Blog di Dante Paolo Ferraris

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Una storia tutta di Valenza: la rinascita della Croce Rossa in città.

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CRI ValenzaSblocco un ricordo a distanza di trent'anni, che credo vada ricordata. La Croce Rossa rappresenta da sempre un faro di speranza e solidarietà, e la sua presenza sul territorio di Valenza, in provincia di Alessandria, non fa eccezione. Con radici che affondano nel 1890, con il Comitato di Valenza, poi soppresso ma che ha saputo dopo la sua ricostituzione nel 1994, crescere e adattarsi alle sfide del tempo, diventando un punto di riferimento imprescindibile per l'assistenza sanitaria, il soccorso in emergenza, la formazione e il sostegno alle fasce più vulnerabili della comunità.
L'idea di riaprire una sede a Valenza risale agli inizia degli anni 90 nel secolo scorso per la volontà congiunta con Alberto. Dapprima avemmo il timore che questa ricostituzione potesse essere considerata in contrapposizione ad altre storiche associazioni locali, dall'altra la volontà di radunare sotto il simbolo della CRI in una sede a Valenza i molti volontari che frequentavano altre sedi di Croce Rossa era molta.
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Arezzo - parte II

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ArezzoEsco dalla Cattedrale e mi porto ai piedi della settecentesca scalinata per osservare la forma del campanile a pianta esagonale ed è suddiviso in quattro ordini sovrapposti da cornicioni. Bella anche la statua a Ferdinando I de' Medici, granduca di Toscana, posta sul sagrato della cattedrale. Questa statua di marmo fu progettata dal fiammingo Jean de Boulogne, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Giambologna e realizzata dal collaboratore francese Pierre de Francqueville, italianizzato in Pietro Francavilla, e ivi fu collocata nel 1595. Le loro firme si possono osservare alla base dell'elmo.
Mi soffermo a pensare che credevo Arezzo fosse solo famosa per il crocifisso di Cimabue, la giostra del Saracino e per essere stata luogo di nascita di molti personaggi, tra cui Francesco Petrarca, Guido d'Arezzo, Giorgio Vasari e Gaio Cilnio Mecenate. M'avvio ad ammirare il Palazzo dei Priori, ancora oggi sede della Municipalità posto nell'adiacente piazza della Libertà. Questo fu eretto nel 1333 ed ha sempre ospitato dal basso Medioevo ai giorni nostri le supreme magistrature cittadine.
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Il mio Piemonte: Pietra Marazzi

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Pietra MarazziIl cielo questa mattina è una distesa di nuvole, una matassa di sfumature dai colori improbabili. Non mi devo recare molto lontano e quindi la prendo con molta calma e in auto inizio ad arrampicarmi sulle ultime colline che corrono lungo il corso del fiume Tanaro. Raggiungo così Pietra Marazzi, un tempo il paese era detto Rocca (di cui Pietra è sinonimo) dei Marazzi. Il ritrovamento di alcune iscrizioni di epoca romana ne fanno risalire le origini del borgo. La presenza romana sul territorio di Pietra è testimoniata altresì dalla presenza di due strade (o tratti d'esse) che lo attraversavano.
In alcuni documenti storici la località viene indicata come Petra Pavonis (712), probabilmente per la vicinanza al borgo detto Paonem. Il nome di Pietra Marazzi lo ritroviamo come "locus Petra" in un documento del 967 nel Codice diplomatico longobardo. Dal cartario alessandrino sappiamo che in un documento datato 999 il borgo di "castrum Petra" venne aggregato al territorio della contea di Pavia. Nel 1349 passò a Galeazzo Visconti, duca di Milano, pur continuando a far parte della contea di Pavia.
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Arezzo - parte I

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ArezzoArrivo ad Arezzo in tarda serata, alloggio poco fuori il centro storico ed ho il tempo di ripassare la sua storia con tranquillità.
Secondo la mitologia degli Etruschi, Arezzo sarebbe stata fondata dalla dea Artume, dea della notte, della luna, della morte, della natura, delle foreste e della fertilità. Costei è identificabile con la dea greca Artemide o con la dea romana Diana. Infatti il primitivo villaggio sorse in epoca pre-etrusca in una zona abitata fin dalla preistoria, come dimostrano alcuni ritrovamenti.
Arezzo è una delle città più antiche della Toscana, ma fu tra il VI e il IV secolo a.C. che Arezzo divenne un importante centro della civiltà etrusca. L'abitato etrusco sorse invece sulla sommità del colle di San Donato, occupata dall'attuale città. Conosciuta con il nome di Aritim<\i>. La città era un nodo commerciale e culturale importante, famosa per la produzione di ceramiche.
Arezzo fu una delle principali città etrusche insieme a Cortona, Chiusi e Orvieto all'interno della Valle del Clanis e molto probabilmente sede di una delle 12 lucumonie. Arezzo insieme a Volterra e Perugia tentarono di arginare l'espansionismo romano, ma furono sconfitte a Roselle, presso Grosseto, nel 295 a.C.; e così nel III secolo a.C. quando Arezzo fu conquistata dai Romani, questi ne latinizzarono il suo nome etrusco in Arretium<\i>.
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Il mio Piemonte: Campiglia Cervo

