Blog di Dante Paolo Ferraris

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Bergamo (IV parte)

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BergamoLa Basilica di Santa Maria Maggiore fu edificata nella seconda metà del XII secolo, l'esterno conserva le linee architettoniche romanico-lombarde originarie, mentre l'interno è decorato in stile Barocco (tra 1600 e 1700). Era in origine la Chiesa battesimale della Cattedrale di San Vincenzo, sorta accanto al complesso della curia vescovile di Bergamo. I bergamaschi sono particolarmente legati a questa Basilica, sicuramente anche perché legati alla storia della sua edificazione. Infatti si narra che nel 1133 tutto il territorio orobico fu colpite da una grave siccità, ne seguì dapprima la carestia e poi la peste. La popolazione di Bergamo rivolse le proprie preghiere alla Vergine a chiederne la sua intercessione per dar fine a questa martoriata terra. Conclusa l'epidemia venne deliberata nel 1135 l'erezione di una chiesa quale voto di ringraziamento. Raccolti gli oboli dei cittadini, il 15 agosto 1137 il Vescovo di Bergamo Gregorio benedisse la prima pietra della Basilica di Santa Maria Maggiore. Il nuovo edificio religioso fu eretto sul sito di una preesistente chiesa dell'VIII secolo dedicata alla Vergine. La chiesa inizialmente fu progettata in stile Romanico dell'epoca, ma arricchito di influssi con provenienza architettonica diverse, come quella renana. In origine disponeva di cinque absidi, oggi di quelle originarie possiamo contarne due, quella centrale e quella a sud-ovest. Una fu demolita nel 1472 da Bartolomeo Colleoni, per far posto alla Cappella della propria sepoltura, un'altra fu parzialmente abbattuta per far posto al campanile edificato tra il 1436 e il 1459 e la terza nel 1485 fu sostituita con una Sacrestia. Ma è proprio in quelle superstiti che si notano la presenza di due ordini architettonici: uno a finestre strombate e un secondo, il superiore, realizzato come una galleria a giorno.
La Basilica presenta una cupola a base ottagonale dai lati irregolari, decorata con archi a tutto sesto e bifore. La Basilica è assai particolare perché non possiede un ingresso centrale, o quanto meno è priva di facciata nel senso tradizionale, ma può addirittura vantare quattro accessi e volendo due ingressi principali, uno sulla parete del lato sud, con il portale "dei Leoni Bianchi" e la parete del lato nord con il portale "dei Leoni Rossi". Questi ingressi presentano superbi protiri, soprattutto è degno di attenzione quello prospettante su Piazza del Duomo, posto accanto alla facciata della cappella Colleoni; infatti il protiro è realizzato in marmi locali e rosso veronese. Due colonne sono poggiate su leoni stilofori in marmo rosso di Verona che sostengono il bell'arco d'ingresso. Quest'arco ha eleganti fregi a trifore trilobate, figure di animali in rilievo. Sopra di esso si appoggia una elegante loggia contenente le statue di Santa Barnaba e San Vincenzo e quella equestre posta in posizione centrale di Sant'Alessandro. Nel terzo ordine vi è una loggetta in marmo bianco contenente le statue raffiguranti la Madonna con il Bambino, posta al centro, Santa Esteria e Santa Grata ai lati. Invece sul lato opposto dell'edificio, affacciata sull'irregolare Piazza Rosate, si prospetta un secondo accesso, anche questo con protiro e colonne poggianti su leoni stilofori in marmo bianco. Questo protiro è invece più semplice ad un ordine solo, ma non privo di bellezza in quanto il grande attico di coronamento è ornato da un ricco fregio scolpito ad archetti pensili e nicchie che accolgono le figure di Cristo e dei dodici apostoli anteriormente e di cinque santi per lato. Il tutto è sormontato da un'edicola pensile in stile Gotico realizzata tra il 1400 e il 1403.
