Blog di Dante Paolo Ferraris

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Dietro le quinte di Cuba (VIII parte)

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Cuba (04/2010)A Ciego de Avila decidiamo che è il momento di prenderci un po' di riposo in un parco vicino alla città con al centro un laghetto dove stradine colorate disegnano un percorso lungo tutto lo specchio d'acqua e piccoli chioschi di venditori di bevande e noleggiatori di barchette a remi fanno da cornice alla strada.
Ci soffermiamo a bere qualche cosa mentre mamà e Yanelis si gustano un fresco gelato. Io però rimango ammaliato più dalle auto parcheggiate, una sorta di vetrina di auto americane anni 50/60 dai colori sgargianti e dalle cromature un tempo luccicanti, ma che rappresentano comunque uno degli elementi più caratteristici di Cuba e mi sembra doveroso fotografarle per il mio blog.
Chiacchierando amabilmente rientriamo verso Jatibonico, visto che domani partiremo per Matanzas e dobbiamo preparare ancora tante cose.

Lascio la casa di Jatibonico non prima di aver chiesto il permesso a mamà di poter invitare Yanelis e Wilmer in Italia. Giusto il tempo di stringerci in un ultimo abbraccio e scambiarci un grande arrivederci che ci mettiamo in auto per raggiungere nuovamente la casa particolar di Maria.
Accompagno Wilmer a prendere la guagua al parque Libertad e dopo che è partito per andare al lavoro mi siedo sulla panchina ad assaporare tutto il sole di questo mese di maggio. Osservo la statua di bronzo dedicata a José Martì e con la mente ripercorro la sua straordinaria storia.
Personaggio emblematico e figura storica, per milioni di cubani è il simbolo di unità in una nazione profondamente divisa da questioni economiche e con una grande voglia di rivincita su chi ha decretato l'embargo.
Non c'è paese o villaggio in cui non campeggi un monumento a questo eroico personaggio e dove non c'è un monumento trovi una piazza o una strada a lui dedicata, persino Fidel nei suoi prolissi discorsi ne parla con religiosa devozione. Ma anche all'estero, ovunque si trovi, un cubano si porta dietro un pezzo di storia di questo leggendario condottiero che morì a soli 42 anni, due terzi dei quali trascorsi lontano dall'isola.
La sua morte, che si potrebbe definire suicida, affrontata guidando una carica di cavalleria contro gli spagnoli è passata alla storia, portandolo agli altari della cronaca e della memoria.
Nato all'Habana nel 1853 da genitori spagnoli, ma di animo indipendentista, fonda un giornale, La Patria libre, già a 16 anni ma i suoi scritti sono provocatori e lo portano una prima volta in carcere nel 1870 dopo aver contestato in un articolo la partecipazione di un amico a una manifestazione a favore degli spagnoli. Successivamente fu accusato di tradimento e condannato a sei mesi di lavori forzati in una cava ma grazie alle "influenze" del padre la condanna fu trasformata in esilio in Spagna nel 1871
Fisico minuto, baffetti impomatati, vestito elegantemente con la sua rendigote nera si laurea in giurisprudenza a Saragozza e nel 1874 si stabilisce a Città del Messico dove tenta, con insuccesso, di darsi alla carriera giornalistica.
Si spostò ripetutamente anche tra Guatemala, Spagna, Francia e Venezuela, ma una volta rientrato a Cuba venne nuovamente esiliato per i suoi manifesti comportamenti anticolonialisti.
Stabilitosi negli Stati Uniti d'America con la moglie e i figli, diventa corrispondente da New York per le testate giornalistiche de La Nacion di Buenos Aires e L'Opinion Nacional di Caracas; ricoprì anche la carica di console di Uruguay, Paraguay e Argentina oltre a diventare un irrequieto scrittore di prosa e poesia.
Determinato a ad evitare l'assimilazione al sistema di governo statunitense, riteneva che l'anima Statunitense fosse colonialista come la Spagna fino ad affermare " Ho vissuto all'interno del mostro e ne conosco le viscere " Dalla Florida fondò il partito rivoluzionario Cubano che promosse la guerra contro la Spagna per l'indipendenza di Cuba (1895 1898).
Volle parteciparvi attivamente e sbarcò a Cuba nell'Aprile del 1895 ma non essendo un vero combattente, dopo soli 38 giorni cadde in combattimento nella località di Dos Rìos. Fu una delle prime vittime di quella guerra e ne divenne immediatamente un martire.

Fu propugnatore di ideali come Libertà, Uguaglianza e Democrazia, valori che erano alla base del manifesto per Cuba indipendente, tanto credeva nella forza della ragione quanto pronto ad impugnare le armi per ottenere l ‘indipendenza che divenne in breve tempo l'idolo del socialismo e in suo nome furono costruiti ospedali, scuole e molte altre strutture pubbliche.
Il parco è pieno di ragazzi seduti sulle panchine al bordo della strada e dai balconi delle case vicine gli anziani li osservano scrollando la testa, come se stessero dicendo " Questa gioventù bruciata e perduta". Sembra di essere nelle nostre città a vedere certi atteggiamenti o sentire questi discorsi. Ma per fortuna la gioventù è uguale in tutto il mondo, sono li con fare apparentemente apatico a parlare di musica, scuola, baseball,della prossima festa o della telenovelas recentemente trasmessa. Non si parla né di moda né tanto meno di videogiochi o informatica, argomenti "cult" invece in Europa.

