Cremona la città dalle tre T - III parte
Venerdì 01 Novembre 2024 10:00
Da Piazza Sant'Agostino, attraverso via Breda raggiungo via Oscasali dove subito trovo una lapide che ricorda la visita della regina Margherita di Savoia che nel 1925, fu ospite di Mons. Comm. Emilio Lombardi. Subito dopo c'è Palazzo Cattaneo Ala Ponzone formato dalla fusione di due proprietà risalenti XV secolo, già di proprietà della famiglia del nobile Ariberti, alla fine del XVIII secolo fu ristrutturato per il marchese Antonio Cattaneo. Presenta una facciata assai semplice ritmata da finestre frontonate al piano nobile, difronte al palazzo vi è la chiesa intitolata ai santi Egidio e Omobono.
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Tutti i giorni boccaloni
Mercoledì 16 Ottobre 2024 10:22
Tutti i giorni incontriamo persone che si credono superiori, che ti guardano con sufficienza, che faticano a farti un cenno di saluto o ti ignorano.
Tutti noi crediamo di essere nella parte del giusto e di avere la verità in tasca.
In realtà non siamo che un frammento del nulla nel vorticoso mondo della supponenza che non è altro che una faccia dell'ignoranza.
Ciò l'hanno capito i veri furbi che ci manovrano e ci fanno credere quello che vogliono, riempiendoci la testa di false ideologie o strumentalizzando la verità.
Come boccaloni rimaniamo appesi all'amo e godiamo del nostro "essere superiori".
Intanto sempre nella padella del qualunquismo finiremo.
Allora cosa serve la supponenza, l'alterigia, l'egoismo se non a far credere a noi stessi ciò che non siamo?
Cremona la città dalle tre T - II parte
Martedì 01 Ottobre 2024 10:00
Il Palazzo vescovile realizzato tra fine XVIII e inizio XIX secolo presenta una sobria facciata neoclassica con un bel portone centrale, internamente, ho avuto modo di scoprire che conserva pregevoli stucchi con una importante galleria dei ritratti. Sulla piazza realizzata in ciottolato si affaccia la porta del duomo del transetto di destro. Il suo prospetto è magnifico e se non fossi entrato in duomo avrei potuto pensare che fosse un'altra chiesa da quanto è elaborata: le trifore, le quadrifore, il rosone e la bella galleria che segue l'andamento del tetto a capanna con belle colonnine.
La piazza è intitolata ad Antonio Maria Zaccaria nato a Cremona nel 1502 ed ivi morto nel 1539 che fu presbitero e medico. Costui è soprattutto ricordato come il fondatore della Congregazione dei Chierici Regolari di San Paolo, meglio noti col nome di "Barnabiti" dalla chiesa milanese di S. Barnaba, nonchè, insieme alla contessa Ludovica Torelli di Guastalla della Congregazione delle Suore Angeliche di Paolo converso. Papa Leone XIII lo proclamò santo nel 1897. Inizio a percorrere via Siccardo, un altra bella strada in ciottolato.
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Pillole di Storia: il giorno della Memoria etiope
Lunedì 16 Settembre 2024 09:37
Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale, celebrata il 27 gennaio di ogni anno per commemorare le vittime dell'Olocausto. Fu voluta dalla risoluzione 60/7 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005 durante la 42ª riunione plenaria. La risoluzione fu preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio 2005 durante la quale l'Assemblea generale delle Nazioni Unite celebrò il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine della Shoah.
La scelta di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio è in ricordo del 27 gennaio 1945 quando le truppe dell'Armata Rossa, impegnate nell'operazione Vistola-Oder liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Giustamente ricordiamo in tale giorno le vittime di un olocausto voluto dai nazisti con la complicità di fascisti, ustascia, ecc... che sterminarono migliaia di persone, non solo ebree come spesso l'intendiamo. Infatti una differenza da tenere a mente è che con la parola Shoah si fa riferimento esclusivamente allo sterminio del popolo ebraico, mentre con il termine Olocausto si indicano anche le altre vittime della violenza del regime nazista.
