACEO e la sedia su cui venivano fatti sedere i condannati a morte per essere strangolati, oltre a una collezione di lumache e pulci che francamente non mi attirano.
Senza accorgermene transito invece davanti alla casa Museo di Josè Antonio Echeverrìa che raccoglie alcuni cimeli legati al tentativo di liberazione di cuba da parte di Narciso Lopez, ma soprattutto i ricordi di un altro rivoluzionario che vi nacque, Antonio Echeverrìa, ucciso nel 1957 durante un raid nel tentativo, peraltro fallito assassinare il Presidente Batista.
José Antonio Echeverría Bianchi è stato uno dei più importanti leader rivoluzionari che ha avuto la gioventù cubana e, soprattutto, il movimento studentesco universitario.
Nel settembre del 1954, Manzanita, come fu soprannominato dai suoi compagni di università venne eletto presidente dell'Associazione degli Studenti della Facoltà di Architettura e nuovamente rieletto a questa posizione data la sua determinazione a combattere i soprusi della dittatura di Batista.
Nello stesso anno fondò con altri soci la Direzione Rivoluzionaria, un'organizzazione clandestina di studenti per combattere la dittatura. Presto nella Direzione rivoluzionaria divenne il più rappresentativo degli studenti cubani distinguendosi anche nel settore sociale. Sotto la sua direzione si intensificarono dimostrazioni, manifestazioni e scioperi che di solito finivano con sanguinosi scontri con la polizia.
Il suo lavoro come leader rivoluzionario lo portò a metà del 1956 in Cile per partecipare a un congresso di studenti latino-americani, e poi in tour in diversi paesi latinoamericani a denunciare il regime di terrore imposto a Cuba dalla dittatura di Batista. Nel mese di agosto di quell'anno si recò in Messico per un incontro con Fidel Castro. A seguito di questi colloqui Fidel e José Antonio firmarono un documento chiamato Carta del Messico o Patto di Città del Messico, atto estremamente importante per l'unificazione delle forze rivoluzionarie che avrebbero realizzato il rovesciamento del dittatore Batista.
Al rientro intensificò la lotta rivoluzionaria nelle città e il 13 Marzo 1957 José Antonio insieme ad altri leader del Directorio Revolucionario decisero di attaccare il palazzo presidenziale per tentare così di rimuovere il dittatore Fulgencio Batista e di occupare la stazione radio per diffonderne i fatti ma fallì il tentativo e il giovane ragazzo perse la vita nel perseguire i suoi ideali di libertà.
Al di là di schivare con la macchina i numerosi ciclisti, la città ha ristoranti abbastanza tristi, direi poco gradevoli per essere gentile, non vi sono locali per uno shopping decente ne tanto meno locali per i divertimenti, anche il mercato coperto ortofrutticolo è costruito con una stravagante scintillante cupola di ghisa argentata.
D'altra parte la città fu fondata nel 1928 su un terreno paludoso e trovò sostanzialmente sviluppo come città portuale nel cuore di una ricca regione agricola dedita soprattutto alla coltivazione della canna da zucchero. Fu subito abbellita con magnifici palazzi ma gli effetti del decadimento agricolo e industriale post rivoluzione e soprattutto con l'embargo trasformarono presto i palazzi in decadenti squallidi edifici e il pervadere di odore di letame dei cavalli che la percorrono con frequenza non attirano certo il turista. Ma fu proprio a Càrdenas che venne fondata la prima fabbrica del Rum HAVANA CLUB che tra l'altro è possibile visitare. Ora a Càrdenas c'è la distilleria di rum Arrechabala che produce il rum Varadero.
Il rum a Cuba è da considerare come la bevanda alcolica simbolo dell'isola prodotto con la lavorazione dei succhi (veseu) o dalle melasse derivate dallo scarto in lavorazione delle piantagioni di canna da zucchero.
Lo sfibramento e la pressatura delle piante di canna da zucchero infatti produce un liquido tipicamente di colore verde chiamato veseu, che può direttamente essere distillato o sottoposto a lavorazione in fermentazione prima del passaggio in distillazione.
L'utilizzo di melassa nella produzione del rum è solitamente classificatore di prodotto di realizzazione industriale, mentre l'utilizzo del succo veseu, generato dalla pressatura della canna da zucchero è una procedura di tipo artigianale.
Le differenze sono abbastanza evidenti, e le diverse lavorazioni, gradi alcolici, colore sono dovuti proprio alla scelta del tipo di preparazione.
Può venire prodotto in diverse formule e gradi alcolici. Sulle bottiglie i nomi possono essere Rum, Ron o Rhum. Il nome diverso indica generalmente il metodo usato.
Se trovate scritto Rum solitamente state bevendo qualcosa appartenente alla cultura anglosassone, che utilizza sopratutto le melasse. Se sull'etichetta c'è invece il nome Ron, state sorseggiando invece un alcool proveniente da cultura francese, che bilancia praticamente in egual misura melasse e veseu. Se sull'etichetta invece c'è scritto Rhum o Rhum agricolo vuol dire che state bevendo una bevanda che di melasse ne ha viste ben poche.
L'invecchiamento del rum varia da circa 6 mesi a dieci anni, ed assume un colore più o meno ambrato in base alla lavorazione subita. E' la base di molti cocktail, e su questo buonissimo alcolico ci ritorneremo in un apposito post Una nota: i puristi lo bevono senza nessuna aggiunta, né di ghiaccio né di acqua o altri liquori, come nel caso dei cocktail.
Lascio Cardenas mentre con Wilmer discutiamo sulla storia dei Los Balseros.


Fine IX parte.