Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il mio Piemonte: Cerrione

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CerrioneStamattina il vento sussurra in silenzio e il sole ormai è caldo, tutt'intorno il verde dei campi esplode lungo la mia strada. Sbadiglio ancora, segno di aver assecondato il trillo della sveglia. Il cielo è azzurro e pare non temere che qualche nuvola voglia occupare qualche spazio.
Il territorio comunale di Cerrione è delimitato a ovest dalla Serra di Ivrea,alle cui pendici è incastonato l'abitato che da il nome al comune ed è attraversato dal torrente Elvo e dal sistema idrografico minore il cui corso d'acqua più importante è l'Olobbia, che vi confluisce a breve distanza dal capoluogo comunale.
Il comune è costituito da tre centri principali: Cerrione capoluogo, Magnonevolo e Vergnasco, quest'ultimo insediamento è quello maggiormente abitato. Il territorio comunale fa parte anche della riserva naturale della Bessa, situata alle pendici meridionaie delle Alpi Biellesi. La Bessa è considerata la più importante miniera d'oro romana di età Repubblicana. Da Cerrione, epoca romana, passava la via delle Gallie, strada consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Pianura Padana con la Gallia.
Cerrione avanti il Mille faceva parte del Comitato di Vercelli, successivamente, dal 1014 iniziò a passare di mano in mano e il borgo trovò sviluppo intorno al castello che era di proprieta degli Avogadro e che ne rimasero feudatari mantenendo indiviso il patrimonio anche attraverso I colonnellati. Verso la metà del XIV secolo, gli Avogadro subirono la presenza a Vercelli dei ghibellini Tizzoni alleati dei Visconti, subendo anche feroci assalti del capitano di ventura Facino Cane che depredò alcuni castelli del consortile. Per evitare il severo governo visconteo che la popolazione mal tollerava, il 7 agosto 1404 Martino di Cerrione giurò fedeltà ad Amedeo VIII di Savoia con la consegna di tutti i castelli posseduti, fu così che ottenne subito la reinvestitura dei suoi possessi.
Per circa quattro secoli il Consortile di Cerrione rimase agli Avogadro anche se suddivisi in 26 colonnellati. Ogni colonnellato era retto da un Chiavaro, ossia il castellano e tesoriere, che amministrava il patrimonio e rappresentava gli Avogadro di Cerrione di fronte allo Stato. Dall XVII secolo, alcuni rami degli Avogadro si estinsero ed altri, trovandosi in difficoltà economiche iniziarono a vendere porzioni di proprietà che erano ormai già notevolmente frazionate. Divennero così comproprietari i Loyra nel 1694, Carlo Luigi di Gattinara nel 1736 e Francesco Teodoro Carron nel 1771.
Il 14 luglio 1881, Umberto I° re d'Italia concesse il titolo marchionale della frazione Vergnasco al mercante inglese George Cockle. Il Castello di Cerrione passò nelle mani del conte Michelini di San Martino e poi a quelle dell'industriale biellese Guido Aimone Marsan. Arrivo dalla frazione Magnonevolo e subito incontro la Parrocchia della SS Annunziata, edificata presumibilmente nel sec. XII. Le fattezze attuali sono settecentesche mentre conserva nella parte interna del campanile le testimonianze della chiesa antica. Bello internamente la fonte battesimale del 1697 e il pulpito tardo settecentesco. Originariamente era ad unica navata in stile romanico come il campanile che fu costruito con pietre rotonde provenienti dal greto del torrente Elvo.
La chiesa è in mattoni a vista con facciata in due ordini, il primo è anticipato da un portico che protegge la porta principale e le due più piccole poste ai lati. Tre bei portali con lunetta decorano le porte. Il secondo ordine è tripartito da lesene in mattoni con capitelli corinzi; nel riquadro centrale un grande affresco ovoidale necessitante di restauro è incorniciato da mattoni e coronato da un arco con angeli in stucco o pietra. Il frontone è curvilineo modanato con al centro del suo timpano un orologio. Nel retro della chiesa una scultura ad albero dai rami troncati compone il monumento ai caduti.
