Blog di Dante Paolo Ferraris

  • Aumenta dimensione caratteri
  • Dimensione caratteri predefinita
  • Diminuisci dimensione caratteri
Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

Il mio Piemonte: Castelletto d'Erro

E-mail Stampa PDF
Castelletto d'ErroLa mattinata primaverile mi porta a un breve viaggio verso un piccolo borgo nell'Alto Monferrato. Con l'auto, passato Acqui Terme, inizio ad inerpicarmi su colline dai morbidi profili. Il sole dolcemente pare tingere di una tavolozza multicolore i boschi, i prati fioriti ma anche i borghi che attraverso nel mio breve viaggio. Arrivo a a Castelletto d'Erro, non ho difficoltà a parcheggiare l'auto in questo minuto paese che supera di poco il centinaio di abitanti.
Il mio girovagare stamani è accompagnato da un aria è frizzante, carica dei profumi dell'erba bagnata dalla rugiada e dei primi fiori che punteggiano i prati. I giardini delle case sono un esplosione di colori, le strade sono poche e strette ma ben conservate. Qualche anziano si affaccia alla porta di casa per godersi l'aria fresca ed a osservare lo straniero che ha invaso il suo paese. Il toponimo del borgo si riferisce alle fortificazione presente nella valle dell'Erro. La sua storia certa è anteriore al Mille, quando Castelletto era un borgo fortificato, dominato dalla mole del castello intorno a cui si erano sviluppati il nucleo abitativo.
Castelletto fu inizialmente feudo dei marchesi del Monferrato, poi della famiglia Guasco di Alessandria ed ancora passò alla famiglia degli Asinari. Le vicende storiche del borgo sono quelle che hanno caratterizzato per secoli il Monferrato, costellato di guerre e battaglie per il predominio sul territorio, sia fra nobili locali che per i funesti passaggi di soldataglie d'avventura e degli eserciti francesi e spagnoli.
Da subito vado a visitare la chiesa parrocchiale intitolata alla Nostra Signora Annunziata, risalente al XVI secolo, benché fortemente rimaneggiata nei secoli successivi. La facciata con tetto a capanna è realizzata interamente in pietra a spacco a vista. Solo gli angoli sono in laterizio, mentre un bell'affresco è presente nel timpano del frontone. Il piccolo portico che anticipa il portale è sorretto da due colonne in pietra con copertura stuccata. Il portone in legno è assai antico, con belle incisioni ed è ben conservato.
L'interno è a navata unica e conserva vari dipinti attribuiti al pittore ottocentesco Pietro Ivaldi detto "Il Muto" originario di Ponzone. Il sagrato antistante la chiesa è in porfido, e lungo il belvedere si erge il monumento ai caduti. Questo è in pietra e marmo e porta inciso i nomi di tutti i caduti del piccolo borgo sia della Prima che della Seconda guerra mondiale. Dal belvedere lo sguardo si perde tra i vigneti e le distese verdi che si allungano fino all'Appennino Ligure.
Le stradine del borgo, sono silenziose e quasi intatte nel tempo, gli unici rumori arrivano dalle campagne circostanti dove si odono i primi rumori del lavoro nei vigneti e nei boschi. Mi arrampico fin sopra al colle dove si erge la torre quadrata e i resti dell'antica fortificazione. Questa Torre è considerata il monumento simbolo del paese. La torre presenta sulla sua parte sommitale degli archetti ciechi e la porta d'accesso è sopraelevata.
Resti di mura e torrette laterali rotonde completano ciò che ne rimane dell'antico fortilizio, ma certamente il panorama che si può ammirare da questa posizione, in una giornata soleggiata, è incredibile. Il cielo limpido e terso lascia intravedere le prime rondini in volo, annuncio dell'estate che verrà. È un momento perfetto per una passeggiata tra le case del borgo e raggiungere la chiesetta di Sant'Anna. Passo davanti all'edificio comunale che ospita anche la l'ufficio postale.
Un bel gattone segue il mio vagolare con aria interessata, benché sia placidamente sdraiato su un muretto a farsi accarezzare dai raggi solari. Alcune finestre delle case sono aperte e si sente l'armeggiare di pentole e piatti, qualcuno starà già preparando il pranzo. Dopo poche centinaia di metri sono fuori dal paese e proseguo la mia passeggiata lungo la strada asfaltata che corre su un crinale e che ai lati è costeggiata da verdi prati puntellati di fiori campestri.
Raggiungo così la chiesetta di Sant'Anna, posta al bivio tra Montechiaro d'Acqui e Bistagno. La chiesetta è seicentesca ma è stata ripetutamente modificata e restaurata. Presenta un alto campanile in pietra, una facciata in pietra squadrata con due lesene angolari in mattoni a vista e un portico con colonne in pietra che anticipa l'accesso alla chiesetta. Due piccole finestre sono poste ai lati della porta, mentre un piccolo oculo è posto centralmente in facciata.
La popolazione è molto devota a Sant'Anna, patrona del paese ed è proprio dalla sua chiesetta che annualmente parte la sua processione per il paese. Rientro verso il paese mentre il suono lontano di una campana segna il passare delle ore, il vento leggero porta con sé il profumo del bosco misto a quello delle cucine.
Ho incontrato ben poche persone nel mio girovagare per Castelletto d'Erro, sia perché è un giorno infrasettimanale sia per lo spopolamento del piccolo comune, causato dall'emigrazione degli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Il paese ha una prevalente vocazione agricola e sono assenti insediamenti industriali e può essere considerato un vero angolo di paradiso per chi ama la natura incontaminata.
Riprendo l'auto e torno verso Melazzo e Acqui Terme, ma prima voglio fare sosta ad una importante e antica chiesetta. La chiesa di Sant'Onorato è un antica cappella cimiteriale paleocristiana e presenta affreschi XI e XIV, riscoperti recentemente. La chiesetta si presenta oggi con una facciata con tetto a capanna, realizzata in pietra intonacata e lesene in laterizio angolari. Presenta un semplice ingresso con piedritti ed architrave in pietra e due finestrelle esagonali angolari. Centralmente vi è una finestra sagomata. Un piccolo oculo è posto al centro del timpano.
Oggi ho goduto di panorami stupendi a Castelletto d'Erro; questo è un piccolo borgo immerso nelle colline dell'Alto Monferrato con paesaggi collinari dai bei vigneti, boschi e frutteti a perdita d'occhio. L'Alto Monferrato con i suoi borghi arroccati ha un fascino unico!