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L'Autogrill... e l'acquisto che non ti serve

Venerdì 09 Settembre 2011 20:46
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autogrill"SI Viaggiare" Si viaggiare cantava Lucio Battisti. Come la maggioranza degli italiani, anche io passo molte ore della giornata seduto sul sedile della mia auto, e quando entro in autostrada uno dei cartelli più attesi è quello che indica la stazione di rifornimento del carburante.
Spesso, incolonnati in autostrada per raggiungere posti di villeggiatura o rientrare in ufficio, la nostra tappa intermedia è sempre l'aria di servizio. Qui incontri il mondo che viaggia, quello con il bagagliaio stipato di ogni cosa, quello che viaggia comodamente su lussuosi SUV, quello della coda prenotata delle gite turistiche sui pullman. Ma anche quello dei camperisti, che utilizzano l'assolato piazzale scambiandolo per il dehors di lussureggianti e fresche pinete, e dei camionisti che ormai sanno trasformare quella obbligata fermata in un campeggio attrezzato.
Cosa dire dei bambini che scorrazzano tra le auto che arrivano e partono, di quelli che "ti piscio il cane" con aria stralunata, che si fanno trascinare dalla povera bestiola che si è dovuta fare un viaggio magari contro la propria volontà ed ha messo a dura prova i propri reni per ore ed ora cerca un posto tranquillo ove scaricare tensione e vescica urinaria, ma che non trova in quel calvario di viandanti dagli occhi lucidi, che nell'autogrill hanno visto il miraggio del ristoro e riposo.
Sul piazzale trovi questo tipo di popolazione: chi si fuma una sigaretta, chi porta il cane a far i propri bisogni, chi pulisce l'abitacolo della propria vettura dalla immondizia prodotta dal viaggio, chi fa sgranchire le gambe ai bambini e ai nonni, davanti ai camionisti che guardano stanchi il quotidiano e ripetitivo film scorrere.
Un altra tappa sono le toilette, trafficate quelle delle donne, coda perenne con l'amica del cuore che la accompagna (non ho mai capito a far cosa), quella degli uomini che più spavaldamente si mette in coda davanti all'orinatoio e, con fare non curante, scaricano la propria tensione, ma vi sono i più pudici, che anche solo per far del liquido si chiudono nel "gabbiotto", forse per paura che qualcuno con occhio lungo li osservi e derida.
La cosa più divertente sono le scritte e i numeri telefonici che le vecchie squallide "battone", ora escort, scrivono con pennarelli indelebili alla ricerca di nuovi clienti.
La richiesta di sosta all'area di servizio è quasi sempre richiesta dalla tua compagna di viaggio, se hai dei bambini sono loro che la pretendono e tu utilizzi come pretesto il pieno di carburante o lo sgranchirsi le gambe.
L'autogrill nasce come luogo per soddisfare i bisogni primari è diventato rapidamente luogo ove scovare piaceri ed accessori. Superati i tornelli fai la coda per raggiungere la cassiera che rapidamente batte lo scontrino quasi senza guardarti in faccia.
File lunghissime per un caffè, spesso indispensabile, spesso ci aggiungi brioches o quei dolci che trovi solo negli autogrill.
Scaffali stracolmi di ogni "ben di dio", tranci di pizza, panini dai nome esotici che vengono ingurgitati ad ogni ora del giorno e della notte. Ogni qualvolta che ti fermi in autogrill esci con un acquisto che non ti serviva o comunque non indispensabile, ma sei attratto dalla pasta multicolore, dai salumi pepati, prosciutti ed affettati, dalle mille tipologie di vino e sottaceti e sott'olio. Dagli immancabili snack da viaggio, e poi ancora per magliette, t-shirt, felpe, cioccolata di ogni tipo e gusto, dentifrici, spazzolini, deodoranti, profilattici e filo interdentale, cd musicali e film su DVD a prezzi stracciati. Ma ancora libri, riviste e i giochi per i bambini di ogni età, che costringono il genitore a comprare per tacitare le urla isteriche e i pianti di chi con capriccio vuole ad ogni costo. E se i bambini vogliono il loro Gormiti o la loro Hello Kitty, anche noi bambinoni cresciuti, ci soffermiamo vanitosi a guardare ogni cosa fantasiosa che stimoli i nostri sensi.
Nulla come gli autogrill ti presenta la stagione a venire o la prossima festività, vero agorà del consumismo mordi e fuggi, e allora si alternano in rapida successione panettoni, pandori e Babbi Natale di peluche e di cioccolata a Befane di stoffa o a cavallo di una scopa con carbone dolce e caramelle. Subito dopo mascherine, trombette, coriandoli e giochi scherzosi e poi gli intramontabili cuscini rossi a forma di cuore per un San Valentino struggente d'amore, profumato e comodo E ancora la festa del papa con inutili cravatte e scatole contenenti frasi struggenti, "al miglior papa del mondo" o altre ipocrisie simili; seguono uova e colombe, pulcini di stoffa e agnelli di cioccolato per una pasqua inneggiante un consumismo disperato. E poi la festa della mamma, la scuola che finisce e vai con secchielli, palette, armi di plastica spara acqua, e attrezzi per il campeggio per riprendere poi con il Natale.
Tempo medio di permanenza all'autogrill 20 minuti, spesa media di ogni avventore 10 /15 euro. Una manna che cade su tutto l'anno sui lungimiranti inventori e proprietari di queste catene di gusti alimentari e piacevoli balocchi.
Fai anche incredibili conoscenze che durano il tempo di una sosta, fugaci innamoramenti come racconta nella sua canzone Francesco Guccini "Autogrill", acquisti che solo al momento sembrano indispensabili. Entri nell'autogrill e diventi il fanciullino di G. Pascoli memoria "È dentro noi un fanciullino che non solo ha brividi [...] ma lagrime ancora e tripudi suoi. Una voce nascosta nel profondo di ciascun uomo, che si pone in contatto con il mondo attraverso l'immaginazione e la sensibilità. In tal modo, scopre aspetti nuovi e misteriosi, che "sfuggono ai nostri sensi e alla nostra ragione", ma non all'esperto di marketing che per mano inconsapevolmente ti accompagna alla ricerca di un qualcosa che non sai ancora ti aiuterà a svuotare il portafoglio.