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Pillole di storia: Il proibizionismo negli USA dal 1920 al 1933

Venerdì 01 Marzo 2024 10:12
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ProibizionismoLe società di temperanza, così erano chiamate furono in continua crescita nel XIX secolo, e l'organizzazione Anti-Saloon League era la più diffusa. Queste affermavano che il consumo di alcol stava danneggiando la società americana, distruggendo le famiglie e generando corruzione. Questa organizzazione rigorista di matrice religiosa guidata non solo da pastori protestanti ma anche da varie personalità politiche, svilupparono ed invocarono la sobrietà e la proibizione nei costumi, che non si limitava a chiedere un uso moderato delle bevande alcoliche bensì ne esigevano il totale divieto in tutti gli Stati Uniti.
Durante la Prima Guerra Mondiale, Gli U.S.A. entrarono in conflitto nel 1917, Thomas Woodrow Wilson, 28° presidente degli Stati Uniti bloccò temporaneamente la produzione di alcol, con l'obiettivo di risparmiare frumento per l'azione di guerra.
Con la fine della guerra la produzione e il consumo di alcol riprese. Motivi religiosi e morali, alimentarono la volontà di limitare il consumo di alcolici e i movimenti contro l'alcolismo, ne approfittarono per spingere il governo a far diventare il proibizionismo una legge permanente. Nel gennaio 1919, l'emendamento fu ratificato come parte della costituzione e il divieto diventò operativo negli Stati Uniti nel gennaio 1920 con il 18° emendamento della Costituzione americana. La produzione e la vendita di alcolici, da quel momento, divenne illegale. A risentire soprattutto di questo divieto furono le classi più povere e tra questi gli immigrati. Grandi bevitori erano gli Irlandesi e i Tedeschi, i primi in maggioranza di religione cattolica e i secondi appena sconfitti nella guerra furono anche per questo oggetto di intolleranze, discriminazione e xenofobia. Ricordo personaggi come John D. Rockefeller, Henry Ford ed Henry Joy che aderirono all'Anti-Saloon League finanziandola.
Durante il Congresso dalla Anti-Saloon League nel 1914, diffuse queste statistiche: "I liquori sono responsabili del 25% della miseria, del 37% del depauperamento, del 45,8% della nascita di bambini deformi, del 25% delle malattie mentali, del 19,5% dei divorzi e del 50% dei crimini commessi nel nostro Paese". Il Senatore Andrew Volsted il 17 gennaio del 1919, all'indomani dell'entrata in vigore della legge da lui stesso promossa affermava: "I quartieri umili presto apparterranno al passato. Le prigioni e i riformatori resteranno vuoti. Tutti gli uomini cammineranno di nuovo eretti, tutte le donne sorrideranno e tutti i bambini rideranno. Le porte dell'inferno si sono chiuse per sempre".
Queste organizzazioni, spesso sette religiose molto tradizionalisti, molto conservatori molto puritane, ottennero sempre maggiore potere politico sia nelle assemblee statali ma soprattutto nei congressi degli Stati Uniti e in tutti i partiti politici. A trovare appoggio a queste organizzazioni furono i grossi problemi familiari e gli abusi che subivano le donne magari dai mariti ubriaconi tra le mura domestiche. Ciò aveva favorito ad instaurare la percezione che l'uso di alcol come fattore scatenante di violenze. Vi era anche la percezione, soprattutto tra i "capitani d'industria" che portasse anche a carenze sul lavoro e favorisse l'assenteismo. L'abuso portava la tendenza a spendere i propri soldi guadagnati, lasciando la famiglia alla fame e ciò era assolutamente malvisto nella società americana emergente, dedicata a far crescere l'industria, il sistema produttivo della rivoluzione industriale e la conseguente catena di montaggio del consumismo della produzione di massa della di quegli "anni ruggenti" come fu poi definito quel periodo. L'alcolismo era quindi una cosa che andava a colpire il sistema Stato e il crescente benessere sociale. Ovviamente la sera prima dell'ingresso del divieto di produrre, commercializzare, vendere ed importare alcol, ovvero il 15 gennaio del 1920, i negozi di alimentari e di alcolici furono presi d'assalto.
Le persone volevano fare incetta delle ultime bottiglie, soprattutto i bevitori che volevano avere una piccola scorta. Da quella data comincia ufficialmente l'epoca del proibizionismo. Anche se inizialmente gli arresti per stato di ebrezza stavano subendo un calo, la polizia si trovò in difficoltà dato che aumentò il contrabbando di alcol. Nacque in quel periodo il mito di Cuba come isola felice, in quanto gran parte degli americani benestanti e che se lo potevano permettere, potevano di fare un giro a L'Havana. Dove si poteva bere alcol, fumare, giocare denaro nei casinò, nei bordelli. I rum cubani di quel tempo diventarono i più popolari del nuovo mondo, e con essi i cocktails storici creati nei bar de L'Havana. Un piccolo aneddoto chiarisce quanto questa legge fosse ben vista anche dalla malavita e dalla mafia locale per le prospettive di guadagno: nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 1920, poco dopo la mezzanotte, a Chicago una banda armata assaltò un treno e s'impossesso di un carico di whisky del valore di 100.000 dollari, dando così il via ufficiale al traffico degli alcoolici. Le prime conseguenze di un regime di proibizione furono comparsa del mercato nero e il suo aumento esponenziale di prezzo.