Accedo finalmente alla Basilica di Santa Maria Maggiore dal protiro dei Leoni Rossi che si presenta come un vero scrigno d'arte. L'interno della Basilica conserva un impianto romanico a croce greca con tre navate divise da pilastri, la decorazione è stata realizzata nel XVII secolo con grandi stucchi. Lungo le pareti e ai pilastri sono appesi degli arazzi, in parte eseguiti a Firenze ed altri fiamminghi, databili XVI-XVII secolo, con scene rappresentanti la Vita di Maria. Ma vi è anche un bel seicentesco arazzo che rappresenta la Crocifissione, oltre a preziose tele e affreschi trecenteschi d'ispirazione giottesca: Storie di sant'Egidio, L'ultima cena.
Nella parete meridionale, a destra dell'abside, si trova il grande affresco trecentesco dell'Albero della vita o Albero di San Bonaventua. Il dipinto prende spunto dal Lignum Vitae composto da Bonaventura da Bagnoregio.
Mi soffermo a osservare un particolare, ossia alla base dell'albero vi è dipinto un suonatore di "baghet", una sorta di cornamusa bergamasca. Questo strumento, ormai scomparso o quasi, era suonato d'inverno dai contadini nelle stalle, specie nel periodo natalizio. Era d'uso che dopo l'Epifania non venisse più suonato, sono state tramandate alcune musiche: "la pastorella" e il "ballo del morto". Quest'ultimo era accompagnato appunto da due ballerini che ricreavano la pantomima della morte e della resurrezione.
Sono talmente tante le opere d'arte che è impossibile vederle tutte, come il seicentesco grande dipinto di Pietro Liberi raffigurante il Diluvio universale. E presente inoltre il monumento sepolcrale del Cardinale Guglielmo Longhi, e il monumento funebre al famosissimo compositore Gaetano Donizetti, con l'imponente opera dello scultore di Vincenzo Vela del 1855 e quello di Simone Mayr, maestro del Donizetti e già maestro di cappella in questa Basilica.
Un bel crocifisso del Trecento è sospeso sopra la balaustra del presbiterio. Sull'altare dedicato a San Marco, vi è la pala di Ognissanti opera di Antonio Boselli del 1574, mentre sull'altare di destra dedicata al voto, vi è la pala di Gian Paolo Lolmo raffigurante la Vergine con il Bambino con i santi Sebastiano e Rocco del 1584, commissionata per ringraziare la Vergine d'essere stati preservati dalla peste del 1576.
Esco nuovamente dalla Porta dei Leoni Rossi e mi soffermo ad osservare le antiche misure di Bergamo infisse nel muro: il Capitium Comunis Pergami (cavezzo - 2,63 metri) e il Brachium (braccio - 53,1 cm) a cui i tessitori e i commercianti facevano riferimento per i loro affari. Solo quando potrò girare intorno all'edificio della Basilica di Santa Maria Maggiore, potrò meglio ammirare sia la Porta con protiro dei Leoni Bianchi, che la Porta della Fontana, chiamata così perché posta accanto alla Fontana di Antescolis. Questa Porta è sormontata da un portichetto rinascimentale di Pietro Isabello del 1521, sopra la quale è collocata una lunetta con affresco che rappresenta la Natività di Maria.
Dopo un attimo di sosta accedo alla Cappella Colleoni, il cui sagrato è protetta da una bella cancellata in ferro battuto e bronzo, su cui si trova lo stemma del Colleoni. Una leggenda vuole che toccare a mezzanotte il simbolo araldico posto sulla cancellata porti fortuna.
Voluta da Bartolomeo Colleoni, quale proprio mausoleo fu dedicata ai Santi Bartolomeo, Marco e Giovanni Battista. Venne costruita tra il 1470 e il 1476, ma fu completata soltanto in seguito. La costruzione del complesso monumentale inizio con l'abbattimento della sagrestia di Santa Maria Maggiore e del porticato antistante su cui sorse. La facciata della Cappella è decorata in marmi policromi a losanghe bianche, rosse e nere con un rosone sopra il portale, ai lati del quale sono due medaglioni che raffigurano Cesare e Traiano. Il suo prospetto anteriore si sviluppa in senso verticale, seguendo tre fasce parallele, racchiusa da due lesene istoriate culminanti in due pinnacoli. Tra le lesene vi è un elegante loggetta che corre per tutta la facciata alleggerita da dieci bifore. L'architetto progettista, Giovanni Antonio Amadeo, riuscì a realizzare un opera d'arte, non solo attingendo dall'ampio repertorio architettonico rinascimentale, ma anche arricchendola da formelle con bassorilievi con scene del Vecchio testamento, con le storie di Ercole e con piccoli busti. Vi sono raffigurate anche le quattro statue delle Virtù. L'architetto ebbe l'intuizione di porre la Cappella in posizione spaziale anticipata rispetto al protiro dei Leoni Rossi, rendendola, ad un primo colpo d'occhio, di maggio impatto visivo rispetto al corpo di fabbrica della Cattedrale.
