Blog di Dante Paolo Ferraris

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Pillole di Storia: Il calciobalilla un'invenzione contesa

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Calcio BalillaQuante partite, quanto divertimento, quante urla e soddisfazioni, al massimo si pagava da bere una "bicicletta" (la bicicletta era il gergo per indicare la gazzosa) a chi vinceva. Il gioco del calciobalilla è sempre stato un pretesto per ritrovarsi con gli amici e sfidarli al calcio da tavolo. Ancora oggi trovo questi amati giochi in tanti circoli ricreativi, bar, sodalizi ecc… È un'attività che crea buon umore e il divertimento. Il calciobalilla è anche comunemente chiamato biliardino, forse perché era spesso collocato nelle stesse stanze del gioco del biliardo e considerate le sue dimensioni più ridotte il diminutivo era ovvio.
Vista la sua diffusione, sono in molti ad attribuirsi l'invenzione e quindi la competizione tra chi lo ha creato è contesa e anche controversa. Cominciamo dagli inglesi che furono sicuramente loro ad inventare il calcio come oggi noi lo conosciamo. Infatti le prime regole del football risalgono all'8 dicembre 1863 quando la neonata Football Association a Londra approvò le prime 14 regole scritte da Ebenezer Cobb Morley. Non è facile invece ricostruire la storia del calciobalilla ed attribuire la sua invenzione a una persona sola. Secondo gli inglesi l'invenzione del calciobalilla è di E.J. Lawrence che avrebbe depositato un brevetto nel 1913.
Comunque sia, nel 1923, presso la Kings Patent Agency di Londra, fu brevettata l'invenzione di Harold Searles Thornton. L'invenzione era di un Apparatus for Playing a Game of Table Football (Apparecchio per giocare una partita di calcio da tavolo). Thornton era un appassionato di calcio, tifoso del Tottenham Hotspurs e l'idea gli venne dopo che assistette ad una partita. L'obiettivo era quello di ricreare una versione del suo sport preferito per poter giocare comodamente anche a casa.
I tedeschi invece affermano che l'invenzione è tutta loro in quanto i primi modelli sarebbero stati realizzati in Francia e in Germania tra il 1880 e il 1890. Sul nome dell'inventore tedesco si vuole che Broto Wachter realizzò una versione di calcetto senza le sagome dei giocatori e che essendo il calcio nel XX secolo assai diffuso in Germania si utilizzasse questo gioco per discutere delle partite riproponendole nelle diverse birrerie.
I francesi attribuiscono l'invenzione a Lucien Rosengart considerandolo il vero inventore del calciobalilla. Costui lavorava in una fabbrica della Citröen e verso la fine dell'800 creò il calciobalilla per occupare i suoi nipotini durante le giornate di pioggia. Rosengart costruì un tavolo da gioco su cui le figure dei calciatori venivano spostate con aste per scaraventare una palla nella porta dell'avversario. Nel suo modello chiamato Babyfoot, le barre erano, a differenza di oggi, alle estremità del tavolo, non sul lato.
Altri attribuiscono l'invenzione al francese Auguste Sarraut, che avrebbe introdotto un biliardino denominato "Champion", tuttora prodotto. La vera produzione di questi giochi ebbe comunque inizio quando un marsigliese, Marcel Zosso, fece costruire i primi prototipi, chiamati sportfoot. Per sviluppare il suo progetto si recò però in Italia. In Francia però i due principali produttori di calciobalilla furono Bonzini e Sulpie che iniziarono a costruire calciobalilla rispettivamente a partire dal 1930 e dal 1952.
Tra l'altro questi due produttori inventarono le aste telescopiche rivoluzionando il mondo del biliardino. Le aste uscenti furono addirittura vietate in Francia a seguito di diversi incidenti gravi, nei quali furono coinvolti bambini. In Belgio l'invenzione è attribuita a un certo G. Staay senza però prove che lo confermino, ma i belgi possono dimostrare e vantare di avere organizzato il primo torneo ufficiale di calciobalilla nel 1950, in un piccolo bar con poche squadre.
Gli svizzeri non sono da meno ed affermano che sia stato inventato da Knicker. Certo è che costui fabbricava calciobalilla e che questa sia marca conosciuta tutt'oggi nell'Europa dell'Est. Ma anche Belgio, Germania e nei Paesi Bassi.