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Cremona la città dalle tre T - I parte
Domenica 01 Settembre 2024 10:00
La mattina si è presentata luminosa per un viaggio in auto da Alessandria a Cremona, le strade sono illuminate da un sole radioso. L'aria fresca e piacevolmente frizzante e dopo aver fatto il pieno e preparato una playlist di brani rilassanti, inizia il viaggio. Guidare attraverso la pianura del Po in primavera è un'esperienza incantevole. I campi verdi sono punteggiati da fiori selvatici e il cielo azzurro sembra non finire mai, le poche nuvole sembrano soffici batuffoli di bianco cotone che fluttuano nel cielo con una grazia eterea. La strada che collega Alessandria a Cremona è un misto di autostrade e strade provinciali.
La guida è scorrevole e rilassante. Lungo il tragitto, le colline dell'Oltrepò si vedono in lontananza, creando un panorama pittoresco. Lasciata l'autostrada, il percorso prosegue su strade immerse nella natura. I piccoli paesi che attraversai sembravano dipinti, con le loro case dai tetti rossi e le chiese campestri. La primavera in Lombardia è davvero uno spettacolo: i campi coltivati iniziano a germogliare e gli alberi in fiore, regalano un'esplosione di colori e profumi.
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Il mio Piemonte : Carmagnola - I parte
Giovedì 24 Ottobre 2024 10:17
La mattinata si presenta già calda benché la levataccia mattutina sia all'alba. Oggi mi sono promesso di fare una visita ad una cittadina piemontese che mi ha sempre incuriosito. Carmagnola è una destinazione interessante per vari motivi, che vanno dalla sua ricca storia, la cultura fino alla sua famosa Fiera Nazionale del Peperone. Ma il richiamo che da sempre mi ha affascinato e incuriosito è legato alle vicende di un suo famoso cittadino Francesco Bussone, soprannominato il Carmagnola.
La sua storia è assai oscura e con tante versioni diverse; il Manzoni ne fa una figura eroica nella sua prima tragedia il "Conte di Carmagnola" scritta tra il gennaio 1816 e il dicembre 1819 e pubblicata nel gennaio del 1820. La storia che preferisco sul Conte di Carmagnola vuole che Francesco Bussone che nacque tra il 1382 e il 1385 e come spesso accadeva nei secoli passati, prendeva il nome dal luogo di nascita: Carmagnola fosse figlio di contadini, gente molto povera.
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Il mio Piemonte: Melazzo
Mercoledì 09 Ottobre 2024 10:11
La giornata è calda ed afosa, il clima è opprimente con l'aria satura di umidità tanto da sudare copiosamente. Cerco di fuggire verso l'Appennino ligure lasciandomi alle spalle la pianura padana Il cielo è di un azzurro pallido, velato da una leggera foschia che sfuma il paesaggio montano man mano che mi avvicino alle prime vette. Raggiungo Melazzo, anticamente nominato come "Melaceus" o nelle varianti Melacius", "Melagius", "Melaxus", "Melazius". Diverse sono le possibili derivazioni del toponimo: da Melas (oscuro, cupo), Meladium, ossia luogo coltivato a meli, oppure da Melo (collina) o da Mellax, personale romano.
Probabilmente il borgo era abitato da tribù di origine ligure, in seguito romanizzate, infatti in epoca romana il territorio era parte del percorso dell'acquedotto romano di Acqui Terme. E ancora presente con un cunicolo che portava le acque del torrente Erro nella città termale. Inizialmente fu feudo della chiesa milanese poi nel corso dell'XI secolo passò ai conti di Acquesana, feudatari imperiali e signori di parte di Acqui Terme. Melazzo diede i natali a San Guido d'Acqui, città nella quale fu vescovo dal 1034 al 1070. Costui donò i propri diritti signorili alla chiesa di Acqui, la quale ne ottenne conferma del possesso nel 1039 e successivamente nel 1052 dall'imperatore Enrico III. Passò poi dalla Chiesa d'Acqui al Comune e successivamente ai Marchesi del Bosco.
