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Il mio Piemonte: Cameri

Mercoledì 16 Novembre 2022 08:53
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CameriLa giornata è appena iniziata, in auto corro già sull'autostrada verso il novarese. Oggi voglio visitare il territorio comunale di Cameri che confina con la Lombardia, ed è percorso dal fiume Ticino e dal torrente Terdoppio oltreché attraversato dai canali Regina Elena e Cavour.
Questo borgo ha origini molto antiche quasi coevo di Novara, fondato dai Liguri, primi abitatori dell'Italia Settentrionale. Ai Liguri si sovrapposero i Vertecòmari o Còmari che darebbero origine al toponimo di Cameri (Còmari, Càmeri) secondo alcuni storici, altri hanno opinioni molto diversificate.
Anche Cameri come Novara divenne colonia Romana. Alcuni ritrovamenti archeologici in località Bornago e Argine provano gli antichi insediamenti dell'epoca romana imperiale.
Successivamente in un documento del 912 Berengario I, su richiesta del vescovo di Pavia Giovanni e del conte e marchese Olderico, concesse al vassallo regio Leone, di costruire castelli in alcuni suoi possedimenti, tra cui Cammari e Bornago. Il territorio passò poi ai Conti di Biandrate. La sua storia segue dapprima, quella del Comune di Novara ed era il 28 luglio 1358 quando Galeazzo Visconti, entrato vittorioso a Novara fece distruggere i castelli non fedeli, fra cui quello di Cameri. Nel 1441, Cameri con il novarese divenne un feudo degli Sforza. Il territorio subì ripetute occupazioni, distruzioni dei vari eserciti che tra il XVI-XVII secolo vi passarono e vi combatterono. La popolazione fu decimata anche dalla peste che sconvolse ampie parti d'Italia nella terza decade del XVII secolo.
Con la pace di Rastad, firmata nel 1714, vi fu il passaggio delle terre novaresi all'Austria. Con i trattati di Vienna del 1738 ed Aquisgrana del 1748 tutto il territorio Novarese passò al Re di Sardegna ed il fiume Ticino segnò il confine tra il Piemonte ed il dominio austriaco che comprendeva il Lombardo Veneto. Da quel momento anche Cameri segue le sorti del Regno Sabaudo dapprima e d'Italia poi.
Nella prima metà del Novecento sorse sul territorio un campo d'aviazione che nel 1940, con l'entrata in guerra, diventò base operativa.
Inizio il mio giro per Cameri, dopo aver parcheggiato in piazza Dante Alighieri per andare a vedere l'Oratorio di San Rocco.
Un'antica tradizione orale, vuole che sia stata la prima Chiesa Parrocchiale di Cameri. Molto probabilmente vennero qui tenute le funzioni parrocchiali dopo il 1583, quando venne abbattuta la vecchia Chiesa Parrocchiale per edificare la nuova. Questo edificio risalente all'inizio del XVI secolo, nel corso dei secoli ha subito diversi adattamenti fino ad arrivare ad oggi con dimensioni ridotte, subì il crollo del campanile e della demolizione della sacrestia avvenuta negli anni Trenta del XX secolo per rendere più agevole il traffico. La copertura è costituita da un tamburo e da una cupola ottagonale irregolare, chiusa dalla lanterna. L'interno è a croce greca, con begli archi e sottoarchi decorati. Sono presenti affreschi, tra i quali vi è esposta una Madonna con Bambino "strappato" da un edificio di proprietà comunale. Sicuramente nei suoi pressi doveva esistere l'antico castello menzionato in alcuni documenti già nell'anno 1000. Lo dimostrerebbero alcuni muri di fabbricati che presentano un andamento planimetrico "arcuato", riconducibile alla loro possibile costruzione sulle fondamenta del vecchio castello. Percorro via Matteotti, tra ali di vecchie case di pochi piani, tutte con cortili interni, mentre sulla via si affacciano diversi negozi e attività di ristorazione. Giungo in piazza Santa Maria. Sulla piazza si prospetta la Chiesa di Santa Maria Assunta. Questa chiesa è conosciuta anche come "Chiesa dei Bianchi" poiché fu sede della Confraternita di San Michele Arcangelo. Istituita nel 1565, i cui membri portavano delle vesti di colore bianco durante le funzioni religiose.
