Blog di Dante Paolo Ferraris

  • Aumenta dimensione caratteri
  • Dimensione caratteri predefinita
  • Diminuisci dimensione caratteri
Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

Parenzo

E-mail Stampa PDF
ParenzoL'Istria è una regione verde e blu, ospitale, misteriosa e discreta. Terra ricca di storia e di leggende che narrano di boschi, insenature marine, spiagge ghiaiose e borghi che sembrano disegnati con le loro antiche forme su fiordi, isole e colline.
Parenzo o Poreč dal latino Parentium e il suo territorio ne sono un esempio. L'antica città romana è una dei centri abitati dell'Istria tra le più turistiche e rinomate della Croazia.
I romani conquistarono l'area nel II secolo a.C e vi costruirono un accampamento su una penisola che corrisponde all'odierno centro cittadino.
Dell'antico insediamento, l'attuale Parenzo conserva molti tratti e caratteristiche come l'organizzazione viaria del centro storico con il Decumano e del Cardo romano con il sue bel selciato in pietra levigato.
Durante il regno dell'Imperatore Augusto, nel 12 a.C divenne municipio ed entrò a far parte della X Regio Venetia et Histria.
Nel I secolod.C fu poi elevata a colonia con il nome di Colonia Iulia Parentium.
Con il crollo dell'Impero Romano d'Occidente, Parenzo passò sotto il dominio bizantino, dopo un breve periodo d'occupazione degli Ostrogoti. Fu eretta in diocesi e una basilica fu costruita nel V secolo dal Vescovo Mauro, martirizzato probabilmente al tempo delle persecuzioni di Diocleziano, divenuto poi patrono della città. Subì ripetute occupazioni e assedi da parte di tribù slave che razziarono la città e il suo territorio, ma senza mai distruggerla e sopraffarla. Fu ripetutamente anche colpita da varie epidemie di peste che decimarono le popolazioni e il conseguente spopolamento del Borgo e delle campagne, ciò favorì l'insediamento pacifico dei primi croati nel VII secolo.
Dal 788 fu governata dai franchi, passato poi sotto al controllo dei Patriarchi di Aquileia fino al 1267, quando dovette sottomettersi al dominio di Venezia, condizione quest'ultima che si protrasse per cinque secoli.
Nel 1797 fu brevemente sotto il governo dell'Impero d'Austria, per poi passare sotto il controllo di Napoleone Bonaparte, tornado sotto l'Austria con la caduta dell'Impero francese. Nel 1861, Parenzo divenne sede della Dieta Istriana, ossia del parlamento regionale.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, nel 1918, la città divenne parte dell'Italia. La parentesi italiana si concluse nel 1943 per passare dapprima ai tedeschi e dal 1944 alla Jugoslavia, sancito definitivamente con il trattato di Pace di Parigi del 1947.
Al pari di altre città dell'Istria subì un esodo massiccio della popolazione di lingua italiana verso il nostro paese. Dal 1991 fa parte della Croazia.
Parcheggiato l'auto, m'avvio verso il centro storico con l'intenzione di vagare, quasi a perdermi tra le antiche viuzze. Concentrata all'interno della piccola penisola, la città vecchia è ricolma di piccole bottegucce e antichi palazzi che si affacciano sulle antiche strade selciate in lucida pietra.
Sicuramente l'attrazione maggiore è la Basilica Eufrasiana; un magnifico edificio sacro, edificato nel VI secolo, risalente al tempo del Vescovo Eufrasio. L'antica Basilica è ora facente parte del patrimonio dell'Unesco dal 1997.
Realizzata sul sedime di una preesistente basilica, un tempio in cui il Vescovo Mauro radunava i primi cristiani. Nel V secolo la primitiva basilica fu riedificata con una chiesa a tre navate, dopo essere diventa Basilica gemina per accogliere il corpo del Santo. Nel VI secolo, il Vescovo Eufrasio, conservando le mura inferiori della più antica Basilica, ne fa edificare una nuova ed è quella che oggi possiamo ammirare. Sono ancora visibili della precedente chiesa, il famoso mosaico raffigurante il pesce. Ma anche capolavori del VI secolo raffiguranti storie bibliche, angeli, arcangeli e martiri. Già all'ingresso del complesso, il portale d'accesso presenta nella lunetta un mosaico raffigurante Cristo con l'iscrizione "Io sono la porta. Chi mi attraverserà si salverà".
