Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il mio Piemonte: Formigliana

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FormiglianaLa giornata è uggiosa e in auto corro su strade costeggiate da risaie ancora verdi e ricche d'acqua. Raggiungo così Formigliana, un piccolo borgo della pianura vercellese posto alla destra del torrente Cervo. Il luogo è menzionato in un diploma dell'imperatore Carlo il Grosso dell'882 a donò di alcuni territori, tra i quali Formigliana con le proprie dipendenze alla chiesa vercellese, anche se qualcuno mette in dubbio l'autenticità del documento, essendo pervenuto solo in copia del XIV secolo.
Di certo il luogo aveva visto la presenza dei romani, lo testimonierebbero il ritrovamento di alcune anfore nelle vicinanze della chiesa di San Vittore ma anche di un'ascia databile all'età del bronzo, due collari d'oro d'origine gallica e una moneta d'oro del II-I secolo a.C. Comunque le donazioni citate in ogni caso sono confermate a favore del vescovo di Vercelli, da due successivi diplomi di Ottone III del 999 e dell'anno 1000 e ancora da diploma di Federico Barbarossa datato 17 ottobre 1152. A partire dal XII secolo Formigliana appartenne, unita in feudo con Collobiano, alla famiglia Avogadro che lo conservarono fino alla soppressione della feudalità.
All'ingresso del paese trovo la chiesa di San Vittore, costruita nel XII secolo ma ricostruita nel XVIII secolo. La chiesa conserva ancora, della costruzione originaria, l'abside decorata da archetti pensili a gruppi di tre. La facciata si presenta con tetto a capanna ed è interamente intonacata. La porta d'ingresso affiancata da due piccole e quadrate finestra è anticipata da un portico. Il suo sagrato è in erba. Il suo interno è a navata unica a pianta rettangolare, assai spoglia, salvo un affresco nell'abside e uno sull'arco trionfale. Parcheggio l'auto vicino a quello che uno scolorito cartello turistico che indica come il castello. La presenza di un castello in paese è documentata molto tardi, nel XVIII secolo.
L'edificio ha perso il caratteristico aspetto, vi è di interessante un portale barocco ormai tamponato, realizzato in laterizio con colonnine squadrate e con un timpano semicircolare sopra l'architrave. Già nel 1700, il castello appare già essere da tempo trasformato e dell'uso originario oggi conserva, se non l'aspetto, almeno il toponimo. Il borgo ha delle belle caratteristiche case di campagna. Purtroppo trovo gli esercizi commerciali irrimediabilmente chiusi, le saracinesche serrate e le scolorite insegne raccontano la storia di un centro abitato che sicuramente era assai più vivace. Raggiungo l'edificio comunale; una bella palazzina a due piani, ove è affissa una lapide marmorea che ricorda i formiglianesi caduti durante le due guerre mondiali.
Secondo alcuni autori il toponimo deriverebbe dal gentilizio romano Formillius o Firminius. Raggiungo l'ampio piazzale della Chiesa Parrocchiale dell'Assunta, edificata nella seconda metà del secolo XVI. In adiacenza alla parrocchia vi è l'oratorio parrocchiale intitolato a San Luigi che è stato recentemente restaurato. La chiesa parrocchiale ha fattezze assai semplici con tetto a capanna un semplice frontone triangolare e un portone d'accesso anticipato da un cancello in ferro battuto. In facciata è presente come unica finestra un oculo centrale. Il campanile è posto sul fianco dell'abside ed interamente in laterizio. Aggirandomi per il borgo non ho trovato nessun abitante, complice anche il fatto che è una giornata lavorativa e che le attività agricole nei campi sono in pieno svolgimento.
Ripreso l'auto, proseguo sulla strada provinciale che conduce a Biella, fino a raggiungere la piccola borgata di Lista. Si tratta di un piccolo agglomerato di antiche case contadine ben conservate. Questa località ha la sua chiesetta intitolata a Sant'Antonio e poi nel 1915 a San Carlo Borromeo. L'edificio risale al XVIII secolo ed è stato recentemente restaurato ed è interamente intonacato, compreso il suo piccolo campanile. La sua facciata è a capanna divisa in due ordini e presenta un frontone triangolare. Nel primo ordine vi sono due nicchie vuote poste sul fianco della porta d'accesso. Nel secondo ordine i è una finestra a lunetta posta centralmente su un semplice marcapiano spezzato.
Raggiungo l'ultima borgata di Formigliana, ossia Crocicchio. Questa borgata è posta al centro di un importante nodo stradale; l'autostrada Torino-Milano, la ex strada statale 230 detta di Trossi noto pilota del biellese, la provinciale n° 3 del vercellese, in una zona largamente dotata di strutture turistico alberghiere. In questa borgata vi è il Santuario della Beata Vergine del SS. Rosario di Fatima. L'edificio ha un architettura moderna e in lavori di costruzione iniziarono nel 1959. L'edificio conserva numerose opere d'arte sacra contemporanea, realizzati da artisti affermati in Italia e all'estero, tanto da farne una piccola galleria d'arte sacra.
Per raggiungere Crocicchio sono passato sotto il cavalcavia ove corre l'alta velocità ferroviaria Torino Milano con il sottostante passaggio a livello ormai in disuso sulla linea ferroviaria Santhià-Arona che diramandosi dalla linea ordinaria Torino-Milano a Santhià, consentiva di collegare Torino e il lago Maggiore e la Svizzera. La linea, nel tratto da Santhià a Borgomanero fu attivata nel 1905 e l'anno successivo fino ad Arona. Purtroppo questa linea ferroviaria, di grande interesse storico-culturale e facilitante le comunicazioni con il lago Maggiore è chiusa al traffico dal 2012.
Il mio breve girovagare si conclude intorno al tavolo di una trattoria dove posso gustare una buona Panissa vercellese; un piatto tipico preparato con riso e fagioli.