Blog di Dante Paolo Ferraris

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Discorsi pasquali tra un gruppo di squilibrati amici

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colombaDeve ancora passare la Pasqua cattolica che io penso già a quella ortodossa e sinceramente il pensiero mi è stato stimolato da un amico, in uno di quegli strani discorsi serali che ogni tanto mi capita di fare, questa volta incentrato sul significato della liturgia pasquale. Scivolando inevitabilmente sui vari segni e valori, basti pensare all'uovo di pasqua, alla colomba e al valore controverso del Bacio, quale simbolo di tradimento. Ora quest'anno la Pasqua cattolica si celebra domenica 8 aprile, mentre quella ortodossa il 15 dello stesso mese e quindi mi sento autorizzato ad approfondire tale significato, grazie alla discussione ed ai ricordi che mi ha suscitato.
La Pasqua è la festività cristiana che ricorda la risurrezione di Gesù, quale instaurazione della nuova alleanza e l'avvento del Regno di Dio. Il significato letterale di Pasqua deriva dalla parola latina pascha e dall'ebraico Pesah, che significa "passaggio". Il termine "Pasqua" ha due significati, che convivono tutt'oggi, a seconda che si stia parlando della tradizione ebraica o della tradizione cristiana.
Dal punto di vista teologico, la Pasqua dei nostri tempi racchiude in sé tutto il mistero cristiano, con la Passione, cioè Cristo che si immola per l'uomo, liberandolo dal peccato originale e riscattandolo da una vita ormai corrotta e come dice il parroco durante la SS Messa pasquale "con la risurrezione ha vinto sul mondo e sulla morte".
I segni e i simboli nella religione cattolica sono ormai mercificazione consumistica come la consuetudine nel periodo pasquale di regalare un dolce a forma di colomba con ali distese.
La colomba ci vuole ricordare l'episodio del diluvio universale descritto nella Genesi, allorché una colomba ritornò da Noè tenendo nel becco un ramoscello di ulivo, ormai significato mondiale di un messaggio di pace; ma anche la conclusione del castigo divino, con le acque del diluvio universale che si stanno ritirando e con il conseguente inizio di una nuova epoca per l'umanità intera. La colomba diventa quindi simbolo di pace e di riconciliazione. Tra i diversi doni pasquali che fanno bella mostra di sé nelle vetrine dei negozi o nelle pubblicità televisive di famose case produttrici di cioccolato compare anche un simpatico coniglietto che porta delle uova. La sua presenza non è casuale ma si ricollega alla lepre che sin dai primi tempi del cristianesimo era presa a simbolo di Cristo. Infatti con la caratteristica del suo manto che cambia colore secondo la stagione, venne indicata da Sant'Ambrogio come simbolo della risurrezione.
Ma non esiste abitazione di cristiani cattolici, soprattutto con la presenza di bambini, in cui a Pasqua non si portino in dono le tradizionali uova. Nella cultura cristiana questa usanza pare risalire al 1176, quando l'Abate dell'Abbazia di St. Germain-des-Près donò a re Luigi VII prodotti delle sue terre, incluse uova in gran quantità, in segno di ringraziamento e di bentornato a Parigi dalla II crociata. Un'altra versione vuole che l'uovo, come regalo pasquale, nasca probabilmente in Germania, dove si diffuse la tradizione di donare semplici uova in occasione di questa festività. L'uso di regalare uova è collegato al fatto che la Pasqua è festa della primavera, dunque anche della fecondità e del rifiorire della natura, tanto è vero che in alcune parti delle campagne del Piemonte (Monferrato e Langhe) durante le festività di Pasqua avviene ancor oggi una questua molto importante che è quella che tradizionalmente viene indicata come "canté i euv", il canto delle uova.
A gruppi, diversi giovani vanno di cascinale in cascinale (ora di casa in casa) a chiedere uova e altri alimenti che verranno utilizzati per imbandire un pranzo collettivo il lunedì dell'Angelo.
