Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (I parte)

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paradisoIl mese di agosto generalmente lo passo riassettando tutte le mie cose, non solo quelle materiali ma anche quelle immateriali.
Riordinando il materiale fotografico contenuto in una scatoletta bianca posta su una mensola della camera da letto, ritrovo una vecchia serie di cartoline e di fotografie scattate in diverse occasioni in annate diverse ma sempre negli stessi luoghi. Non posso non soffermarmi a pensare quei magnifici momenti di vita vissuta insieme alle persone a me più care. La straordinaria bellezza dei luoghi era accompagnata dalla amicizia e dagli stretti affetti con le persone che allora frequentavo.
Le immagini ritraggono un tratto di mare con una costa dai rapidi pendii rocciosi dove fiorisce una macchia mediterranea unica al mondo sia per varietà che per i colori di cui madre natura li ha dotati; in basso, quasi a strapiombo il blu intenso del mare che si fa subito profondo e lungo la costa i numerosi viaggi fatti con i battelli di linea mi disegnano un litorale costellato di piccoli paesi dalle case strette tra loro dai colori sgargianti e qua e là abitazioni isolate ma immerse nel verde smeraldo della vegetazione e circondate da orti realizzati sui terrazzamenti coltivati.
Ogni anfratto, ogni costruzione segnala la presenza di un luogo carico di storia e di cultura che è ancora viva nelle tradizioni e nei costumi locali. Non oso contare le volte che ho percorso quell'unica strada che costeggia l'intera costa e non voglio nemmeno contare le volte che in treno, in aereo, in auto ho raggiunto questo pezzo di paradiso lasciato a noi umani.

E' dal lontano 1979 che per diletto, ma spesso anche per lavoro frequento questo fantastico lembo di terra italica, salvato grazie all'UNESCO dal degrado e dalla colpevole mano dell'uomo nell'edificare nuove strutture che non possono che essere definite mostruosità e che nessun pennello di artista avrebbe il coraggio di dipingere all'interno del paradiso.

Non vi sono state stagioni, né tanto meno festività che non mi hanno visto presenziare ai più grandi avvenimenti accaduti sulla costa. Non posso nemmeno elencare tutti i posti in cui ho alloggiato, le persone con cui ho mangiato, rischierei anche di dimenticare qualcuno tra le persone che mi hanno accompagnato in questi innumerevoli viaggi ma molti li ricorderò nella narrazione del mio racconto per evidenziare momenti vissuti insieme e raccontarne le gesta, siano esse seriose o divertenti.

Ho scelto di raccontare questi luoghi, senza dare un senso reale dei miei spostamenti, sia temporali che geografici e lo farò ripercorrendo il mio vissuto in ogni singolo centro abitato frequentato, cosi come la mente mi ripropone le immagini.

Percorreremo insieme i vialetti di questi piccoli ma bellissimi centri, affronteremo insieme la moltitudine di gradini che uniscono le piccole case che si inerpicano sui valloni scoscesi, disegnando un panorama da piccolo presepio.
Assaggeremo ciò che la natura ha saputo offrire e che la mano umana ha saputo trasformare in gustosi e deliziosi piatti della tradizione culinaria.
Ci immergeremo anche nelle profonde acque blu di un mare cristallino ma purtroppo io mi fermerò ad altezza ombelico non sapendo nuotare, ma amici come Guido, il conte, Alessandro, il duca, Stefano, il Marchese e altri sapranno apprezzare la bellezza di questi fondali, navigheremo lungo la costa, visiteremo isole anche lontane e ci spiaggeremo in calette isolate e ci sentiremo come in Scandinavia quando arrostiremo sotto il sole lucente nel piccolo fiordo.
Rivedremo scene di famosi film passati alla storia, ci vestiremo da antichi navigatori, ci inginocchieremo nelle più belle chiese e assisteremo a feste patronali d'altri tempi.
Sulla porta di accesso alla città, una lapide che ancora ricordo a memoria, incisa sulla dura pietra troviamo scritto "il giorno del giudizio, per gli Amalfitani che andranno in paradiso, sarà un giorno come tutti gli altri" come non dare ragione a Renato Fucini, (noto anche con lo pseudonimo Neri Tanfucio) letterato raffinato, di nascita toscana che nel 1877 presenta nel suo libro una realtà terrificante della città partenopea "Napoli a occhio nudo". Ma una volta raggiunta Amalfi il suo cuore, forse antimeridionalista, viene affascinato dal colore bianco luminoso delle case e dagli sgargianti colori delle maioliche delle chiese, dagli odori della brezza marina mescolata al profumo dei limoni appoggiati sui declivi dei dolci terrazzamenti, non poteva che comporre un'ode al questo paradiso terrestre.
Iniziamo proprio da Amalfi il nostro viaggio.



Fine I parte.