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La crisi economica vista dall'italiano medio

Mercoledì 07 Settembre 2011 20:44
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Crisi EconomicaL'opportunismo ormai pare esser divenuto una virtù, in queste settimane ove tra la concitazione di una crisi economica che inizia a farsi sentire nelle tasche degli italiani, le dichiarazioni di politicanti che ormai si perdono nelle più torve miniere dell'assoluto interesse personale e il gioco al "dividi et impera" tra politica e sindacati, pare ormai che nulla sia cambiato o quantomeno non ci si voglia render conto, come se tutto ciò non potesse accadere a noi ma ad altri.
Continuiamo a guardare comodamente, come fosse una telenovela, le immagini televisive di Grecia, Spagna, Francia ove "indignados" ed altri contestano manovre economiche che pesano solo sul lavoratore dipendente e sui pensionati. Gli studenti temono di vedere il loro futuro sempre più precario, sia di nome che di fatto.
Nemmeno le bollette da pagare di luce, acqua, gas, rifiuti, nemmeno mutui, bolli auto, telefoni ecc... che con cadenza giornaliera il postino continua a portarci, sembrano scalfire il qualunquismo imperante nella gran parte di noi.
Partiti e politici continuano a dirci che la crisi è globale, che tutti devono fare sacrifici, che occorre salvaguardare lo stato sociale, che bisogna tagliare sugli sprechi della politica; ma poi nei fatti, dopo estenuanti e inutili tribune politiche, a pagare sono sempre i soliti noti.
Lanciamo settimanalmente referendum abrogativi che di fatto non abrogano nulla, mostriamo il pugno chiuso ogniqualvolta qualcuno lancia un nuovo balzello, ma alla fine paghiamo.
Abbiamo fatto soffocare la splendida manifestazione studentesca di qualche mese fa tra le risate e i mugugni, abbiamo deriso i metalmeccanici che scesi in piazza rivendicavano i loro diritti, stiamo perdendo tutti i diritti acquisiti con fatica dalle masse di lavoratori nel nome della new economy e della flessibilità del lavoro.
Abbiamo cominciato 20 anni fa rinunciando alla "scala mobile" che adeguava in automatico gli stipendi al costo della vita reale, abbiamo perso gli aumenti salariali contrattuali rinunciando a combattere per mantenimento di un giusto tenore di vita, abbiamo livellato le pensioni verso il basso e alzato il livello di età di pensionamento, ben fotografati nella canzone Yuppies di Luca Barbarossa.
Abbiamo massacrato il pubblico dipendente come uno sterile produttore di carta e problemi rappresentandolo come il prodotto delle "raccomandazioni", abbiamo ipotecato il futuro nei nostri figli permettendo alle banche di pagare i propri debiti da malagestione con il pubblico denaro, abbiamo costruito con i soldi di chi paga sempre le tasse degli splendidi centri benessere per chi le tasse non le paga o non le paga come dovrebbe.
Forse noi italiani stiamo ancora troppo bene, la pastasciutta nel piatto la troviamo tutti i giorni, riusciamo a mascherare un finto benessere sociale comprando prodotti cinesi, mettiamo in mostra i nostri videofonini mostrando le foto di dove si sono passate le ferie, ci incavoliamo perché i giocatori di calcio fanno sciopero e ci tolgono una giornata di svago e una settimana di discussioni sull'arbitraggio.
Ci divertiamo quando noti personaggi politici e non frequentano minorenni o quando si fanno trasportare dalla filantropia e donano a queste povere/i lavoratori del sesso cospicui patrimoni, se non addirittura gli si offre casa e lavoro in un parlamento qualunque.
Proprio strano questo paese e questi italiani, che accorrono alla messa domenicale o fanno un mesto pellegrinaggio nella terra santa a ritrovare Cristo, quando il povero cristo sta allungando la mano per chiedere l'elemosina proprio sotto casa.
Proprio strani questi italiani che chiedono meno sprechi alla politica e pagano migliaia di euro (una media di 13 mila euro al mese) a migliaia di Consiglieri regionali,senza parlare dei parlamentari e dei loro benefit e poi si vogliono abrogare i Comuni con meno di 1000 abitanti ed abolire le Province, non certo nel nome della razionalizzazione ma solo nel nome di risparmi.
Di certo non risparmierà il cittadino che per far valere le sue ragioni dovrà correre nel capoluogo di regione anziché in quello di provincia...
Quanta ipocrisia esiste in quei partiti politici di ogni schieramento che chiedono tagli alla politica, ma sempre altrui; quanta ipocrisia esiste in quei Presidenti, Assessori e Consiglieri di Provincia, appartenenti ai partiti, che ne chiedono l'abolizione e non si dimettono dalle loro cariche nel nome del rispetto dell'elettore.
È ancora troppo presto per dire basta, siamo ancora nella fascia dell'incredulità, dell'intanto tutto si sistema, dell'intanto non tocca a me.
Tutto durerà fintanto che i genitori potranno pagare le spese ai figli disoccupati e la scuola ai nipoti con i risparmi messi da parte con tante privazioni. Forse finito ciò, quando la banca ti pignorerà la casa perché non paghi il mutuo, quando non potrai cambiare l'auto ogni due, tre anni, quando non potrai concederti più il videofonino nuovo perché nessuna finanziaria ti concederà più un prestito, ecco, solo allora ci renderemo conto che esiste la crisi economica, che i poveri sono sempre più poveri, che la media borghesia non esiste più e che i ricchi saranno sempre più ricchi.
Per ora con l'ipocrisia dell'inevitabile, l'opportunismo del qualunquista e la sufficienza di chi la sa più lunga, continuiamo a guardare il teatrino dei politicanti che giocano ogni giorno con il nostro futuro.