Altri ancora ritengono che il calciobalilla sia stato inventato negli Stati Uniti con l'obiettivo di rieducare i soldati feriti in guerra. Negli Stati Uniti non si gioca al calciobalilla ma al foosball e i giocatori sono dei foosers, un nome preso dal tedesco fußball per riferirsi al calcio, ciò semplicemente perché i primi calciobalilla negli Stati Uniti arrivavano dalla Germania. Questo ovviamente per i tedeschi avvalora lo loro tesi di essere i veri inventori.
È anche vero anche che Louis P. Thorton, zio di Harold Searles Thornton che nel 1923 aveva depositato il brevetto a Londra, brevettò lo stesso gioco negli Stati Uniti nel 1927; ci vollero però almeno 30 anni prima che il biliardino si diffondesse oltreoceano. Infatti gli americani si appassionarono solo dopo gli anni '60 a questo gioco raggiungendo un pubblico talmente vasto al punto da diventare una vera e propria moda. Prima di allora non era popolare negli Stati Uniti in quanto non era considerato abbastanza "virile" per gli Americani, abituati al football americano. Fu solo grazie ai militari statunitensi mandati nelle basi tedesche a introdurre questo sport negli Stati Uniti quando tornarono in patria.
La storia più appassionante è quella spagnola che vuole che fosse Alejandro Campos Ramirez detto Finisterre fu il primo a brevettarlo nel 1937. Costui fu poeta, filosofo, ballerino e oppositore del regime Franchista. Il suo nome è proprio legato al futbolìn, nome spagnolo del calciobalilla. La caratteristica di questo tipo di calciobalilla è che i giocatori avessero le gambe separate, non unite come invece è nel resto d'Europa. Passò alla storia anche per aver giocato una partita con Ernesto Che Guevara.
Si racconta che durante la sua convalescenza ospedaliera a Montserrat nel 1936, a seguito di una ferita ad una gamba riportata nella guerra civile, notò che purtroppo la maggior parte dei suoi compagni ricoverati erano perlopiù adolescenti come lui, ma avevano riportato amputazione degli arti a seguito delle ferite, rendendoli inabili al gioco del calcio. Ideò, grazie ad un falegname-carpentiere, di adattare un tavolo da Tennis a tavolo di questo gioco.
Con la vittoria di Franco a guerra finita, scappò in Francia attraverso i Pirenei, perdendo il prezioso documento che attestava la sua invenzione. A Parigi Alejandro si laureò in filosofia e sempre per motivi politici nel 1948 riparò a Quito (Ecuador) dove fondò una rivista di poesia. Nel 1952 si stabilì in Guatemala, dove migliorò l'invenzione del calcetto e iniziò pure delle vendite del gioco.
Dopo il colpo di Stato di Carlos Castillo Armas, Alejandro fu fermato e condannato a rimpatriare nel 1954, ma riuscì a fuggire e raggiungere Panama. Qui apprese del successo del biliardino in Europa dove i fabbricanti, soprattutto di Valencia non avevano riconosciuto ne riconobbero successivamente i suoi diritti d'inventore. Lo ritroviamo poi in Messico dove lavorò come editore di scrittori e poeti spagnoli e galiziani, soprattutto autori antifranchisti ed esuli.
Negli anni Settanta del Novecento, caduto il franchismo, Alejandro poté far ritorno in patria dove morì. Invece in Italia il calciobalilla arrivò grazie al francese Marcel Zosso, passato alla storia come colui che portò per primo il calciobalilla nella nostra penisola, anche se, alcune fonti citano un anonimo artigiano di Poggibonsi che nel 1936 avrebbe realizzato un primo prototipo di questo gioco. Il sig. Zosso, si recò ad Alessandria dove con l'aiuto di un falegname, creò una sua versione del gioco nel 1949, chiamando la sua azienda "Sport-foot" e lo diffuse nel sud della Francia riscuotendo notevole successo.
Quando si diffuse in Italia alla fine degli anni '40, le aste in legno erano già state sostituite da quelle in metallo. Il falegname alessandrino Giovanni Garlando produceva a quel tempo soprattutto casse da morto e botti per il vino, pochi anni dopo, Renato Garlando, alla guida della falegnameria ereditata dal padre, iniziò la produzione. Escono i primi modelli prodotti in Italia su larga scala. Il successo è tanto immediato quanto inaspettato nelle sue proporzioni. Per fare fronte alle richieste non bastano i 42 dipendenti di Garlando e vengono messi all'opera anche i detenuti del locale carcere, che collaborano alla produzione di biliardini.