La Basilica ha tre navate separate da nove coppie di colonne che sostengono altrettante arcate. I loro capitelli sono in stile bizantino. Su un medaglione tondo è raffigurato Eufrasio che viene definito Santo ma non fu mai canonizzato. Un bel ciborio del 1277, realizzato su modello dell'antica Basilica di San Marco a Venezia, orna l'altare; consta di un baldacchino sostenuto da quattro colonne appartenute sicuramente al ciborio precedente del VI secolo. La parte interna del ciborio è decorato con la volta celeste e la chiave di volta, è inserita una pietra con un agnello scolpito a rilievo. Nelle pareti esterne è rappresentata la scena dell'Annunciazione. Nei diversi lati del ciborio vi sono medaglioni, nei quali sono raffigurati santi con iscrizioni che riportano i loro nomi, quali San Mauro e Sant'Eleuterio, Sant'Accolito, San Proietto, San Demetrio e San Giuliano. Anche l'altare ha un bel paliotto di Antonio Vivarini del 1440.
Nell'abside centrale con l'arco trionfale è rappresentata uno dei più mirabili mosaici esistenti del VI. Il mosaico del catino absidale raffigura la Vergine e il Bambino in trono, incoronata dalla mano di Dio che scende fra tante piccole nuvole. La Madonna è affiancata da angeli; alla sua destra l'Arcidiacono Claudio, il Vescovo Eufrasio che le offre un modello della Basilica e San Mauro, primo Vescovo di Parenzo, alla sua sinistra tre santi locali, Sant'Elpidio, Sant'Eleuterio e San Proietto. Il muro frontale dell'abside contiene una stretta banda decorata con delle preghiere. Bellissimi i pannelli della parte inferiore dell'abside, decorata con pietre e madreperla, uno degli esempi meglio conservati ed esistente di opus sectile paleocristiana. Il mosaico sull'arco di trionfo rappresenta il Cristo sul globo, con il Libro in mano che recita Ego sum Lux vera (Io sono la vera luce) e i dodici apostoli, benché questo fu danneggiato nel XVIII° secolo e successivamente restaurato.
Sempre nella Chiesa sono ammirabili grandi opere come "l'Ultima Cena" dipinta da Jacopo Palma il giovane e molte altre interessanti tele. La Basilica con la sua sacrestia e l'episcopio conserva molte sorprese, come un trono episcopale carolingio, molti frammenti di affreschi e la cappella votiva che custodisce le reliquie di San Mauro e San Eleuterio di Parenzo.
Tornato all'esterno posso soffermarmi tra l'atrio e il campanile, ove c'è il battistero con al centro la fonte battesimale a pianta esagonale, utilizzata all'epoca per il battesimo ad immersione. Il campanile, realizzato su fondamenta romaniche è del 1522 ed è alto 23 metri.
La storia del Vescovo Eufrasio è alquanto interessante; occorre sapere che all'inizio del IV secolo Parentium era una delle tante città di provincia dell'Impero Romano d'Occidente, colpita dalle persecuzioni dei cristiani. Città che fu testimone del martirio dei Vescovi Mauro e Eleuterio. Legittimato il cristianesimo nel 313, Parenzo riuscì a creare una forte comunità cristiana in grado di affrontare le orde barbariche. Giustiniano annesse l'Istria a Bisanzio a metà del VI secolo ed Eufrasio di Tracia divenne Vescovo di Parenzo intorno al 540.
Eufrasio abituato al lusso bizantino, fece edificare la splendida Basilica e volle farsi ritrarre tra i santi e i martiri. Ciò era ovviamente considerata un eresia e si credeva che con la sua morte tale forma di esibizionismo venisse cancellata, ma così non fu e ancora oggi ritroviamo la sua immagine intatta. Attualmente la Basilica eufrasiana che ha dignità di Basilica minore, è intitolata alla Vergine Maria.
Il centro storico di Parenzo conserva una miriade di stili architettonici diversi, trasformando questa perla dell'adriatico in un museo a cielo aperto. Infatti, oltre alla Basilica Eufrasiana, passeggiando tra le sue strette strade trovo i resti di un tempio romano, tanti palazzi romanici, gotici, barocchi e torri e mura medioevali. Non solo l'antico decumano è affiancato da antichi e bei palazzi che ospitano botteghe, locali di ristorazione, pregevoli abitazioni, ma anche le tante strade parallele e quelle che ne dipartono a pettine, ricalcando l'antico impianto urbano romano.
