Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il mio Piemonte: Brovello Carpugnino

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Brovello CarpugninoTorno sul Vergante, in provincia di Verbania per visitare il Comune di Brovello Carpugnino. Un Comune composto da quattro centri abitati: Brovello, Graglia Piana, Carpugnino e Stropino. Questi piccoli Borghi si trovano in posizione privilegiata, posti in aree soleggiate in una vallata percorsa dai torrenti Grisana, Scoccia e Erno Coloria, ricca di verdi boschi.
Brovello è la borgata principale, dove ha sede il Municipio ed è il nucleo abitato posto più a sud. Il toponimo è forse di origine celtica "breuil" che significa bosco. Anche se vi sono stati ritrovamenti archeologici dell'età del bronzo. La prima volta che il luogo viene citato in un documento è nel XII secolo come Broello. Questo era un centro fortificato con un suo castello, distrutto nel XV secolo. In epoca medioevale Brovello e Carpugnino fu parte del feudo del Vergante di Aimone, conte di Vercelli. Nel Quattrocento entrarono tra i possedimenti dei Borromeo.
L'attività più redditizia della zona era la coltivazione della frutta che vendevano o scambiavano con altri prodotti con gli abitanti della costa lacustre.
Mi aggiro tra le strette strade del Borgo, dopo aver parcheggiato l'auto vicino alla Chiesa di San Rocco. Questo seicentesco oratorio fu eretto a ringraziamento verso il Santo protettore degli appestati per aver protetto il Borgo dal contagio che infieriva nei paesi vicini. L'edificio fu rimaneggiato nell'Ottocento e si presenta con un bel prospetto con tetto a capanna e con un portico in facciata con quattro colonne di granito. Il suo campanile, posto sulla sinistra della facciata è in pietra, alto e slanciato. L'interno della Chiesa è a navata unica con cappelle laterali.
Continuando il mio giro noto che il Borgo, presenta molti antichi edifici di origine medioevale e stretti vicoli che rendono il Paese caratteristico. Mi fermo a pranzare in un bel ristorantino che mi propone un menù tipico a base di cacciagione che apprezzo particolarmente. Vengo così a sapere che uno dei piatti della tradizione del Vergante è, oltre al "tapulon", ossia il Tapulone; un trito di carne d'asino con aromi innaffiato con vino rosso, accompagnato dalla polenta, anche la "Dugia", una particolare salciccia di maiale lasciata immersa nel grasso e che si può mangiare sia cruda che cotta.
Lascio così il Borgo dopo essermi soffermato ad osservare una delle tante edicole votive che necessitano di restauri e il bel Monumento ai Caduti delle guerre mondiali. Ma che ricorda anche Mazzola Carlo, fu Battista, che morì nella guerra di Crimea nel 1854.
Superato il Palazzo Comunale, divenuta sede dei soppressi municipi di Carpugnino, Graglia Piana e Stropino che nel 1928 furono uniti a Brovello, raggiungo così la Chiesa dei Santissimi Pietro e Paolo nei pressi del cimitero di Graglia Piana. Un tempo, per raggiungere la chiesa, le persone percorrevano una stretta stradina che ancora oggi scende verso il torrente Airola-Scoccia e supera con un antico ponte in pietra posto nei pressi del cimitero. Questo edificio si presenta nelle forme barocche del primo Seicento con un bel sagrato in erba, accuratamente tagliata. Si tratta di un piccolo gioiello visibilmente di fondazione romanica, come attesta lo slanciato campanile con monofore e bifore databili XI secolo. L'edificio con tetto a falde, fu rimaneggiato nei secoli, ora si presenta anticipato da un portico che corre lungo la facciata. Sotto il frontone del portico sono affrescati i santi titolari. La Chiesa ha tre accessi frontali e il suo interno è a tre navate con affreschi del XV secolo tra cui una Madonna tra angeli musicanti e santi. Notevoli anche gli altari in legno, quello maggiore è datato 1684. La Chiesa è attorniata da un muretto a secco in pietra e conserva una colonna in pietra con croce, eretta come ex voto dopo la pestilenza seicentesca.
