Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il mio Piemonte: Campiglia Cervo

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Campiglia CervoLa partenza è verso l'alba, oggi il mio giro mi porterà in una delle più belle valli e misteriose del biellese. Voglio visitare alcuni borghi che sono stati oggetti di fusione nel 2016 e che oggi fanno riferimento a Campiglia Cervo. Questo nuovo comune ha un vastissimo territorio e tante piccole frazioni che cercherò di visitare. La Valle Cervo è incastonata tra le montagne biellesi ed è una destinazione ideale per chi ama la natura, la storia e le tradizioni montane. Questo viaggio si annuncia come un'immersione in paesaggi spettacolari, borghi antichi e sapori autentici.
Superato la città di Biella, luogo storico ai piedi delle Alpi Lepontine, imbocco la strada provinciale 100 che risale la valle, e subito entro in un mondo dominato da boschi di castagni, faggi e torrenti cristallini. Raggiunto Campiglia Cervo, posto al centro del fondovalle del torrente Cervo che lo percorre, facilmente posteggio nei pressi del palazzo comunale. È uno dei principali centri turistici della vallata che nasconde molte bellezze e tra queste anche curiosità e leggende. Le prime notizie di Campiglia risalgono al 1207, quando in una bolla del Papa Innocenzo III si cita l'esistenza di una chiesa dedicata a San Martino, dipendente dalla pieve biellese di Santo Stefano e retta con ogni probabilità da una comunità monastica. La stessa chiesa, all'epoca rettoria, fu tra le prime nel 1575 a staccarsi dalla chiesa matrice di San Lorenzo di Cacciorna.
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Il mio Piemonte: Madonna del Sasso

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Madonna del SassoPer raggiungere il Santuario della Madonna del Sasso, che da il nome all'omonimo comune, ho fatto una levataccia, ma l'arrivo sul lungo lago d'Orta mi ha premiato con lo splendore delle sue acque placide in cui il sole si specchia. Lascio il lago per arrampicarmi, tornante dopo tornante fino a raggiungere, percorrendo la SP 49 della Provincia di Novara, che poi al confine con la frazione Centonora diventa provincia del VCO Verbania Cusio Ossola, mantenendo la numerazione.
Prima di fermarmi a Centonara, frazione di Madonna del Sasso, faccio un ripassino di storia locale. Il Comune di Madonna del Sasso è posto sulla sponda occidentale del Lago d'Orta. Il suo nome deriva dall'omonimo Santuario, eretto tra il 1730 e il 1748 e sorge su uno sperone granitico direttamente al di sopra del lago. Il Comune è composto dalle frazioni di Artò, Boleto, Centonara e Piana dei Monti, ed assume il nome di Madonna del Sasso nel 1928. Infatti a formare il nuovo comune ci ha pensato un regio decreto che ha unito Boleto e Artò, con capoluogo Boleto.
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Il mio Piemonte: Molino dei Torti

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Molino dei TortiLa mattina primaverile si apre con una luce soffusa che filtra attraverso una lieve foschia, residuo della notte appena trascorsa. L'aria è fresca e profumata di fiori selvatici, mentre la rugiada che si è posata delicata sulle foglie degli arbusti si sta asciugando con il primo sole.
I primi raggi del sole illuminando le distese di prati verdi e le rogge che costeggio per raggiungere Molino dei Torti, si riflettono scaldando anche i vetri della mia auto. Il cielo presenta qualche nuvola leggera in uno sfondo azzurro chiaro. Attraverso paesi ancora assonnati, qualche linea fumo si alza dai camini delle case, segno che qualcuno ha già acceso il fuoco per il caffè del mattino. È un risveglio lento e armonioso, in cui la natura e la vita quotidiana si fondono in un equilibrio perfetto.
Molino dei Torti è un Comune di origine medievale e la sua economia è prevalentemente basata sull'attività agricola, affiancata da una modesta attività industriale. Questa località è rinomata soprattutto per la produzione e la qualità del suo aglio, considerato tra i migliori in commercio. Il territorio è pianeggiante e presenta variazioni altimetriche irrilevanti, infatti l'abitato è tra i 74 e i 76 metri sul livello del mare. Le sue origini risalgono all'epoca medievale.
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Pillole di Storia: Il calciobalilla un'invenzione contesa