Il borgo è prettamente agricolo ma anche con belle ville. La posizione previlegiata del borgo è testimoniata da un antico ma grande albergo, ormai non più in attività ma che ricorda i suoi fasti ancora con le antiche scritte murarie dipinte: Trattoria del Commercio con alloggio per cavalli. Al centro del borgo, nella parte più antica si erge, quasi nascosto l'oratorio di San Giovanni Battista. Il Seicentesco oratorio dalle fattezze molto semplici con tetto a capanna ha un unica porta d'accesso in facciata sormontata da una lunetta. Un piccolo campanile svetta sul fianco dell'abside. È ovviamente chiuso, ma è sicuramente a navata unica ed avevo letto che internamente è conservata una tela i quali soggetti sono la Madonna con bambino, I Santi Giovanni Battista, Carlo e Defendente; le figure, forse dei committenti, sono in abiti seicenteschi. Per raggiungere la frazione di Vergnasco devo passare davanti al municipo che è posizionato tra i tre principali abitati in una localita che dovrebbe essere cascinali Zanga, Raggiungo la frazione Vergnasco, il centro abitato più popoloso e commerciale del comune di Cerrione.
Le case sono assai più moderne, presenti condomini unitamente a moderne villette ed a più antiche case e cascinali. Parcheggio davanti alla chiesa parroccchiale di San Giorgio ed inizio a aggirarmi per il bordo; dopo un ampio giro decido di fare una visita alla chiesa. Anticamente questa chiesa era in stile romanico con campanile del sec. XVI, venne poi ricostruita a partire dalla seconda metà del secolo XVII. La facciata si presenta, ampia e slanciata. Suddivisa in due ordini da un marcapiano sporgente è decorata nei due ordini da lesene e da riquadri con cornici in stucco. Il frontone triangolare è assai ampio ma privi di ogni decorazione. All'interno vi è un altare maggiore realizzato in marmi policromi del XVIII secolo; conserva altresì pregevoli opere di scultura lignea e una seicentesca fonte battesimale.
Di questa borgata è noto Marco Da Vergnasco del XIII secolo che fu insegnante di chirurgia nell'ospedale di Santhià e raccolse in un codice gli insegnamenti del Carbondala e quelli di Guglielmo Saliceto detto il Piacentino. Per raggiungere l'oratorio di San Benedetto devo prendere l'auto in quanto si presenta quasi in aperta campgna. L'edificio è di origini settecentesche e venne edificato a seguito di lascito testamentario e non venne mai ultimato. Di perfezionato vi è solo il presbitero, che funge anche da chiesa. L'edificio ha fattezze assai semplici ma e ottimante conservato e si nota il recente restauro. Prima di raggiungere Cerrione con il suo castello voglio andare a rivedere, dopo tanti anni l'aereoporto di Cerrione che non si trova molto distante da Vergnasco.
Raggiungo il piazzale di accesso dell'aereoporto che venne inaugurato nel 1968 come importante scalo, oggi utilizzato prevalentemente per aereomobili turistici e commerciali. Inizialmente l'aereoporto disponeva di una pista di 740 metri e poi estesa a 1320 metri. Nel 1995 vi erano collegamenti con Roma Ciampino, poi sospesi per gli alti costi. L'aereoporto è intitolato alla memoria del Comandante, pilota collaudatore Pietro Venanzi scomparso a seguito di un incidente aereo nel 2015. Mi soffermo all'interno del suo bar per una breve sosta e noto che vi è presente sia l'ufficio doganale che una scuola di volo. Nel piazzale antistante vi è un monumento dedicato al capitano pilota Luigi Sella e a tutti gli aviatori, si tratta un aereo che fu in uso alle frecce tricolori, un Fiat G.91R-1B in livrea PAN
Ormai è il momento di raggiungere l'abitato di Cerrione. Gia all'ingresso del borgo comprendo che si tratta di un borgo molto piccolo e antico. L'attività economica principale è quella agricola ma la presenza di grande campo da golf ne fa un importante richiamo per molti sportivi. In periferie vi sono belle villette e man mano mi addentro inizio a trovare anche case e cascinali. Mi accoglie la chiesa di San Carlo. Si tratta di un seicentesco edificio a capanna, assai alto, con frontone triangolare. Il portone d'accesso è affiancato da due piccole finestre con sbarre di ferro. Il portale è semplice, due piedritti sembrano sostenere un timpano semicircolare spezzato che funge da sovraporta. Una finestra a lunettone conclude la facciata di questo oratorio. Su un lato, in un piccolo giardino ed affissa alla chiesa vi è una lapide che ricorda i militari cerrionesi caduti nelle prima e seconda guerra mondiale; presenti anche diversi piccoli cippi con i nomi dei caduti ed un monumento agli alpini.