Anche Graglia Piana è circondata da bei boschi di Castagno, Noci e Cerri. Un tempo i campi erano coltivati, oltre che a granoturco anche a segale. Anche questo Borgo presenta belle case, per lo più abitate durante i periodi estivi. Le case in pietra del Borgo, sono alte al massimo due piani, conservano piccoli cortili e giardini protetti da muretti in pietra. Anche a Graglia Piana vi è un piccolo monumento in granito, sormontato da l'Aquila della Vittoria che ricorda i propri caduti nelle guerre.
Nel centro del paese, raggiungibile da strette stradine, vi è l'Oratorio dedicato a San Giuseppe. Ad aspettarmi sul sagrato in porfido, un bel gattone bianco e rosso che sembra osservarmi. L'edificio dalla facciata intonacata è recentemente stato tinteggiato, ha un tetto a capanna ed è anticipato da un portico sorretto da pilasti e colonne in granito. Il nome Graglia deriverebbe dal latino Crataglium, ossia siepe o anche barriere difensive che un tempo cingevano i villaggi. Poco si conosce della sua storia, è citato per la prima volta nel 1199 in alcuni documenti, mentre le pestilenze del 1576 e 1630 sono documentati e ci raccontano di un Paese decimato dalla peste, lasciandolo con pochissimi abitanti e nella miseria più assoluta. Inoltre, fino al 22 gennaio 1863 il Borgo era chiamato solo Grana. Il bel gattone mi segue con lo sguardo, anche quando inizio a conversare con una anziana signora che mi racconta dello spopolamento del Paese da parte dei più giovani, richiamati da lavori più remunerativi sul lungo lago o in città. Inoltre mi racconta che nei pressi di Graglia furono ritrovate delle rocce sacre, scoprirò poi in seguito trattarsi di coppelle, ossia piccole cavità realizzate su rocce emergenti. Questi segni sarebbero legati ad antichi culti religiosi, anche databili all'età del ferro e al Neolitico.
In auto, comodamente seguendo la strada provinciale dell'Alto Vergante, raggiungo l'abitato di Carpugnino. All'ingresso di questo Borgo mi accoglie un antico Oratorio dedicato al Sacro Cuore di Gesù. Faccio una breve sosta per vedere la struttura che è molto grande, con tetto a capanna ed è priva di campanile. La Chiesa ha un'unica porta d'accesso e due finestre ai lati; attraverso una delle finestre posso osservarne l'aula unica, il suo interno disadorno e assai impolverata, conserva un bell'altare, alcune statue, quadri e le bancate che un tempo ospitavano i fedeli.
Il toponimo Carpugnino viene fatto risalire al nome gentilizia Carponius, ad indicare un'antica presenza romana e forse pre-romana. Invece il nome Carpunemo è attestato una prima volta nel 1199.
Parcheggiata l'auto nella Piazza del Paese, nei pressi del Monumento ai Caduti di tutte le guerre. Sulla Piazza si affaccia l'ex Municipio con l'alta torre in pietra, la meravigliosa Chiesa dedicata a San Donato. Sempre sulla Piazza s'innesta Via del Castello che ricorda la presenza di un vecchio fortilizio.
M'avvio a vedere la Chiesa Parrocchiale di San Donato, dichiarata monumento nazionale nel 1902; edificata nel XII secolo in stile Romanico – Gotico, con l'aggiunta delle navate laterali del XII e XIV secolo. Nel XVI secolo alla Chiesa fu aggiunta il porticato.
La Chiesa è in posizione sopraelevata rispetto la piazza con il sagrato in erba. Ci accedo salendo attraverso una bella scalinata in pietra. Il sagrato è circondato da quattordici cappelle barocche della via Crucis, delicatamente affrescate. La facciata è preceduta da un portico cinquecentesco è tripartita da leggere lesene. Una cornice di archetti intrecciati con peducci figurati, impreziosisce tutta la chiesa con questo il fregio. Il campanile originale fu abbattuto da un fulmine e fu ricostruito nel 1847.