Nei decenni successivi l'azienda Garlando Spa divenne leader mondiale per la produzione di calciobalilla e ancora oggi è la più importante azienda del settore a livello globale. Si romanzò parecchio sul suo ritorno di Zosso nel capoluogo alessandrino negli anni successivi, alcuni dissero perché irretito da una giovane dai facili costumi, altri perché incarcerato nel carcere di Alessandria nel quale sarebbe stato il responsabile di falegnameria e dove produsse i calciobalilla. Di certo il progetto degli "Sportfoot" come li aveva chiamati Zosso, che aveva già riscosso successo in Francia e in Italia, si ripeté in Marocco insieme al famoso pugile Marcel Cedran.
In Italia, che tra il 1951 e il 1954 Garlando costruì circa 12.000 calciobalilla: 6.000 furono venduti e 6.000 noleggiati. La questura di Roma, nel 1954, vietò il gioco del calciobalilla per essere tuttavia nuovamente reintrodotto l'anno seguente. Nel frattempo, Garlando riuscì a far conoscere il calciobalilla non solo in Italia, ma anche in area europea. Nel 1969, orientò le vendite del biliardino anche negli Stati Uniti, ottenendo il diritto di esclusiva per l'importazione dei biliardini grazie all'americano Joe Robbins, vice presidente della Empire Distributing di Chicago che ne ebbe l'esclusiva.
Fu sempre il Sig. Zosso ad avere l'idea di "affittare" il gioco alle attività, dividendo i proventi, diventando anche il primo noleggiatore della storia. Il termine calciobalilla nel 1952, entra per la prima volta in un dizionario della lingua italiana. La parola deriva dal dialetto genovese, dove ha il significato di piccolo, indicando un calcio piccolo, di dimensioni ridotte rispetto a quello giocato negli stadi.
Renato Garlando fu un grande innovatore, perché fu il primo a proporre gli ometti stampati in plastica e a usare formica e metallo dove i concorrenti usavano il truciolare. Inoltre Garlando brevettò le prime boccole con oliatore che permettevano alle aste di scorrere più agevolmente. Infatti è la Reta, azienda alessandrina di stampaggio plastico a produrre negli anni ‘50 a produrre le prime boccole e i primi ometti in plastica, producendo poi negli anni successivi anche le prime manopole e palline, sempre in materiale plastico.
Alcuni affermano che gli ometti in plastica vedettero la luce nel 1955 e le gambe pieghevoli nel 1970. Il Calciobalilla che nasce a Spinetta Marengo nell'azienda di Garlando, cinquant'anni dopo l'azienda viene trasferita nei nuovi stabilimenti di Pozzolo Formigaro, dopo l'apertura dei mercati anche nell'est Europa. Tra tutte le numerose versioni dei tavoli da gioco ispirati al calcio, sicuramente il biliardino o calciobalilla è sicuramente il più diffuso e popolare.
Oggi il calciobalilla è apprezzato in tutto il mondo. Si possono trovare calciobalilla dalle forme più varie con stili e tecniche diversi a seconda del paese, ma le basi del gioco rimangono inalterate. Con la diffusione del biliardino, nell'agosto del 2002 viene fondata la International Table Soccer Federation (ITSF), con lo scopo di promuovere lo sport del calciobalilla e stabilirne le regole.
Oggi il calciobalilla non è solo un gioco di socializzazione ma utilizzato anche come sport-therapy. In tale contesto, questo gioco aiuta il paziente a non sentirsi un escluso ma a vivere aspetti reali del calcio come il tifo, la tensione emotiva, il lavoro (gioco) di squadra. Inoltre nel 2011 fu fondata in Italia la Federazione Paralimpica Italiana Calciobalilla e nel 2013 il Comitato Italiano Paralimpico riconosce il Calciobalilla come Disciplina Sportiva Paralimpica.
La storia del calciobalilla o come preferisco chiamarlo, biliardino, non solo è appassionante come il suo gioco ma pieno anche di tante altre piccole storie e vicissitudine che ne fanno un gioco incredibile ed eterno.