Proseguo a piedi per il piccolo borgo e nel mio girovagare trovo una piccola chiesetta incassata tra civili abitazioni, si tratta della chiesa detta della Madonnina. Quest'oratorio intitolato all'Annunziata fu probabilmente cappella gentilizia di un ramo della famiglia Avogadro, costruito forse alla fine del XIV secolo. Sulle carte antiche è indicato come oratorio di Piazza e la sua facciata è sicuramente seicentesca. La trovo ovviamente chiusa e così non posso ammirare le seicentesche raffigurazioni murarie di Santa Agata e Santa Lucia poste ai lati dell'altare e una Annuciazione quattrocentesca affrescata. L'esterno si presenta a capanna con struttura muraria in mattoni e pietre a vista, mentre la facciatata è intonacata. Presenta un ingresso semplice con un portale in laterizio intonacato che sostiene un timpano triangolare, affiancato da due finestrelle; vi è poi un oculo centrale.
La piazza principale del borgo è intitolata a Evelino Chiarletti, nato a Cerrione il 6 settembre 1920. Martire per la libertà, medaglia d'argento al Valor Militare, di professione contadino. Fece il servizio militare nell'artiglieria alpina e con lo sbandamento seguito all'armistizio del 1943 entrò nella Resistenza con il nome di battaglia "Velino". Fu un comandante di squadra della VII Divisione "Giustizia e Libertà". Catturato e torturato fu fucilato dai nazifascisti a Mongrando il 4 gennaio 1945. In piazza trovo alcune persone che mi forniscono utili informazioni per raggiungere in auto l'Oratorio dei Santi Grato e Rocco che si trova nella Bessa.
La raggiungo percorrendo una strada sterrata incorniciata da alberi ad alto fusto è prati fioriti. In uno spazzo si erge l'Oratorio di sicure origini assai remote con ampio porticato ottocentesco addossato alla facciata. Si comprende, facendovi, un giro a piedi tutt'intorno l'origine romanica ed edificata con pietre tonde del torrente Elvo e poste a spina di pesce con anche l'utilizzo di mattoni. Avevo appreso da cerrionesi che avevo trovato in piazza che all'interno vi sono conservate tracce di affreschi nell'abside e un affresco a forma di mezzaluna, del XVI secolo con Madonna che adora il Bambino e con sullo sfondo una città con mura merlate. Dopo aver visto questo piccolo gioiello, torno a Cerrione e lasciata l'auto in piazza, lentamente salgo per raggiungere la chiesa Parrocchiale.
Lungo la strada trovo tante ex botteghe, ancora riconoscibili dalle scritte sulle pareti delle case, come quella che indica dove era collocata la Farmacia. Raggiungo l'ampio sagrato della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista. La vista dalla piazza della chiesa è interessante e lo sguardo può vagare per tutta la pianura sottostante. La Chiesa parrocchiale è in stile romanico-gotico e fu edificata tra il XIV e il XV secolo a tre navate. È evidente che la chiesa segue la storia del vicino castello, ma comunque nonostante i numerosi rimanegiamenti mantiene la sua fisionomia romanico-gotica. Sicuramente questa fu edificata su un altro edificio religioso dell'XI secolo, forse una rettoria alle dipendenze della Pieve di Puliaco. La facciata attuale è barocca con un frontone in cotto come le due volute terminanti con pinnacoli sulle due ali. Conserva al suoi interno a tre navate, pregevoli tele ed affreschi del XVI secolo attribuiti a Gaspare da Ponderano.