Alla luce di tutto questo, il proibizionismo è indissolubilmente legato alla nascita del "Gangsterismo", la cui figura di spicco fu senza dubbio Al Capone. La sua fortuna infatti, come quella di molti altri criminali di quegli anni, fu raggiunta tramite il commercio di alcool nel mercato nero.
Al Capone si riforniva di alcool principalmente dal Messico e dal Canada, nonché da distillatori clandestini di Chicago. Rivendeva poi queste bottiglie agli speakeasy ovvero locali in cui gli alcoolici venivano venduti al pubblico illegalmente, che letteralmente significava: "parlar piano, con tranquillità, senza tensione". Il prezzo ad esempio del whisky canadese nel mercato nero americano era di dieci volte il prezzo di acquisto in Canada, dove era ancora legale. Stessa cosa accadeva per il rum, portato al confine delle acque territoriali dai contrabbandieri e consegnato ai rumrunners per distribuirlo sul suolo americano. Le industrie americane di alcol, compreso di birra, fallirono e milioni di dollari finirono nelle mani dei contrabbandieri, anziché all'industria, creando nuova disoccupazione. Al Capone e l'irlandese George "Bugs" Moran si contendevano il controllo del mercato degli alcolici a Chicago, perché chi possedeva molti bar clandestini traeva maggiori profitti dal proibizionismo e la criminalità organizzata si contendeva il mercato. Tra Al Capone e Moran, gli scontri furono molto violenti per il controllo del contrabbando, ma tra il 1927 e il 1930, le gang commisero centinaia di omicidi i tutta la nazione, ma il più famoso fu il Massacro di San Valentino a Chicago, nel 1929.
La strage di San Valentino fu il massacro della banda del gangster George Bugs Moran compiuto dagli uomini di Al Capone del 14 febbraio 1929. In totale furono assassinate sette persone e con questa operazione la mafia italo-americana prese il totale controllo. L'episodio resta uno dei più cruenti regolamenti di conti della storia nella malavita americana. Gli uomini di Al Capone, travestiti da poliziotti, uccisero alcuni membri del clan Moran a colpi di mitragliatrice, dopo averli messi al muro. Gli omicidi non furono mai stati ufficialmente imputati ad Al Capone. Non c'erano sufficienti agenti proibizionisti per contrastare i gangster e i contrabbandieri e molti di questi erano facili da corrompere come molti funzionari pubblici. Inoltre i poliziotti corrotti erano anche utilizzati dalle stesse bande di criminali a sgominare le gang avversarie.
Occorre considerare che vi era anche molta omertà dato che il proibizionismo era visto come un problema condiviso, in quanto molte persone provenienti da diversi ranghi della società si riunivano negli speakeasy. Al Capone, all'anagrafe Alphonse Gabriel Capone, detto Scarface, alla fine, fu arrestato da un agente proibizionista chiamato Eliot Ness, per la violazione della legge sul proibizionismo ed evasione fiscale. Nel 1929 il Congresso votò un ampliamento alla legge sul Proibizionismo, credendo che la stessa non avesse funzionato per quasi un decennio a causa della sua poca incisività . Fu così approvata anche una norma che prevedeva pene detentive anche per chi fosse sorpreso a consumare alcool. La teoria era la solita: "se arrestiamo chi beve, limitiamo i clienti ed il traffico".
Inutile dire che tutte queste ulteriori restrizioni non servirono assolutamente a nulla e il consumo di alcol continuò impassibile. In realtà, a distanza di anni, il proibizionismo mostrò effetti opposti a quelli voluti con il varo della legge. Si ebbero manifestazioni di piazza contro questo proibizionismo. Anche gli stessi industriali "sostenitori" dell'Anti-Saloon League, cambiarono ben presto idea. Lo stesso Governo degli Stati Uniti, non ricevendo più proventi dalla tassa sull'importazione e di produzione di alcool, cominciò ad aumentare la pressione fiscale sulle grandi aziende e pertanto colpendo i grandi patrimoni e questo ovviamente agli industriali non piaceva. Occorre considerare che se gli intenti di questa legge sul proibizionismo erano quelli di far uscire le persone dalla povertà rendendole più sobrie e produttive, ma in realtà fu un fallimento. Infatti le persone continuavano ad essere ubriache e in più erano più povere di prima perché l'alcol costava cento volte tanto rispetto a prima del proibizionismo.
Inoltre, talvolta l'alcol del mercato nero era talmente di scarsa qualità, talvolta per il prezzo, che spesso i bevitori si ammalavano con maggiore facilità. Il proibizionismo finisce ufficialmente il 5 dicembre del 1933 con la cancellazione del 18° emendamento con l'entrata in vigore del 21° emendamento della Costituzione che ratificava il Blaine Act. Questa legge firmata il 17 febbraio 1933 ripristinava la legalità della vendita, il consumo, il trasporto ecc dei prodotti alcolici e ne regolamentava la tassazione. Tra l'altro questa questa nuova legge sull'alcol, con le sue entrate,aiutò lo Stato che stava affrontando la grande depressione del 1929. Tra l'altro nelle nuove aziende trovarono occupazione circa un milione di persone che avevano perso tutto con i crollo della borsa. Ovviamente questa legge smantellò in un attimo tutto il mercato nero e le bande criminali nate con il proibizionismo.