Messaggio

La vita così mi ha scelto...

Venerdì 16 Settembre 2011 20:57
Stampa
elfo kenderLa giornata si presenta cupa e grigia fin dal primo momento che metto i piedi per terra alla ricerca delle pantofole, con il tempo e le idee che sembrano confrontarsi in un turbine di instabilità.
In pochi istanti il cervello crea immagini e pensieri tanto fantasiosi quanto mostruosi. Sarà stata la chat di ieri con Francesca, il post di Roberto e i problemi famigliari o le discussioni con Massimo, non lo so, ma tutto appare instabile e altresì indefinibile.
I passi e i movimenti verso le mattutine e quotidiane attività propedeutiche alla giornata di lavoro sono più lenti, pare che tutto giri stranamente meno veloce stamattina. La consuetudine mi porta ad agire meccanicamente con azioni che svolgo quasi inconsapevolmente da oltre 40 anni.
Ma la testa non è li, o quantomeno anche se è fisicamente attaccata al corpo essa viaggia tra mille pensieri e gli occhi non vedono il volto scompigliato di chi si è appena alzato da un sonno ristoratore.
Mi sento come il vecchio Elfo Kender che prova a contare le rughe sul proprio viso ritenendole attraenti quasi a giustificare gli anni che passano.
Le dita cercano di aiutare gli occhi ancora socchiusi ad aprirsi strofinandosi sopra, davanti allo specchio che ha visto riflettere il mio volto chissà quante volte. Oggi gli occhi sono violentati da flash che mi appaiono confusamente, come fotografie della vita trascorsa, come volermi invitare a riconoscere nel mio passato gli errori commessi quasi a porgermi aiuto onde evitare passi dolorosi in futuro.
Le fotografie sono di un passato recente, di amici perduti la cui visione è cupa, di nuove conoscenze in cui il mio volto si illumina di un timido sorriso al loro pensiero.
Fotografie da cui fuoriescono tonnellate di cattiverie scaricatemi addosso, ipocrisie e opportunismi che mi hanno vestito facendomi apparire agli occhi degli altri un imbecille, uno sciocco.
Luminose invece sono le scie lasciate da chi ha calpestato la mia amicizia in cerca di onori e gloria.
Mi guardo allo specchio e provo anch'io a contare le rughe che disegnano la mia età, con le dite minute di chi sofferente cerca una nuova dimensione. Voglio analizzare me stesso, cercando la forza di dimenticare e sento quanto mai la necessità di allontanarmi da coloro che mi ricordano il passato.
Mi rendo conto, guardandomi negli occhi attraverso lo specchio, che sotto quella patina di ipocrisia che mi circonda, sono al centro del mio mondo e che invidia, lussuria, cupidigia, superbia non fanno parte del mio modo di essere. Anche se qualche volta sono caduto nel peccato, il rimorso ha ampiamente ripagato lo stolto comportamento. Non devo dire grazie a nessuno per ciò che la vita di buono mi ha offerto e se qualche volta sono inciampato, ho trovato amici che mi hanno aiutato a rialzarmi.
Chi mi ha sostenuto in quei momenti è ancora oggi al mio fianco, sa bene che sono ciò che voglio essere e ciò che non vorrei mai diventare.
Perché l'uomo è un'entità definita e se agli occhi degli altri apparirò sempre lo sfigato di sempre, perché così gli fa comodo vedermi, non temo la loro valutazione. La fierezza che mi ritrovo guardandomi negli occhi attraverso il vetro appannato dai vapori dall'acqua calda che scorre dal rubinetto, riesce anche a scacciare l'ira che ogni tanto mi assale.
Riprendo così il mio mesto ed onesto lavoro sapendo che il mio futuro passa obbligatoriamente dal mio vissuto e che non mi potrà mai abbandonare; oggi posso definire tutto ciò come "Storia", grazie anche alle rughe e ai primi capelli bianchi, sono stato in grado di fare tesoro della mia "Storia" cogliendo gli insegnamenti del passato, che comunque ripercorrerei, perché anche se dolorose, erano mie scelte e non opzioni dettatemi da altri.
Sono consapevole che oltre la porta di casa che sto per varcare c'è ancora spazio per costruire. Scrollo le spalle come gesto scaramantico e con la mano mi spolvero di dosso le voci e le malignità altrui, sapendo di non essere mai stato colto da invidia e che non ho mai dovuto mistificare il mio fare per apparire il "buono".
Oggi mi sento nuovamente padrone della mia vita.
Sono certo di non aver amato troppo, ma di aver amato troppo a lungo le persone sbagliate, una strada che comunque mi ha permesso di trovare la mia felicità e la mia dimensione, perché la vita così mi ha scelto ed io non posso deluderla...