Blog di Dante Paolo Ferraris

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All'ombra di Napoleone (VIII parte)

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ParigiLa chiesa di Saint-Pierre-de-Montmartre è la meno conosciuta ed anche la meno visitata delle due chiese principali di Montmartre, l'altra è la famosa basilica del Sacro Cuore, ma arrampicandoci su per il noto quartiere parigino l'abbiamo notata e benché la facciata non ci raccontasse nulla di particolare, da una attenta lettura dei cartelli di descrizione posti fuori dalla cancellata, abbiamo raccolto notizie curiose che ci hanno spinto a varcarne la soglia.
Storicamente è la più importante ed è una delle più antiche chiese di Parigi. Secondo la tradizione cattolica, la chiesa venne eretta nel luogo dove fu fondata la Compagnia di Gesù, i cui accoliti sono comunemente noti come gesuiti e ciò già bastava per nutrire la mia curiosità.
Abbandonato per qualche minuto S., a cui l'odore d'incenso dà particolarmente fastidio, con R. entriamo alla ricerca della pietra tombale della regina di Francia Adelaide di Savoia, sposa di Luigi VI il Grosso e fondatrice dell'abbazia delle Benedettine del Sacro Cuore di Montmartre.
All'uscita lancio ancora uno sguardo ad una delle chiese che durante la rivoluzione francese cadde in rovina e che vide installato su di essa, nel 1794, il primo ripetitore ottico-telegrafico di Chappe, fatto installare dalla Convenzione Nazionale (un'assemblea esecutiva e legislativa in vigore durante la Rivoluzione francese dal 20 settembre 1792 al 26 ottobre 1795).
La parte più antica del quartiere di Montmartre è situata su una collina nella zona nord di Parigi ed è stata il centro della vita bohémienne durante la Belle Époque.
Dato che Montmartre era al di fuori dei confini della città, esente dall'area fiscale parigina, divenne in breve una zona popolare e per il divertimento. L'area si sviluppò come centro d'intrattenimento tra la fine del XIX secolo e all'inizio del XX, rappresentato ancora oggi dai cabaret del Moulin Rouge e de Le Chat Noir (il gatto nero è tra l'altro il simbolo non ufficiale di Montmartre); in questo stesso periodo Montmartre - a causa della sua economicità - fu il luogo prediletto da vari pittori, tra cui Pissarro, Toulouse-Lautrec, Steinlen, Van Gogh, Modigliani e Picasso. In seguito la collina venne abbandonata come quartiere dei pittori, da Montparnasse.
Vagando per le viuzze strette, tra le piccole case che ricordano, dai decori e dalle fattezze, i disegni dei più celebri pittori e vedutisti, puoi inciampare, e non per via dell'acciottolato, in decine di caratteristiche bancarelle dove ti viene proposto qualunque prodotto tipico francese, sia dal punto di vista alimentare, che di arte povera.
Per godere dei profumi di pane appena sfornato basta attendere sull'uscio di queste piccole e caratteristiche botteghe, che ad ogni apertura d'uscio inebriano la strada di profumi di pane e dolci. R&S non attendono molto sull'uscio ed entrano nel minuscolo negozio, il primo alla ricerca di dolci tutta panna e lamponi, il secondo alla ricerca della baguette perfetta (quale sia lo sa solo lui).
Tappa fondamentale per il mio particolare tour in Rue Garreau 6 è un bateau lavori, noto come il locale degli artisti, sulla porta del quale Picasso scrisse "all'appuntamento dei poeti". Il 12 maggio 1970 un incendio lo distrusse ed i Pompieri lavorarono 3 giorni per avere la meglio sulle fiamme, ed ancor oggi si notano i segni di quel disastroso incendio.
Tappa obbligatoria sono i magazzini Lafayette, anzi le Galeries Lafayette, situati nel cuore di Parigi, in Boulevard Haussmann, fondati nel 1893 dall'idea di due cugini, Théophile Bader e Alphonse Kahn, che decisero di aprire un negozio tra l'angolo della strada LaFayette e Chausée d'Antin, nel quartiere vicino l'Opera, zona all'epoca molto frequentata da persone provenienti dalla periferia parigina, che scendevano con il treno alla stazione St. Lazare.
Situati nel cuore del quartiere dello shopping, ben presto si è reso necessario il loro ampliamento e fin dall'inizio Le Galeries Lafayette sono state punto di attrazione per donne e uomini provenienti dall'alta società.
Oggi questo diadema della moda si eleva per 9 piani, compresi i sotterranei, ed ha al centro una cupola di 33m di altezza, che comprende 10 vetrate dipinte e decorate con motivi scolpiti floreali.