L'attuale chiesa ha la facciata tripartita da lesene a due ordini sovrapposti. Ha una un unica porta d'accesso con frontone semicircolare sull'architrave. La facciata presente nicchie vuote, una di queste è anche all'interno del timpano del frontone. L'interno è a unica navata, con un ampio presbiterio ed un coro, dove si trova la grande ancona lignea scolpita con la grande tela raffigurante San Michele.
Collocata nel centro della piazza, posta sulla cima di una colonna, con un fontana sul basamento si erge la settecentesca e venerata statua della Madonna Immacolata. Proseguendo per via Matteotti, raggiungo l'oratorio di san Giuseppe. La mattinata è luminosa, il sole alto scalda assai e le poche persone che incontro cercano protezione dai suoi raggi e cercano di camminare ove vi sia ombra. Solo i più giovani ragazzi, sfrecciano con le loro biciclette, sulle strade del paese.
L'oratorio di San Giuseppe è stato classificato come Monumento Nazionale nel 1905: interamente edificato con mattoni a vista in stile barocco. L'edificio fu iniziato nel 1757 probabilmente sul terreno che ospitava il lazzaretto dove venivano raccolti gli appestati e poi sepolti i morti a seguito del contagio. La chiesa ha una facciata tripartita con i lati esterni concavi. Un marcapiano aggettante divide la facciata in due ordini. Le leggere colonnine e lesene in cotto corrono dall'alto basamento in pietra fino al frontone spezzato, interrotte solo dal marcapiano. Due nicchie vuote sono poste nel secondo ordine con un ampia finestra centrale tamponata. Sulla facciata si trova l'affresco raffigurante San Giuseppe con il Bambino affiancato da un angelo, in pessimo stato di conservazione. Il suo interno contiene preziosi affreschi, eseguiti da Lorenzo Peracino "il vecchio" nel 1763 e nel 1764.
Rientro verso il centro del borgo, nonostante le molte case moderne nelle loro architetture, pochi almeno nel centro storico sono i classici palazzoni condominiali. Mi soffermo davanti a diverse vetrine ad osservare i prodotti esposti, in particolare davanti alle trattorie e ristoranti. Uno dei piatti tipici che trovo esposto sono i cannelloni da Cambra fatti con tre carni diverse, ossia di manzo, di pollo e di maiale. Un altro piatto della tradizione sono Crespelle e i cannelloni al gorgonzola.
Rientrato in piazza Dante Alighieri posso cosi meglio osservare ciò che domina la piazza, ossia il campanile che potrebbe essere stato costruito sopra i resti del di una delle torri del castello. Alcuni documenti del 1618 confermano già allora la presenza dell'orologio e di quattro campane, tre consacrate ed una "giudea" per le comunicazioni del Comune. Ma quella torre campanaria divenuta pericolante, venne demolita e al suo posto nel 1827 ricostruito un nuovo campanile, su cui venne dipinta una meridiana.
Un bel ampio sagrato anticipato da una scalintata, prospetta la grande chiesa parrocchiale.
