Blog di Dante Paolo Ferraris

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Dietro le quinte di Cuba (II parte)

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Cuba (04/2010) Più passeggio per Matanzas più mi mi appare una cittadina tristemente dimenticata, un gigante di 120 mila abitanti, ricoperta dalla polvere del tempo, lontana dal suo antico splendore di metà ottocento.
Tanti gli artistici ponti su San Juan e sul rio Yamuri, le case in stile coloniale e le chiese in quello neoclassico, sono tutte scrostate, pare vogliano raccontarmi con tristezza la ricchezza dei tempi passati, ma gli fa da contraltare la gioiosità della gente, si salutano, si fermano in crocchi a parlare, anche i bambini con le madri che li tengono stretti per mano e fanno la coda al carretto del venditore di zucchero filato trasmettono giocosità e ordine
Della Atene cubana, Matanzas ha i teatri in perenne restauro, della vitalità culturale ha certamente gli artisti di strada che vendono le loro opere artigianali, la musica e soprattutto il ballo che la fa ancora da padrona.
Mi raggiunge seduto al bar in plaza della Vigia, una anziana signora che per una manciata di CUC (moneta turistica) mi vende i suoi versi scritti in forma di poesia “Quise las floras del mar y se fueron a lo profundo yo te dejare de amar cuando se acabe este mundo” e alta, magrissima, vestita con abiti consunti e senza cortesia di colore.
Si allontana rapidamente a cercare un altro cliente a cui vendere i suoi poemi, scritti con macchina da scrivere, dove anche il nastro dell'inchiostro pare abbia abbandonato il colore.
Incontro Mighel, si presenta tutto vestito anche lui di bianco, ha una bella camicia lavorata, il capello e l'immancabile ombrello blanco, il colore nero della sua carnagione e le sue forme atletiche e slanciate lo fanno notare da lontano.
Mighel ha girato l'Europa nei migliori locali, fa il ballerino professionista, ha più di trent'anni ed ha da poco abbracciato anche lui la santeria, non può stare troppo al sole e non può avere troppi contatti fisici per tutto il periodo di conversione alla santeria
Parla un italiano fluente, ma è il primo che lo sento dire che l' Italia e la lingua italiana non gli piace. Mi racconta la sua storia e devo francamente dire che la sua esperienza negativa con un prete italiano non può che aver influito e segnato profondamente la sua vita.
La Santeria mi seguirà per tutta la mia permanenza a Cuba, è una religione terrena, un sistema magico-religioso dove ogni orisha si identifica con un aspetto della vita e della natura e trova il suo corrispettivo con la religione cattolica. Obbatalà creatore della terra è anche lo scultore dell'uomo, una divinità pura, signore di tutto ciò che è bianco, protettore della testa, dei pensieri e dei sogni. Inviato sulla terra per portare e governare in pace e armonia, non permette a nessuno di spogliarsi davanti a lui,nonché di pronunciare ingiurie o volgarità, tutti gli Orisha gli portano rispetto, Può essere rappresentato sia come uomo che come donna, sia da vecchio saggio o da giovane guerriero. Il colore identificativo è il bianco e viene sincretizzato con la vergine de la Mercedes
Nel pomeriggio avevo fatto un lungo giro a piedi per la città, spingendomi fino alla bianchissima spiaggia, ove il verde del prato dirada lentamente fino alla bianche sabbie, l'ombra delle palme reali pare disegni mostri marini sulla arena.
Lungo la spiaggia della baia di Matanzas i ragazzi si rincorrono, si buttano in acqua e con veloci bracciate raggiungono presto il largo facendo bellissimi giochi con l'acqua.
Sono sicuri di se, anche se il mare è tutt'altro che quieto
Nella caserma dei Bomberos, situata a ridosso di plaza de la Vigia nei pressi pel puente Calixto Garcià, fanno della mostra qualche fiammante APS di fabbricazione cinese e qualche sgangherato ma affascinante vecchia camionetas,
Al bar Atenas incontro due splendide ragazze, anch'esse fanno le ballerine nei vari corpi di ballo che lavorano nei resort di Varadero, Un corpo splendido con occhi verde profondo come il colore del mare innanzi a me, ci beviamo insieme una cerveza cristal, ci uniscono amici comuni, si chiacchiera tranquillamente del lavoro e delle loro aspettative, che mi sembrano tutte uguali, non c'è ricerca di denari, di successi o di fuga dall'isola, ma solo di felicità, serenità, miglioramenti lavorativi.
Di fronte al bar il Teatro Sauto, uno degli edifici neoclassici più belli di Cuba, famoso per la sua acustica, può contenere fino a 775 spettatori ed è qui che il primo italiano ad esibirsi fu Enrico Caruso.
Mi sposto verso il centro e passo davanti al museo Farmaceùtico, antica bottega fondata nel 1882, ove fanno bella mostra di sé gli antichi strumenti, vasi in porcellana e varie tipologie di bottiglie, l'antica “botica La Francesa” è diventata museo nel 1964 e si trova subito all'angolo del sobrio Palacio de Gobierno ora sede del Poder Popolar.
Pranzo con Wilmer sotto un pergolato di una modesta ma caratteristica “pizzeria”, mangio una pizza con il tonno preparata da un cubano che non ha mai visto Napoli, però la sua pizza caraibica non è niente male.
Dal Parque della libertat alle 5 della tarde partono decide di pulman (guagua) che portano ballerine, musicisti, camerieri e tanti altri lavoratori ai grandi resort di Varadero. Anche Mighel e Wilmer insieme agli altri amici prendono la guagua per farvi ritorno solo in tarda nottata.



