Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il mondo Twee

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twee fashionSaranno le primavere che scorrono inesorabilmente, sarà che mi inquieto sempre più facilmente, sarà che la mia curiosità è senza limite, ma l'altro giorno, girando per una grande città del nord Italia, ho incontrato giovani ragazzi, ben abbigliati, garbati e curati nell'aspetto da sembrare proprio "carini" e mi sono inizialmente meravigliato.
Ciò perché conosco le tribù giovanili che ultimamente imperversavano per le nostre città: truzzi, gabber, zarri, fighetti, skaters, punkabbestia ecc... Tutti questi movimenti "underground" fanno parte di diverse subculture urbane, che purtroppo sono stati associati all'idea della marginalità, della devianza o "disadattamento sociale". Io però non credo che siano devianti, marginali, nel senso convenzionale oggi corrente, ma che debbano essere esaminati come sottoinsiemi culturali. Una sorta di identificazione di massa in cui l'abbigliamento e la musica sono il collante, dove stili e forme iconizzate di autopresentazione, sono la veste estetica e ideologica dei gruppi giovanili soprattutto nelle aree più densamente urbanizzate. I ragazzi che ho incontrato li definirei della generazione dei "carini angosciati". Giovani tra i diciotto e i trent'anni di entrambi i sessi che, a guardar bene, stanno imperversando da tempo e non sono concentrati solo nelle grandi città, ma ovunque. Sarebbero i figli che le mamme ed i papà vorrebbero. Ragazzi che frequentano le cremerie, le yogurterie, ma che non disdegnano un aperitivo in vineria, insomma i classici bravi ragazzi che le pubblicità di gelati e di biscotti ci presentano. Mi ricordano un po' l'aria vintage della pubblicità "Mulino Bianco". Se dovessi girare un film con loro protagonisti sceglierei la canzone e la musica di Gianni Morandi: "Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte". Ragazzi e ragazze sempre con il super sorriso, taglio di capelli curato e spettinato. Se il ragazzo ha la barba, deve farlo sembrare un mini – uomo, ossia un ragazzino cresciuto, anche quando l'età s'avvicina ai trent'anni. Hanno un'aria stravagante e nostalgica che si riflette nel modo in cui si comportano e passano il loro tempo. Gli piacciono tutti i nuovi strumenti e supporti elettronici, importante che siano di forme stravaganti un po' retrò ma mai kitsch!. Qualcuno l'ho conosciuto e quindi ho potuto comprenderli meglio, anche perché essi sono un libro aperto nei comportamenti. Ad esempio quando sono felici, lo devono far sapere al mondo intero, sorridendo e camminando in modo spensierato. Se invece sono tristi, ascoltano delle compilation nostalgiche, piangono, e passeggiano con aria solenne e maliconica.
L'Urban Dictionary li ha chiamati "Twee", e li ha definiti carini a livelli nauseanti, quasi un'antitesi di ogni autenticità. Però il Twee piace perché è il classico tipo romantico, sensibile, con uno sguardo dolce e ingenuo. Il twee vorrebbe vivere in un mondo semplice, con relazioni profonde e autentiche tra gli individui. Il loro universo ideale è fatto di sorrisi e coccole, coniglietti bianchi saltellanti e casette in marzapane. Si innamorano facilmente e velocemente, credono fermamente nell'amore a prima vista. Anche le passioni amorose, quelle innocenti e quasi infantili, nascono prima ancora di parlare per la prima volta ad una persona e sono all'ordine del giorno. Sempre mano nella mano teneramente, ma se per il tweet, non si è mai troppo vecchi per tenersi per mano, non lo è neanche per me, che sono tutt'altro che twee. Sono persone facilmente influenzabili dalle relazioni con amici, e ascoltano attentamente i consigli che gli propina la mamma. Il romanticismo per loro è una fonte di gioia e di tristezza proprio perché s'immergono a capofitto nelle proprie emozioni che nelle relazioni. I twee tendono a essere attratti dalle persone che come loro sono intellettuali, spiritose, spontanee ed emotivamente intense. Però essere " come un libro aperto", quindi non aver paura di mostrare i propri sentimenti al mondo, non vuol dire essere un "nerd"!
I twee non passano la loro giornata in palestra o dedicandosi a hobby estremi, né frequentano locali d'intrattenimento con ostinazione, né vogliono fare viaggi costosi. Preferiscono godersi un picnic in compagnia, suonare canzoni, godersi una tazza di caffè americano, frequentare un negozio di dischi, fare compere ai negozi vintage o ai mercatini dell'usato, scrivere sul proprio diario, scrivere e suonare la loro stessa musica, fare trekking o escursionismo con amici per scriverne poi la storia sul proprio taccuino di viaggio, seguire il proprio cantante, meglio ancora se cantautore, diventandone fans scatenato sui socialnetwork.