La chiesa è dedicata san Michele Arcangelo, patrono di Cameri insieme a santa Gregoria. L'attuale chiesa sorge sul resti di una più antica parrocchiale già citata nell'anno 1000. L'antica chiesa venne parte abbattuta per realizzare una nuova di più ampie dimensioni tra il 1583 e il 1591 e per meglio ospitare l'aumento della popolazione. L'edificio fu ancora rimaneggiato nel corso del XVII e XVIII secolo. La facciata si presenta assai imponente, suddivisa in due ordini di cui l'ordine inferiore e pentapartito da lesene e colonne nella parte centrale. Si accede alle chiesa attraverso cinque porte di cui la principale molto più grande. L'ampio marcapiano, tra i due ordini, dispone all'altezza della porta principale di un grande frontone semicircolare. Il secondo ordine, più corto di quello inferiore ed è tripartito da lesene. Al centro di questo vi è una grande finestratura, ai lati due nicchie si conservano le statue in cotto di san Secondo e san Rocco. Un grande frontone, conserva nel suo timpano una statua in cotto raffigurante san Michele arcangelo.
La chiesa internamente è assai ampia, a croce latina con una grande cupola collocata all'incrocio della navata centrale con i transetti. Ritengo bello l'altare maggiore in stile neoclassico, ornato da angeli in legno scolpiti. Inoltra conserva tre altari in marmo del XVII secolo e le spoglie di santa Gregoria vergine e martire contenute in una teca posta in una cappella di un transetto.
Sempre affacciata su sagrato della chiesa parrocchiale si erge sulla sua destra la chiesa dedicata alla SS. Trinità e a san Bartolomeo, conoscita anche come chiesa del SS. Sacramento o "Chiesa dei Rossi " poiché fu sede della omonima Confraternita, i cui membri portavano delle vesti di colore rosso durante le funzioni religiose. Questo edificio risale alla fine del XVI secolo, la sua facciata molto semplice divisa in due ordini, presenta un unica porta d'accesso e nel secondo una finestra rettangolare. I due ordini sono tripartiti da semplici lesene. Sul culmine il frontone e ai sui suoi lati sono presenti le statue di san Bartolomeo, di san Pietro e di san Paolo. Nel timpano del frontone vi è un altorilievo. Il suo interno, ad unica navata non ha molte decorazioni significative.
Di fronte la chiesa parrocchiale si erge il Palazzo Municipale, l'edificio si presenta molto semplice, su due piani. Annesso al Palazzo Municipale, ma con ingresso separato, posto nel giardino laterale, vi è la sala Polivalente Comunale, già Teatro Comunale del quale rimane la bella pensilina in ferro battuto e la scritta Teatro comunale sull'ingresso. Su questa ampio giardino si erge il monumento ai caduti. Il monumento raffigurante un angelo che sorregge un caduto, fu progettato dal prof. Montegani ed inaugurato il 14 giugno 1925.
Lascio piazza Dante Alighieri e percorro via Diaz, nel frattempo mi immagino questa piazza gremita di persone quando Cameri fu visitata dal Re Vittorio Emanuele III il 20 ottobre 1923 per poi assistere alle attività in svolgimento sul Campo di Aviazione. Un altro importante corteo vi transitò il 18 maggio 1939, quanto Benito Mussolini visitò Cameri proveniente dall'aeroporto dove passo in rassegna i reparti della CANSA - Costruzioni Aeronautiche Novaresi Società Anonima. Sempre all'aeroporto inaugurò il Villaggio Aeronautico. Il Duce, poi recatosi nel pomeriggio nel centro del borgo, partecipò alla posa della prima pietra della Casa Littoria.