Chissà se è in questa chiesa che fu battezzato Luigi Schiapparelli nato a Cerrione nel 1871. Costui fu insigne docente Paleografia e di Diplomatica all'Istituto di studi superiori di Firenze, Direttore della Scuola per bibliotecari e archivisti paleografi, condirettore della rivista "Archivio storico italiano" dal 1927, accademico dei Lincei dal 1928 emMembro del consiglio direttivo dell'Istituto storico italiano per il Medioevo. Vicino alla chiesa vi sono i ruderi del Castello di Cerrione che risale, nella parte più antica, ai secoli X-XI. Il castello fu quasi interamente distrutto dal bombardamento il 10 ottobre 1944, quando venne anche incendiato dai nazifascisti per snidare i partigiani che vi avevano trovato rifugio nei sotterranei, ma che fortunatamente se ne erano già allontanati.
L'impianto originario del complesso, edificato nel corso del XIII secolo, era di forma quadrangolare irregolare dotato di due cortili interni, con caseforti e circondato da un recinto fortificato e da un fossato. A partire dal XV secolo iniziò a perdere il suo carattere di fortezza diventando residenza di alcuni rami degli Avogadro di Cerrione. Osservo la svettante e unica, intatta ma pericolante torre poligonale coronata ancora da merli ghibellini. Oggi, fa da sfondo al campo di golf sottostante con I suoi verdi prati tagliati all'inglese. Della famiglia Avogadro di Cerrione, titolari e feudatari del castello voglio ricordare Ludovico Avogadro nato nel 1816 che entrò quindicenne nella Regia Scuola di Marina ed arrivò fino al grado di Ammiraglio.
Costui si distinse durante la prima guerra di indipendenza ed in quella di Crimea. Durante questa guerra ricevette anche la medaglia commemorativa inglese ed il 1° aprile 1860 venne altresì decorato della medaglia francese commemorativa della campagna d'Italia e molte altre onorificenze. Invece Ugo Sforza I Avogadro di Zubiena che fu nel XVI e XVII secolo uomo d'armi del duca Carlo Emanuele I, fu comandante delle milizie paesane biellesi nel 1616 e guidò la conquista dei castelli di Masserano e di Crevacuore, di proprietà dei Ferrero-Fieschi, alleati degli spagnoli.
Ugo Sforza I, altresì passò alle cronache perchè durante il secondo assedio di Vercelli del 1638 riuscì ad introdursi nella città con 500 militi biellesi di cui era stato nominato capitano dal duca Vittorio Amedeo I nel 1635. Un altro "castello" o meglio i suoi ruderi, sono stati edificati vicino a Cerrione ed è quello di Mongiovetto, anch'esso distrutto dai nazi-fascisti nella stessa notte del castello di Cerrione nel 1944. La posizione di questo castello permetteva di controllare la strada che dal basso Canavese conduce nel Biellese ed era anticamente utilizzato anche per l'esazione dei pedaggi. Restano di questo antico maniero una torretta a pianta quadrata. Ormai la visita a Cerrione volge al termine, potrei ancora andare a vedere i resti della Cella di San Michele di Dorvezio edificata XI secolo, ma ormai è sono solo un cumulo di pietre poste in mezzo alla campagna nei pressi dell'omonima cascina, ed era dipendenza dall'abbazia benedettina di San Salvatore della Bessa.
La giornata è trascorsa ed io ho appagato la mia curiosità e voglia di conoscere, non mi resta che tornare verso casa soddisfatto.