Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il mio Piemonte: Maggiora

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MaggioraLa mia visita al borgo di Maggiora è una buona scusa per ritrovare dei vecchi amici, inoltre percorrerò le antiche strade che ha calpestato il grande architetto Alessandro Antonelli. Mentre attendo l'arrivo di Francesca e Mattia parcheggio la mia auto proprio vicino al monumento che ricorda Antonelli. L'architetto nacque a Ghemme il 14 luglio 1798 dal dottor Costanzo e da Angiola Bozzi. La famiglia Antonelli era però originaria di Maggiora. Alessandro era il secondogenito, mentre il fratello maggiore Antonio, stimato avvocato, dovette presto abbandonare l'attività forense per la prematura scomparsa del padre, per occuparsi delle proprietà della famiglia.
Ercole, terzogenito, fu uno stimato medico, primario di chirurgia all'ospedale di Novara, mentre Giovanni divenne geometra e Francesco un importante avvocato. Alessandro studiò al liceo e al ginnasio di Milano. Sempre a Milano, iniziò a studiare disegno all'Accademia di Brera e privatamente meccanica, matematica e geometria. Laureatosi ingegnere-architetto nel 1824, iniziò a lavorare negli uffici del demanio di Torino e collaborò a costruire la Curia Massima. Recatosi a Roma per un corso di perfezionamento in architettura, studiò gli antichi monumenti.
Nel 1836 divenne professore all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Nel 1843 sposò la nobildonna cremonese Francesca Scaccabarazzi, da cui ebbe due figli: la figlia morì prematuramente, mentre il figlio Costanzo si laureò in ingegneria e fu un suo valido collaboratore. Nel 1857 abbandonò l'insegnamento e si dedicò esclusivamente alla progettazione di importanti edifici. Morì a Torino il 18 ottobre 1888. L'elenco delle sue opere è lunghissimo; citerò solo quelle che ritengo degne di particolare nota, come la Mole Antonelliana, Casa Saccabarozzi detta la "Fetta di polenta" a Torino, la cupola di San Gaudenzio a Novara, l'ospedale civile di Novara, le chiese parrocchiali di Bellinzago, Oleggio, Borgolavezzaro, Soliva, Castagnola, oltre al magnifico santuario del Crocifisso di Boca e decine di palazzi e ville signorili.
In attesa dei miei amici, raggiungo la piazza dove si erge palazzo Imbrici, attuale sede del municipio, già residenza settecentesca della famiglia di monsignor Imbrici che dopo alcuni passaggi ereditari fu venduto al Comune di Maggiora nel 1857. Nei pressi del borgo fu realizzata la strada, voluta da Settimio Severo, che univa l'Ossola a Novara, arricchendo così con i suoi commerci anche l'abitato di origine romana, di Cureggio o Coreggio, posto nei suoi pressi. Il territorio passò dai Longobardi all'influenza dei Carolingi, e ancora intorno all'anno Mille era privo di chiese. Il nucleo originario di Maggiora era Muzzano, che con Boca e Piazo formava un unico agglomerato.
A Boca nei primi anni del 1200 era stato edificato un castello che con lo scontro fra la fazione guelfa dei Brusati e dei Cavallazzi e quella ghibellina dei Tornielli nel 1311 andò distrutto. Gli abitanti di Casale di Maggiora, dopo la distruzione del Castello di Boca, costituirono una comunità autonoma. Con la vittoria dei Tornielli anche la comunità di Maggiora fu assoggettata alla signoria dei Visconti. Nel 1362 ai danni creati dalla guerra si aggiunsero quelli causati dal flagello delle cavallette.
Nel corso dei secoli il territorio subì una serie di invasioni e dominazioni, e solo nel 1736 divenne possedimento di casa Savoia. Mattia e Francesco mi hanno raggiunto; sono amici di vecchia data, ci ha unito la militanza nella medesima associazione. Nonostante le nostre strade si siano per lungo tempo separate siamo rimasti amici e ritrovarci fa sempre molto piacere. Con loro entro nella chiesa parrocchiale dedicata allo Spirito Santo. È una costruzione barocca edificata su un precedente edificio. La chiesa si presenta in due ordini, divisi da uno spesso marcapiano.
La facciata è tripartita da una coppia di paraste sui due ordini. Nella parte centrale vi è l'unica porta di accesso sormontata da una lunetta con ampie volute in pietra. Ai lati, sia nel primo che nel secondo ordine vi sono delle nicchie vuote. Nella parte centrale del secondo ordine una finestra rettangolare permette alla luce di entrare. Un ampio fastigio semicircolare chiude i due ordini. La sua facciata è interamente intonacata. Vi accediamo dopo aver salito i pochi gradini; la chiesa è a navata unica, con volte a botte e otto cappelle laterali, tutte contenenti preziosi tele databili tra fine Seicento e metà Ottocento.
Colpisce subito la ricchezza della chiesa con i suoi stucchi e le statue. Interessante sia l'altare maggiore in marmi policromi, proveniente dalla chiesa del Carmine di Novara, che le preziose tele poste nell'abside quadrata.
Ci soffermiamo a osservare il neoclassico scurolo di Sant'Agapito posto sul lato sinistro. Sant'Agapito è venerato a Maggiora dal 1615, da quando ricevettero le reliquie del martire. Nel 1718 fu deciso di conservare le sue reliquie all'interno di un'urna di cristallo e legno da esporre ai fedeli sotto l'altare maggiore della chiesa parrocchiale. Nel 1817 la popolazione volle conferire all'urna del loro Santo patrono una collocazione ancor più preziosa edificando uno scurolo. Dapprima il progetto fu affidato al celebre architetto Giuseppe Zanoja, poi dal 1826 proseguendo sul progetto dello Zanoja, nel frattempo defunto, e integrandolo con le sue tecniche, Alessandro Antonelli si occupò dello scurolo e nel 1838 il tempietto Antonelliano veniva inaugurato.