Raggiungo così la Chiesa del SS. Nome di Gesù, posta all'interno di un cortile protetto da una cancellata. La chiesa è dedicata anche a san Carlo Borromeo e fu sede della confraternita del SS. Nome di Gesù la cui veste era di colore blu. La facciata è estremamente spoglia con tetto a capanna, una singola porta d'accesso e un ampia finestra rettangolare. Mi si racconta che all'interno sia ricca di affreschi del XVIII secolo. Nei pressi della chiesa un tempo corre la roggia di Cameri, o Zanetti, un corso d'acqua che ha origina dal torrente Terdoppio e si snoda ad anello intorno al centro storico del borgo. Fu realizzata intorno al 1200 sia per approvviginare d'acqua il paese che per le attività artigianali e commerciali. La roggia, nei più anziani è ricordata soprattutto come lavatorio per fare il bucato. Attualmente gran parte del suo percorso nel paese avviene in galleria ma una parte è scoperta proprio presso la chiesetta del SS. Nome del Gesù. Sempre in centro di Cameri vado a vedere il Monumento agli Alpini, situato in piazza don Cleto Valli, si tratta di una scultura in acciaio inossidabile realizzata dal professor Enzo Rossi da Civita. L'opera, alta sette metri rappresenta la tipica simbologia alpina lo zaino, il cappello, lo scarpone e la bandiera italiana racchiusi in cerchio
Devo riprendere l'auto per proseguire la mia visita a Cameri, il borgo si è ormai tanto ingrandito da aver urbanizzato ampie aree un tempo dedicate alle coltivazioni agricole. Raggiungo così Piazza Martiri della Libertà, dove sempre il Prof. Enzo Rossi da Civita ha realizzato un Monumento ai caduti che fu inaugurato nell'aprile del 1980. Delle statue raffigurano il passato, il presente e il futuro.
Questo monumento è collocato in una piccola area verde tra piazza Martiri della Libertà e le vie Silvio Pellico e viale Marconi. Sfrutto l'occasione per far due passi a piedi in via Pellico a cercare Cappella dell'oratorio di san Pietro realizzata sui resti dell'Oratorio dedicato a santa Maria delle Vigne, ormai totalmente scomparso. Tornato in via Marconi, all'angolo via Italia, dove un tempo vi era la Trattoria Belvedere, mi sovviene un fatto di "sangue" ivi accaduto. Era l'11 febbraio 1945, quando una pattuglia tedesca entrò nella trattoria. Attorno ad un tavolo vi erano alcune persone; fra queste c'erano due giovani, il ventenne Giuseppe Fregonzi e il ventunenne Angelo Ragni. Visti i tedeschi, i due giovani tentarono di filarsela attraverso la porta carraia, forse per timore di essere arrestati, ma vennero raggiunti da raffiche di mitra. Fregonzi cade e muore qualche attimo dopo mentre il Ragni rimane gravemente ferito.
In auto mi dirigo verso la chiesa dei Padri Passionisti in via Galileo Galilei. Per raggiungerla voglio passare alla Chiesuolo della baia, posta al piano terra di un edificio collocato all'incirca sull'incrocio tra via Mazzucchelli e via Madonna, è dedicato alla Madonna del Latte, protettrice delle partorienti e delle balie. Parcheggiato nei pressi della chiesa della Madonna di san Cassiano ne inizio la visita.
L'attuale chiesa è stata edificata su una più antica costruzione già citata nell'agosto 1012, di essa rimane soltanto un affresco della "Vergine in abito rosso con il Bambino in braccio", collocato dietro l'altare. Questo affresco è assai venerato dai cameresi per i molti miracoli attribuiti.
All'esterno della chiesa è collocata una colonna con la statua di "Maria SS. col Bambino Gesù in braccio" della metà del XVIII, a cui la devozione fervente alla Madonna è testimoniata annualmente con la posa di fiori da parte dei Vigili del fuoco di Novara.
La nuova costruzione, della chiesa, risale al 1673, dopo che per la forte devozione alla Vergine, dopo la peste del 1630, fu necessario abbattere l'antica chiesa e costruire un edificio liturgico più grande.
La facciata della chiesa è divisa in due ordini con un grande fronte triangolare. I due ordini sono tripartiti da coppie di colonne e lesene. L'ordine inferiore presenta un bel portale d'accesso con frontone semicircolare. Ai lati del portone d'accesso delle nicchie vuote. Un marcapiano sporgente divide i due ordini, nella parte centrale un ulteriore frontone sporgente, appoggiato su un architrave privo di fregio è poggiante su una coppia di colonne binate. Nel secondo ordine vi è un ampia finestra centrale incorniciata anch'essa da colonne binate che sorreggono un frontone spezzato che va occupare il timpano del frontone del etto a capanna, dentro al quale è affrescata la Vergine con il bambino Gesù. Ai lati della finestra vi sono due nicchie vuote. Al suo interno oltre, all'affresco oggetto di fervente devozione popolare vi è anche una tela settecentesca raffigurante l'apparizione della Vergine con il Bambino a san Cassiano.
