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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (III parte)

Martedì 23 Agosto 2011 16:20
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paradisoIl Duomo sorge sopra una alta e ripida scalinata di 62 gradoni con la quale più volte con i miei amici ed accompagnatori ci siamo soffermati a fotografarci a vicenda. Si accede al complesso architettonico attraverso l'atrio di ispirazione moresca e l'occhio non può che sporgersi a guardare la sottostante piazza e il suo piacevole passeggio, con le voci e i rumori caratteristici che appaiono dall'alto della scalinata una piacevole cantilena. Varchiamo l'accesso della basilica attraverso un immenso portale in bronzo dell'XI secolo, riccamente inciso e decorato, proveniente da Costantinopoli e voluto da una importante e nobile famiglia che ne fece dono alla città.
La Chiesa fu costruita in una posizione strategica sia dal punto di vista della centralità dell'abitato sia da quello della difendibilità, essendo questa realizzata su di un pianoro rialzato di circa 20 metri sul livello del mare.
Della primitiva cattedrale paleocristiana oggi restano soltanto le colonne e i capitelli classici, già recuperati da edifici romani della zona o trasportati via mare da altre località partenopee o da più lontano ancora.
La visita al Duomo e alle cappelle laterali mi trasmette da sempre serenità e credo che ciò avvenga per tutti i suoi visitatori, anche a chi, "allergico alle candele", con ritrosia accetta di accompagnarmi.
Nel IX secolo la chiesa paleocristiana fu completamente trasformata in un edificio romanico su più navate. Tuttora nell'ambito del complesso si conservano transenne, balaustre e portali di marmo lavorati a rilievo con elementi artistici bizantini ricchi di intrecci marinareschi di funi scolpite ma è presente anche una notevole influenza longobarda con i classici motivi floreali e figure animalesche antropomorfe.
Un anziano amalfitano, incontrato in una delle innumerevole volte che ho visitato il duomo, mi raccontò che la cattedrale fu dedicata in principio alla Vergine Assunta, patrona della città; ebbe anche come patroni sottotutelari i Ss. Cosma e Damiano e Andrea Apostolo. La cattedrale allora dedicata a S. Maria ospitò per breve tempo le spoglie di S. Trofimena, la più antica protettrice di tutti gli Amalfitani, nonché patrona della città di Minori.
Il duca di Amalfi Mansone I nel 987 ottenne dal pontefice Giovanni XV l'elevazione a sede arcivescovile e metropolitana della diocesi amalfitana e a seguito di questo riconoscimento, il duca e la popolazione vollero edificare una nuova cattedrale a tre navate, accanto a quella vecchia dell'Assunta e considerato che S. Andrea Apostolo era da tempo il protettore dell'intera diocesi, la nuova chiesa gli fu dedicata.
Con la costruzione della nuova cattedrale mansonea, la vecchia basilica dell'Assunta cominciò a perdere gradualmente importanza fino a divenire, già nel 1176, una semplice navata (Nave dei Ss. Cosma e Damiano) con diversi interventi strutturali.
Durante il XIV secolo la cattedrale fu abbellita di due pinnacoli gotici e di un mosaico sulla facciata, raffigurante S. Andrea Apostolo, ma la grande trasformazione dell'intero complesso avvenne in Età Moderna con diversi rimaneggiamenti e solo con successivi restauri la cattedrale riprese un' aspetto medioevale.
Dal 1180 davanti al suo ingresso si cominciò ad elevare il campanile, completato nel 1276, facendovi aggiungere la cella campanaria, la quale mostra archi intrecciati composti da maioliche bicrome. I due piani sottostanti, che presentano bifore e trifore, furono realizzati verso il 1190 e nella cuspide sono ancora leggibili le influenze orientali tipiche dei minareti.

Potrei sostare molto tempo nel duomo, ma la cosa che mi attrae da sempre è la cripta alla quale si accede dalla navata destra. Sempre lo stesso anziano personaggio mi raccontò che fu scavata nel 1250 circa, per custodire i resti di S. Andrea (apostolo) portato da Costantinopoli ad Amalfi nel XIII secolo. La stessa cripta contiene statue in marmo di San Lorenzo e Santo Stefano di Pietro Bernini e l'altare dove riposano le spoglie di Sant'Andrea e di Domenico Fontana. Mi piace molto soffermarmi nella cripta visto che lo trovo uno dei posti di belli per meditare e pregare. Qui vi ho trascinato quasi per forza tutte le persone che con me sono state ad Amalfi.
Una visita obbligata e' sicuramente il chiostro. Non casualmente chiamato del paradiso, dove venivano sepolti i cittadini più illustri. Qui si tocca e si vede l'influenza araba, evidente nelle sottili colonne bianche, negli acutissimi e slanciati archi e nel giardino curato con fiori e piante mediterranee. Alle pareti si possono notare diversi reperti archeologici, che vanno dai frammenti del primo duomo di Amalfi a sarcofaghi romani. Da non perdere è anche il museo del duomo con i suoi preziosi arredi sacri e le antiche portantine per il Vescovo.
Nello scrivere questo parte del post mi vengono alla mente dei flash di visione di ciò che ho ammirato, ma anche degli sguardi ammaliati di Stefano, quelli un po' stanchi di Alessandro e del conte, delle domande postemi da Guido e quelle interessate di Igor.
Non puoi dire di aver visitato Amalfi se non hai visto il Duomo, il suo chiostro e onorato della visita la cripta di Sant'Andrea. Ora scendiamo lentamente la scalinata, facendoci baciare dal caldo sole partenopeo per entrare nel cuore della città, piccolo scrigno italiano.



Fine III parte.