Si accede allo scurolo attraverso un'elegante scala di marmo nero, posta all'interno della parrocchiale. La scala parte dapprima a ventaglio, poi si biforca a forbice in gradini scavati nel muro perimetrale della chiesa, protetta da una bianca balaustra in marmo. Il tempio, in stile neoclassico, è composto da una cupola sorretta da quattro colonne in marmo verde con capitelli in stile corinzio. Sull'altare troneggia l'urna in legno dorato e intagliato contenente le sue reliquie. Usciti dalla chiesa ci dirigiamo nella vicina casa degli Antonelli. Le strade sono strette ma ben curate, vi è poca gente in giro per chiedere informazioni, ma riusciamo lo stesso a trovare casa Antonelli.
La casa fu ovviamente un continuo cantiere perché il celebre architetto vi realizzò per oltre trent'anni continue sperimentazioni costruttive. La casa occupa quasi un intero isolato e si presenta ai nostri occhi, benché vista da lontano e attraverso il cancello, come una costruzione a quattro piani, raggiungibile attraverso un viale alberato. L'edificio presenta un ampio loggiato intervallato da cinque colonne. Con Francesca e Mattia ci allontaniamo dal centro storico di Maggiora per inoltrarci attraverso piccole stradine verso la campagna. Subito a ridosso delle ultime case troviamo la chiesa del XVII secolo intitolata alla Santa Croce. La chiesa, benché non grandissima, si presenta imponente per la sua alta facciata slanciata.
Un piccolo sagrato in ciottolato di fiume anticipa l'unica settecentesca porta d'accesso. La porta è incorniciata di sagomati piedritti e coronata da un grande timpano. La facciata è tripartita da semplici paraste e divisa in due ordini da un lineare ma elegante marcapiano. E se i lati laterali contengono nei due ordini quattro nicchie vuote, in quelle centrali un'ampia finestra rettangolare incorniciata e incoronata con un leggero timpano, richiama le decorazioni di quella della porta di accesso. L'ordine superiore è completato da un grande timpano al cui interno sono presenti degli altorilievi. L'interno a navata unica presenta pregevoli dipinti settecenteschi e un bell'altare marmoreo barocco.
Poco distante, sulla strada che conduce al cimitero vi è un altro edificio religioso, l'oratorio di Maria Addolorata del 1754. L'oratorio è anticipato da un ampio portico, sul cui sagrato fanno bella mostra di sé due alte palme. La chiesa è a capanna, sopra il portico un'ampia finestra rettangolare permette alla luce di illuminare l'interno, un ampio timpano modanato conclude la facciata. All'interno, a navata unica, presenta alcuni affreschi che necessitano restauri urgenti e un bell'altare.
Raggiungiamo così il cimitero, la cui facciata maestosa è opera dell'ingegnere Costanzo Antonelli, figlio di Alessandro. All'ingresso sulla destra è posta la tomba di famiglia degli Antonelli, dove nel portico superiore sono collocati i bassorilievi in bronzo dell'architetto e dei suoi familiari. All'interno del cimitero vi è l'antica chiesa della Madonna di Campagna del XV secolo, già citata nel 1436 come chiesa parrocchiale di Muzano, antico borgo qui esistente e ormai scomparso. La chiesa nei secoli subì diversi ampliamenti e modifiche.
Dell'antica struttura sono presenti ancora parti murarie in ciottoli di fiume posti a spina di pesce e in corsi orizzontali alternati. All'interno, a navata unica, sono presenti alcuni affreschi posti dietro l'altare maggiore.
Rientriamo verso il centro e lo attraversiamo per tutta la sua lunghezza per raggiungere un altro importante oratorio, quello di Sant'Antonio. L'edificio è risalente al XVII secolo. Anticipato da un bel sagrato, è tripartito da leggere lesene e suddiviso da un marcapiano rettilineo, nelle parti laterali sono presenti nicchie vuote nei due ordini. In quello inferiore sotto le nicchie vuote sono presenti due piccole finestre quadrate, con la massiccia porta lignea coronata da una lunetta. Nell'ordine superiore vi è un'enorme finestra rettangolare.
Il tetto a capanna presenta sul prospetto un ampio timpano modanate con enormi volute. Ma la vivacità spirituale della comunità di Maggiora non è solo data dalle chiese e gli oratori descritti, ma anche dall'antica chiesa di San Rocco posta in località Fornaci e dalle molte cappelle votive. Di queste cappelle abbiamo modo di vedere solo quella dedicata a San Pietro, contenente degli affreschi molto belli, e quella di Santo Stefano presente in piazza Antonelli. La fede della comunità di Maggiora è sempre stata grande ma anche la voglia di ritrovarsi, festeggiare e goliardicamente gareggiare tra i quattro rioni del borgo: Cascine, Cavalasca, Malviraa e Valeggia. Infatti è diventato famoso il palio di Maggiora che vuole richiamare le antiche tradizioni del borgo, come la corsa delle botti.
Dopo aver visitato questo bel luogo novarese con Francesca e Mattia proseguiamo il nostro percorso a visitare un'altra perla carica di storia.