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Il mio Piemonte: Castellazzo Novarese

Venerdì 16 Giugno 2023 10:55
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Castellazzo NovareseStamattina mi avventuro nella verdeggiante campagna novarese per raggiungere il piccolo borgo di Castellazzo Novarese. Questo paese ebbe origine nel periodo medievale, anche se negli anni 50' del secolo scorso, sono stati ritrovati reperti del I secolo d.C. tali da far pensare ad un insediamento di età romana. Il toponimo, è un diminutivo e dispregiativo di castellum, inteso come castello, testimoniata da un'antica fortificazione di cui la massiccia mole del castello è arrivato fino ai giorni nostri.
Castellazzo Novarese ha avuto origine nel periodo medievale ed il nome del luogo pare essere stato era stato Camodeia, nome dei signori del luogo, Da Camodeia. Questa fu una potente famiglia della zona tra il Duecento e il Trecento e che aveva edificato il castello. Il centro abitato si sviluppò attorno alla antica chiesa ormai scomparsa, intitolata a Santa Maria. Sotto il dominio del Comitato di Pombia prima, divenne in seguito un possedimento di numerosi casate: gli Scazzosi di Biandrate, i signori di Asigliano, i Tizzoni, i Caccia di Mandello che acquisirono il feudo nel 1667.
Raggiungo così il borgo, il sole è già alto e i suoi raggi creano particolari giochi di luce specchiandosi nelle risaie allagate che circondano il borgo. Sono molto poche le persone che trovo in giro, d'altra parte gli abitanti sono poche centinaia ed è un giorno feriale. Il castello si erge monumentale al centro del paese, quasi da fare ombra alle poche case del borgo. Parcheggiata l'auto nei pressi del Municipio, un lungo e bell'edificio che ospita il locale ufficio postale e sulla cui facciata una lapide ricorda i militari caduti nelle guerre mondiali.
Il palazzo municipale costeggia la strada principale, la SP 14; mi avvicino al castello per meglio ammirarlo. Oggi il castello si presenta come un vasto imponente complesso di edifici di epoche diverse, dal secolo XV al XVII ed oltre. Furono i Caccia da Mandello, che lo ristrutturarono profondamente, innalzandovi una rocca e ponendo il proprio stemma nobiliare affrescato al centro della facciata verso la strada. La rocca dei Caccia conserva un poderoso muraglione trecentesco, coronato da eleganti merlature e da fregi in cotto. È ben visibile il fossato che cingeva in ogni lato il castello e sono ben visibile i bolzoni di un ponte levatoio pedonale e quello carraio.
Sia la pusterla che la porta carraia sono oggi entrambi murati. La rocca dei Caccia, è una salda struttura quadrilatera, coronata da merlature con camminamenti e caditoie, il tutto munito di torri. Noto anche la presenza, appena sotto le caditoie sette grandi aperture circolari poste su due lati attraverso le quali forse era possibile sparare sugli eventuali assalitori con le bombarde. Sono altresì presente tra i merli e le caditoie una serie di piccoli fori circolari probabilmente destinati agli archibugi. Vi sono nella parte trecentesca del maniero gentili finestre con decorazioni in cotto.
Annessi al castello, verso est, sorgono altri edifici di età rinascimentale e barocca, tra i quali la chiesa privata, ma che non riesco a vedere. Vi è tra questi edifici un palazzo quattrocentesco denominato "Vescovado",che nel Seicento fu trasformato in una aristocratica residenza di campagna. Terminato il suo scopo difensivo, il castello fu trasformato e dotato di diverse comodità soprattutto in epoca rinascimentale e barocca. Dopo il secondo conflitto mondiale, parte del complesso venne abitato dagli operai e dalle mondine impegnati nel lavoro dei campi e i suoi saloni furono utilizzati come luogo ritrovo della popolazione, mentre altri locali del castello furono sede di attività artigianali fino agli '80 del XX secolo.
Faccio due passi, sempre sulla strada principale, che prende il nome di via Roma, fino ad trovare, dentro ad una proprietà privata un antica ghiacciaia. Questo edificio consiste in una costruzione circolare in mattoni con tetto in tegole sormontato da una croce in ferro. Torno sui miei passi, supero l'edificio comunale che nel periodo fascista, dal 1928 al 1948, fu comune unico con il vicino paese di Casaleggio e raggiungo la chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Maria Nascente.
Questa è una costruzione del 1904 e fu edificata dopo la demolizione, avvenuta nel 1902, dell'antica pieve romanica di Santa Maria in Comodeia, già menzionata nel lontano 962. La chiesa è anticipata da una bella ampia piazza che funge da sagrato. L'edificio ha le fattezze moderne dopi il suo rifacimento negli anni 60 del secolo scorso. La facciata con tetto a salienti nella sua modernità di mattoni in paramano e marmi non mi piace ma l'importante e che piaccia ai castellazzesi. Ebbi modo di vedere una fotografia ancora in bianco e nero e il prospetto era in mattoni a vista.
L'edificio ha un prospetto molto elevato ed una fascia centrale bianca che parte dal portone e arriva al culmine del tetto. Questa fascia bianca è nella parte inferiore in marmo scolpito con figure umane in altorilievi, mentre la parte alta della fascia è intonacata e sotto il culmine del tetto vi è un rosone. Mentre i fianchi laterali dell'edificio sono in mattoni a vista. Annesso alla parrocchiale vi è il campanile a pianta quadrata, la cui cella presenta una bifora per lato, mentre la guglia è a base ottagonale. Per andare a vedere i ruderi dell'antica pieve romanica di Santa Maria in Camoieda devo riprendere l'auto. L'antica chiesa assunse nel XII secolo un ruolo dominante per gli abitanti della zona, infatti il borgo antico era stato costruito intorno ad essa.
Nella seconda metà del XIV secolo l'importanza della chiesa iniziò a declinare perché la popolazione le preferì spostarsi vicino Castello, più sicuro e meglio difeso. In fondo alla strada denominata appunto via Chiesa Vecchia mi si è raccontato che sono visibili i resti di quella che era l'antica pieve di Camodeia. La chiesa fu chiusa al pubblico culto nel Novembre 1898 e fu abbattuta alcuni anni più tardi e i materiali recuperati per essere impiegati nel cantiere del nuovo edificio religioso. Ora, solo alcuni ruderi rimangono a testimonianza della antica pieve.
Lascio questo borgo, immerso nella verdeggiante campagna e continuo il mio girovagare per il Piemonte.