Più li osservo più sono dell'idea che l'amore per la vita spensierata, goduta fino all'ultimo, cercando nella stessa solo le tinte color pastello, sia il rifiuto a comportarsi come un adulto. Nonostante ciò, sono pronti a decisioni pratiche e responsabili, come formare una famiglia, pur conservando i tratti fanciulleschi, come godersi i passatempi infantili, avere un particolare senso dello humor ed osservare il mondo con gli occhi innocenti di un bambino. Insomma una generazione che vorrebbe che il mondo degli adulti fosse un eterno asilo. Un immaginario fatto con i biscotti al burro della nonna, di teneri gattini, di quel finto idilliaco candore acqua e sapone e voglia di tenerezza che chissà cosa cela. Le mie domande a questo gruppo di ragazzi, sono state esaudite, ascoltando i loro discorsi, seduto in una yogurteria. Il loro abbigliamento era tipo "nerd", volendo atteggiarsi da studiosi ed intellettuali, benché ci sia una grande differenza tra vestirsi da sfigati "nerd" e vestire "twee-nerd". Infatti se lo stile "nerd" è costituito da indumenti che non ti vestono ma ti coprono, lo stile "twee-nerd" è invece intenzionale e quindi carino e chic, benché fatto con capi banali. I ragazzi avevano skinny jeans o in chino, camicie dai disegni vintage, o ricamate e t-shirt bianche con disegnato strisce di fumetti in bianco e nero, con scollo a V e leggeri bottoncini in tinta, scarpe vintage di pelle. Le ragazze, leggeri pantaloni in chino con risvoltino, gonne con bottoni e camicette leggere e colorate, con grandi disegni a fiori o con animaletti, occhiali vintage stile bibliotecaria. Un po' di trucco sugli occhi, ma non esagerato, leggero rossetto, o forse lipgloss. Comune denominatore sono gli accessori decisamente stile vintage, dalle cinture, borse, zaini e scarpe non convenzionali o fuori moda e per dare un tocco finale allo stile di ogni singolo twee, la bigiotteria della nonna oppure lacci decorati da allacciare intorno al collo e cappelli da sole. Uno stile volutamente retrò ma chic, che gli conferiscono un'eleganza naturale. Ragazzi permanentemente connessi ad internet, con i loro smartphone scattano decine di foto, lavorate con i filtri per renderle vintage e romantiche, tanto che sembrano scattate con la vecchia polaroid. Ovviamente il tutto viene postato su Instagram. Questo gruppo di ragazzi mentre era intento a conversare, mangiavano dolcetti al burro o ricolmi di glassa e crema, c'era chi beveva frullati di verdure, chi cocktail analcolici alla frutta.
I loro discorsi passavano dalla letteratura, con toni sofisticati da intellettuali, discorrevano dei contenuti de "Il giovane Golden", un romanzo del 1951 scritto da J.D. Salinger che dovrebbe essere per loro un vero must ai romanzi fantasy. Comprendo che amano leggere e amano considerarsi dei buoni lettori. Le loro letture, a mio parere, riflettono la loro natura emozionale e devono appagare la curiosità infantile e per il mondo che li circonda. Ma parlano anche di cinema, ovviamente in lingua originale. Sono film, che raccontano storie romantiche e/o delle lotte dei personaggi con la propria età adulta, come "Io e Annie" di Woody Allen del 1977, " Il laureato", un film del 1967 diretto da Mike Nichols, basato sul romanzo omonimo di Charles Webb, ecc. Sulla musica il mondo di questi ragazzi twee, è molto vicino all'età che hanno, infatti tutti amavano la musica dolce, rock e il pop malinconico degli anni ‘80 e primi '90, come il gruppo pop-rock scozzese "I Belle and Sebastian" o il chitarrista, cantautore Calvin Johnson, ma sono anche fans di Marco Mengoni, Alvaro Solèr e della news entry Lorenzo Fragola. Questi ragazzi twee che si muovono in un loro mondo parallelo, fatto da un'idolatria per la nostalgia di un tempo che non esiste più, dal carezzevole infantilismo delle tinte pastello, quasi restati legati alle storie di Barbie e Ken, mi ricordano il protagonista del film "Lei (Her)"; un film del 2013 scritto e diretto da Spike Jonze, con protagonista Joaquin Phoenix. Dove il protagonista nelle vesti dello stralunato protagonista Theodore Twombly s'innamora di una voce artificiale, veste con camicie arancio pallido o in quadrettato rosa tipo grembiulino di bimbo dell'asilo o tovaglia dell'osteria. Suona l'ukulele e le sue pretese erotiche non vanno oltre l'idolatria per la voce sintetica di "Samantha", che segue dal suo auricolare. Eppure questi ragazzi nella loro artefatta semplicità sono "carini" e farebbero contente tutte le nonne del mondo. Vivono in un loro mondo carammellato,forse non sanno nemmeno di essere stati etichettati come twee. Sono comunque immersi nella quotidianità di tutti noi, che non fuggono ma affrontano. Se non li fa persone migliori degli altri, me compreso, sicuramente non li fa diversi.