La questua del canto delle uova, è riservata agli uomini e vietata alle donne, che accompagnati da chitarre ed altri strumenti musicali, ovviamente si soffermano maggiormente presso quelle abitazioni dove abitano le ragazze, con la speranza che siano loro a consegnare le uova nella cesta e trasformare questo lungo peregrinare anche in una serenata.
Sempre nel Medioevo una narrazione tradizionale vuole la creazione di uova artificiali fabbricate o rivestite in materiali preziosi quali argento ed oro, chiaramente destinata agli aristocratici. Edoardo I, re d'Inghilterra dal 1272 al 1307, ordinò la creazione di circa 450 uova rivestite d'oro da donare in occasione della Pasqua. La tradizione dell'uovo decorato è maggiormente conosciuta grazie all'orafo Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar il compito di preparare un regalo speciale per la zarina Maria; l'orafo invento per l'occasione il primo uovo Fabergé. Creò un uovo di platino smaltato di bianco contenente un ulteriore uovo in oro, il quale conteneva a sua volta altri due doni: una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino, ovviamente d'oro.
In tempi più recenti l'uovo di Pasqua maggiormente celebre e diffuso è il classico uovo di cioccolato, che ha conosciuto largo successo nell'ultimo secolo e che amo particolarmente.
Passiamo così ore di discussione sui vari significati dei doni nella Pasqua, ricordando che quest'ultima si celebra con solennità la domenica che segue il primo plenilunio dopo l'equinozio di primavera. La data della Pasqua ortodossa non sempre coincide con quella della Pasqua cattolica perché la chiesa ortodossa segue il calendario giuliano e non quello gregoriano, ma occasionalmente le due festività cadono nello stesso giorno.
Nell'Ortodossia in generale, e nella Russia in particolare, il "Giorno Luminoso della Risurrezione di Cristo" è celebrato con grandissima solennità. Le usanze popolari (come le uova di gallina colorate e decorate) sono collegate a questa ricorrenza liturgica. Nel periodo che precede la Pasqua, infatti, adulti e bambini decorano molte uova che dopo la Liturgia Pasquale verranno consumate dai fedeli riunitisi a tavola, assieme ad altri piatti tipici della tradizione precedentemente benedetti in chiesa. Le uova colorate rappresentano non solo la rinascita primaverile e la vita che si rinnova ma anche l'embrione di vita simboleggiato dal mistero della resurrezione.
Ad esempio in Romania la Pasqua si festeggia con il massimo sforzo da parte di tutti i credenti. Nel contesto rurale ogni famiglia si preoccupa di preparare per tempo la propria abitazione e di giungere alla Santa Pasqua con il dovuto quantitativo di cibo e di prodotti alimentari tale da poterli condividere con quanti più parenti e conoscenti possibile. Infatti pasqa - in rumeno significa pane ed è proprio questo prodotto, simbolo dei doni della terra e quindi del Signore, che viene portato in chiesa dai fedeli e benedetto assieme al altri prodotti tipici preparati per l'occasione.
Altri sono anche i segni e i simboli presenti nella Pasqua ortodossa. Fiori, foglie, acqua, processioni, incensazioni, canti, prosternazioni sono solo alcuni degli elementi inseriti nella liturgia, come l'uso dell'alloro che chiunque può osservare visitando una chiesa ortodossa.
Ad esempio in Grecia la sera prima della mezzanotte si tengono processioni verso santuari e chiese, recitando salmi. Nelle chiese, al buio, vengono accese candele che devono essere riportate a casa accese. I riti della Pasqua continuano a tavola, con il pane pasquale, dolcetti, uova colorate di rosso e la tipica "Maghiritsa", una zuppa fatta con le interiora dell'agnello. Ovunque si organizzano balli, processioni e manifestazioni folkloristiche.