Il foro romano, occupava l'attuale Trg Marafor e ospitava i templi di Nettuno e Marte, dei quali si conservano i ruderi. Sotto l'attuale selciato della piazza esiste ancora l'antica pavimentazione romana.
Tra gli edifici di maggior rilievo, sicuramente m'incuriosisce la Canonica, la più antica casa romanica di Parenzo datata 1251, che conserva il suo aspetto originario. Ancora oggi è la casa dei sacerdoti parentini. La sua facciata è adornata da un portale in pietra dove è inciso l'anno di costruzione e al primo piano presenta una serie di bifore. Un altro edificio Romanico interessante, risalente al XIII secolo e che fu ricostruito parzialmente nel XX secolo è posto nei pressi di Trg Marafor. Questo edificio presenta un bel ballatoio ligneo al secondo piano, una scala esterna in pietra e una bella bifora al primo piano. Un altro importante edificio è quello dell'ex chiesa francescana in stile Gotico del XII secolo. Questa chiesa e il suo convento sorsero sui resti della più antica chiesa di San Tommaso del V secolo, di cui presenta ancora alcuni mosaici a pavimento. Nel 1806, con la presenza delle truppe napoleoniche a Parenzo, la Chiesa e il Monastero, forse già in stato di abbandono, fu riconvertito ad usi civili e acquistata dal marchese Francesco Polesini, che suddivise la navata della chiesa in senso orizzontale, ricavandone due piani. Il piano terreno fu adibito ad attività commerciale di vendita di vino, mentre al primo piano nel 1861 fu insediato la Dieta istriana, divenendone la sede.
All'epoca Parenzo era il centro politico dell'intera Istria, una Regione ad autonomia limitata dell'impero austro-ungarico. Nella sala della Dieta sono conservati pregevoli affreschi che ornano il soffitto e delicati e ricchi stucchi. Attualmente la sala della Dieta è utilizzata come salone polivalente per manifestazioni culturali.
Rilevante è il palazzo Sinčić, oggi sede del museo etnografico parentino. Il palazzo è del 1719 in stile Barocco e appartenne alla famiglia Sinčić. Molti sono i palazzi in stile gotico-veneziano (sec XV-XVI), tra i più interessanti sicuramente vi è palazzo Zuccato, posto all'incrocio tra il Decumano e il Cardo, ma anche Palazzo Lion con belle trifore al secondo e terzo piano. Mentre palazzo Vergottini è in stile Barocco del XVIII secolo. Invece in Via San Mauro c'è una casa conosciuta come "casa dei due Santi", per le due sculture poste ai lati di una finestra.
Delle antiche mura di cinta, torri e porte d'accesso sono rimaste tracce, come quella della porta cittadina orientale di cui rimangono dei resti e che era collegata da un lato alla torre pentagonale. Questa torre, ora utilizzata come ristorante, è del 1447 e fu voluta dal podestà Nicolò Lion, realizzata sui resti di una più antica torre. La torre pentagonale faceva parte delle 11 torri un tempo esistenti, di cui ne rimangono solo tre. Più vicino alla costa vi è una torre circolare datata 1475 costruita al tempo del rettore Pietro Mula. Lungo le mura a nord vi è l'altra torre circolare, eretta nel 1473. La cinta muraria fu realizzata tra il XII e il XVI secolo sul perimetro delle più antiche fortificazioni.
Diverse sono anche le chiese interessanti, oltre alla Basilica Eufrasiana, come la Chiesa della Madonna degli Angeli che si trova nella grande Piazza della Libertà, ossia Trg Slobode, e fuori dal centro storico la Chiesa romanica di Sant'Eleuterio e quella dell'Annunciazione.
Ma una visita a Parenzo deve obbligatoriamente passare per una passeggiata sullo splendido lungomare, una sosta in uno dei suoi diversi bar –pub che con i loro dehors si affacciano sul mare e ammirare gli yacht e panfili che ormeggiano nel porticciolo.
In lontananza si vede l'isola di San Nicola che ripara naturalmente il porto, insieme a dei frangiflutti. L'isola ha una bellissima e ricca pineta, un albergo e diverse spiagge.
Parenzo val la pena di una passeggiata e una sosta per un aperitivo da sorseggiare fronte mare.