L'interno della Chiesa è a tre navate e conserva un pregevole coro, con cantoria e un settecentesco altare ligneo con la Madonna del Rosario e Gesù bambino. Sempre sulla Piazza, davanti all'ex palazzo comunale è stato collocato un bel Monumento agli Ombrellai. Il Monumento rappresenta un gatto che si protegge sotto un ombrello, ivi collocato nel 1986. La Piazza che si presenta deserta nel momento della mia visita è intitolata al 1° gennaio. Tutto su questa Piazza, come una lapide posta su un altro edificio pubblico porticato, ricorda i "Lüsciat". infatti la targa recita: "Al Prùmm dal lungan a Carpignin a truvá l caser sensa Bergnin" che tradotto significa "il primo dell'anno a Carpugnino, a cercare padrone, senza un soldino". Come da tradizione, il 1° gennaio, giorno di capodanno sulla Piazza di Carpugnino, si ritrovavano gli ombrellai ad organizzare la loro annata di lavoro partendo per ogni parte del mondo in cerca di fortuna. In quella occasione le famiglie più povere affidavano i loro figli, spesso ancora piccoli, agli ombrellai nella speranza che avrebbero imparato il lavoro. La presenza del gatto, nel Monumento agli Ombrellai è dovuta al nomignolo con cui erano indicati gli abitanti di Carpugnino.
Anche in questo Borgo vi sono belle case, sia medioevali che più recenti e moderne villette e come negli altri borghi vi sono diverse edicole votive. Uscendo in auto da Carpugnino in direzione Stropino, trovo un piccolo Oratorio dedicato a Santa Lucia, edificato nel 1897 quale ex voto. Si tratta di un piccolo edificio a capanna, anticipato da un portico. Il suo interno è molto curato, segno di una assidua devozione popolare. Raggiungo così Stropino, dopo aver superato il cavalcavia dell'autostrada.
Tra i quattro nuclei abitati, Stropino è il più lontano, quasi arroccato su un colle e circondato da villette boscose e alti colli a circa 500 m.slm. L'ora in cui arrivo non mi permette d'incontrare nessuno tra le strette strade del Borgo, ma questo è ancora ben abitato visto come sono conservate le antiche case e la costruzione di moderne villette. Non vi è strada o piccola via in cui non vi sia un edicola votiva o affreschi con sacre raffigurazioni. Il Borgo ha anch'esso una storia antica, vi furono fatti ritrovamenti archeologici del I e II secolo d.C., le prime notizie storiche precise le troviamo anche qui nel 1199 per delle controversie sulla proprietà delle terre tra l'arcivescovo di Milano e l'Abbazia di San Donato di Sesto Calende. Ma si racconta che gli abitanti di "Stropinium" fossero già nel X secolo assoggettati a Riccardo, conte di Novara e signore della Valsesia; dominio che gli fu tolto dal l'imperatore Ottone III a favore del Vescovo di Tortona, come ci ricorda il Casalis. Sono anche ricordate le pestilenze che grave danno diedero a queste terre sia nel 1576 e nel 1630. Non a caso la chiese del Borgo è dedicato a San Grato. Infatti questo Santo, veniva invocato a protezione dei contadini, delle loro colture e del bestiame, ma è visto anche come protettore da alcune calamità naturali. L'Oratorio si affaccia sulla bella Piazza del Borgo, pavimentata in pietra, ove si affaccia un altro edificio che era l'antico municipio; sulla sua facciata sono apposte le lapidi che ricordano i caduti delle guerre mondiali e su un'altra lapide invece ricorda dei benefattori locali. La Chiesa, ottocentesca è di semplice architettura, con tetto a capanna, tripartita da lesene, anticipata da un portico ad archi. L'edificio ha una sola porta d'accesso all'unica navata.
Lascio così Stropino ma anche il comune di Brovello Carpugnino, soddisfatto di aver potuto visitare e conoscere meglio un pezzo di Piemonte e della sua millenaria storia e tradizione.