Trascorro queste ultime giornate cubane alla ricerca di qualche piccolo ricordo da portare a Paola, Emanuela. Amedeo, Flavio ed altri amici. Con Wilmer passo in rassegna decine di negozietti artigianali di Varadero ma non è mai facile trovare qualche oggetto che sia gradito a chi lo riceve ma che al tempo stesso piaccia anche al donatore. La ricerca fatta a Varadero mi permette anche di visitare brevemente questa cittadina che le nostre agenzie di viaggio hanno reso famosa.
Varadero è un centro di villeggiatura, un complesso di resort enormi, sicuramente il più grande di tutta l'isola. La popolazione di questo borgo è di circa 18 mila abitanti, tutti impiegati nei grandi alberghi e nei servizi collegati. Il paesaggio è idilliaco con 20 km di assolate e magnifiche spiagge che hanno fatto nascere la "favola" di Varadero fin dal 1930 quando un magnate dell'industria chimica statunitense decise di costruirvi una lussuosa villa, subito imitato da Al Capone e dal Presidente Batista. All'aeroporto di Varadero atterrano oltre 50 voli turistici alla settimana dal solo Canada. Qui il turista che si riversa sulle bianche spiagge della penisola di Hicacos si dimentica facilmente del socialismo cubano e di tute le storie occidentali ad esso legato. Come in tutta Cuba, anche a Varadero, dove il denaro gira più facilmente per via del massiccio afflusso turistico, è difficile fare cattivi incontri e il tasso di criminalità è quasi zero. I rischi maggiori sono quelli legati a qualche incontro con certi turisti che hanno esagerato con i mojito o con i daiquirì o inciampare sul telo mare steso sulla spiaggia. Dopo ore di ricerche e dopo lunghe soste in spiaggia o nei caratteristici bar finalmente riesco a trovare ciò che cerco e devo francamente dire che ne sono felice.

In un tipico bar sulla spiaggia la musica che si diffonde nell'aria mi affascina e mi soffermo ad ascoltarla con piacere, informandomi su chi sia il cantante di questo Reaggaeton, in Europa totalmente sconosciuto: si tratta di Tito El Bambino, nome d'arte un po' strano per questo cantante Portoricano. Wilmer mi racconta che il vero nome è Efraìn Finez Nevares e solo allora comprendo che forse Tito El Bambino è meno impegnativo. Mi riprometto di cercare i suoi DVD e conoscere meglio questo cantante nato il 5 maggio del 1981.

Tornando verso Matanzas affronto con Wilmer il discorso sulla Sanità Cubana in quanto sono meravigliato dell'efficienza del sistema sanitario, tra i più moderni ed avanzati, considerata anche la grande capacità di risposta con l'organizzazione ALBA.
Il discorso si sofferma su alcuni discorsi sentiti a Ciego de Avila a proposito del veleno di un piccolo scorpione dal nome escoazul o escozul, dalla contrazione di escorpìon azul e dalle sue capacità terapeutiche.

Tornato in Italia, ho voluto approfondire quanto appreso da Wilmer fino a scoprire questa fantastica storia: da questo scorpioncino azzurro, dal nome scientifico Rhopalurus junceus che si trova solo a Cuba, Haiti e Repubblica Domenicana, si preleva il veleno che detiene alcune proprietà terapeutiche che pare riescano a bloccare se non addirittura a far regredire alcune forme di tumore.
La storia di questo "farmaco" ha un' origine antica. Pare che già alcuni decenni fa i medici cubani si accorsero che i contadini punti da questo scorpione guarivano da malattie come l'artrite reumatoide e studiando i casi si scoprì che questo veleno possedeva delle proteine antinfiammatorie. Sperimentato da un biologo di Santiago de Cuba sui topi, scoprì che aveva effetti positivi anche per la guarigione di alcune forme di tumore e venne quindi testato in seguito con successo sulle persone. Anche se non esiste ancora un riconoscimento ufficiale internazionale del mondo scientifico sono iniziati i viaggi della speranza da tutte le parti del mondo, compresa l'Italia. Gli stessi U.S.A che da anni tengono uno stretto embargo nei confronti di Cuba hanno autorizzato l'azienda Farmaceutica Labiofarm di poter sfruttare il brevetto cubano dell'Escozul concesso dall'Ufficio cubano di proprietà industriale (OCPI).

Mi rimangono pochi giorni da rimanere in questa bellissima isola e non posso farmi scappare le ultime opportunità che mi offre.



Fine VIII parte.