La decorazione del santuario, attribuite al pittore Giuseppe De Giorgi, sono state eseguite tra il 1908 e il 1927. La Chiesa contiene tipici elementi dell'architettura barocca, mentre del XVIII secolo sono le opere pittoriche contenute all'interno. L'altare maggiore è del 1671 realizzato,in marmo nero mentre la volta della chiesa è a botte, decorata con l'Annunciazione" e "l'Assunzione" della vita della Madonna. Annesso alla chiesa vi è il convento dei Padri Passionisti. Il mio obiettivo ora è raggiungere Cascina Picchetta e mentre percorro la strada mi sovviene che Cameri ha dato i natali a Marco Borrini natovi nel 1919, costui fu un ex calciatore italiano, di ruolo centromediano - terzino. Costui esordisce in Serie A nel Novara, il 15 gennaio 1939, passa poi al Torino, ma non riesce ad imporsi come titolare e a fine stagione viene ceduto alla Lucchese Libertas, in Serie B. Nel 1941 passa al Liguria dove disputa 2 campionati di Serie A da titolare. Nel 1945, dopo l'interruzione dovuta alla guerra, gioca nella ricostituita Sampierdarenese, quindi, dopo la fusione con l'Andrea Doria fa parte della rosa della neonata Sampdoria. Gioca con il club blu-cerchiato disputa il campionato 1946-1947 da titolare e nella stagione successiva perde il posto da titolare. Un altro giocatore di calcio nato a Cameri è Celestino Testa natovi nel 1937 che giocò nel di ruolo centrocampista e difensore. Costui, dopo aver giocato nel campionato interregionale, nella stagione 1959-1960 esordì con la maglia del Novara in serie B. Il Novara retrocessa n serie C, vi giocherà per 11 campionati consecutivi fino alla stagione 1968 – 1969. Un terzo giocatore di calcio, nativo di Cameri fu Mario Panagini nato nel 1917 di ruolo di attaccante. Nella stagione 1936-1937 giocò nella terza squadra della Lazio, mentre nella stagione 1937-1938 vi partecipò con la maglia dell'Asti, Passò al Novara, formazione di Serie A e vi rimase fino al 1941. Mario Panagini venne ceduto alla Juventus Domo, con cui nella stagione 1941-1942 militò nel campionato di Serie C. Nel 1942 passò al Varese, con cui nella stagione 1942-1943 vinse il campionato di Serie C. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale fece ritorno al Novara, nella stagione 1945-1946 giocò da titolare nel campionato di Serie B-C Alta Italia. A fine anno tornò poi al Varese, con cui rimase in rosa ma senza giocare partite di campionato nella stagione 1946-1947, trascorsa in Serie B. Infine, nella stagione 1950-1951 giocò nel campionato di Promozione con la Ghemmese. Con questa carrellata di giocatori di Calcio ho così raggiunto Cascina. Picchetta. Quest'insediamento era in origine un complesso rurale unico, ora si presenta frazionato in diverse proprietà. La villa Picchetta è un grande edificio con pianta a ferro di cavallo. All'esterno è circondato da ampi cortili e giardini. La ricchezza dell'edificio è dimostrato dal porticato ricavato nella facciata ovest, sostenuto da due coppie di colonne di granito. Le pareti sono affrescate con disegni e presenta nicchie contenenti anfore in terracotta. Dal portico accedo alla "Rotonda"; un locale raffinato con a pareti degli affreschi raffiguranti anfore ghirlande e animali ecc. Il complesso della Villa ha un oratorio dedicato a santa Margherita e all'Immacolata. Questo chiesetta, del XVII secolo, di semplice fattura conserva un altare in marmo e sempre all'interno vi sono diverse decorazioni. Il complesso documentato già nel 1575, attraverso diverse successioni tra cui i Gesuiti, passa nel 1773 al marchese Natta Isola d'Alfìano.
