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Fedeltà e cortigianeria

Lunedì 11 Gennaio 2010 13:41
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“L’uomo di corte è senza ombra di dubbio il prodotto più bizzarro di cui dispone la specie umana”, scriveva ancora con la penna d’oca il barone Paul H.D.d’Holbach, ma anche oggi, benché siamo ormai internauti la cortigianeria è più che mai di moda. Ieri come oggi la cortigianeria di Holbach viene anche definita con altri termini, come ciambellani o dignitari, magari oggi li chiamiamo consiglieri particolari, o i più moderni anche preparatori atletici, il “popolino” continua comunque a chiamarli (uso quelli più gentili), ciarlatani, ruffiani, servi, menestrelli.
E sempre ieri come oggi, sono i salotti che governano, che siano quelli di casa o quelli privè di un congresso e il mondo del volontariato non è immune. Le atmosfere sono le stesse, il profumo di potere che emanano sono sempre uguali, cartelle di documenti vengono portate da valenti collaboratori, portaborse anche volontari, tenuti al silenzio, ma parte integrante della corte.
Benché le associazioni di volontari non hanno bisogno di tali personaggi, dobbiamo essere onesti con noi stessi, tali “figuri”sempre ci sono stati e sempre ci saranno. Ci sono nelle piccole associazioni come in tutte le grandi organizzazioni volontaristiche e le stesse lo sono con in altre stanze del potere.
Cosa fare?, come cambiare ? sono domande che avranno risposta forse nei prossimi mesi.
Oggi la cortigianeria, uso questo termine gentile, ha la faccia di “giano”, da un lato cerca di mantenere il rapporto con il potere, modificando il suo modo di essere di e fare, proprio come il camaleonte cambia la pelle, d’altro cerca di mettersi in evidenza come il pavone lo fa per corteggiare la sua bella, non avendo remora alcuna a vendere il suo amico più caro.
Questi personaggi che certamente, ognuno di voi conosce, ed individua tra le sue persone conosciute, il barone Paul H.D.d’Holbach, nel deprecarli con il suo più sferzante sarcasmo, già ai tempi del Re sole li definiva, “animali anfibi” dotati di tante anime, ora insolenti e ora vili, avidi e vergognosamente codardi, arroganti e corretti, ma sempre solo in funzione del Monarca che li ripaga con la sua benevolenza” e ancora: “uomini generosi che pur di garantire il buon umore del sovrano, si votano alla noia, si sacrificano per i suoi capricci, immolano in suo nome onore, onestà, amor proprio, pudore e rimorsi”.
Per quanto impossibile, occorre capire come tanti novelli epigoni moderni si atteggiano per dimostrare la propria superiorità.
Anche qui potremmo fare un analisi, sebbene distorta per semplicità, direi vicino alla realtà.
Troppo spesso, quando incontro vertici di associazioni e sinceramente non solo quelli, ma anche singoli volontari, lo sport più seguito e quello di cercare spazio tra i cortigiani della corte del potente di turno,o peggio dimostrare che si è “amici o conoscenti stretti” del politico al potere di turno o della sua famiglia.
Maestri di Palazzo della seconda Repubblica, tenterei di definirli, ma cosi va il mondo!
Personaggi che non hanno il timore di essere delatori più o meno conosciuti, spesso cortigiani spesso utilizzano il gossip per crearsi uno spazio.
“La nobile arte del cortigiano, l’oggetto essenziale della sua cura, consiste nel tenersi informato sulle passioni e i vizi del padrone, per esserne in grado di sfruttarne il punto debole: a questo punto sarà certo di tenere la chiave del suo cuore”.
Andando molte volte ben al di là del gossip, che pur nasce e si configura come elemento tipico anche delle corti.
La riemersione dei cortigiani è perfino prevedibile, e il descriverli ribaltandone le virtù una tentazione irresistibile, ma lascio ad ognuno di voi la ricerca della strategia migliore.
Spesso i network sono il miglior strumento di incoraggiamento all’adattabilità e all’ adulazione, a farsi malleabili come la cera, al culto vero e proprio del sovrano, oppure alla delazione strisciante. Sono i tempi che cambiano e con essi i mezzi ma non i modi.
Il mondo del volontariato, bello, gioioso, arcobaleno di stimoli e di idee potrebbe trovarsi soffocato da questi personaggi, se non si ha la capacità di confronto costante, di fare management costruttivo, di isolare tali personaggi e soprattutto di avere capacità progettuale propria.
Un suggerimento che faccio a tutti quanti è quello di guardarsi intorno, non operare con il paraocchi (come ho fatto io in passato) e di pensare sempre positivo, guardando oltre il proprio naso.