
Tra il giorno di Ognissanti e quello dei Morti le visite ai cimiteri, vestiti con l'abito bello si ripeteva e anche il cerimoniale del pasto, magari con una zuppa di ceci con le gustose costine e testina di maiale, ma anche con lo zampino.
Le serate erano passate intorno al camino o alla stufa dove i nonni raccontavano le antiche leggende orali tramandate di generazione in generazione. I bimbi stavano con gli occhi sgranati e la bocca aperta ad ascoltare le storie con il cuore colmo di paura. Poi a nanna, dopo aver acceso una candela e posta sulla finestra della cucina, per invitare i propri morti che alzati dalle loro tombe tornavano a casa per una notte a sedersi intorno al tavolo della cucina.
Tradizioni perse, rimaste nella memoria dei più anziani, sostituite da fuggevoli visite ai cimiteri, forse una veloce preghiera, un breve ricordo del defunto. Grandi vasi di costosi fiori sostituiscono tutto il resto che poi dimentichi appassiranno. Unica tradizione rimasta è la zuppa di ceci ma rigorosamente priva di troppi grassi. Solo le persone anziane si soffermano un attimo in più e partecipano alle funzioni religiose, quasi a voler trovar conforto in un futuro che è inesorabile ed uguale per tutti.