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Il mio Piemonte: Orsara Bormida
Martedì 24 Settembre 2024 11:47
La mattina si presenta fresca, la primavera è al suo culmine ed oggi m'avventuro in auto attraverso le pittoresche colline del Monferrato acquese. Le strade sinuose sono fiancheggiate da rigogliosi vigneti e fioriti prati, i borghi medievali punteggiano il paesaggio.
Il cielo azzurro è illuminato da uno splendente sole che colora le colline di tonalità dorate e arancioni. Una breve sosta lungo il percorso, per un caffè ed ammirare panorami mozzafiato ma anche godermi l'aria fresca e l'atmosfera tranquilla che caratterizzano queste terre. Il viaggio, attraversa strade strette che si arrampicano sulle colline, offrendomi viste spettacolari su valli verdi e campi coltivati.
L'aria è inebriata dal profumo di fiori selvatici e erbe aromatiche che mi accompagna fino ad Orsara Bormida. Il borgo è già citato nel 991 nell'atto di fondazione del Monastero di San Quintino a Spigno Monferrato come Ursariola, invece nel XIII secolo, secondo una cronaca del tempo, il castrum dell'antica Ursa è descritto come già appartenuto a San Guido, vescovo di Acqui vissuto nell'XI secolo. Infatti nella biografia di San Guido, scritta dal Calceato nel secolo XII, si legge che Guido, nobile di Melazzo, divenuto Vescovo, donò alla sua chiesa molti beni e feudi, appartenenti alla sua famiglia.
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Il mio Piemonte: Bèe
Lunedì 09 Settembre 2024 09:28
Una mattina primaverile è come un fresco e delicato abbraccio che risveglia la natura ma anche il mio torpore per la levataccia. Il sole sorge pacatamente, tingendo il cielo di tonalità pastello, i suoi raggi filtrano tra le foglie degli alberi ancora cariche di rugiada. Viaggio con il finestrino dell'auto leggermente aperto per assaporare l'aria impregnata di profumi dolci e freschi. Intorno a me il verde intenso dei prati e degli alberi che si sono rivestiti di foglie novelle. L'alba mi permette anche di ascoltare il richiamo gioioso degli uccelli che salutano il nuovo giorno.
Il mio viaggio stamattina è assai lungo e le strade sono animate da persone che si affrettano verso le loro destinazioni. Lasciata l'autostrada mi accoglie poco dopo la vista del lago Maggiore o Verbano; un vero spettacolo per gli occhi. Le placide acque del lago riflettono il cielo azzurro e le nuvole bianche che vi fluttuano leggere sopra, creando un'immagine quasi eterea. Lungo le rive, la vegetazione rigogliosa si risveglia dalla sua dormienza invernale: cespugli fioriti che ondeggiano al vento mattutino, e i fiori già sbocciati hanno colori vivaci.
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Sarno: un'emergenza che ha fatto storia
Sabato 24 Agosto 2024 08:20
Mi è difficile raccontare ciò che mi accadde quando fui chiamato a partecipare ai soccorsi dell'alluvione di Sarno del 1998. Ero appena rientrato dalla partecipazione alla gestione dell'emergenza sismica del 1997, dove avevo operato prima in Umbria e poi nelle Marche. Il tragico evento accaduto aveva colpito l'area dei Monti Lattari, in particolare le località, Quindici, Siano, Bracigliano e San Felice a Cancello e Sarno, nel 1998.
Durante quella catastrofe, una combinazione di forti piogge e dissesti idrogeologici provocò inondazioni e frane, causando molte perdite umane e danni materiali considerevoli. Visto l'evento venne dichiarato lo Stato di Emergenza e si dovette affrontare una complessa operazione di soccorso e ricostruzione, per assistere le comunità colpite e ripristinare la normalità nelle aree coinvolte.
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