Blog di Dante Paolo Ferraris

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Thigh gap

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Thigh gapNon ci volevo credere, eppure anche se in minor misura, è un "ossessione" più che una moda di tendenza. Ero venuto a conoscenza attraverso una rivista online francese, e la cosa mi sembrava tanto assurda e inverosimile che non avrei mai pensato che potesse essere vera e coinvolgere anche le nostre adolescenti, e ahimè non ha coinvolto solo loro, ma anche chi adolescente non lo è più da tempo. Mi è tornato alla mente l'articolo quando recentemente ho incontrato a Torino, durante una visita al museo egizio, una adolescente inglese che indossava una minigonna.
Nato nel 2013, il "thigh gap" per le adolescenti, che seguono questa tendenza ha lo scopo di ottenere gambe magrissime così da creare uno spazio tra le cosce quando si sta in piedi. Una moda nata tra le adolescenti americane e che ha raggiunto l'Europa attraverso i socialmedia ed è diventata presto una mania preoccupante non solo i genitori ma anche per i medici, di cui posso condividere le paure dopo che mi sono potuto rendere conto di persona ciò che comporta.
La ragazza che mi ha suscitato tutte queste perplessità, mi passa affianco mentre sono in coda per fare il biglietto d'accesso al museo; è alta, molto alta, un corpo longilineo, che vorrebbe irrobustirsi, veste un abito attillato color blue elettrico con una minigonna, che le permettere di mostrare il riuscito "thigh gap". Le lunghe, bianche e magre gambe appaino come due fuscelli impiantati in due grandi paia di anfibi militari, neri slacciati e con la lingua aperta verso l'esterno. È una visione che potrebbe sembrare dolce, per la giovane età, ma che un po' m'angoscia.
Il "thigh gap" è quindi lo spazio, la distanza, che si crea fra le cosce, ed è considerato da queste fanciulle un elemento distintivo di bellezza e forse di perfezione fisica.
Un messaggio inneggiante al nuovo ideale di bellezza femminile, diffuso attraverso le giovani star statunitensi, sia sulle riviste patinate che attraverso i propri profili sui social network. Le strategie per ottenere il cosiddetto "spazio tra le cosce", passano dal digiuno forzato alla pratica di un attività fisica sostenuta, per raggiungere l'obiettivo, in una continua competizione tra le adolescenti per chi ha le gambe più sottili.
Sebbene le prime a praticarlo furono le statunitensi, la mania venne subito copiata e seguita dalle ragazzine francesi che ovviamente naturalizzando il temine lo chiamano "espace entre les cuisses" o meglio chiamato tra di loro "Arc de Triomphe". Anche in Italia ha avuto delle sostenitrici, soprattutto a Milano, dove per darci un tono d'internazionalità non lo traduciamo dall'inglese, altrimenti potremmo chiamarlo in "spazio o varco tra le cosce".
A divulgare tra le teenager il nuovo diktat estetico, tutto teso a evidenziare il più possibile le curve, attraverso una magrezza eccessiva, e non temo nell'affermare al limite dell'anoressia, ci hanno pensato i socialnetwork che forniscono le istruzioni talvolta strampalate per ottenere i risultati fisici di questa demenziale ossessione modaiola; link e post inneggianti a digiuni forzati tesi a ingannare lo stomaco e mettere a tacere i crampi della fame, ma anche invitanti a fare moltissima ginnastica senza nessun personal trainer che possa controllarle gli esercizi svolti. I social network che più hanno diffuso questa mania sono stati Instagram, Vine, Tumblr e l'hashtag #thinspiration di twitter, piene di foto di persone famose conosciute per la loro linea filiforme, tipo Kate Moss o la modella Alexa Chung. Su questi social network puoi leggere assurdi messaggi come "I'll ne happy only by reaching my tight gap. Everyone will find me beautiful, slim and interesting. Finally everything will begin."cioè «Sarò felice soltanto quando avrò il mio thigh gap. Mi troveranno bella, magra ed interessante. Finalmente tutto incomincerà.» oppure "It is meant to show the groin, it's exciting. I attuali have won, which drives boys crazy."ossia «Serve a mettere in mostra l'inguine, è eccitante. Io ne ho uno e i ragazzi impazziscono per questo».
Ho letto che servì a poco o nulla la raccomandazione dei medici, americani e francesi nel tentare di fare capire a costoro che la conformazione fisica individuale non è questione né di peso, né di magrezza, ma di costituzione e geni. Ma non c'è miglior sordo di chi non vuol sentire, sopratutto quando con l'intransigenza dell'età, a vincere sono le "amiche di mouse" con cui si confrontano le adolescenti, galvanizzandosi a vicenda. È proprio vero, i gusti e le mode cambiano e se la nuova regola estetica, è avere stando in posizione eretta, a piedi uniti, le cosce che non devono toccarsi, preferisco la moda più naturale di non molti anni fa, dove invece, quella distanza era considerata un difetto. Moda quest'ultima che non nuoceva alla salute; soprattutto quando durante l'adolescenza, il corpo della fanciulla ha bisogno di assimilare abbastanza cibo e non farlo, può creare gravi ripercussioni sia per lo sviluppo del cervello, ma anche per la funzione del cuore, per non parlare della salute riproduttiva. Ho il modo di parlare di questa stravagante moda, con una mia giovanissima conoscente, Giulia, che benché abiti nella mia città, mi fa presente che tra le adolescenti tale "ossessione" era ed è molto in voga. Anche Lei, durante il periodo adolescenziale era vittima di tale "ossessione", come gran parte di tutte le sue compagne di Liceo e mi racconta: "facevano di tutto per apparire con un bel varco tra le cosce, mettendolo in evidenza con ardite gonne dai colori sgargianti, e per quelle ragazze per cui madre natura le aveva dotate di particolare abbondanza, per poter comunque "apparire" alla moda e piacevoli, sia ferme che camminando tenevano i piedi estroflessi in modo di marcare maggiormente il "Thigh Gap", ovviamente in un modo assolutamente innaturale, doloroso e dannoso per la postura". Premesso che, il mondo corre più velocemente della mia immaginazione e che non ho forse l'età per apprezzare tali mode, quella ragazza, avrebbe potuto essere mia figlia e mi domando come è stata cresciuta, com'è la sua famiglia, la sua scuola e la compagnia che frequenta. Ma anche come mi sarei comportato io da padre. Ora ne vale davvero la pena avere un fisico da copertina patinata se questo è un corpo killer che uccide il cervello e anche il futuro di queste ragazze?