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Campiglia CervoLa partenza è verso l'alba, oggi il mio giro mi porterà in una delle più belle valli e misteriose del biellese. Voglio visitare alcuni borghi che sono stati oggetti di fusione nel 2016 e che oggi fanno riferimento a Campiglia Cervo. Questo nuovo comune ha un vastissimo territorio e tante piccole frazioni che cercherò di visitare. La Valle Cervo è incastonata tra le montagne biellesi ed è una destinazione ideale per chi ama la natura, la storia e le tradizioni montane. Questo viaggio si annuncia come un'immersione in paesaggi spettacolari, borghi antichi e sapori autentici.
Superato la città di Biella, luogo storico ai piedi delle Alpi Lepontine, imbocco la strada provinciale 100 che risale la valle, e subito entro in un mondo dominato da boschi di castagni, faggi e torrenti cristallini. Raggiunto Campiglia Cervo, posto al centro del fondovalle del torrente Cervo che lo percorre, facilmente posteggio nei pressi del palazzo comunale. È uno dei principali centri turistici della vallata che nasconde molte bellezze e tra queste anche curiosità e leggende. Le prime notizie di Campiglia risalgono al 1207, quando in una bolla del Papa Innocenzo III si cita l'esistenza di una chiesa dedicata a San Martino, dipendente dalla pieve biellese di Santo Stefano e retta con ogni probabilità da una comunità monastica. La stessa chiesa, all'epoca rettoria, fu tra le prime nel 1575 a staccarsi dalla chiesa matrice di San Lorenzo di Cacciorna.
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Il mio Piemonte: Castelletto d'Erro

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Castelletto d'ErroLa mattinata primaverile mi porta a un breve viaggio verso un piccolo borgo nell'Alto Monferrato. Con l'auto, passato Acqui Terme, inizio ad inerpicarmi su colline dai morbidi profili. Il sole dolcemente pare tingere di una tavolozza multicolore i boschi, i prati fioriti ma anche i borghi che attraverso nel mio breve viaggio. Arrivo a a Castelletto d'Erro, non ho difficoltà a parcheggiare l'auto in questo minuto paese che supera di poco il centinaio di abitanti.
Il mio girovagare stamani è accompagnato da un aria è frizzante, carica dei profumi dell'erba bagnata dalla rugiada e dei primi fiori che punteggiano i prati. I giardini delle case sono un esplosione di colori, le strade sono poche e strette ma ben conservate. Qualche anziano si affaccia alla porta di casa per godersi l'aria fresca ed a osservare lo straniero che ha invaso il suo paese. Il toponimo del borgo si riferisce alle fortificazione presente nella valle dell'Erro. La sua storia certa è anteriore al Mille, quando Castelletto era un borgo fortificato, dominato dalla mole del castello intorno a cui si erano sviluppati il nucleo abitativo.
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Il mio Piemonte: Alfiano Natta

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Alfiano NattaIl sole si affaccia timidamente da dietro le colline, e una luce dorata si stende tra i filari di viti ancora umidi di rugiada. Stamattina mi sono alzato presto per raggiungere Alfiano Natta. L'aria è fresca, pulita, e dal finestrino entra un profumo dolce di erba bagnata e fiori appena sbocciati. Infatti i glicini, le robinie, qualche ciliegio selvatico sono in fiore. Come sosto per raggiungere il mio primo obiettivo sento con piacere il cinguettio vivace degli uccelli che sembrano darsi il buongiorno tra gli alberi e i cespugli.
Raggiungo così, percorso un breve tratto di sentiero la chiesetta di San Defendente. Questa chiesetta campestre, sorge all'estremità del paese ed un tempo era officiata dai frati Disciplinati. L'attuale edificio è certo una ricostruzione e si presenta con tetto a capanna ed è interamente in mattoni a vista. La facciata è tripartita da leggere lesene e presenta un semplice ingresso anticipato da alcuni gradini. Sopra la porta vi è un leggero timpano curvilineo. Centralmente sotto il frontone triangolare vi è un ampia finestra circolare. Un piccolo ma alto e snello campanile si slancia verso il cielo.
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Il mio Piemonte : Cella Monte