Un giro al mercato ti permette conoscere meglio la comunità che ti ospita. Il mercato è solo ad un isolato dalla mia abitazione, voglio fare alcuni acquisti per preparare il pranzo di pasqua con Fernando e Wilmer
Attraverso il ponte Sánchez Figueras,è in cemento e unisce due quartieri di Matanzas, quello vecchio ove ho casa io con quello nuovo. Il traffico pedonale che passa sopra ai marciapiedi è veramente tanto, a creare ulteriore caos, sei giovani, tra i venti e i trenta anni che si gettano dal ponte nelle acque del San Juan, facendo tuffi veramente belli, ma nell'indifferenza più totale dei passanti, mi fermo e' scatto qualche foto.
In un piazzale a ridosso del ponte, tra le palme reali, un gruppo di bambini gioca a baseball. Entro nel mercato, è uno spettacolo di banchi di ortaggi e frutta, sono ordinati, con prodotti in bella mostra, i contadini dietro il banco si mostrano cortesi con lo straniero.
Compro fagioli neri, peperoni (pimiento), pomodori (tomate), sono tentato a comprare della frutta ma mi limito a comprare del cocco già grattugiato, né prendo una libbra che direttamente dalla bilancia passa dentro ad una borsa di plastica.
Dietro di me due carriole da muratore, contengono dei pezzi di maiale per i banchi dei macellai, sono utilizzati come mezzi di trasporto dal magazzino frigo.
E' un bancone in pietra e legno dove i macellai, tra le mosche, vendono le carni. Le carni sono prevalentemente di maiale, l'animale così squartato e fatto in pezzi di diverse misure, lo trovi allineato sul tavolo di pietra, il macellaio mette il pezzo prescelto sulla bilancia color fuliggine e direttamente in una borsa di plastica, non esiste la carta alimentare. E cosi prendo tre libre di carne.
Aggiungo alla spesa, uscendo delle cipolle (cebolla) e del comino.
Raggiungo con il solito carretto trainato dai cavalli la casa di Fernando per mettere la spesa in frigo.
Wilmer si mette a fare il bucato con una lavatrice che mi sembra più una centrifuga.
E' di fabbricazione russa, di piccole dimensioni e non ti fa il risciacquo che devi fare a mano, Wilmer è molto fiero della sua lavatrice,mi afferma che è un sistema molto rapido.
La chiesa di N.S del Carmelo è piena, troviamo due posti nei banchi in fondo alla navata. La messa è appena iniziata, il sacerdote è al centro dell'altare con i chierichetti intorno a fargli corona.
La messa cattolica è uguale ovunque e uguale è la devozione, quello che cambia sono i ritmi delle preghiere cantate.
Qui nella piccola chiesa del Carmelo in stile pseudo neoclassico con tre navate semplici e pulite non si ostenta ricchezza, Le musiche sono quelle caraibiche e le preghiere prendono il loro ritmo.
Gli astanti cantano tutti e a stento le donne non muovono il bacino al ritmo della musica.
L'omelia è lunga, troppo lunga, ma è Pasqua e i suoi 45 minuti sono ammessi. Durante il rito lo scambiarsi un segno di pace, che nelle nostre chiese si limita ad una stretta di mano tra i partecipanti alla Messa dello stesso banco o al limite con quello davanti e dietro, qui invece è tutto un movimento in tutta la chiesa e unisce la stretta di mano ad un bacio sulla guancia di sinistra.
Mentre Wilmer si mette ai fornelli a casa di Fernando, io vado a comprare due cerveza e due gazzose per Fernando. Sui fornelli cuoce il riso con i fagioli neri e in altra pentola il maiale con i peperoni e le cipolle, aggiungiamo una insalatina ad arricchire il nostro pranzo pasquale.

Fine II parte.