La copertura della Cappella del Colleoni è formata da un tamburo ottagonale con cupola realizzata a spicchi terminante con una lanterna. Accedo al suo interno, a pianta quadrata per la tomba ed un ambiente più piccolo per gli uffici religiosi. L'interno riccamente decorato conserva la tomba del Colleoni, realizzata in stile Gotico reinterpretato in stile Rinascimentale, su cui è collocata una statua in legno dorato del XVI secolo. Questo monumento è composta da due sarcofagi, entrambi adorni di bassorilievi. In quello inferiore, furono rinvenute nel 1969 le spoglie del condottiero, mettendo così fine ad una delle tante leggende che insistevano sulla sua tomba. Infatti per secoli si era creduto che la salma di Bartolomeo Colleoni non si trovasse nel mausoleo, ma in qualche altro luogo, poiché i sarcofaghi si raccontava che fossero vuoti, alimentando un appassionante mistero storico sulle sorti dei resti del condottiero. Si pensò che il feretro fosse stato spostato dall'arca ad altro sito, forse sotto il pavimento di Santa Maria Maggiore, per ordine di San Carlo Borromeo. Questa supposizione era suffragata dal fatto reale che a seguito di una visita pastorale del cardinale, avvenuta nel 1575, in effetti erano stati effettivamente fatte delle modifiche.
Un'ulteriore curiosità del sarcofago del Colleoni, sono la lunga fila di putti intenti a giocare che vi sono scolpiti, la particolarità è che tutti i putti sono stati evirati per volontà del Vescovo Pierluigi speranza, nell'Ottocento, essendo lo stesso severo e intransigente nella salvaguardia della dottrina della fede. Certamente, questo Vescovo, se avesse compreso che lo stemma nobiliare del Colleoni presenta tre testicoli, in quanto il nome di famiglia derivava da "coleus" ossia borsa-testicoli, chissà cosa avrebbe fatto allo stemma nobiliare collocato sulla grata del cancello della cappella, visto che ieri come oggi è uso passargli la mano sopra in segno di portafortuna.
Un'altra tomba presente nella Cappella è quella di Medea Colleoni, figlia prediletta del condottiero, proveniente dal Santuario della Madonna della Basella. Anche questo sarcofago è riccamente adornata da stemmi, ghirlande e sul coperchio è scolpita la figura della defunta che pare dormire. Non trovo invece l'uccellino amico di Medea, che mi dicono fosse presente sotto una campana di vetro. Medea, morì il 6 marzo 1470 a quattordici anni di difterite, il padre Bartolomeo Colleoni abbandonò i suoi incarichi per stare vicino alla sua diletta figlia. Fuori dalla finestra Medea aveva una gabbietta, con questo uccellino, a cui la ragazza era molto affezionata, forse un passerotto, che morì lo stesso giorno di Medea. Il padre ordinò che il passerotto fosse imbalsamato e sepolto nella bara con la figlia. Quando il corpo della ragazza fu traslato dal Santuario della Madonna della Basella, sito a Urgnano, l'uccellino venne tolto per essere conservato sotto la cupola. Medea era tanto affezionata a questo uccellino che fu anche scolpito sul suo sarcofago.
Lascio la Cappella di Bartolomeo Colleoni che fu tra i più celebri capitani di ventura d'Italia. Soldato intrepido, passò la sua vita a guerreggiare in giro per l'Italia, principalmente al servizio della Repubblica di Venezia.



Fine IV parte.