Blog di Dante Paolo Ferraris

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Un cubano in Mandrogna (III parte)

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WilmerPortare un ragazzo cubano in giro per l'Italia è come portare un bambino in un negozio di giocattoli, quello che cerca non è mai quello che tu vorresti ti chiedesse.
Il mio obbiettivo era fargli visitare il maggior numero di luoghi italiani famosi in tutto il mondo, ed è per questo motivo che organizzo un viaggio alla scoperta di Pisa e Firenze.
Partenza la mattina presto, una colazione in autogrill, si perde quasi un ora a guardare gli scaffali di dolci, giochi e alimentari.
Si parcheggia nei pressi del centro di Pisa ed entriamo valicando le antiche porte direttamente in Piazza dei Miracoli.
Lo sguardo è perso. Tento di raccontargli la storia di Pisa e dei suoi monumenti e capisco che non mi ascolta, i suoi occhi vagano cercando di catturare tutto quello che è possibile vedere per memorizzarlo. Come un bambino, si fa ritrarre in fotografia in tutte le pose classiche che tutti i turisti fanno a Pisa.
Non mi chiede perché la torre pende, ma con piacere vedo che si sofferma a leggere i cartelli descrittivi scritti in multilingua. Per un attimo lo perdo tra le mille bancarelle di souvenir e "carabattole" per turisti che vi sono intorno alla piazza, ovviamente è alla ricerca di un qualunque "prendipolvere" da turista straniero, e così prima della serata, eccolo lì con la sua orripilante torre di Pisa che si illumina.
È affascinato dall'acquisto, ma pur dispiacendomi, dovrò spiegargli che le prese elettriche a Cuba sono diverse e dovremo anche cercare un adattatore perché l'energia elettrica e a 110 V.
Pranziamo in una piccola trattoria del centro storico, poco frequentata dai turisti e passiamo molto tempo a guardare il mercato rionale alla ricerca di un paio di scarpe per la mamma di Wilmer.
L'alloggiamento notturno l'avevo trovato ad un prezzo ragionevole sulla costa tirrenica, ciò ci permette di fare due passi sul lungomare, guardare dei giocolieri che fanno le esibizioni con i loro attrezzi circensi, mangiare un gelato e ovviamente scattare fotografie, peccato che il mare non è molto bello, la bandiera rossa sventola nelle varie stazioni balneari. Ci permettiamo anche di recarci la sera in luoghi di divertimento e ballo.
Per me era sostanzialmente un bar con musica dal vivo e la gente, che ballava per strada e nel parcheggio antistante, mi pareva strana, ma poi un amico mi ha spiegato che era normale e che eravamo andati in uno dei locali più mondani di Torre del Lago e che avevamo assistito a un "lesbo-week".
Firenze è sempre una città meravigliosa e intrigante, lasciamo l'auto in un parcheggio in centro ed entriamo a Firenze da Piazza di S. Maria Novella.
Ho rinunciato a fare da cicerone se non per le cose più grandi e ho altresì rinunciato ad entrare nelle chiese per ammirare l'arte in queste contenute; a Wilmer proprio l'odore d'incenso non piace.
Vaghiamo in libertà per la città, i nomi di Giotto, Michelangelo, Brunelleschi ecc... sono a lui noti e anche le maggiori opere che ammira e si sofferma a guardare estasiato, ma il suo occhio è soprattutto impegnato sull'obiettivo della macchina fotografica. Il porticato degli Uffizi, con le statue dei grandi scienziati e letterati che incorniciano le singole colonne, non è di minimo interesse per Wilmer; infatti i vari mimi e artisti di strada raccolgono la sua attenzione, come i ritrattisti che cercano di venderti un ritratto a carboncino.
Lungo l'Arno alcune catene e lampioni sono ricolmi di lucchetti con iscritti sopra i nomi degli innamorati, la cosa lo affascina e così mi riempie di domande.
Non comprende il valore storico di Ponte Vecchio e nemmeno di Palazzo Pitti; si sofferma più che altro a guardare le vetrine di monili ed oreficeria. La sua attenzione e più rivolta alla massa di turisti asiatici, ma anche italiani che seguono la loro guida che alza l'ombrello colorato o un bastoncino multicolore con annessa bandierina per farsi riconoscere e ogni 10 passi si fermano ad ascoltare cosa le racconta la guida. Palazzo Pitti, che di suo non gli dice niente, diventa importante quando gli racconto che da il nome ad una delle più importanti sfilate mondiali di moda uomo. La grande Reggia Fiorentina (Fortezza Medicea) che ha ospitato nei secoli, dal XVI al XIX, ben tre dinastie regnanti: i Medici, i Lorena ed infine i Savoia (per il breve periodo in cui Firenze fu capitale d'Italia), il fasto e lo splendore principesco battuta anche nella memoria storica di un giovane cubano, dà una manifestazione di fashion maschile.
La visita a Firenze si conclude seduti ad un tavolo a gustarci degli ottimi manicaretti accompagnati da un buon Chianti: stanchi, ma soddisfatti, ci prepariamo ad una prossima tappa del viaggio di un cubano in mandrogna.



Fine III parte.