Blog di Dante Paolo Ferraris

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Responsabilità ed impresa sociale

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volontariatoVorrei fare alcune considerazioni sul volontariato e sulla crisi in atto, in particolare, nel Nostro volontariato.
Fare volontariato oggi è sicuramente un'esperienza facile e difficile da realizzare: facile perché per far parte di un'organizzazione/associazione basta rispondere ad un appello o chiamare un centro servizi per il volontariato al suo call center. Dichiari solo la tua disponibilità, competenze e preferenze in merito all'attività ed è quasi tutto fatto; spesso non vengono nemmeno chieste competenze specifiche, ti viene fatta indossare "la divisa" da volontario ed automaticamente aumenta la stima in te stesso, aumentano le tue convinzioni morali o le tue credenze religiose, ti procura considerazione e riconoscenza dalla
collettività e ammirazione dei tuoi amici.
Ci sentiamo, insomma, utili a qualcuno.
Ma dobbiamo, anche, fare i conti con il tempo da dedicare a questa nuova esperienza "rubandolo" agli affetti e al proprio lavoro, occorre altresì fare i conti con noi stessi nel cercare la capacità di adattamento a ciò che andremo a fare; spesso è difficile affiancarsi alle condizioni di disagio, di miseria, di ammalati o infortunati, senza rimanerne turbati.
Talvolta, queste esperienze forti, portano molti volontari ad allontanarsi da questo tipo di attività, favorendo una migrazione di volontari tra le associazioni.
Il volontariato, ormai, nella ricca società italiana è diventato una moda: se non presti volontariato "non sei nessuno". I giornali celebrano il volontariato, le pubbliche autorità lo ritengono indispensabile per il funzionamento di una società moderna e solidale. La politica e la chiesa lo promuovono e lo finanziano con soldi pubblici.
Il volontariato in Italia è ormai una forma istituzionalizzata, raccontata da copiosa pubblicazione, argomento di studio universitario.
Lo chiamiamo, ormai, "terzo settore" o "No profit".
È più diffuso delle stesse organizzazioni politiche e sindacali, partecipato da giovani e da meno giovani, da donne e uomini, dal nord al sud della nostra penisola.
Fare volontariato in Italia costituisce un'esperienza personale e, contemporaneamente, associativa; riguarda la singola persona come individuo, ma anche come gruppo che condivide le stesse scelte.
Da questa vision non si esclude nesssuno, anche se però, in alcune associazioni si pone molti limiti all'appartenenza (sesso, eta, nonchè credo religioso).
In altre associazioni, tuttavia, si chiedono forti motivazioni, molta disponibilità in termini di tempo, formazione al momento dell'accesso e continui aggiornamenti. Il richiamo alla solidarietà è forte, ma è anche grande il turnover del volontario.
Serietà ed abnegazione sono le richieste che si pongono alle persone che si avvicinano alle associazioni, sacrifici è la moneta con cui si paghano le prestazioni offerte, ma corre sempre il dubbio sulla lucrosità dell'attività svolta sopratutto se a pagamento.
Ma cosa offre la nostra società ai volontari ?
È questa una domanda che spesso mi pongo e le risposte che mi sono dato sono molteplici, ma una è la certezza: cioè che comunque è sempre troppo poco.
Le richieste ascoltate dai volontari non sono premi economici o premi in natura o medaglie, quanto piuttosto la possibilità di fare volontariato senza troppi problemi, è la richiesta più comune.
Spesso la struttura, a questa semplice richiesta, si richiude accusando l'organizzazione di essere un pesante elefante burocratico.
Non voglio sembrare antitetico, ma questa risposta non mi convince più.
Per svolgere un'attività semplice di volontariato, purtroppo, è la stessa associazione che crea eccesso di burocrazia: troppa carta e troppe lettere.
Certo il proliferare di decine e decine di associazioni sul territorio Italiano da un lato permette maggior opportunità di scelta, dall'altro non favorisce un coordinamento sulla risposta al bisogno, ed è anche vero che spesso nascono per fare "cassa" o interessi di parte, spesso politici.
Credo che comunque tutto ciò debba aprire un ad un'analisi interna alle singole associazioni per capire ove si possa semplificare e dove intervenire perchè non si è stati persuadenti o convincenti e in qualche caso, magari, più datori di lavoro che responsabili di un'Associazione.
Oggi parlare di volontariato vuol dire anche parlare di responsabilità sociale e di impresa sociale, ciò ha certamente aspetti positivi, ma rischia di far perdere di vista i valori di condivisione e solidarietà da cui tanti di noi sono partiti.