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Calcio BalillaQuante partite, quanto divertimento, quante urla e soddisfazioni, al massimo si pagava da bere una "bicicletta" (la bicicletta era il gergo per indicare la gazzosa) a chi vinceva. Il gioco del calciobalilla è sempre stato un pretesto per ritrovarsi con gli amici e sfidarli al calcio da tavolo. Ancora oggi trovo questi amati giochi in tanti circoli ricreativi, bar, sodalizi ecc… È un'attività che crea buon umore e il divertimento. Il calciobalilla è anche comunemente chiamato biliardino, forse perché era spesso collocato nelle stesse stanze del gioco del biliardo e considerate le sue dimensioni più ridotte il diminutivo era ovvio.
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Il mio Piemonte: Mottalciata

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MottalciataLa mattinata si è presentata luminosa con il suo tiepido sole primaverile. Il viaggio in auto non è stato lungo ma sicuramente interessante tra la pianura vercellese e la baraggia biellese. Raggiungo così Mottalciata una gemma nascosta situata nella tranquilla pianura biellese. Prima di raggiungere il capoluogo mi fermo nella borgata di San Silvestro che prende il nome dall'omonima chiesa. La piccola frazione è caratterizzata dalle sue cascine a ricordare la vocazione agricola di Mottalciata, non priva però di graziose villette. La chiesa è una costruzione vezzosa del XVIII secolo con facciata in cotto. In precedenza vi esisteva un oratorio già presente all'inizio del secolo XVII che sarà eretto in parrocchia nel 1836.
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Pillole di Storia: la storia di Paola Marzola Lombroso

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Paola LombrosoTrovare in un cassetto, un vecchio numero del Corriere dei Piccoli mi ha fatto per un attimo tornare bambino. Era uno dei miei giornalini preferiti che leggevo con avidità.
Ma la storia che voglio raccontare non la trovate sul Corriere dei Piccoli ma è nascosta tra le sue pagine. La vita e le vicissitudini di Paola Marzola Lombroso, coniugata Carrara che nacque a Pavia il 14 marzo 1871 e morì a Torino il 23 gennaio 1954, figlia del più noto Cesare Lombroso sono legate indissolubilmente con questo giornalino. Costei fu una giornalista, scrittrice e soprattutto una pedagogista nonché la ideatrice del Corriere dei piccoli. Paola era la prima dei cinque figli: dopo di lei nasceranno Gina, nel 1872, Arnaldo, nel 1874, Leo, nel 1876, e Ugo, nel 1877. Nel 1876 la famiglia si trasferì a Torino.
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Il mio Piemonte: Castelletto d'Erro

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Castelletto d'ErroLa mattinata primaverile mi porta a un breve viaggio verso un piccolo borgo nell'Alto Monferrato. Con l'auto, passato Acqui Terme, inizio ad inerpicarmi su colline dai morbidi profili. Il sole dolcemente pare tingere di una tavolozza multicolore i boschi, i prati fioriti ma anche i borghi che attraverso nel mio breve viaggio. Arrivo a a Castelletto d'Erro, non ho difficoltà a parcheggiare l'auto in questo minuto paese che supera di poco il centinaio di abitanti.
Il mio girovagare stamani è accompagnato da un aria è frizzante, carica dei profumi dell'erba bagnata dalla rugiada e dei primi fiori che punteggiano i prati. I giardini delle case sono un esplosione di colori, le strade sono poche e strette ma ben conservate. Qualche anziano si affaccia alla porta di casa per godersi l'aria fresca ed a osservare lo straniero che ha invaso il suo paese. Il toponimo del borgo si riferisce alle fortificazione presente nella valle dell'Erro. La sua storia certa è anteriore al Mille, quando Castelletto era un borgo fortificato, dominato dalla mole del castello intorno a cui si erano sviluppati il nucleo abitativo.
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Il mio Piemonte: Carrosio