La cupola neo-bizantina venne costruita nel 1912 e le sue vetrate, in stile liberty, la rendono veramente affascinante; all'interno trovi veramente di tutto per il nuovo glamour.
Qui perdo subito S. tra la moltitudine di borse e R. tra i gioielli delle più note marche. Io mi soffermo sopratutto sui prezzi e guardo con invidia i compratori asiatici che escono da questi negozi della galleria con molti pacchetti. Ma anche la zona destinata ai profumi attira l'interesse di S. che con occhio esperto e malizioso valuta con attenzione i prodotti e non solo.
I piani sono dedicati alla moda creativa, moda tendenze, moda seduzione, moda evasione per uomo, donna e bambino. All'ultimo piano, sullo splendido terrazzo da cui ammiro il panorama di Parigi con in primo piano l'Opera, mi soffermo a leggere quanto scritto su un piccolo monumento posto sulla terrazza/tetto, a ricordo della prima guerra mondiale.
Le Galeries Lafayette offrirono 25000 franchi ad un aviatore che atterrò sulla terrazza del negozio il 19 gennaio del 1919. Jules Védrines decollò alle 12:40 da Issy Les Moulineaux sul suo aereo Godron G3, e dopo qualche minuto atterrò sulla terrazza del negozio. Ciò gli valse una medaglia, ma ricevette anche una multa di 16 franchi per aver volato su Parigi e atterrato in un posto vietato. L'insolita pista di atterraggio sarà di nuovo utilizzata da André Labarthe, che decollato dall'Inghilterra il 4 luglio 1948, atterrò sulla terrazza con il suo aereo tra una folla di giornalisti e di persone che lo attendevano.
Al suo interno si trovano anche un servizio di ricevimento con personale multilingue, un ufficio cambio valuta, centri estetici uomo/donna, sfilate di moda e un magnifico reparto alimentari.
Questo esclusivo Lafayette Gourmet attira la nostra attenzione e ci aggiriamo tra i banchi come bambini alla ricerca del gioco sospirato. Si trovano in bella mostra i migliori prodotti della gastronomia francese ma anche delicatezze italiane, tedesche, spagnole ed asiatiche oltre ovviamente ai prodotti delle terre d'oltremare francesi.
L'ambiente è decisamente raffinato a tal punto che sembra di camminare all'interno di una gioielleria. L'arredo, con scaffalatura in noce pregiata, e la disposizione dei prodotti sugli scaffali e nelle vetrine sono sicuramente curati dai migliori vetrinisti esistenti.
Anche il personale di questo centro del gusto sembra disegnato: quanta cura mostra nel maneggiare i prodotti e quale dovizia di attenzione cura la propria divisa da lavoro e la propria estetica. Il bancone della pasticceria è un sussulto di piaceri del palato, al quale R. aggiunge sospiri di apprezzamento e desiderio.
Cosa dire delle ceste del panettiere, con decine di tipi di pane, con profumi che inebriano l'ambiente.
Il bancone dei salumi è allestito come la vetrinetta di una prestigiosa gioielleria di Place Vendome e il giovane salumiere, vestito come un modello con il suo grembiule bianco a strisce verticali rosse e il suo cappello a bustina, si muove tra salami e prosciutti con movimenti fini e sicuri.
La mia attenzione e quella di R, mentre S. vaga alla ricerca di qualche delicatezza e sprona tutti ad acquistare queste bontà, è colpita dal banco del fruttivendolo, decorato con fiori e rami di alloro, rosmarino, timo ed altre piante aromatiche che rendono profumato un bancone, che già ha di suo la bellezza di un antico dipinto. Hai il dubbio che la frutta esposta sia finta, da quanto è lucida e ben disposta con i cestini di fragole, lamponi e mirtilli che sembrano più scolpiti da Donatello o cesellati in maiolica da Flavio della Robbia.
La frutta esotica e quella europea sono disposte per forme e colori, tanto da rendere il banco un tappeto unico, cromaticamente acceso che attira il visitatore.
Non conosco tutti i tipi di frutta esposta, ma sicuramente l'omone che con cura spazzola le fragoline ed elimina quella che inizia a macchiarsi o marcire, dà sicuramente l'idea di quale cura ha dei prodotti esposti, curandoli quasi come fossero figli suoi.
L'unica nota di dissonanza è il bancone dei formaggi, ove una commessa, abbastanza robusta, dai capelli rossi e ricci che ha fatica stanno sotto la cuffia, serve il gorgonzola con il cucchiaio, anziché nella tradizionale forma a cuneo.
Lasciamo questo Centro del Glamour e del Gusto per avventurarci nelle affollate strade parigine, non prima però di aver acquistato una Baguette riempita di qualunque "ben di Dio" per S, un gustoso panino per R, con l'ovvio dolce panna e lamponi, e un misero ma dissetante yogurt per me.



Fine VIII parte.