Le uova tinte di rosso aprono diverse discussioni tra noi, soprattutto sul perché, ed allora cerchiamo delle risposte, tra le quali la più plausibile trovata è legata ad una antica leggenda ortodossa. La narrazione vuole che Maria Maddalena, arrivata a Roma per portare la fede cristiana al popolo romano, venne ricevuta dall'imperatore Tiberio che voleva avere notizie sulla risurrezione del Cristo. All'usanza di quei tempi, Maddalena era obbligata a portare un dono all'imperatore, e siccome era tanto povera, portò un uovo. L'imperatore rivolgendosi a Lei le disse: "Impossibile che qualcuno risorga dalla morte, come è impossibile che questo uovo diventi rosso". Improvvisamente l'uovo diventò rosso, confermando quanto raccontato da Maria Maddalena.
Legato a questa leggenda in Russia (ma anche in altri paesi) a Pasqua si regalano a vicenda uova colorate, sempre affermando Khristos voskriese!. Bambini in gruppi visitano le case dei loro vicini per raccogliere uova e dolciumi che vengono loro offerti, riunendosi dopo in cortile per giocare al gioco delle uova. Il gioco si svolge su una sul tovaglia, ha lo stesso svolgimento del gioco delle bocce, devono colpire la maggior quantità di uova dell'avversario con il proprio uovo colorato. Vince chi ne prende di più. Ad Atene invece vuole che si preparino delle uova sode rosse, una per ciascun commensale. Prima del pranzo inizia la " battaglia delle uova" ovvero ogni ospite tenendo l'uovo stretto nella mano deve colpire la punta dell'uovo, del vicino: vince il commensale che dopo aver combattuto con tutti avrà ancora l'uovo intero.
Sostanzialmente credo che la tradizione dell'uovo sia una tradizione pagana e che la religione cristiana l'abbia fatta propria, considerando l' uovo come rappresentazione della vita e della rigenerazione. Infatti l'uso dell'uovo come oggetto beneaugurale era utilizzato anche dai Persiani che festeggiavano l'arrivo della primavera con lo scambio di uova di gallina.
Anche nella antica Roma esistevano tradizioni legate al simbolo delle uova. Gli antichi Romani erano soliti seppellire nei campi un uovo dipinto di rosso, simbolo di prolificità e quindi propizio anche per un buon raccolto. Ed è proprio con il significato di vita che l'uovo entrò a far parte della tradizione cristiana, richiamando alla vita eterna.
La discussione tra di noi si fa più intensa, direi accesa quando mettiamo in rapporto l'uovo con la morte, utilizzato non solo come simbologia legata alla Pasqua come festività, ma anche come resurrezione. Infatti è d'uso in alcune tradizioni locali, durante la festività dei morti deporle sopra le tombe, come augurio di felice vita ultraterrena per i propri cari che sono sepolti. Un vecchio racconto ci ricorda come in passato le uova erano poste sopra la bara o sulla tomba al momento della sepoltura. In alcune località le uova in questo caso potevano essere di legno e quindi potevano essere lasciate in quel luogo per molto tempo.
Un'altra tradizione secolare vuole che Maria facesse giocare Gesù da bambino con uova colorate e che il giorno della resurrezione le abbia trovate colorate di rosso davanti al sepolcro vuoto.
Nella tradizione ebraica troviamo l'uovo insieme all'agnello anche come simbologia comune nella Pasqua.
La Pasqua ebraica rievoca al popolo d' Israele la liberazione della schiavitù dall'Egitto. Per gli ebrei mangiare l'agnello ricordava il sacrificio offerto al Dio d'Israele prima di partire dall'Egitto; per i cristiani mangiare l'agnello simboleggia il sacrificio di Gesù: "Agnello di Dio".
Ormai si è fatto tardi, dobbiamo cedere le armi a tanto così pedante discussione che ci ha fatto filosofeggiare per ore, vorremmo parlare della Parusia e del bacio di Giuda, ma ci fermiamo, potrebbero prenderci per dei "fuori di testa" con le nostre tediose analisi e rimandiamo il tutto ad un'altra noiosa serata tra squilibrati amici.