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Cella MonteLa mattina di primavera nel Monferrato è un risveglio dolce, avvolto dai profumi della terra e dal canto degli uccelli che riecheggia tra le colline. Percorro un tratto di strada che definirei famigliare, avendola utilizzata per diversi anni, quando il basso Monferrato era la mia zona di lavoro. Il sole ormai alto in cielo ma ricordo quando lo vedevo sorgere lentamente dietro le creste ondulate delle colline, colorando il cielo di sfumature rosa e arancio. La nebbia autunnale, che di notte aveva abbracciato i vigneti come un velo sottile, si sollevava piano, lasciando spazio a una luce dorata che accarezza le vigne carichi dei suoi frutti.
I ciliegi oggi sono già punteggiati di petali bianchi e rosa, sembrano sospesi in un'atmosfera irreale, quasi fiabesca. Ormai ho raggiunto il piccolo borgo della frazione Coppi di Cella Monte e le stradine cominciano a popolarsi: un anziano passeggia con passo lento, ci scambiamo un veloce saluto. Gli uccellini, come capinere, fringuelli, merli, saltellano tra le siepi e i muretti, mentre i prati sono ricoperti di margherite e i fiori di tarassaco.
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Il mio Piemonte: Basaluzzo

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BasaluzzoLa mattina inizia con la quiete che avvolge il mio breve viaggio in auto, interrotta solo dal canto degli uccelli e dai primi rumori della vita quotidiana. Il sole, già alto, illumina le strade di una luce morbida e dorata. Le prime persone che incontro, arrivando a Basaluzzo, sono gli anziani, che escono di casa per una passeggiata lenta lungo le vie del paese o per fare la spesa nei piccoli negozi di alimentari. Qualcuno si ferma al bar, per un caffè e due chiacchiere con i vicini. L'aroma di brioche appena sfornate si mescola all'odore del caffè caldo.
Basaluzzo si anima lentamente e le auto si dirigono sia verso Novi Ligure o Alessandria per il lavoro, mentre i bambini con gli zaini sulle spalle corrono verso la scuola, salutando le mamme con un sorriso assonnato. I campi attorno al paese si sono già svegliati da tempo, con gli agricoltori sui trattori, intenti a lavorare i campi di grano, che si estendono fino all'orizzonte. Parcheggiato l'auto nei pressi della chiesa di Sant'Antonio, inizio il mio girovagare per il borgo.
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Il mio Piemonte: Madonna del Sasso

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Madonna del SassoPer raggiungere il Santuario della Madonna del Sasso, che da il nome all'omonimo comune, ho fatto una levataccia, ma l'arrivo sul lungo lago d'Orta mi ha premiato con lo splendore delle sue acque placide in cui il sole si specchia. Lascio il lago per arrampicarmi, tornante dopo tornante fino a raggiungere, percorrendo la SP 49 della Provincia di Novara, che poi al confine con la frazione Centonora diventa provincia del VCO Verbania Cusio Ossola, mantenendo la numerazione.
Prima di fermarmi a Centonara, frazione di Madonna del Sasso, faccio un ripassino di storia locale. Il Comune di Madonna del Sasso è posto sulla sponda occidentale del Lago d'Orta. Il suo nome deriva dall'omonimo Santuario, eretto tra il 1730 e il 1748 e sorge su uno sperone granitico direttamente al di sopra del lago. Il Comune è composto dalle frazioni di Artò, Boleto, Centonara e Piana dei Monti, ed assume il nome di Madonna del Sasso nel 1928. Infatti a formare il nuovo comune ci ha pensato un regio decreto che ha unito Boleto e Artò, con capoluogo Boleto.
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Il mio Piemonte: Molino dei Torti

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Molino dei TortiLa mattina primaverile si apre con una luce soffusa che filtra attraverso una lieve foschia, residuo della notte appena trascorsa. L'aria è fresca e profumata di fiori selvatici, mentre la rugiada che si è posata delicata sulle foglie degli arbusti si sta asciugando con il primo sole.
I primi raggi del sole illuminando le distese di prati verdi e le rogge che costeggio per raggiungere Molino dei Torti, si riflettono scaldando anche i vetri della mia auto. Il cielo presenta qualche nuvola leggera in uno sfondo azzurro chiaro. Attraverso paesi ancora assonnati, qualche linea fumo si alza dai camini delle case, segno che qualcuno ha già acceso il fuoco per il caffè del mattino. È un risveglio lento e armonioso, in cui la natura e la vita quotidiana si fondono in un equilibrio perfetto.
Molino dei Torti è un Comune di origine medievale e la sua economia è prevalentemente basata sull'attività agricola, affiancata da una modesta attività industriale. Questa località è rinomata soprattutto per la produzione e la qualità del suo aglio, considerato tra i migliori in commercio. Il territorio è pianeggiante e presenta variazioni altimetriche irrilevanti, infatti l'abitato è tra i 74 e i 76 metri sul livello del mare. Le sue origini risalgono all'epoca medievale.
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