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CarrosioCarrosio, un piccolo borgo incastonato tra le colline e gli appennini piemontesi, lo raggiungo agevolmente in auto in una giornata festiva di primavera. L'aria fresca è intrisa del profumo di fiori di campo che esplodono in mille colori dopo i mesi invernali. Questo mi regala una sensazione di rinascita e pace. Il sole rispecchia sui tetti e sui vetri della casa creando giochi magici di colore.
La vista sulle colline circostanti è punteggiata da vigneti e piccoli boschi, con un cielo terso che rende i colori ancora più vividi. Parcheggiato l'auto all'ingresso del paese, inizio il mio girovagare.
Passeggiando per le vie del paese, le pietre delle case antiche si scaldano illuminate sotto un sole gentile, mentre gli abitanti si salutano con un sorriso, sia se seduti fuori dalle porte o in cammino verso la chiesa parrocchiale che ha appena suonato la chiamata alla funzione religiosa. Carrosio è un rifugio perfetto per chi cerca tranquillità e bellezza autentica.
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Il mio Piemonte: Lesa

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LesaIl viaggio verso il lago Verbano in primavera è un'esperienza incantevole, perfetta per rilassarmi e immergermi nella natura. Durante questa stagione, i paesaggi si trasformano e la natura pare risvegliarsi lentamente, i primi fiori sono sbocciati creando bellissimi giochi d colore nei prati. La temperatura mite sul lago mi invita a trascorrere del tempo all'aperto. Raggiungo così Lesa il nome compare storicamente anche come "LEXIA", "LEXA", "LIXIA" e compare per la prima volta in un documento del 998, con cui Liutifredo, vescovo di Tortona, vendette parte delle sue proprietà, fra cui il castrum quod clamatur Lexia al duca Ottone di Carinzia.
In epoca romana da questo territorio, passava la via Severiana Augusta, strada romana consolare che congiungeva Mediolanum l'odierna Milano) al Verbannus Lacus ossia il Lago Verbano, ovvero il Lago Maggiore e da qui conduceva al passo del Sempione ovvero Summo Plano. Nel 1199 gli arcivescovi di Milano acquisirono delle terre in Lesa, Belgirate, Isola superiore ovvero l'Isola Pescatori, Stropino, Carpugnino, Graglia e Lesa ne diventò capoluogo del Vergante. Nel 1224 nella Chiesa di San Martino di Lesa l'arcivescovo Enrico da Settala, firmò un accordo antinovarese con Vercelli, i Conti di Biandrate e i Da Castello di Pallanza.
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Triora, un borgo ligure da scoprire - IV ed ultima parte

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TrioraPrima di continuare il mio girovagare faccio una sosta per pranzare in una delle diverse osterie locali. Il menù è veramente ricco e faccio fatica a scegliere, benché la zona sia famosa per i funghi la mia attenzione si rivolge ad un assaggio di lingua al verde, al brandacujun per proseguire con ravioli ai profumi liguri, ossia alle erbe di stagione, e ai gnocchi di farina di castagne con il "bruzzo", ricotta di pecora fermentata, scelta assai difficile. Certamente devo assaggiare il coniglio alla triorasca, con le olive e le erbe. Sul desco non manca il famoso pane di Triora, marchio registrato, prodotto nei due forni di Molini e Triora che viene preparato con farina tipo 1, farina di grano saraceno e crusca, e fatto lievitare per una notte con acqua tiepida e sale.
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Il mio Piemonte: Cabella Ligure

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CabellaLigureLe giornate tendono ad allungarsi, la primavera è appena arrivata. I miei viaggi in auto nella Val Borbera sono sempre stati un'esperienza affascinante, non solo perché mi hanno sempre permesso di esplorare uno dei luoghi meno conosciuti e autentici del Piemonte, ma soprattutto per il piacere di godere di paesaggi mozzafiato, borghi storici, strade panoramiche e una natura incontaminata. Oggi l'itinerario si snoda lungo la SP140, la strada provinciale che risale la valle parallela al fiume Borbera.
Il percorso parte da Vignole fino ai paesini di alta montagna, come Capanne di Cosola e Montaldo di Cosola, passando per vari borghi storici e aree naturali spettacolari. Ci sono molti punti panoramici lungo la strada in cui vale la pena fermarsi per scattare foto o semplicemente ammirare il paesaggio. Le strade della Val Borbera, specialmente quelle che portano in alta Valle o nelle frazioni più alte, possono essere strette e tortuose.
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