![Dito medio](/images/stories/news/middle-finger.png)
Quante volte nel congestionato traffico, soprattutto cittadino, siamo spettatori e protagonisti del malcostume? Quante volte nel vedere una non più giovane ragazza che è esitante nell'attraversare la strada anche sulle strisce pedonali, sentiamo l'automobilista che si sbraccia incazzato gridando "muoviti troia" ? o anche utilizzando altri epiteti da bifolco.
Questo è un frammento di quella degenerazione dei rapporti interpersonali divenuti un emblema del nostro modo di comportarsi. Qualche anno fa ci saremmo limitati a sentir dire "Oca", oppure: "stai a casa a far la calzetta", oggi invece si passa subito all'improperio più triviale.
"In exteriore homini habitat veritas". Maleducazione - aggressività - intolleranza, è una verità ancora dei giorni nostri aggravata dalla frenesia quotidiana, dalla mancanza di empatia generalizzata e dal narcisismo imperante.
Nel felice paese di Bengodi, fino a ieri luccicante specchietto per le allodole, ci ritroviamo oggi privi di quei valori etici propri di una società che trova nella collettività il piacere/dovere di sentirsi un'entità unica. Invece stiamo creando, attraverso l'imbarbarimento dei costumi della società, un crescendo di individualismo, invidia e gratuita cattiveria. Passati i conflitti ideologici di un tempo, alla ricerca della naturalezza dei costumi, ci troviamo oggi privi di quei sani modelli ed antiche tradizioni, sostituite dalla bagarre televisiva dove l'insulto, la provocazione, la perdita del proprio controllo hanno ormai sostituito i criteri del perbenismo.
Ciò purtroppo, si ripercuote sul lavoro, in famiglia, nei luoghi che dovrebbero essere di socializzazione ed è difficile contrapporsi ai nuovi valori dimostrando che ciò è maleducato, quando maleducato è ormai il modo di vivere. Potremmo però tentare, noi che abbiamo avuto una diversa formazione e abbiamo fatto la scelta dell'impegno sociale, a rispettare gli altri ed a rivolgerci a loro con educazione, così come insegnatoci a scuola e dalla mamma, nella speranza che sia di buon esempio a chi non ha avuto la nostra fortuna di avere i nostri insegnamenti