Sempre attraverso strade che costeggiano il corso del fiume Ticino, raggiungo la Cascina Galdina. Questa cascina di origine cinquecentesca, sorge secondo alcuni storici su un insediamento di epoca romana. Di proprietà dei Conti Gola dal 1700, vi era inoltre praticata la macerazione del lino.
Conserva la sua conformazione a corte aperta con due blocchi laterali adibiti ad abitazione. Alla fine del cortile vi è l'originaria abitazione patronale la cui imponente facciata signorilità ne attesta gli antichi lustri. All'interno della Cascina vi è anche l'Oratorio dedicato a san Galdino. Proseguo sempre risalendo il corso del fiume Ticino fino a raggiungere Cascina Bornago.
Sicuramente questa cascina è la più interessante dal punto di vista storico. Mi si racconta che in epoca romana vi fosse una Villa sorta su un precedente insediamento celtico a cui si fa risalire il toponimo. Fu anche un insediamento feudale franco. Nel 912 Bornago risulta come un casale fortificato, quindi molto importante per il controllo del territorio tanto da far nascere diversi contenziosi, anche armati fino al 1300 fra le città di Novara e di Milano. Con lo spostamento più a Est dell'alveo del Ticino, per Bornago iniziò il periodo di decadenza, tanto che nel 1500 venne indicato come una modesta località privata. Fu di proprietà degli Umiliati e poi dei Canonici Lateranensi per le loro attività rurale come la produzione del lino. La Cascina fu ristrutturata nell'Ottocento e poi nel Novecento, modificandone l'aspetto ma senza cancellare l'originario impianto planimetrico a corti chiuse e aperte comprendenti abitazioni, depositi, aree di allevamento e l'Oratorio dedicato a santo Stefano. Quest'ultimo è costituito da un semplice locale adibito a cappella privata di piccole dimensioni, esternamente non facilmente identificabile come cappella. Ma molte sono le cascine storiche che arricchiscono il territorio di Cameri, con anche le loro chiesette che non potrò vedere per scarsità di tempo come Cascina san Biagio con l'omonimo Oratorio di epoca medioevale, oppure la medioevale cascina Bollini, con l'Oratorio dedicato a san Maiolo e Sant'Eustachio, ormai, mi dicono, in grave stato di abbandono. Interessante, sarebbe da vedere Cascina Argine ove fu ritrovato di un importante cimelio funerario, che rende probabile la presenza di un antico insediamento di epoca romana. La storia effettiva del cascinale è databile nel 1347 anno in cui si insediarono i Canonici Lateranensi, presenza documentata fino nel 1743 quando fu venduto ai privati nel 1785. Vi è presente l'Oratorio dedicato alla Beata Vergine della Neve che presenta alcuni affreschi settecenteschi.
Ci andrebbe solo una giornata per vedere questi vecchi insediamenti e cascine, alcuni in stato di abbandono altre invece ancora in attività. Come la ottocentesca Cascina Margattino, ormai del tutto disabitata e che conserva dipinta in un'ancona, una scena devozionale rappresentante Madonna con il cuore trafitto da sette spade, con san Francesco e san Giuseppe. Ancora la settecentesca cascina Montimperiale, su terreni acquistati da Ludovico Sforza tra il 1493 e il 1497 e che conserva l'Oratorio dedicato alla Beata Vergine di Caravaggio, attualmente sconsacrato e risalente presumibilmente al 1700.
