Blog di Dante Paolo Ferraris

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La terra degli dei (II parte)

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greciaIl giorno dopo dedichiamo una visita all'Acrocorinto e grazie alla presenza di Carlo che ha svolto studi classici ci permettiamo il piccolo lusso di avere una guida personalizzata che non solo conosce la storia della Grecia antica ma che è in grado di interpretare correntemente il greco antico. L'Acrocorinto, traducibile come "Corinto alta", è l'acropoli dell'antica Corinto ed è posta su uno sperone roccioso che domina la città. L'Acrocorinto fu abitato in modo continuativo fin dal periodo arcaico fino ai primi anni del XIX secolo. La fortezza dell'Acrocorinto fu occupata poi dal principato di Acaia, conosciuto nel Medioevo anche con il nome di Morea, poi dai Veneziani e infine dagli Ottomani. Nella parte più alta vi era il tempio di Afrodite, che fu poi convertito in una chiesa ed in una moschea.
Il tempio di Afrodite era conosciuto nell'antica Grecia per la prostituzione sacra. La prostituzione sacra o prostituzione del tempio o anche prostituzione religiosa, era un rituale sessuale che consiste principalmente in un rapporto sessuale o in un'altra attività di tipo erotico, svolto all'interno del culto religioso dedicato ad Afrodite, ed aveva luogo in prevalenza all'interno degli stessi luoghi di culto, forse come forma di rito di fertilità e del "matrimonio divino", ossia la ierogamia.
Alcuni studiosi affermano che la motivazione principale che diede origine alla pratica della prostituzione sacra era il tentativo di immagazzinare l'energia vitale che scaturiva quando nel tempio si univa carnalmente la sacerdotessa con il fedele, celebrando con la loro unione un rito inneggiante alla Dea dell'amore. Si ritiene che in tale modo si potesse propiziare la fertilità delle donne della comunità e anche la prosperità economica della comunità, infatti il tempio di Afrodite impiegava un numero significativo di dipendenti di sesso femminile.
Scrive Erodoto, 1.199. «La donna deve andare nel santuario di Afrodite una volta nella vita ed unirsi ad un estraneo (...) Nel santuario di Afrodite si mettono sedute molte donne con una corona di corda intorno al capo; le une vengono, le altre vanno. Gli estranei scelgono. Quando una donna è giunta lì può tornare a casa solo quando uno degli estranei le getta in grembo del denaro e si sia unito a lei fuori del tempio. Gettando il denaro egli deve dire queste parole: "Io invoco la Dea Militta". Gli Assiri chiamano infatti Militta Afrodite (...) La donna segue il primo che le abbia gettato del denaro e non lo respinge (...) Quelle che sono belle di aspetto presto se ne vanno, mentre quelle che sono brutte rimangono per molto tempo, non potendo soddisfare la legge; e alcune tra loro rimangono anche per un periodo di due tre o quattro anni. Anche in alcune città di Cipro c'è un'usanza simile a questa».
Molte altre sono le storie e leggende legate a Corinto, come quella della fonte Pirene superiore che si trovava all'interno delle mura dell'Acrocorinto: Si racconta che la sorgente, che è dietro al tempio, fu creata da Asopo, che taluni dicono figlio di Oceano e di Teti, altri di Poseidone e di Pero, altri ancora di Zeus e di Eurinome. Asopo sposò Metope, figlia del fiume Ladone, dal matrimonio ebbe due figli e dodici o venti figlie. Alcune delle figlie di Asopo furono rapite da Zeus, Poseidone o Apollo, e quando sparì anche Egina, la più giovane, Asopo ne andò alla ricerca. Giunto a Corinto, trovò Zeus che abbracciava Egina in un bosco. Zeus fuggì trasformandosi in roccia finché Asopo si fu allontanato. Sisifo, che sapeva benissimo che Egina ere stata violentata da Zeus, non volle dire nulla al padre, finché Asopo non promise di far una fontana d'acqua perenne. Asopo fece zampillare la fonte Pirene, e Sisifo gli narrò l'accaduto. Zeus, sfuggito a fatica alla collera di Asopo, ordinò a suo fratello Ade di trascinare Sisifo nel Tartaro per infliggergli una punizione "senza tempo" per aver violato i segreti degli dei.
Successivamente, continuando il nostro viaggio nel Peloponneso e percorrendo la bellissima autostrada costiera bordata di cipressi, eucalipti e oleandri, siamo transitati per Patrasso.
Patrasso è una città sul mar Ionio che si trova nel nord-ovest del Peloponneso. Il porto della città è situato nell'antico luogo dove si dice abbia avuto sede l'altare segreto della dea Artemide. È un luogo famoso perché in questo tempio doveva essere sacrificata Ifigenia la figlia di Agamennone e Clitemnestra, valoroso comandante Acheo. Ella fu salvata dalla morte da Artemide stessa, che la fece sua prima sacerdotessa.
La città fu colonia veneziana e turca, per il suo possesso furono combattute diverse battaglie, conquista, persa e riconquista ripetutamente da veneziani e genovesi, Patrasso fu riconquistata dalla Serenissima solo nel 1687 e mantenuta fino al 1715.
Ma la città è soprattutto famosa per ospitare le spoglie di sant'Andrea apostolo. Andrea era il fratello di Pietro apostolo e fu martirizzato per crocifissione a Patrasso. La tradizione vuole che Andrea sia stato crocifisso su una croce detta Croce decussata ossia a forma di X, oggi conosciuta con il nome di "Croce di Sant'Andrea". Fu sant'Andrea a chiedere di essere crocifisso su una croce diversa su cui fu crocifisso Cristo, dal momento che egli non avrebbe mai osato eguagliare il Maestro nel martirio. Sant'Andrea è anche il patrono di Patrasso.
La nostra strada è ancora lunga per arrivare ad Olimpia, il sole è cocente e scalda la piccola Subaru Vivio, certo di appisolarmi mentre Emilio guida prudentemente a una velocità costante.



Fine II parte.