In auto mi dirigo verso l'Aeroporto militare di Cameri, in attività dal 1909 come scuola di volo, nel 1930 la scuola cessa la sua attività su disposizione di Italo Balbo che mal tollerava una scuola di volo civile, ma il campo rimane funzionante come officina aeronautica. Durante la seconda guerra mondiale, dopo l'8 settembre 1943, l'aeroporto viene occupato dai tedeschi che cercano di potenziarne la struttura iniziando la costruzione di due nuove piste. L'11 aprile 1945 la Luftwaffe abbandona Cameri distruggendo parte delle infrastrutture. Nel dopoguerra la base aerea ricostruita ospitò diversi reparti, tra i quali la pattuglia acrobatica dei Lanceri Neri, il 53º Stormo Caccia. Oggi l'aeroporto di Cameri è sede del 1º RMV (Reparto Manutenzione Velivoli) che si occupa della manutenzione dei Panavia Tornado e degli Eurofighter Typhoon, oltrechè essere utilizzato come base d'appoggio per il collaudo degli elicotteri Agusta. Ciò mi permette di ricordare un altro camerese, ossia Mario Daverio natovi nel dicembre 1908 e morto a Tobruch, 8 giugno 1941. Costui fu un aviatore militare, un pilota pluridecorato di grande esperienza, appartenente alla specialità bombardamento a tuffo. Daverio partecipò alla seconda guerra mondiale, venendo insignito di tre Medaglie d'argento e una Croce di guerra al valor militare, e della Croce di Ferro di seconda classe tedesca. Certamente Cameri non ha dato solo i natali a giocatori e calciatori ma anche a scrittori come Anna Lavatelli nata nel maggio 1953, specializzata in letteratura per bambini, che tra l'altro nel 2005 ha vinto il Premio Andersen come migliore autrice italiana dell'anno con il libro di racconti Bimbambel. Un altro scrittore camerese è l'avvocato e giornalista Pierluigi Porazzi natovi nel 1966, autore di diversi romanzi. Visto e superato l'ingresso dell'aeroporto militare, in cui ebbi modo di accedervi qualche anno or sono per un evento che ci fu organizzato all'interno e in tale occasione potei ammirare non solo la professionalità dei nostri aviatori ma anche come era organizzata la base militare dell'Aeronautica italiana.
Sono molteplici gli eventi che caratterizzano Cameri, tra i quali la festa patronale con i giochi della tra rioni (Aquila, Cavallo, Pantera e Serpente) e la corsa degli asini istituita nel 1947 con l'assegnazione del Palio al rione vincitore. Il Comune ospita sul territorio diverse realtà produttive, sia aziende multinazionale del settore degli autoveicoli pesanti che chimico-farmaceutica. Vi è anche una sede della Leonardo Divisione Velivoli, nella quale viene costruito il JSF F35, caccia multiruolo. Ma vi sono anche aziende alimentari soprattutto produttrici di gorgonzola. Mentre la mia auto corre verso casa, voglio ancora ricordare Piero Fornara che fu un importante politico ma anche pediatra natovi nel 1897. Costui partecipò attivamente alla vita politica del suo tempo schierandosi dalla parte degli antifascisti novaresi e sostenendo la causa partigiana. Nel giugno 1946 fu eletto, quale candidato del PSIUP, all'Assemblea costituente. Lascando Cameri uno sguardo lo devo rivolgere alla Statua della Madonna Pellegrina posta tra Via Marconi e Via Muggio. Questa statua è collocata su una colonna dal 1948 ed è una delle due statue che fino al 1887 ornavano la facciata della Chiesa Parrocchiale. L'unico rammarico della giornata di oggi è di non aver potuto gustare la Paniscia; un gustosissimo piatto della cucina tradizionale realizzato con ingredienti poveri ma molto nutrienti. Una squisitezza piemontese di cui vado particolarmente ghiotto. Ormai con l'acquolina in bocca sono quasi a casa.